Informazioni Turistiche Ancona: Cosa Vedere e Fare
Ancona merita un palcoscenico turistico nazionale. Solo un’adeguata visibilità, infatti, può far emergere l’insieme delle caratteristiche storiche, artistiche, culturali, economiche che per secoli hanno reso grande la città e che, ancora oggi, sia pure in un contesto completamente diverso, continuano a raccontarne il presente. Ancona è più di un luogo di transito per le spiagge del Conero o per la Grecia, e nel prosieguo dell’articolo proveremo a spiegarne il perché. Buona lettura.
Ancona, capoluogo delle Marche, è una città che incanta ogni visitatore con il suo ricco patrimonio storico, culturale e naturalistico. Questa città portuale, capoluogo della regione Marche, è una delle gemme meno conosciute d’Italia, ma non per questo meno affascinante. Ancona non è solo un incantevole porto sul mare Adriatico, ma anche un crogiuolo di cultura e storia che offre un’ampia gamma di bellezze architettoniche da ammirare.
Già pregusto il profumo del mare, la brezza che ti accarezza il viso scompigliandoti i capelli; i gabbiani che solcano un cielo di un azzurro infinito e la storia che ti guarda affacciata dal Monte Conero: è Ancona, città dal fascino ammaliante che, con il suo porto, è da secoli crocevia di scambi.
Se quindi stai pensando di fare una gita di un giorno o di trascorrere una vacanza qui, ecco cosa vedere ad Ancona. Ancona è una città che ha tantissimo da offrire. Capoluogo delle Marche e punto di riferimento per tutta la zona del Conero, è una città che ha oltre duemila anni.
Principali Attrazioni Turistiche di Ancona
Arco di Traiano
L’Arco di Traiano, all’estremità orientale del porto, è senza dubbio tra le cose più importanti da vedere ad Ancona. Molte guide, addirittura, mettono il monumento al primo posto tra i punti di interesse della città, e non c’è dubbio che dal punto di vista storico l’opera abbia un’importanza notevole.
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Fatto costruire nel 100 d.C. dal Senato di Roma in onore di Traiano, l’Arco rappresenta un’importante testimonianza di architettura romana, peraltro in ottimo stato di conservazione. A volerne l’edificazione, attorno al 100 d. C. fu il Senato di Roma, che in questo modo intese ringraziare l‘imperatore Traiano, artefice, a sue spese, dell’ampliamento del porto di Ancona.
Affacciato sul mare, l’Arco di Traiano lega la sua storia al porto che lo ospita; opera dell’architetto romano Apollodoro di Damasco, fu eretto per onorare colui il quale aveva donato un sicuro accesso all’Italia ai naviganti. Slanciato ed elegante, l’arco è dotato di un unico fornice; in origine presentava sull’attico sei statue bronzee rappresentanti tre divinità, l’Imperatore, la moglie e la sorella.
Venendo all’oggi, l’Arco di Traiano di Ancona, pur privato della maggior parte dei suoi elementi decorativi, e pur inserito in un contesto urbanistico completamente diverso rispetto a quello in cui vide la luce, ha conservato intatte maestosità e fascino testimoniando l’importanza strategica e soprattutto la dimensione cosmopolita della città.
Mole Vanvitelliana
Al centro del porto di Ancona c’è un’imponente isola artificiale progettata dall’architetto Luigi Vanvitelli su mandato di Papa Clemente XII. Sempre all’interno del porto di Ancona, impossibile non rimanere catturati da un edificio di forma pentagonale che lambisce il mare in posizione opposta rispetto all’Arco di Traiano: si tratta della Mole Vanvitelliana o Lazzaretto di Ancona, complesso realizzato nel 1733 su un’isola artificiale da Luigi Vanvitelli.
L’opera - per la cui realizzazione occorsero 14 anni, dal 1732 al 1746 -, aveva molteplici funzioni: mercantile, perché c’era spazio a sufficienza per stoccare le merci in entrata nel porto di Ancona; sanitaria per isolare cose, e soprattutto persone, provenienti da lontano e perciò potenziali incubatori di malattie (al centro della piazza c’è un piccolo tempio intitolato a San Rocco, protettore degli appestati); infine difensiva, essendo una vera e propria cittadella chiusa da mura pentagonali (non a caso, nel 1860, la Mole fu al centro della battaglia per la sottrazione della città allo Stato Pontificio).
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Cinto da un canale, è collegato alla terraferma da tre parti. L’originaria collocazione lascia ben comprendere l’iniziale funzione dell’edificio, un tempo destinato, in parte, ad ospitare per la quarantena i malati di peste. Dopo l’Unità d’Italia, il Lazzaretto, l’altro nome con cui è conosciuto l’edificio, ha cambiato più volte destinazione d’uso, alternando vocazione industriale e mercantile.
