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La Girandola Viaggi: Significato e Trasformazione Personale

Il viaggio è cambiamento, crescita, apertura verso nuovi mondi. All’inizio della nostra avventura noi abbiamo scelto il viaggio come strumento di esplorazione non solo del mondo, ma anche di noi stessi; come mezzo per guardarci dentro, incontrando il nuovo fuori.

Il Viaggio come Strumento di Trasformazione Interiore

Del corso di una vita ci sono per tutti alcuni ricordi rari di cui si ha una percezione integrale e che ogni volta che vengono rievocati è come essere ritrasportati nello spazio-tempo in quello stesso momento con corpo, mente e cuore; non importa quanto tempo sia passato.

Una di queste indelebili tracce, la prima grande scintilla del mio cambiamento interiore mi fa tornare a essere una giovane ventiduenne, che cammina sola in una stradina in mezzo al campus universitario della Niagara University di Niagara Falls, stato di New York, durante uno scambio studentesco a cui ho partecipato grazie a una borsa di studio: una sensazione di completa soddisfazione e pienezza mi pervade, insieme alla riboccante consapevolezza che posso fare della mia vita ciò che voglio, essere la persona che desidero, decidere del mio destino.

Ero una giovane ventiduenne allora, quasi al termine della mia carriera universitaria, e stavo scoprendo che la mia vita andava ben oltre lo spazio fisico, familiare ed emotivo che chiamavo casa, in cui ero cresciuta fino a quel momento: c’era tutto un mondo fuori che non conoscevo e che mi stava facendo scoprire lati di me stessa ancora inesplorati.

Per me infatti il viaggio ha sempre significato un momento importante in occasione del quale, in mezzo a un territorio sconosciuto, ho cercato di ritrovare me stessa, di capire chi io davvero fossi, spogliandomi dai costumi e dalle maschere che la vita di tutti i giorni mi metteva addosso, appesantendomi e nascondendomi.

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  • Un viaggio in Burkina Faso mi ha fatto capire che la vita da agente di viaggi che avevo iniziato dopo gli studi non era davvero quella che volevo.
  • Un mese in India mi ha fatto capire che il mio compagno di viaggio, Tomas, era anche il miglior compagno di vita che potessi trovare.
  • Un tour in Croazia è stato l’annuncio per me e Tomas di una nuova vita da genitori.
  • Le spiagge della Sicilia ci hanno regalato il nostro secondo figlio Pietro.

Una grande svolta è stato sicuramente l’acquisto di Felipe, il nostro primo camper, che ci ha permesso di passare ogni anno parte dei mesi invernali in giro per l’Europa, con un costo di vita minimo e senza alcun vincolo e programma.

L’autunno seguente eravamo pronti: abbiamo detto addio alla casa in cui abitavamo da un paio di anni e al nostro caro Felipe, troppo vecchio per iniziare un’avventura così impegnativa, salendo invece a bordo di Icaro, un camper ventenne più spazioso e in migliori condizioni.

È stato per noi l’inizio di un percorso non sempre facile. I ricordi delle prime settimane, passate attraversando la Francia del sud, sono accompagnati da un turbinio di emozioni confuse e veloci, da una girandola che procura instabilità e intorpidimento.

In quattro mesi abbiamo attraversato Francia, Spagna e Marocco. Viaggiare consapevolmente aiuta a comprendere che le certezze sono rigidità che ci limitano e ci ancorano a paradigmi illusori e che la giusta via per crescere è sapere che c’è sempre da imparare, dagli avvenimenti belli e brutti che ci capitano.

Abbiamo preferito l’aggregazione all’isolamento, il coraggio alla paura, la sperimentazione alla rinuncia, la luce di un futuro che può essere migliore, anche nelle difficoltà, piuttosto che il buio di un bunker in cui ci si rintana inermi e impotenti.

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Ci sentiamo ancora persone in viaggio in un mondo che è la nostra casa, tutta quanta, a dispetto dei tanti confini che si possono tracciare su una carta. È un nostro diritto e al contempo una nostra responsabilità non tagliare le connessioni che naturalmente abbiamo con il pianeta di cui anche noi facciamo parte, con le persone che lo abitano e con il destino che ci lega.

Il Viaggio in Italia di Goethe: Uno Sguardo Illuminato sulla Città Eterna

All’età di 37 anni, Goethe (nasce a Francoforte nel 1749, muore a Weimar nel 1832) compie il suo celebre Viaggio in Italia durante il quale, fra l’altro, soggiorna a Roma per due volte.

Questo grande viaggiatore ci offre un ritratto luminoso e appassionato di ciò che lo circonda, cioè della nostra città e dell’Italia tutta intera, e integra le sue vivissime descrizioni con schizzi e acquerelli realizzati di suo pugno; un altro piccolo diario, questa volta in immagini, appunti visivi da lui stesso tratteggiati con tocco rapido ed efficace.

