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Turismo in Kenya: Sicurezza e Consigli Utili per un Viaggio Sereno

Il Kenya, noto per i suoi paesaggi mozzafiato e la sua straordinaria fauna selvatica, è una delle destinazioni turistiche più affascinanti al mondo. Ma viaggiare in Kenya è pericoloso? No; con le giuste precauzioni il viaggio può essere sicuro e straordinariamente piacevole.

Molti si chiedono se viaggiare in Kenya è pericoloso. La risposta è no, specialmente quando ci si affida a tour operator in grado di collaborare con partner locali affidabili e pianificare ogni dettaglio del viaggio. Il Kenya è una meta turistica popolare e la maggior parte delle aree visitate dai turisti è ben sorvegliata e sicura. È importante seguire alcune semplici regole di buon senso e affidarsi a professionisti per organizzare le escursioni, ma questo vale per ogni destinazione.

Seguendo le indicazioni più elementari e affidandosi a tour operator di grande esperienza potrai vivere un’esperienza indimenticabile, divertente e senza rischi. Con le offerte volo hotel Kenya, scoprire i mille volti di questo paese straordinario sarà anche conveniente. Insomma, i motivi per partire sono davvero tanti! Ecco di seguito tutto quello che c’è da sapere sulla tua prossima vacanza in Kenya e le regole base per goderti il viaggio.

Precauzioni Generali per un Viaggio Sicuro

Siete in vacanza in un Paese straordinario, fatto per il relax e rifiatare a suon di bellezza. Potete tranquillamente evitare di circondarvi di ornamenti che rappresentano il luccichio del mondo occidentale, e possono attirare malintenzionati. Evitate di sfoggiare gioielli, orologi costosi e beni di lusso specialmente in spiaggia, ma anche di lasciarli in bella vista dove alloggiate.

Come si dice, l’occasione fa l’uomo ladro. E se quest’uomo o donna è infinitamente più povero di voi, non significa per forza che sia un poco di buono, ma è statisticamente provato che potrebbe cercare di approfittare di voi. Purtroppo alcuni keniani che vivono e frequentano località turistiche, in mezzo a tantissima brava gente e alla classica accogliente simpatia dei keniani, sono lì proprio per quello, lo fanno “di mestiere”.

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L’Africa è pericolosa soprattutto al buio. Lo è per tutti, a partire dagli stessi keniani. Figuriamoci in un luogo turistico dove chi lo frequenta ha sicuramente denaro, oggetti di valore e con l’oscurità diventa una facile preda.

  • Fare molta attenzione a possibili furti sui mezzi pubblici.
  • Fare attenzione a possibili truffe sulle spiagge.
  • Attenzione ai souvenir del Kenya.

Sanità in Kenya

Al giorno d’oggi, è sempre più importante, in caso di bisogno estremo, accedere alla sanità privata, per tempi modi e qualità dei servizi. La sanità pubblica è praticamente inesistente, quella privata è discreta ma abbastanza cara. Anche solo una banale caduta con rottura di un arto, può costare migliaia di euro.

Non è un modo di “tracciarvi”, è semplicemente la maniera più semplice ed efficace di potervi aiutare nel caso di problemi.

Comportamento e Rispetto delle Norme Locali

I cittadini keniani, che oltre ad essere a casa loro, hanno un’etica giovane e un’idea ancora non precisa del rispetto di certe regole, possono avere comportamenti e fare cose che agli stranieri non sempre sono permesse, anche per via della corruzione delle istituzioni, che in Kenya parte anche dalle fasce basse, come agenti del traffico e polizia. Così come per le effusioni in pubblico, non c’è regola che possa dire se sono “troppo spinte” e punibili dalla legge, vale solo la parola del funzionario pubblico che vi coglie in flagrante. Per i LGBTQ+, ricordiamo che esprimere il proprio orientamento sessuale in pubblico, in Kenya è punibile con pene fino a 10 anni di reclusione.

Aggiornamenti sulla Politica di Accesso al Paese

Muta ancora la politica del Kenya sull’accesso al Paese. Che si era già voluto ‘semplificare’ all’inizio del 2024 annullando la necessità del visto, che era stato sostituito per tutti coloro che si recano nel Paese dal cosiddetto ETA. Il costo per ottenere l’Autorizzazione Elettronica di Viaggio (ETA) per il Kenya è di 33 euro, tasse consolari incluse.

