In Arte Viaggi: Definizione ed Esplorazioni Artistiche
Il viaggio nell’arte è sempre stato un tema molto sentito dagli artisti di ogni tempo. Uno dei viaggi che si vogliono descrivere in ambito artistico è senz’altro il viaggio come avventura e come scoperta di luoghi nuovi, misteriosi che non si conoscono.
Definizione di Viaggio Studio
In termini generali, un viaggio studio è un viaggio scolastico o formativo in città d’arte e di cultura, oppure un viaggio professionale di approfondimento delle proprie conoscenze specialistiche.
Il Turismo d'Arte
Il turismo d’arte rappresenta una forma di viaggio unica e affascinante, in cui i viaggiatori hanno l’opportunità di immergersi nella storia, nella cultura e nelle tradizioni di un luogo attraverso l’esplorazione del suo patrimonio artistico. Attraverso il turismo d’arte, i visitatori possono conoscere in profondità la storia e l’identità di una destinazione, apprezzando il valore culturale e il significato simbolico delle opere d’arte che ne caratterizzano il paesaggio. Il turismo d’arte svolge un ruolo fondamentale nella promozione e nella valorizzazione del patrimonio culturale di un territorio.
Inoltre, il turismo d’arte ha un impatto significativo sull’economia di una destinazione. L’afflusso di visitatori interessati all’arte e alla cultura genera importanti flussi di investimenti e di ricavi, che si traducono in opportunità di lavoro e di sviluppo per le imprese e le comunità locali. Il turismo d’arte rappresenta un potente strumento di promozione e valorizzazione di un territorio, contribuendo a rafforzare l’immagine e l’identità di una destinazione. Per valorizzare al meglio l’esperienza del turismo d’arte, è importante scegliere con cura gli itinerari e le destinazioni da visitare. I musei e le gallerie d’arte rappresentano il cuore pulsante del turismo d’arte, offrendo ai visitatori l’opportunità di ammirare capolavori di fama mondiale e di immergersi nella storia e nella cultura di un luogo.
Il Viaggio nell'Arte Pittorica
Paul Gauguin e la Ricerca di Nuovi Mondi
Il pittore che meglio di ogni altro è riuscito a descrivere questa concezione del viaggio è Paul Gauguin. Questi è l’artista che ha più viaggiato in assoluto alla ricerca di nuovi luoghi da esplorare e andando alla ricerca della luce da inserire come elemento nelle sue tele. Egli era un instancabile viaggiatore e già dall’infanzia trascorse la sua vita viaggiando tra il Perù e la Francia. Il luogo che aveva maggiormente a cuore era senz’altro la Polinesia che decise di descrivere nelle sue tele.
Leggi anche: "Arte e Turismo Hoepli": Analisi Approfondita
La tela che si vuole in maniera sintetica descrivere è Mahana no Atua (in italiano Giorno di Dio) realizzato nell’anno 1894 con la tecnica pittorica dell’olio su tela. Questo quadro fu dipinto dall’artista in Francia in un intervallo di tempo che riguardò due soggiorni che egli fece a Tahiti. Quelli che vengono rappresentati sono dei momenti ripresi durante la festa in onore della dea indù Kālī, la quale secondo la tradizione era considerata come una dea battagliera e non materna. La dea, come è possibile osservare attentamente, viene rappresentata sotto forma di statua al centro della tela. Le chiazze di color giallo, rosso, verde, azzurro, rosa, arancione e celeste che si vedono in primo piano riflesse sull’acqua del mare sono le sagome della vegetazione circostante che si intravede nel paesaggio tahitiano rappresentato. Si capisce che si tratta di acqua perché le donne tahitiane vi immergono i piedi. Sullo sfondo si scorgono sul lato sinistro due donne con un vassoio lungo che sembra stiano porgendo dei doni alla statua della dea, mentre sul lato destro delle donne con dei tipici abiti tradizionali tahitiani di colore rosa decorati con dei fiori e una donna vestita di bianco che culla il suo bambino. Ancor più in lontananza si scorge il mare blu attraversato da onde, la spiaggia dorata e il limpido cielo azzurro.
Claude Monet e la Scoperta della Natura Ligure
Un’altra tipologia di viaggio che si vuole esaminare è infine il viaggio alla riscoperta della natura. Quello che si vuole descrivere è il viaggio che fece Claude Monet nel gennaio 1884 nella cittadina ligure di Bordighera e in altre località della Liguria. Fece questo viaggio in solitudine dopo aver già soggiornato in Liguria alla fine del 1883 insieme a Pierre-Auguste Renoir.
