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Istat e Criminalità Stranieri: Analisi Statistiche in Italia

Nel dibattito politico, soprattutto da parte dei partiti di destra, si tende spesso ad associare l'aumento degli stranieri residenti in Italia a un presunto aumento della criminalità.

La sicurezza dei cittadini, sia a livello oggettivo (azioni antisociali o criminali) che soggettivo (percezione di allarme sociale), è un indicatore chiave dello "stato di salute" di una comunità e un elemento essenziale della convivenza civile.

Prendendo in considerazione l'ipotesi che un aumento dell'immigrazione in Italia possa portare a un incremento dei tassi di criminalità, sarebbe necessario osservare un aumento dei reati a livello nazionale e internazionale, dato l'aumento dei richiedenti asilo.

Stando ai dati Eurostat, negli ultimi dieci anni in Francia, Germania, Italia e Spagna, c’è stato un notevole aumento del numero dei richiedenti asilo: Madrid è passata da 2.350 nel 2012 a 62.050 nel 2021, con un picco di 115.175 richieste nel 2019. Roma registrava 17.170 domande nel 2012, mentre nel 2021 il numero è salito a 45.200. Nonostante gli aumenti dei richiedenti asilo, non si è registrato nello stesso periodo un aumento della criminalità in Italia, Francia e Germania; l’unica eccezione è la Spagna.

Tendenze Generali della Criminalità in Italia

Nel 2023, i delitti denunciati dalle forze di polizia all’autorità giudiziaria ammontano a circa 2,341 milioni, circa 39 delitti ogni mille abitanti (3,8 per cento in più, rispetto all’anno precedente).

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Facendo riferimento ancora una volta a Eurostat e agli indici di criminalità, nel nostro paese i “sospettati e delinquenti” erano 501 mila nel 2012.

Stando sempre ai dati del Ministero dell’Interno, sono calati i delitti: in particolare, il loro numero totale è sceso del 7,1 per cento rispetto al periodo agosto 2019-luglio 2020. Se si considera che nel 2020, per diversi mesi, l’Italia ha vissuto in lockdown a causa della pandemia, l’ulteriore calo di questo dato assume un valore ancora più positivo. Sono diminuiti gli omicidi (-6,4 per cento), le rapine (-3,8 per cento), i furti (-12,8 per cento).

Nel 2023, la criminalità complessiva denunciata è tornata ai livelli osservati nel 2018, in netta risalita rispetto al dato registrato nel 2020, superando i livelli del 2019.

Nel 2023, aumentano i furti: 1.731 ogni 100 mila abitanti (1.632 nel 2022).

Nel 2023, tra i delitti contro la persona, rispetto al 2022, sono in aumento gli omicidi volontari consumati e tentati (rispettivamente +3,0 per cento e +1,5 per cento). Al contrario, le denunce di violenza sessuale sono in lieve diminuzione (-0,9 per cento).

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Nel 2023, continuano ad aumentare, in generale, i delitti contro il patrimonio, a partire dai furti, circa 17 ogni mille abitanti, contro i 16 dell’anno precedente. Tra le rapine, aumentano quelle compiute in strada, che costituiscono la parte maggioritaria del fenomeno (da 25 a 28,1 ogni 100 mila abitanti), mentre più limitato è l’aumento di rapine negli esercizi commerciali (da 6,1 a 6,5 per 100 mila abitanti).

Femminicidi

Per la componente femminile di popolazione, si conferma un quadro stabile in cui le morti violente avvengono soprattutto nell’ambito della coppia. Il contesto in cui avvengono i femminicidi è, infatti, prevalentemente familiare/affettivo (nell’81 per cento circa dei casi), senza differenze significative per età. Nel 2023, il tasso di donne uccise da un partner o ex partner (sia esso un coniuge, un convivente, un fidanzato o un amante) è pari allo 0,21 per 100 mila donne, del tutto simile a quello del 2022 (0,20). In particolare, sono i partner con cui la donna ha una relazione al momento della morte (coniugi, conviventi, fidanzati) a compiere il maggior numero degli omicidi nella coppia (41 per cento), mentre sono il 12,8 per cento gli ex partner (ex coniugi, ex conviventi, ex fidanzati).

Stranieri e Criminalità: Un'Analisi Dettagliata

È vero, però, che il tasso di criminalità è maggiore tra i residenti stranieri che tra gli “autoctoni”, ma il dato necessita di una considerazione: bisogna ricordare, infatti, che gli stranieri rappresentano solo il 10 per cento della popolazione, ma si concentrano principalmente nelle fasce più fragili: sono più poveri, svolgono lavori meno qualificati, spesso vivono ai margini della società.