Negli anni ’90 del secolo scorso, dopo l’affidamento alla Soprintendenza delle Marche e l’acquisizione a patrimonio comunale dal demanio, si realizza l’ultimo step della Mole Vanvitelliana, finalmente restituita alla fruizione pubblica con l’organizzazione di spazi espositivi (segnaliamo il Museo Tattile Omero), congressuali e sociali.
Duomo di San Ciriaco
Il Duomo di Ancona, in cima al colle Guasco, con una magnifica vista sulla città, è la prova regina dell’influenza levantina fin qui più volte richiamata. Giungendo dal porto non si può che rimanere ammaliati dal Duomo di Ancona consacrato a San Ciriaco, patrono di Ancona; sulla cima del colle Guasco, abbracciata da una folta vegetazione, la chiesa guarda il mare sorvegliando la città e custodendola sotto la sua ala protettrice.
Il panorama che circonda il sacro edificio spazia sulla riviera del Conero cingendo l’osservatore della bellezza della natura; ma questo nulla toglie al Duomo di San Ciriaco, considerato una delle chiese più interessanti delle Marche, uno straordinario esempio di incrocio tra romanico e bizantino, forse il più bello d’Italia. Così come l’Arco di Traiano è simbolo laico della città di Ancona, il Duomo di San Ciriaco ne è il simbolo religioso; questi, infatti, affacciati sul mare, erano i primi punti di riferimento che la città offriva al viaggiatore che si avvicinava al porto.
Innanzitutto, diversamente dalla maggior parte delle chiese cattoliche, che sono a croce latina (navata e transetto sono di lunghezza diversa), la cattedrale anconetana, come da tradizione bizantina, è a croce greca (navata e transetto hanno la stessa lunghezza e si intersecano esattamente a metà). Là dove un tempo sorgeva un tempio italico di III secolo a.C. dedicato ad Afrodite Euplea, protettrice della navigazione, nel VI secolo fu eretta una basilica intitolata a San Lorenzo e successivamente ampliata tra XI e XII secolo.
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Il secondo aspetto ha a che fare proprio con San Ciriaco, il patrono della città, proveniente da Gerusalemme. E sono proprio le spoglie del santo, tuttavia visibili solo nel mese di maggio, una delle attrazioni più importanti del Duomo di Ancona. Vengono esposte nella Cripta dei Protettori, nella navata sinistra, e sono oggetto di venerazione da parte dei fedeli, tanto più dopo che un’autopsia ha confermato il martirio per mano dei romani.
Un portico in marmo rosso in cui cui riposano due leoni accoglie il visitatore che si appresta a far ingresso nel Duomo; al suo interno, nel cuore di una cripta, sono conservate le spoglie di San Ciriaco assieme a quelle dei Patroni della diocesi, S. Liberio e S. Marcellino. A stupire, inoltre, è la storia antichissima di questo luogo di culto che sorge su una basilica paleocristiana intitolata a San Lorenzo (VI secolo d.C.) a sua volta edificata su un precedente tempio greco dedicato a Venere Euplea (IV secolo a.C.).
Piazza del Plebiscito (Piazza del Papa)
Piazza del Plebiscito non è solo il cuore della vita notturna di Ancona ma è anche un compendio perfetto sulla storia della città. Realizzata nel Xv secolo piazza del Plebiscito è la più antica piazza di Ancona; disposta su due livelli, la piazza ha un impianto altamente scenografico, sottolineato dalla presenza, al centro, della statua di Clemente XII, il papa che concesse alla città il porto franco ampliandolo e rimodernandolo con l’aiuto di Luigi Vanvitelli (da qui il nome di piazza del Papa).
Del resto, per rendersene conto, basta soffermarsi a riflettere sul nome, evocazione dei plebisciti risorgimentali chiamati a ratificare l’annessione al Regno d’Italia. Non solo, perché al centro della piazza, c’è la statua di Clemente XII, il pontefice che incaricò Luigi Vanvitelli di realizzare la Mole prima ricordata e di ampliare il porto in modo da accrescere gli scambi commerciali della città.
Ancora, sempre in piazza del Plebiscito c’è il rinascimentale Palazzo del Governo (oggi sede della Prefettura), mentre in cima alla piazza c’è la Chiesa di San Domenico, al cui interno c’era un importante Crocifissione del pittore Tiziano, oggi esposta nella vicina Pinacoteca Podesti. In ultimo, ma solo per ragioni espositive, il Museo della Città ricavato negli spazi dell’ex Ospedale di San Tommaso di Canterbury. E per chi vuole godere dell’Ancona notturna, quando scende la sera piazza del Plebiscito si anima delle voci dei giovani che popolano i numerosi locali presenti.