A Bordighera ci sarebbe dovuto restare soltanto un mese, ma alla fine rimanendo affascinato dai luoghi, dalla natura e dal colore del mare e del cielo, l’artista impressionista rimase a Bordighera circa 79 giorni durante i quali dipinse 38 tele affascinanti e dai colori bellissimi eseguiti in giro per la Liguria. Il quadro che si vuole descrivere è Bordighera che è stato eseguito nell’anno 1884 secondo la tecnica pittorica dell’olio su tela. In quest’opera si può subito riscontrare il bellissimo contrasto coloristico tra il celeste chiaro del cielo e l’azzurro intenso del mare, il quale mette in risalto la bellezza e la luminosità del paesaggio circostante rappresentato. Fantastica è la resa del colore da parte dell’artista francese che sceglie il verde con le sue varie sfumature brillanti, il blu zaffiro per la colorazione del mare e il celeste chiaro per la colorazione del cielo. In lontananza, a rendere ancora più affascinante il soggetto dipinto, l’artista raffigura il paese di Bordighera che si affaccia sul mare. Il cromatismo dei colori viene reso ancora più magistralmente mediante delle piccole pennellate stese di colore. Monet rappresenta mediante queste piccole pennellate quelli che sono gli “attimi”, ovvero le emozioni del momento.
Il Viaggio nell'Arte Contemporanea
Il viaggio inteso come rituale ha in ambito artistico un’anima antica. Già Albrecht Dürer, verso la fine del XV secolo, registrò la sua prima scoperta dell’Italia con una serie di sublimi disegni del nostro paesaggio - disegni che, guardati con gli occhi del presente ricordano delle fugaci istantanee dal carattere fotografico. Soprattutto è stata la fotografia - e con lei l’Arte concettuale - a inaugurare un lungo filone di ricerca, che ancora oggi reinventa il rituale del viaggio approfondendone l’esperienza del tempo, la memoria e l’identità dell’artista in rapporto ai luoghi visitati.
Franco Vaccari e i "Viaggi Minimi"
Nel 1971 Franco Vaccari (Modena, 1936) viene invitato dalla Galleria 2000 di Bologna a presentare una sua personale. Sono passati solo due anni da quando l’artista ha ideato la sua prima Esposizione in tempo reale, termine di sua invenzione che traduce istantaneamente l’idea di tempo come particella strutturale dell’opera e fattore di disvelamento di un processo fisico, cognitivo, comportamentale.
Leggi anche: Italia: Dove Arte e Turismo si Incontrano
Per la mostra bolognese, Vaccari realizza la sua prima “opera-viaggio”: Esposizione in tempo reale n. 2, Viaggio + Rito (1971), una registrazione fedele delle azioni abituali compiute dall’artista durante il tragitto in treno da Modena a Bologna per recarsi alla Galleria 2000: acquisto del biglietto e del quotidiano, lucidatura delle scarpe in stazione, salita e discesa dal treno, arrivo in galleria con un taxi. Le azioni sono registrate tramite polaroid da due fotografi-testimoni e gli scatti prodotti sono apposti da Vaccari alle pareti della galleria, assieme al biglietto del treno utilizzato, disposto in una piccola teca, come se fosse una reliquia. Tuttavia, il rito non si esaurisce in quest’ultimo gesto: i fotografi continuano a riprendere i movimenti dentro lo spazio espositivo, incorporando il pubblico di visitatori nell’irripetibilità dell’evento artistico e arricchendo le pareti di nuovo materiale. Poco prima della chiusura della mostra, Vaccari, che fino ad allora ne era stato l’“oggetto”, torna ad assumere un ruolo attivo: interrompe l’azione riprendendosi il biglietto e andandosene. Con questo primo lavoro, Vaccari intraprende la serie dei “viaggi minimi”, tra cui anche Viaggio nell’Albergo diurno Cobianchi, Piazza Duomo (Milano, 1971) e Viaggio lungo la scalinata della torre di Graz (1975).
Il viaggio come osservatorio dei comportamenti sociali e recupero di uno “spettacolo” pubblico/privato troverà per Vaccari risvolti inaspettati nell’opera Viaggio sul Reno del 1974. Insieme agli amici artisti Guido Arra, Ugo La Pietra e Gianni Pettena, Vaccari naviga il fiume con una nave crociera, calandosi per alcuni giorni nel vissuto di un ambiente omogeneo, pianificato nei dettagli e dai rituali scontati, per verificare l’inautenticità di un’esperienza preconfezionata. Dentro uno spazio che garantisce un benessere effimero, Vaccari ritrova quel residuo minimo di autenticità nei momenti casuali della crociera, lassi temporali che testimonierà tramite fotografie sfocate o sgranate, causa la resa a bassa definizione dello sviluppo istantaneo della polaroid.