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Per ottenere l’ETA, basta andare sul sito ufficiale (etakenya.go.ke.) e riempire il modulo online con le informazioni richieste (in genere una copia del passaporto, una fototessera o un selfie, un biglietto aereo valido e una prova di alloggio durante il soggiorno).

Nonostante questo intervento di apertura e di eliminazione del visto, scendendo al 46° posto su 54 Paesi il Kenya si è posizionato peggio nel ‘Visa Openness Index del 2024’, il ranking che misura il livello di apertura ai visitatori. La nuova procedura è stata giudicata più lunga e costosa rispetto alla modalità precedente.

All’inizio del 2025, così, il governo keniota ha deciso di fare un primo intervento correttivo. Tornando al Kenya, con il sistema aggiornato, i cittadini della maggior parte dei paesi africani potranno entrare in Kenya e soggiornarvi senza ETA per un massimo di due mesi. I membri della Comunità dell’Africa orientale, che comprende Uganda, Tanzania, Ruanda e Burundi, potranno invece rimanere fino a sei mesi.

Il Kenya ha compiuto un passo significativo per facilitare i viaggi e promuovere il turismo, annunciando l’abolizione del requisito dell’Autorizzazione Elettronica al Viaggio (eTA) per la maggior parte dei cittadini africani. La nuova politica di viaggio del Kenya prevede l’esenzione dall’eTA per i cittadini di molti paesi africani. Questa decisione semplifica notevolmente i viaggi per chi proviene da questi paesi, eliminando la necessità di richiedere un’autorizzazione preventiva. È importante notare che Somalia e Libia sono escluse da questa esenzione a causa di considerazioni legate alla sicurezza.

I cittadini dei paesi membri della Comunità dell’Africa Orientale (EAC), che includono Burundi, Uganda, Repubblica Democratica del Congo, Ruanda, Sud Sudan e Tanzania, continueranno a beneficiare di condizioni di soggiorno preferenziali. Mentre l’esenzione dall’eTA è una notizia positiva per molti, il Kenya sta anche lavorando per migliorare il sistema eTA per i viaggiatori provenienti da altre parti del mondo. Il governo keniota ha incaricato i ministeri competenti di definire le linee guida dettagliate entro una settimana, con l’obiettivo di migliorare l’esperienza dei passeggeri negli aeroporti del paese.

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Introdotto nel gennaio 2024, l’eTA ha sostituito il sistema di visti tradizionali, con l’obiettivo di semplificare le procedure di ingresso e monitorare i viaggiatori. La piattaforma online per la richiesta dell’eTA è accessibile tramite il sito www.etakenya.go.ke o tramite l’applicazione mobile “Kenya ETA“.

Vaccinazioni Obbligatorie

Obbligatoria la vaccinazione contro la febbre gialla per i viaggiatori provenienti da un Paese in cui la malattia è a rischio trasmissione anche nel caso di solo transito aeroportuale, se questo è superiore alle 12 ore ed in ogni caso se si lascia l’aeroporto di scalo.

Tutti i viaggiatori di età maggiore di 12 anni devono essere provvisti di certificato di vaccinazione completa (2 dosi) contro il COVID-19. I viaggiatori di età maggiore di 12 anni che non siano vaccinati contro il COVID-19 sono tenuti ad esibire un risultato negativo di test COVID PCR effettuato 72 ore prima della partenza (redatto in lingua inglese). I bambini di età inferiore ai 12 anni sono esenti dall’obbligo di esibire certificato di vaccinazione o un risultato negativo di test COVID PCR.

Situazione Politica e Proteste

In tema turismo, il governo Ruto ha messo in agenda l’obiettivo di migliorare “l’esperienza dei viaggiatori in tutti gli aeroporti kenioti”, secondo la dichiarazione del gabinetto. Ma per il Kenya rimane attuale anche il tema della sicurezza. Nel 2023 il turismo nel Paese ha generato 2,7 miliardi di dollari di giro d’affari diventando una delle maggiori risorse economiche. Gli stranieri sono stati più di due milioni nel 2023 e di 2,5 milioni dovrebbe essere il bilancio finale 2024. Ricordiamo nel 2008 qualche sassaiola incidentale a pulmini che dall’aeroporto di Mombasa portavano verso le destinazioni di mare.