Questi dati necessitano di ulteriori specificazioni: si è sottolineato che generalmente gli stranieri, regolari e non, commettono crimini differenti rispetto a quelli che commettono gli italiani. Si tratta perlopiù di crimini considerati meno gravi, e questo si rispecchia nella diversa durata della pena. Come mostrano i dati Antigone, i detenuti stranieri costituiscono quasi la metà del totale dei condannati a pene inferiori a un anno: appena il 12 per cento dei detenuti stranieri sconta invece pene superiori ai 20 anni.

Detenuti Stranieri: Numeri e Tipologie di Reati

Come ricorda l’ultimo rapporto dell’associazione Antigone, al 31 dicembre 2020 negli istituti penitenziari italiani erano presenti 53.364 detenuti dei quali 17.344 con nazionalità diversa da quella italiana: il 32,5 per cento dei carcerati era quindi di origine straniera. Dai dati dell’ultimo rapporto si apprende che, sempre al 31 dicembre 2020, i principali reati per cui i detenuti stranieri si trovavano reclusi sono: reati contro il patrimonio, reati contro la persona, violazione delle norme sugli stupefacenti. Mentre bassissima è la quantità di reclusioni per associazione di stampo mafioso (250 detenuti stranieri si trovavano ristretti per questa ragione contro gli oltre 7.024 detenuti italiani), e per violazione delle leggi sulle armi (769 gli stranieri e 8.628 gli italiani).

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Alla fine del 2024, i detenuti presenti nelle strutture penitenziarie per adulti sono 61.861 (+2,8 per cento, rispetto all’anno precedente). La quasi totalità è di sesso maschile (95,6 per cento), quota stabile nel tempo, mentre gli stranieri costituiscono il 31,8 per cento del totale dei detenuti. Per questi, i paesi di cittadinanza più frequenti sono: Marocco (21,5 per cento del totale dei detenuti stranieri), Romania (10,9 per cento), Tunisia (10,8 per cento) e Albania (9,8 per cento).

Va precisato che ad un detenuto possono essere ascritti più reati, quindi il numero totale dei reati non corrisponde al numero dei detenuti: analizzando i dati infatti, a fronte di una presenza di 60.166 detenuti, i reati risultano essere 142.675 per una media di 2,4 reati per detenuto. Sui numeri dei reati a carico dei soli stranieri detenuti, si osserva che a fronte di 18.894 detenuti stranieri, vi sono 36.537 reati, per una media di 1,9 reati per detenuto. Anche per gli stranieri, la categoria più ricorrente è quella dei reati contro il patrimonio (9.635, il 28,2% del totale totale rispetto al 71,8% di italiani), seguita dai reati contro la persona (8.130, il 31% del totale rispetto al 69% di italiani) e dai reati per violazione del testo unico sugli stupefacenti (5.988, il 29% del totale, rispetto al 71% di italiani). Come è prevedibile, l’unica categoria di reati per cui la presenza di stranieri è maggiore di quella degli italiani è quella legata alle violazioni del Testo Unico Immigrazione, in cui la percentuale di reati a carico di stranieri detenuti è del 92%.

Gli stranieri sono costantemente aumentati mentre i reati complessivi, in Italia, sono costantemente diminuiti.

Tassi di Criminalità Comparati

Il primo dato che emerge è dunque che gli stranieri sono responsabili del 30% circa dei reati che si commettono in Italia a fronte di una presenza di stranieri residenti dell’8,5%.

Una ricerca della Fondazione Hume del 2016 ha calcolato il tasso di criminalità relativo degli stranieri nei paesi dell’Unione Europea per comparare il comportamento degli stranieri nelle diverse nazioni. Quello che si è calcolato, in sostanza, è la probabilità che un reato sia commesso da un immigrato rispetto ad un nativo.

In generale il tasso di criminalità degli stranieri è superiore a quello della popolazione autoctona in quasi tutti i paesi salvo l’Irlanda e la Lettonia.

Secondo una ricerca che analizza un terzo di tutti i reati commessi in Italia, i reati commessi dagli stranieri, nell’ultimo decennio, sono il 31% del totale (ovvero gli stranieri denunciati).

Nel complesso, le tre ricerche, tutte concordemente, indicano che gli stranieri registrano tassi di criminalità che sono sensibilmente più elevati dei nativi italiani. gli stranieri sono i responsabili del 31% circa dei reati commessi in Italia.