Goethe giunge a Roma per la prima volta nel 1786; vi si trattiene fino al febbraio del 1787, prosegue poi per Napoli e per la Sicilia, e poi fa ritorno nell’Urbe nell’inverno successivo.

Eppure anche la Roma in cui era giunto qualche mese prima, nel novembre del 1786, era da lui sentita quale mèta obbligata del suo viaggio, vera e propria tappa esistenziale. Già ancora prima di vederla con i propri occhi, infatti, egli esprimeva un sentimento di appartenenza alla città e al passato che essa conservava e rappresentava.

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Chiese, acquedotti, rovine, natura, genti… Tutto ciò apparteneva da sempre al suo sguardo, quasi come se egli li avesse avuti sempre davanti ai propri occhi, senza averli tuttavia mai visti prima di allora. Dunque per Goethe proprio a Roma giace quel sentimento, vitale e fertile, dell’antico e delle origini; proprio a Roma egli trova sia le proprie radici sia gli albori di un passato comune a tutti gli uomini, un passato lontano eppure ancora grandioso e splendido.

Circa 240 anni sono passati da quando Goethe ha potuto conoscere la nostra città, ed epocali e radicali sono i cambiamenti storici che ci separano dall’illustre pensatore tedesco. Eppure, nonostante una così grande distanza culturale, nel leggere il suo diario non possiamo fare a meno di ritrovare in noi gli stessi sentimenti goethiani di appartenenza a questa splendida città e alla sua storia.

Il Viaggio in Italia è una bellissima lettura per gli amanti della letteratura e del bello scrivere, nonché una preziosa testimonianza per gli storici della nostra bellissima città. È un omaggio devoto al mondo antico ma anche al tempo presente, il presente di Goethe come il nostro. La lettura delle sue parole risveglia in noi non solo amore ma anche gratitudine poiché ancora oggi offre a noi “moderni” il ritratto di una città luminosa, appassionante, preziosa, bizzarra, contraddittoria certamente, ma sempre e per sempre inevitabilmente viva.

Esplorando le Filippine: Un Viaggio di Scoperta e Adattamento

Sono rientrata a casa dal mio viaggio nelle Filippine da poche ore. Il rientro è stato lunghissimo e faticoso (due giorni e mezzo da El Nido a Firenze) ma è stato un viaggio così bello e vissuto intensamente che non vedevo l’ora di raccontarlo subito in questo primo post.

Le Filippine mi sono piaciute talmente tanto che ci sono ritornata due anni dopo! È stato uno di quei viaggi totalizzanti che dopo due giorni mi sembrava di essere lì da un mese ma che comunque sembrano sempre durare troppo poco. È un paese così diverso dall’Italia, tutto è estremamente differente, dal clima allo stile di vita, eppure mi sono sentita a mio agio da subito.

Le Filippine non sono certo una destinazione tipica per me, abituata a viaggiare soprattutto in cerca di storia, arte, cultura, musei e con esperienza di viaggi in paesi tropicali pari a zero. Questa volta non ho visitato nemmeno un museo, non ho approfondito molto la storia, non mi sono interessata all’arte locale. Invece mi sono goduta i paesaggi, ho cercato il contatto con la natura, ho fatto escursioni nella giungla e ho incontrato animali rari e affascinanti. Sono persino andata al mare, in spiaggia proprio intendo e mi è anche piaciuto molto, mi sono addirittura abbronzata!

Consigli pratici per un viaggio nelle Filippine:

  • Teoricamente il periodo migliore per fare un viaggio nelle Filippine va da dicembre a aprile, che dovrebbe coincidere con la stagione secca.
  • Non partire per le Filippine senza l’assicurazione!
  • Il modo più economico e veloce per spostarsi da un’isola all’altra è l’aereo.

I mezzi di trasporto sono uno degli aspetti più caratteristici del paese, e una delle cose più divertenti durante un viaggio zaino in spalla nelle Filippine! Ci sono molte compagnie low cost che collegano le isole dell’arcipelago tra loro, in particolare Air Asia e Cebu Pacific. Ti consiglio di prenotare in anticipo i voli interni perché possono andare esauriti presto.

Quando le isole sono vicine tra di loro sono spesso collegate anche da traghetti e da barche private che possono essere noleggiate dai viaggiatori. Per spostamenti a lunga percorrenza puoi prendere gli autobus locali (ci sono sia molto basic, sia con aria condizionata), rassegnandoti al fatto che sono lenti e si fermano ogni 5 minuti. Oppure puoi prendere un minivan, privato o condiviso con altri viaggiatori. Costerà di più ma sarà un viaggio più veloce e confortevole.