Uno dei motivi per cui in questi giorni nessun cittadino straniero sia stato coinvolto in alcun modo nelle proteste antigovernative che si stanno svolgendo in Kenya, è che le giornate di agitazione dei cittadini keniani sono annunciate, non si tratta di fenomeno improvvisati, a sorpresa ed incontrollabili. Fa parte anzi della protesta, avere visibilità ed incontrare l’opposizione delle forze dell’ordine.

Anche nella capitale Nairobi, come nelle altre grandi e piccole città del Kenya in cui in quest’ultima settimana si sono tenute manifestazioni di protesta contro la legge finanziaria ed il governo del presidente William Ruto, le zone e i quartieri in cui si sono poi verificati incidenti, sono sempre circoscritte e segnalate, soprattutto dall’imponente presenza di polizia. Per fare un esempio, nella manifestazione di ieri, l’obbiettivo dei giovani dimostranti era sfilare davanti al palazzo presidenziale, la “State House”, dove non ci sono stati problemi, con un sit pacifico e rimostranze civili.

Non ci stancheremo mai di dire che quello keniota è un popolo accogliente e fondamentalmente tranquillo. La storia del Paese, rispetto alle instabili e violente situazioni delle nazioni confinanti, lo dimostra. Particolarmente in queste manifestazioni, che riguardano un problema interno, turisti e residenti stranieri non solo non vengono considerati, ma c’è una sorta di solidarietà nei loro confronti, per il fatto di trovarsi a fianco di un momento difficile del paese.

Quello che i media riportano, sono grandi folle che scatenano violenze, a margine di manifestazioni pacifiche come possono avvenire in tutto il mondo, con slogan, bandiere e un senso di fratellanza per portare avanti le proprie ragioni e richieste. In realtà il caos e la violenza generata che finisce sui giornali ed in televisione, viene creata da una minima parte e soprattutto di “infiltrati” che non rappresentano affatto né l’anima del paese, né tantomeno i fautori delle proteste antigovernative di questi giorni. Il Kenya è un paese meraviglioso, popolato da oltre 50 milioni di persone e grande tre volte l’Italia.

Come abbiamo ripetuto più volte, anche nell’unico momento storico degli ultimi anni in cui il Kenya ha affrontato disordini e peraltro in quella circostanza non prevedibili e circoscrivibili come questo, ovvero nel 2008 dopo le elezioni presidenziali, i luoghi frequentati dai turisti, come parchi nazionali in savana e le destinazioni marine (Watamu, Malindi, Diani, Nyali) sono rimaste tranquille, e non si sono verificati incidenti. L’unico disagio potrebbe essere rappresentato dal percorso stradale per arrivare nelle “bolle” turistiche, in caso di manifestazioni e relativi incidenti, alcune deviazioni dal percorso originale potrebbero creare qualche ritardo sulle tabelle di marcia.

In questo caso siamo in presenza di una protesta organizzata dai giovani, con ampio risalto social e mediatico, slogan pacifisti, (“telefonini non pietre”) e raccomandazioni dagli organizzatori di indirizzare i propri messaggi alla classe politica.

Esperienze da Fare in Kenya: Watamu e Diani

Le spiagge del Kenya, in particolare quelle di Watamu e Diani, sono tra le più belle al mondo. Watamu, situata sulla costa nord, è famosa per le sue spiagge di sabbia bianca e le acque cristalline. Qui, la barriera corallina offre opportunità incredibili per lo snorkeling e le immersioni, con una varietà di vita marina che include pesci colorati, tartarughe marine e, occasionalmente, delfini. Watamu è anche sede della Riserva Nazionale di Watamu Marine, un'area protetta che garantisce la conservazione dell'ecosistema marino.

Diani, situata più a sud, è un'altra gemma della costa kenyota. Questa lunga striscia di sabbia bianca è bagnata da acque turchesi e circondata da palme e foreste di mangrovie. Diani offre un mix perfetto di relax e avventura, con attività che spaziano dal kitesurf alle passeggiate sulla spiaggia al tramonto. Gli hotel e i resort lungo la costa offrono servizi di alta qualità, con ristoranti che servono cucina internazionale e locale, e numerose opzioni di intrattenimento.

Clima in Kenya: Quando Andare?

Nell’entroterra il clima può variare sensibilmente a seconda dell’altitudine a cui ci si trova. In conclusione se vi state chiedendo “Kenya: Quando andare?” la risposta è che si può partire per questo angolo di Africa durante tutto l’anno.

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