  • Il tasso di criminalità degli stranieri è molto più elevato dei nativi. Tutte le ricerche sono concordi.
  • Si passa da un tasso di criminalità degli stranieri imputati che è di 2,5 volte superiore (2013-2015) a quello degli imputati italiani nella ricerca di Solivetti (2018) fino ad arrivare ad un tasso di criminalità degli stranieri (imputati e detenuti) che è di 6,3 volte superiore (2013-2015) quello degli italiani (imputati e detenuti) nella ricerca di Cima ed altri (2016).
  • L’indice di criminalità calcolato da Solivetti (2018) solo sui condannati degli anni 2013-2015 è di 3,3 volte quello degli italiani. questo dato non deve stupire perché il tasso di criminalità relativo degli stranieri è superiore a quello della popolazione autoctona in quasi tutti i paesi europei salvo l’Irlanda e la Lettonia.

Stime Istat indicano che il divario è molto alto per lo sfruttamento e il favoreggiamento della prostituzione (24 volte), la contraffazione di marchi (20), i furti - specie per il borseggio (21), il furto nei negozi (19) e in appartamento (13) - le rapine in strada (11) o la ricettazione (11). Il tasso di criminalità relativa raggiunge valori più contenuti per le estorsioni (4), i furti in uffici pubblici (3), le truffe e frodi informatiche (3), l’ingiuria (2) o l’usura (1,1). Ma ci sono anche reati che vengono compiuti con meno frequenza degli italiani, come le rapine in banca (0,77), quelle in uffici postali (0,95) o i crimini legati alla mafia.

Analisi Regionale della Criminalità

La distribuzione delle denunce di delitto sul territorio nazionale si differenzia notevolmente, in funzione del tipo di reato considerato. Nel 2023, per quanto riguarda gli omicidi volontari consumati, si registra un’incidenza più elevata nel Mezzogiorno, rispetto a quella del Centro-nord (rispettivamente, 0,68 e 0,53 omicidi per 100 mila abitanti). Tra gli altri delitti di criminalità violenta, le rapine sono più diffuse nel Centro-nord, rispetto al Mezzogiorno (52,8, a fronte di 37,3 rapine per 100 mila abitanti), ma è una regione del Sud, la Campania, a primeggiare stabilmente nella deprecabile graduatoria (73,9 rapine per 100 mila abitanti). La Campania è seguita da otto regioni del Centro-nord, a iniziare da Lombardia e Toscana (rispettivamente, 65,5 e 63,8 rapine per 100 mila abitanti).

Nel 2023, a livello regionale, la distribuzione dei furti, depurata dagli effetti della dimensione demografica, presenta un campo di variazione molto elevato: dai 28 furti per mille abitanti del Lazio ai 4,5 della Basilicata.

Criminalità in Europa: Un Confronto

Nel 2022, l’incidenza maggiore degli omicidi volontari consumati nell’Unione europea si è registrata in Lettonia, con 3,57 omicidi per 100 mila abitanti, un valore che precede quello di un altro stato baltico, la Lituania (2,39), decisamente sopra la media, insieme alla Lettonia. Se si considerano le sole vittime femminili di omicidio, il valore più alto caratterizza, anche in questo caso, gli stati baltici, con la Lettonia che presenta 3,97 femmine uccise per 100 mila femmine residenti, seguita dalla Lituania (con 1,93 donne uccise ogni 100 mila donne). Per gli altri venti paesi per i quali sono disponibili i dati, il campo di variazione va da 1,56 vittime, in Lussemburgo, a 0,39 vittime femmine per 100 mila residenti, in Irlanda.

Nell’anno 2022, il tasso di detenzione presenta una notevole variabilità tra i paesi dell’Unione europea. Assume i suoi valori più elevati in Ungheria e Polonia (rispettivamente, 199,7 e 190,5 detenuti per 100 mila abitanti), i minimi in Paesi Bassi e Finlandia (63,9 e 51,6 detenuti per 100 mila abitanti). Il valore dell’Italia, pari a 97,3 detenuti per 100 mila abitanti, comprendente sia i detenuti adulti presenti negli istituti penitenziari sia i minori ospitati nelle strutture residenziali del Ministero della giustizia, la colloca in una posizione intermedia nella graduatoria dell’Unione europea (appena sotto la mediana europea di 105,9).

Tabella: Tasso di criminalità degli stranieri rispetto agli autoctoni in alcuni paesi europei (Fondazione Hume, 2016)

Paese Tasso di Criminalità Relativo
Irlanda Minore di 1
Lettonia Minore di 1
Italia Circa 6

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