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Stig Dagerman: Vita, Opere e Temi Chiave

Stig Dagerman, figura complessa e poliedrica della letteratura svedese, nasce ad Älvkarleby. Figlio di Helmer Jansson e Helga Andersson, viene affidato ai nonni paterni a causa delle precarie condizioni economiche familiari. Il piccolo Stig cresce in una piccola fattoria fino a quando raggiunge il padre a Stoccolma.

Influenze e Inizi Letterari

Attraverso il padre, Dagerman entra in contatto con l'anarchismo e diventa antinazista. A ventidue anni è caporedattore culturale di "Arbetaren" (L'operaio), che considera il suo luogo di nascita spirituale. Oltre a editoriali e articoli, scrive poesie satiriche con cui commenta l'attualità.

Dagerman fu presto affascinato dal mezzo cinematografico. Gran parte della sua scrittura è molto visiva e spesso utilizza tecniche di narrazione cinematografica. Di conseguenza, molti dei suoi lavori hanno ispirato registi in Svezia e all'estero.

Gli orizzonti di Dagerman si ampliano con il matrimonio nel 1943 con Annemarie Götze, una rifugiata tedesca figlia di anarco-sindacalisti fuggiti dalla Germania nazista.

Il Serpente e l'Autunno Tedesco

Nel 1945 pubblica il suo primo romanzo, "Ormen" (Il serpente), una storia antimilitaristica in cui domina la paura che lui stesso ha conosciuto sotto le armi. Il romanzo è accolto con recensioni positive, così Dagerman lascia la redazione della rivista "Arbetaren" per scrivere a tempo pieno.

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Nel 1946, scrive per il quotidiano "Expressen" di Stoccolma dei reportage sulle condizioni della Germania postbellica, successivamente raccolti nel libro "Tysk Höst" (Autunno tedesco). Piuttosto che incolpare il popolo tedesco per le atrocità della guerra, Dagerman ritrae l'ordinarietà umana degli uomini e delle donne che ora strisciano tra le rovine della guerra.

"Credo che il nemico naturale dell'uomo sia la mega-organizzazione perché lo priva della necessità vitale di sentirsi responsabile del prossimo, limitandone le possibilità di mostrare solidarietà e amore e lo trasforma invece in un agente di potere, che per il momento può essere diretto contro altri, ma alla fine è diretto contro se stesso".

Opere Successive e Temi Ricorrenti

Nel 1947 pubblica la raccolta di racconti "Nattens lekar" (I giochi della notte). Nel 1948 Dagerman pubblica "Bränt barn" (Bambino bruciato), il suo maggior successo editoriale, in cui si alternano lettere scritte dal protagonista a una voce esterna.

Nel 1952 pubblica "Vårt behov av tröst" (Il nostro bisogno di consolazione), il suo testamento spirituale: un monologo di pochissime pagine in cui esprime che la felicità e la libertà a cui l'uomo aspira sono irraggiungibili.

Tra il 1948 e il 1955 scrive racconti oggi raccolti, in edizione italiana, ne "Il viaggiatore". "Perché i bambini devono ubbidire?" raccoglie scritti tra il 1948 e il 1955.

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Nel racconto breve "L'uomo che non voleva piangere" l'alter ego di Dagerman, Storm viene accusato di lasciarsi andare alle risate anziché al pianto.

Denuncia le gabbie della moderna democrazia, gli interessi dello Stato prevaricano i diritti inalienabili della persona, e la cultura è declassata a gioco di società. Ma soprattutto rivendica il compito della letteratura di mostrare il significato della libertà.

E confessa il suo conflitto di scrittore diviso tra l’impegno sociale e l’inviolabile autonomia dell’immaginazione, che deve seguire liberamente le proprie vie per toccare il cuore del mondo.

Il Mondo Visto con gli Occhi dei Bambini

Il mondo visto con gli occhi dei bambini è spesso decisamente diverso rispetto a quello degli adulti. Nella sua infanzia è stato essenziale il rapporto con i nonni, le sue prime figure adulte di riferimento. La prima parte di questo libro, intitolata "Memorie di un bambino", racconta proprio la sua infanzia trascorsa nella casa di campagna, dove nonostante l’educazione severa ricevuta dai nonni e la loro dura vita di lavoro nei campi, trascorse probabilmente il periodo migliore della sua vita.

Il secondo racconto, sempre compreso nella prima parte, dal titolo "A casa della nonna" è anch’esso di grande fascino e narra la storia di un bambino e del suo rapporto con la nonna che affronta il tema del silenzio e della sua straordinaria capacità di suscitare le nostre emozioni e la nostra fantasia.

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Il racconto che chiude quest’antologia dal titolo "Uccidere un bambino" è sicuramente tra i migliori insieme a quelli della prima parte perché, pur nella drammaticità dell’evento narrato, l’atmosfera di nostalgia per la perdita improvvisa di armonia e serenità nella vita delle persone descritte, è davvero di grande valore letterario e commuove il lettore più sensibile.

“Perché i bambini devono ubbidire?” è sicuramente uno dei libri più adatti per chi voglia cominciare a conoscere Stig Dagerman, scrittore complesso in molte sue opere e il cui pessimismo può a tratti non invogliare la lettura. Quest’opera ci permette di conoscere gli aspetti migliori di quest’autore, come il suo talento, la sua capacità espressiva e la purezza dei sentimenti espressi.

Eredità e Riconoscimenti

A partire dal 1996, la Stig Dagerman Society assegna annualmente il premio in suo nome allo scrittore il cui lavoro riconosce l'importanza della libertà di parola promuovendo la comprensione interculturale.

Stig Dagerman, non sopportando il peso del suo enorme talento e le aspettative che la società competitiva del suo tempo aveva riposto su di lui, si è tolto la vita nel 1954 a solo 31 anni.

Opere Principali di Stig Dagerman

Anno Titolo Originale Titolo Italiano
1945 Ormen Il serpente
1946 Tysk Höst Autunno tedesco
1947 Nattens lekar I giochi della notte
1948 Bränt barn Bambino bruciato
1952 Vårt behov av tröst Il nostro bisogno di consolazione
1991 Il viaggiatore Il viaggiatore
2013 Perché i bambini devono ubbidire? Perché i bambini devono ubbidire?

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