Parco del Cardeto
Un parco urbano a ridosso del centro storico è una rarità di cui andar fieri. Il parco del Cardeto rappresenta un vero e proprio polmone verde di Ancona, nonché il più grande parco urbano della città. Nel caso del Parco del Cardeto, poi, oltre all’elevato valore paesaggistico-ambientale bisogna considerare anche quello storico-culturale.
L’area, infatti, vanta diversi punti di interesse che raccontano la storia della città. Basti pensare al Campo degli Ebrei, uno dei cimiteri ebraici più grandi d’Europa con 178 cippi funerari dal XV e il XIX secolo; o al Vecchio Faro, voluto nel 1860 da Pio IX, e rimasto attivo fino alla seconda metà del ‘900. Dettaglio non da poco, nei pressi di questo faro c’è un piccolo edificio rettangolare da cui, nei primi del ‘900, Guglielmo Marconi condusse i suoi primi esperimenti col telegrafo.
Ancora, nei pressi del Monte Cardeto che dà il nome al parco c’è la Polveriera Castelfidardo, recentemente restaurata e trasformata in auditorium, senza dimenticare che in questo polmone verde di 35 ettari sono state ritrovate tracce dei primi insediamenti piceni. Dal punto di vista naturalistico, il parco è un vero tesoro di biodiversità. Questo parco è anche un luogo di memoria e riflessione.
Insomma, il Parco del Cardeto abbina natura e cultura e dal 2005, anno della sua inaugurazione, rappresenta un fiore all’occhiello della città di Ancona e delle Marche tutte.
Il Passetto
In Piazza IV Novembre, ai piedi del Monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale, c’è il Passetto, la spiaggia cittadina di Ancona. Nel rione del Passetto troneggia, guardando il mare dall’alto, il Monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale. Ma il rione è celebre per uno dei luoghi del cuore degli anconetani, il Passetto, una passeggiata che, tramite due ampie scalinate scavate nella roccia che digradano verso il mare, permette di immergersi direttamente in acqua.
Va detto subito che non si tratta di un’arenile sabbioso: il Passetto è una spiaggia pietrosa e dal punto di vista ambientale non è un luogo di particolare pregio, eccezion fatta per il mare che invece è pulitissimo. A rendere speciale questa località sono le grotte che si susseguono lungo la linea di costa.
Scavate agli inizi del ‘900 per il ricovero delle imbarcazioni da pesca e da diporto degli anconetani, queste cavità nel tempo sono state riadattate e ammodernate a uso residenziale e turistico. Con gli anni si è venuto a creare un ambiente coloratissimo e decisamente sui generis che da un lato testimonia il grande amore degli anconetani per il mare, dall’altro funziona anche come attrazione per i visitatori che arrivano in città.
Le grotte del Passetto sono situate sul promontorio roccioso su cui sorge Ancona e risalgono ai primi anni del Novecento. Il simbolo del Passetto è il meraviglioso Monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale, un tempietto a forma circolare in pietra d’Istria. Il Passetto è raggiungibile a piedi da un sentiero che attraversa la falesia oppure, durante la stagione turistica, tramite un ascensore che parte dalla retrostante pineta.
Altre Attrazioni
- Fontana del Calamo (Fontana delle Tredici Cannelle): Tredici maschere tra fauni e satiri fanno zampillare l’acqua di quella che è una delle fontane più note di Ancona.
- Chiesa di Santa Maria della Piazza: Un altro passaggio obbligato di una visita ad Ancona, grazie alla stupenda facciata in marmo di derivazione bizantina.
- Pinacoteca Civica Francesco Podesti: Ospita centinaia di opere d’arte per un arco temporale di circa 500 anni, dal XIV al XIX secolo.
- Museo Archeologico Nazionale delle Marche: Tappa imprescindibile per chiunque sia realmente interessato ad approfondire il genius loci della città e dell’intera regione.
- Museo Tattile Statale Omero: Unico nel suo genere, permette ai non vedenti di avvicinarsi all’arte attraverso il tatto.
- Teatro delle Muse: Il principale teatro di Ancona, dove puoi goderti spettacoli di opera, balletto e concerti di vari generi musicali.
