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Il Turismo nel Medioevo: Storia e Caratteristiche

Viaggiare è un'attività integrante del nostro stile di vita. Comprendere un fenomeno risulta più completo se si riflette sulle sue origini, sul suo sviluppo e sul lessico che lo caratterizza. La parola “turismo” deriva dal francese “tour” che indica un “giro, viaggio”.

Antecedenti Storici del Turismo

La nascita vera e propria del fenomeno come lo intendiamo viene fatta risalire al XVII-XVIII secolo, tuttavia esistono antecedenti che risalgono a migliaia di anni fa. Già nell’antico Egitto le classi più abbienti cercavano di allontanarsi dalla confusione e dall’afa cittadina per rifugiarsi in campagna e lo stesso facevano i patrizi romani quando si ritiravano nelle "villae" di campagna: non è infatti un caso che ancora oggi questo fenomeno si chiami “villeggiatura”.

Sempre all’età repubblicana risale la fascinazione dei romani nei confronti non solo della Grecia, ma anche dell’Asia Minore e dell’Egitto, che divennero meta di una vera e propria corrente turistica alimentata dall’élite culturale e politica dell’epoca, che intraprendeva una sorta di viaggio di istruzione, ripercorrendo i luoghi in cui si respirava la storia. Per via dei mezzi di trasporto dell’epoca, ma anche perché si auspicava che questi viaggi facilitassero il processo educativo tramite l’immersione nel mondo ellenico, queste esperienze di viaggio erano in grado di prolungarsi fino a cinque anni.

Il Viaggio e il Turismo nel Medioevo

Con la caduta dell’impero romano d’Occidente nel 476, gli unici spostamenti che non fossero militari o commerciali erano quelli dei pellegrini che cercavano di raggiungere i luoghi sacri. Con la caduta dell'Impero Romano, man mano che la sicurezza e la stabilità venivano meno, le strade e gli spostamenti si facevano sempre più perigliosi.

Questo tipo di percorsi, di cui la Via Francigena è uno degli esempi più famosi, ebbe una longevità notevole e non era infrequente che, grazie all’arrivo di particolari reliquie o accadimenti miracolosi, si venissero a creare nuovi centri di attrazione per i fedeli. Infatti, già prima delle crociate, i pellegrini si spostavano di paese in paese, città in città e qualcuno doveva pur dar loro vitto e alloggio. Il termine pellegrino deriva dal latino e indica quell’individuo che si trova lontano da casa.

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I pellegrinaggi erano una forma di viaggio molto praticata. I principali luoghi di pellegrinaggio erano molto numerosi. La Terra Santa e in particolare a Gerusalemme, la città sacra per eccellenza poiché sede del sepolcro di Gesù. Il percorso che i pellegrini compivano per raggiungere questo luogo prevedeva il passaggio o attraverso la regione balcanica o lungo la Via Francigena, cioè un insieme di percorsi che collegavano la Francia fino a Roma e da qui fino alla Puglia.

Oltre a ciò, i viandanti dovevano far fronte alle intemperie atmosferiche e all’impossibilità di poterle prevedere. Tali strutture erano edificate non lontano dalle abbazie. Gli hospitia o hospitalia.

Col Basso Medioevo, gli spostamenti verso i luoghi sacri smisero di essere l’itinerario predominante: si stavano infatti creando le condizioni per la nascita dei primi centri universitari e delle corti, che cominciarono a diventare luoghi di attrazione per artisti e letterati. Dopodiché, con l’avvento dell’Umanesimo si iniziarono anche a verificare i viaggi dei cosiddetti dotti.

Sorse così anche la figura dell’oste, albergatore o, per l’appunto, locandiere che inizialmente poteva essere un semplice cittadino chiamato ad ospitare e dare cibo al pellegrino, spinto dal senso comune delle conformità sociali, per cui si era tenuti a essere ospitali. Gruppo di mercanti che si recano in un castello accompagnati da giullari. Viaggi lunghi e pericolosi. Molti individui optarono dunque per una carriera nel settore dei traffici commerciali. Il mercante, quando viaggiava a piedi, si muoveva solitamente con un mulo o con un cavallo. l’Italia settentrionale e centrale.

Ovviamente anche per i mercanti era necessario avere luoghi in cui poter sostare, trascorrere la notte e mettere al sicuro i loro prodotti. Col XV secolo e la rivoluzione culturale, il Medioevo si avvia verso la sua conclusione e forme di viaggio legate non solo a motivi religiosi, ma anche con una forte impronta culturale rifiorirono caratterizzandosi nuovamente come un fenomeno elitario, la cui meta erano stavolta le città d’arte nell’Europa centrale e meridionale.

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Il Viaggio e il Turismo nell’Età Moderna

Con l’arrivo dell’età moderna, due furono i principali cambiamenti che ebbero delle ripercussioni sullo sviluppo del viaggio e del turismo. Il primo fu la Riforma Protestante: il negare l’esistenza dei santi e della Madonna provocò la decadenza di alcuni luoghi di pellegrinaggio. La Riforma è anche figlia ed espressione del passaggio dalla società collettivistica medioevale a una società caratterizzata invece da una crescente spinta individualistica.

In questo contesto il desiderio di affermazione di sé spingeva gli europei più benestanti a viaggiare, per arricchire il proprio bagaglio culturale, ma anche per dimostrare indipendenza e successo economico. Questo fenomeno, non troppo lontano nelle sue caratteristiche dai viaggi di educazione dei giovani patrizi romani, si tradusse nei cosiddetti “Grand Tour”, dei veri e propri viaggi di formazione in Europa, che sono spesso identificati come la prima forma di turismo intesa nel senso moderno per il fatto di aver inserito anche l’elemento dello svago. Il fenomeno andava a crescere e ad autopromuoversi grazie ai resoconti dei viaggiatori dell’epoca, come quelli di Stendhal e Goethe.

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