Infine puoi scegliere il mezzo di trasporto simbolo delle Filippine, un jeepney. Che sarebbe una vecchia jeep trasformata in mezzo di trasporto collettivo e decorata in modo colorato, vistoso e kitsch. I jeepney di solito hanno un cartello con la destinazione finale scritta, bisogna stabilire il prezzo con l’autista per la tratta da percorrere, si sale e si scende alle fermate lungo la rotta prestabilita. Una motocicletta trasformata in tuk-tuk nei modi più improbabili, capace di trasportare intere famiglie di filippini col relativo bestiame. I tricycles si trovano ovunque e sono sempre pronti a portarti dove desideri, concordando prima il prezzo del passaggio.

Il primo impatto è stato entusiasmante ma anche traumatico. Dopo 4 ore di spostamento in minivan da Cebu a Oslob ho sfiorato l’esaurimento nervoso da traffico filippino, dove tutti suonano il clacson per ogni veicolo incontrato in entrambi i sensi di marcia (cioè ogni 3 secondi), e ho odiato i miliardi di dannati galli che si trovano ovunque e che cantano a ogni ora del giorno e della notte.

Però mi sono abituata presto a molte di queste cose, anche ai clacson e ai galli, mentre ad altre proprio no. Per esempio l’enorme numero di cani e gatti randagi in pessime condizioni e il fatto che siano praticamente invisibili agli occhi di tutti.

I filippini sono davvero così gentili e sorridenti come li vuole la leggenda, non è solo un luogo comune ma sono davvero un popolo accogliente verso tutti. La maggior parte sono cattolici o al massimo di altre confessioni cristiane, la religione è importantissima e fortemente presente ovunque ma è lontana dalle rigide regole e dai dogmi che sembrano così importanti in occidente. Tutti questi ferventi cattolici romani sono accoglienti e molto tolleranti ad esempio verso divorziati, omosessuali e transgender, e il Papa è una figura mitologica divenuta solo un pochino meno astratta dopo il viaggio nelle Filippine di Papa Francesco.

Ho mangiato un sacco di street food nei mercati dei villaggi, nei tanti barbecue improvvisati dappertutto e dalle signore delle pentole. Le signore delle pentole sarebbero quella specie di ristoranti-street food improvvisati lungo le strade: in pratica una signora cucina 5-6 pietanze diverse e mette le pentole in fila sulla veranda della sua casa-negozio-capanna, e tu scegli diversi piattini da mangiare insieme all’onnipresente riso bollito. Il cibo mi è piaciuto da subito (tranne l’orribile pesce secco che puzza di cane bagnato, ce ne sono montagne nei mercati e non mi ci potevo neanche avvicinare), è semplice e gustoso, ma devo ammettere che alla fine del viaggio mi è sembrato che tutto avesse più o meno lo stesso sapore che forse la cucina fosse un po’ poco varia.

Le Filippine sono paese povero, ma c’è anche molta dignità. Non ho mai visto un mendicante e non ho sentito nessuno lamentarsi delle proprie condizioni, se non di sfighe apocalittiche come tifoni e terremoti. Anche se in molte isole la copertura dei cellulari non è il massimo, la maggior parte delle guest house e dei locali offre il wifi ai propri ospiti. Non aspettarti connessioni efficienti e veloci, sono linee internet molto basic. Oppure puoi comprare una sim card locale con una tariffa per turisti, di solito comprendono traffico dati illimitato per 2 o 3 settimane.

Itinerario di due settimane alla scoperta delle isole di Cebu, Bohol e Palawan:

Spero che ti sia utile come spunto per organizzare il tuo viaggio nelle Filippine e per questo ci aggiungo tutti i consigli utili che mi vengono in mente, poi con i prossimi post andrò più nello specifico. Ho volato dall’Italia a Manila con OmanAir facendo scalo a Muscat sia all’andata che al ritorno, e poi mi sono spostata da un’isola all’altra con voli interni Air Asia e anche in barca. Con Air Asia, così come con Cebu Pacific e altre compagnie low cost asiatiche, il bagaglio in stiva si paga extra, così ho preferito viaggiare con il solo zaino bagaglio a mano - questo per la precisione, si è rivelato molto comodo - e il limite di peso è di 7 kg.

Sono arrivata a Manila la sera intorno alle 22 e sono ripartita con un volo interno per Cebu la mattina successiva. Arrivata a Cebu City la mattina prestissimo con il volo Air Asia, ho poi preso un van che mi ha portata fino Oslob in circa 4 ore di strada - la prima parte è un inferno, la seconda invece è più tranquilla e scorre meglio. Qui ho soggiornato al GT Seaside Inn, un piccolo hotel sulla spiaggia che ti stra-consiglio! A Oslob il giorno dopo ho nuotato con gli squali balena, era il motivo principale per cui volevo venire in questa isola ed è stata un’esperienza indimenticabile. L’escursione costa 1000 pesos a testa (circa 20 euro) comprende anche maschera e boccaglio ed è piuttosto breve: tra la registrazione, pochi minuti di barca a remi e la nuotata vera e propria ci vuole circa un’ora.

