I Viaggi di Gulliver: Analisi e Significato di un Classico Intramontabile
I viaggi di Gulliver è il celebre romanzo dello scrittore irlandese Jonathan Swift (1667-1745), pubblicato nel 1726. Fin dalla sua prima pubblicazione (1726), il testo è stato soggetto a indegni tagli e rimaneggiamenti, ed è stato a lungo considerato un romanzo per ragazzi. Tuttavia, l'opera è molto più complessa di una semplice narrativa per l'infanzia.
Nell'opera I viaggi di Gulliver vengono mescolate sapientemente dall'autore fantasia e satira, per un risultato sì fiabesco e avventuriero ma anche di grande critica sociale. Il libro è carico di simbolismo e fitto di commenti satirici e costituisce un’autentica dichiarazione d’intenti contro la corruzione politica, i vizi e i difetti dell’essere umano. La sua opera è anche una critica alla guerra e agli oscuri motivi che la provocano. È stata adattata per il teatro e per il cinema, tradotta in decine di lingue e fa senza dubbio parte del patrimonio culturale dell’umanità.
La vita e l’opera di Jonathan Swift, nato il 30 novembre 1667 a Dublino, in Irlanda, fu una costante lotta contro la stupidità umana in tutte le sue accezioni: politica, religiosa e morale. Gli scritti di Swift sono figli del suo tempo. Ciò non significa che avessero senso soltanto allora: la sua critica e l’ironia possono valere in qualunque periodo, dato che, secondo l’autore, gli esempi di stupidità e delle sue varie maschere sono atemporali.
La Trama e i Viaggi di Gulliver
I viaggi che vedono protagonista Gulliver descrivono le disavventure di Lemuel Gulliver, medico di bordo che, durante i suoi viaggi marittimi, incontra popolazioni fantastiche su isole immaginarie che, a prima vista, sembrano paradisi terrestri. Il romanzo I viaggi di Gulliver è organizzato in 4 parti diverse che si ripetono, una per ogni viaggio. Ogni parte dedicata a un viaggio descrive una società abitata da personaggi fantastici in cui Gulliver cerca di ambientarsi, invano. Il protagonista è alla ricerca di un mondo utopico, un mondo che - nella satira dell'autore Swift - è da contrapporre ai difetti e ai vizi tipici dell'Occidente.
Il libro è diviso in quattro parti, che corrispondono a quattro viaggi distinti: quello a Lilliput e Blefuscu; quello a Brobdingnag; quello a Laputa, Balnibarbi, Glubbdubdrib, Luggnagg e il Giappone, e infine il viaggio nella terra degli Houyhnhnm. Ciascuno di essi mostra vari aspetti dei vizi e dei difetti umani.
Leggi anche: Partenze Immediata da Torino
- Lilliput e Blefuscu: I lillipuziani sono malvagi, ignoranti e crudeli, sono governati da un re e una corte di incapaci vanesi e passano il tempo a farsi guerra.
- Brobdingnag: I giganti di Brobdingnag sono amichevoli e pragmatici, ma mancano d’intelligenza.
- Laputa, Balnibarbi, Glubbdubdrib, Luggnagg e il Giappone: Laputa è piena di filosofi e scienziati che si dedicano a questioni inutili, rinserrati in un mondo in cui la saggezza va di pari passo con la pedanteria, la stupidità e la banalità. Nell’isola di Glubbdubdrib Gulliver trova una comunità di maghi che sa evocare gli spiriti dei morti, potendo così parlare con Alessandro Magno, Giulio Cesare, Aristotele… Sull’isola di Luggnagg incontra gli struldbrug, gli “immortali": uomini ai quali non è concesso né di morire né di godere dell’eterna giovinezza.
- Terra degli Houyhnhnm: Gli Houyhnhnm sono cavalli intelligenti, che usano una specie simile agli uomini, gli Yahoo, come animali da soma. Attraverso gli occhi di questi animali, Swift descrive gli esseri umani come depravati, avidi e ignoranti.
I Viaggi nel Dettaglio
Il primo viaggio di Gulliver inizia da Bristol: il medico di bordo si imbarca nella città inglese per poi, dopo un naufragio, ritrovarsi sulla spiaggia della terra sconosciuta di Lilliput. Gulliver si ritrova circondato da tanti piccoli ometti che l'hanno legato alla meglio con le reti, terrorizzati dalla sua mole. Gulliver è infatti percepito come un gigante dai piccoli uomini che temono per il loro territorio. Gli ometti si rivelano più ospitali del previsto e conducono Gulliver al cospetto dell'imperatore, che decide di usare il gigante come una sorta di arma. A Lilliput, Gulliver è colui che formula la satira, mostrandoci (allegoricamente) la piccolezza, la grettezza e la vanità dell’orgoglio umano.
