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Ludovico Ariosto e l'Orlando Furioso: Un Capolavoro del Rinascimento Italiano

Ludovico Ariosto, nato a Reggio Emilia l’8 settembre 1474, fu uno dei maggiori poeti del Rinascimento italiano. La sua opera più celebre, l'Orlando Furioso, è un poema cavalleresco che continua l'Orlando Innamorato di Matteo Maria Boiardo. Ariosto intraprese studi giuridici che abbandonò per dedicarsi alla letteratura e alle liriche latine. A Ferrara, strinse amicizia con Pietro Bembo, la cui opera influenzò il poema del Furioso.

La Vita di Ariosto e il Contesto Storico

Nel 1500, la morte del padre Niccolò lo pose di fronte a responsabilità familiari, costringendolo a gestire il patrimonio e prendersi cura dei fratelli minori. Per far fronte alle difficoltà economiche, accettò incarichi dagli Estensi. Nel 1503, entrò al servizio del cardinale Ippolito d'Este, trovando disdicevole che i suoi compiti lo distraessero dalla sua vocazione letteraria. Come tanti altri letterati, assunse anche la veste di chierico per incrementare le entrate.

Tra il 1509 e il 1510, fu mandato a Roma dal Duca Alfonso I, stringendo rapporti con figure fiorentine, tra cui il cardinale Giovanni de’ Medici. Nel 1516, pubblicò la prima edizione dell’Orlando Furioso, che dedicò al cardinale Ippolito. Nel 1517, passò al servizio del Duca Alfonso I, e nel 1522 divenne governatore della Garfagnana. Nel 1532, fu pubblicata la terza edizione dell’Orlando Furioso.

La Genesi e le Edizioni dell'Orlando Furioso

Ariosto cominciò a scrivere l’Orlando Furioso nel 1505, proseguendo il romanzo cavalleresco di Boiardo. Il poema presenta una struttura ampia, di quaranta canti con centinaia di versi in ottave. Nel 1521, uscì la seconda edizione, rivista dal punto di vista linguistico. La revisione seguiva i canoni fissati da Pietro Bembo ne “Le prose della volgar lingua”. Inoltre, vi è un ampliamento dal punto di vista narrativo: vi è un’ aggiunta di sei canti.

Le Revisioni Linguistiche

Le edizioni precedenti presentavano una lingua fiorentina con sfumature latineggianti. La revisione, invece, seguiva dal punto di vista linguistico, il modello e i canoni fissati da Pietro Bembo, nel 1525, ne “Le prose della volgar lingua”. Bembo afferma che se non esiste una lingua comune, bisogna trovare una lingua comprensibile da tutti i dialetti. Quindi, asserisce che bisogna osservare i grandi autori come modelli: Petrarca per la poesia e Boccaccio per la prosa.

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Temi e Tecniche Narrative

Ariosto riprende il romanzo cavalleresco unendo i personaggi del ciclo carolingio con il tema amoroso del ciclo bretone. Nel 1528, chiese al Doge di Venezia la protezione della sua opera da opere non autorizzate, pensata come intrattenimento per cortigiani e persone colte. Nonostante sia concepito come un racconto da diffondere a viva voce, il poema è un’opera scritta per essere diffusa attraverso la stampa.

L'Entrelacement e le Profezie

Come già nell’Innamorato, Ariosto usa la tecnica dell’entralecement. Questo procedimento di stesura del poema consiste nell’intrecciare più fili narrativi, interrompendoli in un punto cruciale e riprendendoli in seguito. Sono dei racconti nel racconto, simili a quelli presenti nel Decameron con la cornice. Sono presenti anche profezie, che possono far introdurre passi encomiastici nei confronti dei signori del poeta.

L'Inchiesta e il Moto Circolare

Recentemente si è notato che sia nel Furioso sia nei romanzi cavallereschi precedenti vi è la ricerca di un oggetto di desiderio che muove l’intera vicenda. Questo oggetto viene definito inchiesta. Il tema viene presentato sin dall’inizio, nel canto I. Un altro emblema del tema dell’inchiesta è l’episodio del palazzo d’Atlante in cui vari cavalieri sono attirati dal mago col miraggio degli oggetti che bramano di più. L’inchiesta si traduce in un movimento circolare per indicare il suo carattere ossessivo e ripetitivo.

Spazio e Tempo nell'Orlando Furioso

Mentre in Alighieri vi è il senso di trascendenza, nel Furioso vi è una concezione totalmente laica. In Alighieri vi è un’unica direzione, invece, nei poemi ariosteschi vi è una grande quantità di possibilità e di scelte che devono compiere i personaggi, tanto che non raggiungono mai l’oggetto desiderato: il movimento è quindi circolare. Quello del Furioso è quindi uno spazio aperto, dominato dalla Fortuna e non dalla Provvidenza Divina. L’uomo inoltre non si impone sulla Fortuna, come accadeva nel Boiardo, ma ne diventa lo zimbello. Dall’organizzazione spaziale e temporale, da questa struttura narrativa emerge l’immagine di un reale labirintico.

Armonia e Simmetria

Il poeta stesso afferma nel corso della narrazione il suo principio dell’unità che vi deve essere nella molteplicità di fili narrativi. Vi è un concetto di armonizzazione concertante. Inoltre, nel poema, si instaura una simmetria. Essa si nota principalmente tra le due inchieste principali: Orlando che ricerca Angelica e Bradamante che ricerca Ruggiero.

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