Antonio Rovaldi: Verifica del Reale e Analisi del Linguaggio
Anche nell’opera di Antonio Rovaldi (Parma, 1975) la pratica del viaggio assume il doppio significato di verifica del reale e analisi del linguaggio delle immagini, che tanto potere hanno sul nostro sguardo collettivo perché inibiscono sempre più una conoscenza non mediata del mondo. I suoi viaggi nascono in studio tramite ricerche storiche, approfondimenti di fonti geografiche e letterarie e la progettazione di itinerari; per poi passare alla verifica fisica dei luoghi, scandita dalla ripetizione dei gesti, dalla fatica dei non sempre facili spostamenti e dai pensieri che li accompagnano - fino al ritorno a casa, in studio, dove il viaggio continua a livello mentale. Un esempio calzante di questa pratica è Orizzonte in Italia (2011-15), un viaggio in solitaria lungo il perimetro della penisola italiana e della Sardegna, fatto in bicicletta, scattando centinaia di fotografie agli orizzonti marini. Una linea continua di mari e di cieli, ricomposta in un secondo momento in studio che, oltre a concretizzarsi in una mostra nel 2013 presso la galleria Monitor a Roma, ha preso anche la forma del libro d’artista (Humboldt Books, Milano 2015).
In Orizzonte in Italia emerge una componente nuova del viaggio come pratica artistica: il senso dell’avventuroso, esperienza sempre più rara nel mondo occidentale. Rovaldi la ripresenta in un’altra sua opera-viaggio, che unisce due città lontane (una in Italia, l’altra negli Stati Uniti) accomunate dallo stesso toponimo, Modena. Invitato a presentare un lavoro inedito sul tema della Via Emilia per Fotografia Europea 2016, Rovaldi realizza Mo’dinna mo’dinna (I wanna go back home) (2016), una serie di fotografie in bianco e nero della sconfinata pianura americana, dove resiste questo piccolo borgo di case in legno dal nome Modena.
Giovanna Silva: Reportage e Arte Relazionale
La presenza dell’altro, la verifica condivisa, la transmedialità autoriale, contraddistingue il percorso di Giovanna Silva (Milano, 1980), fotografa sensibile alle trasformazioni silenziose dei luoghi e ai rapporti con le persone. Silva ha reinventato il linguaggio della fotografia trasformando la pratica del reportage in un’esperienza di arte relazionale, espressa attraverso la forma del libro a più voci. Desertions (a+mbookstore edizioni, Milano 2009) è uno dei primi libri di questo genere, nato da un viaggio nei deserti americani insieme a Enzo Mari e Gianluigi Ricuperati. Del trio, Silva era “l’anima silenziosa” - come si autodefinisce nella prefazione - invitata a documentare nel corso del viaggio gli oggetti che il deserto abbandona.
Leggi anche: Partenze Immediata da Torino
Negli anni successivi, e dopo altri libri, la ricerca di Silva ha preso la forma di un progetto editoriale: Humboldt Books. Nata nel 2013 e ispirata alla figura dell’omonimo esploratore, la casa editrice di Silva è interamente dedicata a una diversa narrativa di viaggio creata dall’incontro di artisti e scrittori. Ad oggi, Humboldt Books ha prodotto numerose pubblicazioni sulla pratica del viaggio-opera, tutte uniche e diverse tra loro, frutto del lavoro di artisti con cui Silva collabora in qualità di editore. Nei libri Tutta la solitudine che meritate. Viaggio in Islanda (Humboldt Books, Milano 2013) e Ontani a Bali (Humboldt Books, Milano 2016), Silva ritorna come autrice di una memoria visiva condivisa.
Il Viaggio nel Cinema
L’idea del viaggio è strettamente connaturata con le origini della settima arte. Il tema del dinamismo, del movimento, del punto di vista mutevole e cangiante, che già aveva interessato l’opera delle Avanguardie artistiche, trova nel cinema la sua naturale consacrazione. La settima arte è movimento. È dinamica sintesi spazio-temporale, rappresentazione di un divenire che scorre davanti ai nostri occhi.
Esempi Cinematografici
- Il Sorpasso (1962): Capolavoro assoluto della commedia all’italiana, interpretato dalla coppia Vittorio Gassman e Jean Louis Trintignant.
- Easy Rider (1969): Manifesto di una gioventù che non vuole percorrere la strada dei padri e cerca un nuovo modello di vita.
- Trilogia della strada di Wim Wenders: Alice nelle città, Falso movimento e Nel corso del tempo rappresentano tre capitoli sul tema del viaggio come itinerario esistenziale e generazionale.
- I diari della motocicletta (2004) e On the road (2012): Adattamenti cinematografici di romanzi che trattano il viaggio come esperienza fondamentale dell’esistenza.
- Marrakech Express (1989) e Turné (1990): Opere generazionali di Gabriele Salvatores sul tema dell’amicizia, realizzate con una struttura itinerante.
- The Road (2009): Un angosciante percorso di solitudine e dolore in un futuro post-apocalittico.
TAG: #Viaggi