Cosa Fare ad Ancona
Il centro storico di Ancona, con un buon passo, può essere visitato in un giorno, anche se l’ideale sarebbe dormire in città e andare all’esplorazione anche l’indomani. Tra le cose che non dovresti assolutamente perdere se vuoi visitare Ancona a piedi bisogna segnalare:
- Cosa fare ad Ancona la sera: Se ti piace il buon cibo, non puoi perderti l'opportunità di assaggiare le prelibatezze locali, fra cui, ad esempio, il brodetto all’anconetana o lo stoccafisso. Non mancano neanche locali e discoteche dove andare a ballare, soprattutto nelle zone più frequentate, fino alle luci dell’alba.
- Viaggio in famiglia: Una delle prime tappe potrebbe essere una visita al Parco del Cardeto, dove i più piccoli potranno godere di una vista sulla città e sul mare. I bambini hanno un tipo di memoria tattile molto forte, per questo il Museo Tattile Omero può essere sicuramente interessante per loro.
- Passeggiare lungo il Corso Mazzini: La principale via dello shopping di Ancona. Qui troverai una varietà di negozi, caffetterie e ristoranti.
Escursioni nei Dintorni di Ancona
Il Passetto di cui abbiamo appena parlato fa parte del Parco Naturale del Conero, ente istituito alla fine degli anni ’80 del secolo scorso per preservare e valorizzare il patrimonio paesaggistico-ambientale dei comuni di Ancona, Sirolo, Numana e Camerano. Mare e montagna sono i punti a favore di questo parco che negli ultimi anni ha registrato una notevole crescita turistica grazie alla disponibilità di spiagge bellissime e sentieri escursionistici per gli appassionati di trekking e mountain bike.
Spiagge
- Portonovo: Nella spiaggia si alternano tratti ghiaiosi e sassosi, con ciottoli calcarei bianchissimi e arrotondati, considerati una delle peculiarità della località. La presenza dei boschi direttamente a contatto con la spiaggia, unitamente ai panorami aperti verso la mole maestosa del Conero, costituiscono una grande attrattiva della zona.
- Spiaggia di Mezzavalle: Spiaggia rocciosa.
- Palombina: A nord del porto di Ancona la costa è invece bassa; in questa zona si trova la spiaggia sabbiosa di Palombina, in parte libera e in parte attrezzata.
Borghi
La provincia di Ancona è ricca di borghi incantevoli e pittoreschi, ognuno con la propria storia e fascino unico. Non a caso sono tante le cose da vedere nelle Marche. Se hai qualche giorno in più, ecco i luoghi che vale la pena visitare:
- Corinaldo: Con le sue mura quattrocentesche perfettamente conservate e i vicoli acciottolati, viene chiamata "il paese dei matti".
- Sirolo: Situato nel Parco del Conero, questo borgo affacciato sul mare è conosciuto per le sue spiagge di sabbia bianca e le acque cristalline.
- Offagna: Con la sua imponente rocca e le mura medievali, Offagna mette in mostra la sua antichissima storia.
Gastronomia Anconetana
Gli antipasti anconitani riflettono l’amore per i frutti di mare, con delizie locali come le crocette e i bombetti “in porchetta” e i tartufi di mare. I primi piatti vedono protagonisti i vincisgrassi, una versione locale delle lasagne arricchite, e la pasta con i móscioli. La cucina anconetana è anche ricca di dolci tradizionali, come i ciambelloni e la cicerchiata di Carnevale, dimostrando una varietà che rispecchia la ricchezza culturale e gastronomica del luogo.
Altrettanto celebre è il mósciolo di Portonovo, un mitilo selvatico pescato localmente e non allevato, che gode del riconoscimento come prodotto di origine protetta. Tra i piatti più tipici della cucina anconetana ci sono lo stoccafisso, ovvero il merluzzo essiccato cucinato con patate, pomodori ed erbe aromatiche. Se vi state chiedendo perché proprio il merluzzo - un pesce del Nord Europa - la risposta sta nella frequenza dei contatti commerciali fra Ancona e i Paesi del Nord Europa.
Quando Visitare Ancona
Il miglior periodo per visitare Ancona è senza dubbio la primavera o l’inizio dell’autunno. In queste stagioni, infatti, il clima è mite e la città non è più assediata dalle classiche folle estive di turisti. In questi periodi, inoltre, è più facile visitare anche luoghi della provincia.
Soggiornare ad Ancona non presenta particolari controindicazioni: è una città con una buona qualità della vita, abbastanza sicura e con diverse opportunità di svago. A cercare il pelo nell’uovo, forse, è preferibile non venire nei mesi invernali, diciamo da dicembre a febbraio, ma è un suggerimento assolutamente non vincolante.
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