Il medico di bordo Lemuel Gulliver non si perde d'animo e intraprende un secondo viaggio: questa volta, dopo una tempesta, si ritrova a Brobdingnag, penisola abitata da giganti. Qui, a causa della sua stazza, viene considerato alla stregua di un animale domestico: viene infatti rinchiuso in un gabbia e gli stessi animali, per lui, rappresentano un vero e proprio pericolo. A Brobdingnag la situazione è capovolta: gli abitanti, infatti, sono giganti rispetto ai quali Gulliver è poco più che un simpatico animale da compagnia.
Gulliver decide di imbarcarsi per il suo terzo viaggio. Diretto verso le Indie Orientali, riesce a sfuggire ai pirati e finisce a Laputa, una terra fluttuante abitata da studiosi di matematica. Gli scienziati di Laputa non riescono però a mettere in pratica nessuna delle loro ricerche.
Una volta tornato dalla famiglia, Gulliver decide di rimettersi in viaggio per quella che sarà l'ultima delle sue avventure. Durante la navigazione assiste all'ammutinamento dell'equipaggio e arriva in una terra popolata dagli houyhnhnm, cavalli dotati di raziocinio e da altri esseri umani, gli Yahoo, che rappresentano i servitori dei cavalli. Affascinato da questa popolazione, Gulliver cerca di insegnare loro la Costituzione inglese e di imparare la loro lingua. Il protagonista chiede quindi agli houyhnhnm di venire ufficialmente ammesso nella loro società ma la sua richiesta viene negata.
Analisi e Temi Principali
La sua allegoria, però, è imperfetta: i critici non sono riusciti a trovare un corrispondente storico a molti degli episodi narrati, cioè non si instaura una perfetta corrispondenza tra le avventure di Gulliver (che costituiscono il piano letterale) e i fatti reali (livello allegorico). La satira è una sorta di specchio dove chi guarda scopre la faccia di tutti tranne la propria. Una delle grandi qualità di questo romanzo è la vastità delle fonti a cui esso attinge.
Leggi anche: Mediavalle Viaggi: la tua vacanza ideale
I viaggi di Gulliver sono un romanzo dello scrittore irlandese Jonathan Swift, spesso sottovalutato e derubricato a letteratura per ragazzi. Sicuramente, a tale risultato hanno contribuito le numerose edizioni ridotte e rivedute che hanno trasformato l’opera in una sorta di favoletta per bambini. In realtà, Swift sceglie la via del romanzo e della fantasia per condurre una tagliente critica della società inglese settecentesca. L'espediente è il resoconto dei viaggi del medico Lemuel Gulliver, il quale si trova a visitare terre abitate da esseri stranissimi.
È fondamentale iniziare con una precisazione sulla travagliata storia editoriale del testo: soggetto a indegni tagli e rimaneggiamenti fin dalla prima pubblicazione (1726), esso è stato a lungo considerato un romanzo per ragazzi. Non è questa la sede per una trattazione puntuale delle allegorie del romanzo; sarebbe doveroso, non solo per gli appassionati di satira, leggere integralmente il testo di Swift.
Lilliput: Un Mondo in Miniatura
A Lilliput incontra uomini alti circa sei pollici, i cui vizi assomigliano moltissimo a quelli della corte d'Inghilterra: la selezione della classe dirigente avviene in base alle capacità d’intrattenimento del re e della sua corte anziché sul merito e le due fazioni politiche principali sono in continuo conflitto tra loro. Inoltre gli abitanti di Lilliput sono occupati nella preparazione della guerra con la vicina terra di Blefusco. Nonostante l’aiuto decisivo per la neutralizzazione della flotta di Blefusco, Gulliver cade in disgrazia agli occhi del re, e la sua sola possibilità è abbandonare l’isola di Lilliput, cosiccome Swift, nella realtà, era stato costretto ad abbandonare l'Inghilterra, ormai inviso al re, per fare ritorno nella sua Irlanda.
Il termine lillipuziano è entrato nel lessico comune per definire non soltanto qualcosa di estremamente piccolo, ma anche una persona intellettualmente gretta e meschina. Un esempio che valga per tutti: per ottenere cariche elevate o alte onorificenze, i ministri sono tenuti a danzare su una fune. Nessun lettore attento crederà mai che quel cuscino si trovasse lì per caso. Piuttosto immaginiamo che Flimnap fosse un favorito del re e quindi dovesse essere “aiutato” (oggi diremmo pure raccomandato). La critica, comunque, ha una portata ancora più ampia: le leggi di Lilluput, racconta Gulliver, sono molto diverse da quelle europee: esse, ad esempio, non garantiscono soltanto che i colpevoli vengano puniti, ma anche che i meritevoli siano premiati, mentre le virtù etiche hanno più valore delle doti intellettuali. A Lilliput, Gulliver è colui che formula la satira, mostrandoci (allegoricamente) la piccolezza, la grettezza e la vanità dell’orgoglio umano.
Brobdingnag: Uno Sguardo Gigante sull'Umanità
Nel corso del secondo viaggio, Gulliver è abbandonato dai suoi compagni in una terra abitata da giganti alti circa venti metri. Considerato un’attrazione da circo, frequenta la corte reale del paese, suscitando però solo impressioni negative nel re del posto, il quale considera crudeli e oscuri i comportamenti dei governi europei.
Leggi anche: Avventure organizzate a Padova
Laputa: La Critica alla Scienza e al Progresso
Nel corso del terzo viaggio, invece, attaccato dai pirati, finisce sull’isola di Laputa, un’isola volante i cui abitanti si dedicano alla musica e alla matematica, ma non sono in grado di cogliere i risvolti pratici dei loro studi. In questa parte del romanzo, Swift si scaglia contro la scienza, e in particolare contro l’idea di un progresso senza freni e senza attenzione per la dimensione etico sociale. La conoscenza diventa così uno strumento di emarginazione degli uomini, una macchina che non promuove un’evoluzione democratica della società, ma diffonde uno stato d’ansia e d'incertezza, in chi non ha quella conoscenza e che dunque sono tagliati fuori da ogni decisione.
Houyhnhnm e Yahoo: La Natura Umana a Confronto
Nel suo ultimo viaggio, Gulliver arriva nella terra dei cavalli razionali, gli Houyhnhnms, i quali non conoscono la differenza tra vero e falso e non conoscono i concetti di violenza e di guerra. Le loro terre però sono infestate dagli Yahoos, esseri brutali, scimmieschi, molto simili agli uomini. Gulliver prova orrore per tali esseri e vergogna dei suoi simili, tanto da voler rinnegare la sua natura e voler vivere per sempre vicino agli Houyhnhnms. La sua richiesta è però rifiutata, e costruitosi una barca torna a casa dalla sua famiglia, con la quale però non riuscirà più a ricostruire un rapporto.
Non esiste in tutta la letteratura occidentale una condanna dell'intera umanità paragonabile a quella contenuta nei "Viaggi di Gulliver": la sua critica dei valori, dalla religione alla scienza, dalla politica alla cultura, è spinta fino a minacciare le radici stesse dell'esistenza.
Il Ritorno di Gulliver e l'Eredità dell'Opera
Quando Gulliver torna in Inghilterra lo fa con nuove consapevolezze e forse una sensazione di ribrezzo e disgusto nei confronti dell’umanità, perché ne ha appena visto la sorprendente pochezza di cui inconsciamente, talvolta gli uomini stessi sono capaci di farsene vanto, sotto il segno della superbia. Attraverso il suo capolavoro, Jonathan Swift smaschera i disvalori interpellando la morale di tutti e ci offre in eredità, una grande lezione di vita. A partire dai bambini probabilmente, perché Gulliver vive pur sempre un’ avventura, nel regno che i bambini conoscono meglio e che sanno tenere vivo meglio di chiunque altro: la fantasia.
Secondo il critico e teorico letterario Edward W. Said, «l’opera di Swift è un miracolo perenne di quanti commenti può suscitare l’opera di un autore, pur continuando a rimanere problematica». Per parte sua l’intellettuale Giovanni Papini elogiò così lo scrittore irlandese: «Il cuore del suo genio è l’ironia, cioè dire una cosa intendendone un’altra. Swift ci turba perché la sua ironia non sembra avere limiti… […] In Swift l’ironia va a briglia sciolta e raggiunge una turbolenza sfrenata».
Nel gennaio 1728 morì Esther “Stella” Johnson, grande amica di Jonathan Swift, che forse sposò. Swift, profondamente toccato e rattristato dalla perdita, s’isolò per sempre. Trascorse gli ultimi quattro anni della sua vita sprofondato nella malinconia, accompagnata da una progressiva perdita di memoria e di linguaggio. Cinque mesi prima che facesse testamento, una corte dichiarò Swift incapace d’intendere e di volere, e diversi scrittori quali Walter Scott e Samuel Johnson fecero intendere che era impazzito e che soffriva di pesanti attacchi d’ira. Il 19 ottobre 1745 Jonathan Swift morì, lasciando la maggior parte dei suoi beni ai poveri e per la costruzione di un manicomio. È sepolto a Dublino, nella cattedrale di San Patrizio, accanto a Stella e sotto un epitaffio che egli stesso scrisse in latino: «Qui è sepolto il corpo di Jonathan Swift S.T.D., decano di questa cattedrale, qui dove il violento sdegno più non può straziarne il cuore. Il 28 ottobre del 1726 veniva per la prima volta pubblicato “I viaggi di Gulliver”. Un capolavoro letterario che lascia in eredità l’importanza dei valori, smascherando la falsa umanità e allo stesso tempo forgiando quella vera
TAG: #Viaggi