La mattina ho preso una barca che mi ha portata da Oslob fino a Panglao, un’isoletta collegata via strada all’isola principale di Bohol. Ho usato come base la minuscola isola di Panglao per esplorare anche Bohol, soggiorando alle Claire’s Cabins, delle grandi cabine che fungono da appartamenti per 4 persone a pochi metri da una spiaggia tranquilla. Nei tre giorni successivi ho girato in lungo e in largo in motorino le isole di Bohol e Panglao. A Bohol ho visto le Chocolate Hills, un paesaggio incredibile e unico al mondo tutelato dall’UNESCO, ho visitato cimiteri nella giungla e ho fatto il bagno in spiagge deserte. E ho anche incontrato i tarsi, i piccoli primati con gli occhi pallati, tanto rari e cucciolosi quanto strani. Li ho visti al Tarsier Sanctuary di Corella, dove vivono liberi in un’area protetta e dove se ne possono osservare alcuni che vivono vicino al centro visitatori.

La mattina presto ho preso il volo dall’aeroporto di Tagbilaran che mi ha portato sull’isola di Palawan con uno scomodissimo scalo a Manila. Il giorno dopo ho fatto l’escursione al famoso fiume sotterraneo di Palawan diventato parco nazionale e patrimonio UNESCO, un’esperienza da non perdere secondo me. Si esplorano i primi due km del fiume sotterraneo più lungo del mondo a bordo di una piccola barca a remi, e l’esperienza comprende anche l’incontro con macachi e lucertole monitor che vivono nei dintorni. Il fiume è a circa 2 ore di minivan da Puerto Princesa, e ho prenotato l’escursione tramite la mia guest house con qualche giorno di anticipo perché gli ingressi giornalieri al fiume sotterraneo sono limitati. A Puerto Princesa ho dormito alle Subli Guest Cabins, l’hotel che mi è piaciuto di più di tutto il viaggio nelle Filippine. È gestito da due ragazze adorabili, l’atmosfera è autenticamente familiare e molto accogliente e le sistemazioni sono piccole cabine di legno sparse intorno ad un grande albero di mango.

Da Puerto Princesa ho preso un minivan per a El Nido (500 pesos, 6 ore di viaggio con sosta pranzo), un tragitto lungo e stancante che ha impiegato buona parte della giornata. Il resto l’ho passato con un breve giretto in scooter, un bagno veloce e lo spettacolo del tramonto dalla spiaggia di Corong Corong, dove avevo prenotato una guest house (Mina Grande, trovato su Agoda) che sinceramente non era il massimo, molto molto spartana - spazio minimo, niente acqua calda, nemmeno lo specchio, wifi non funzionante - ma con accesso diretto alla spiaggia.

A El Nido ho noleggiato una piccola moto per esplorare le spiagge della parte nord di Palawan, come le splendide Las Cabanas e Nacpan. Purtroppo dopo pranzo è arrivato il diluvio che ha ridotto il pomeriggio ad un lungo e bagnatissimo viaggio in moto su strade sterrate. Il giorno dopo per fortuna ha smesso di piovere e sono riuscita a fare il tour A di island hopping. Per scoprire le isole dell’arcipelago Bacuit di fronte a El Nido ci sono 4 tour standard (A, B, C e D), hanno prezzi fissi (dai 1200 ai 1400 pesos) e si possono prenotare praticamente ovunque, nelle guest house come nelle tante piccole agenzie. Io ho fatto solo il tour A che pare sia imperdibile e il più popolare, pare che al secondo posto ci sia il tour C e infine gli altri due.

Secondo viaggio nelle Filippine e cambiamenti dovuti al turismo:

Come ho accennato prima, sono tornata nelle Filippine con un nuovo viaggio e un nuovo itinerario, due anni dopo. Le ragioni sono tante: volevo vedere altre isole, conoscere meglio questo paese, ma volevo anche tornare a El Nido, perché i tre giorni di due anni fa mi sono stati decisamente stretti. Grazie a una buona offerta di Singapore Airlines ho preso un volo diretto da Milano a Singapore e viceversa, a cui poi ho aggiunto i voli interni con compagnie low cost asiatiche (Cebu Pacific, Philippines Airlines e Air Swift) per raggiungere prima Manila, e poi le isole delle Filippine.

Ero molto curiosa di tornare nelle Filippine per vedere quanto fossero cambiate in due anni, grazie o a causa dell’aumento esponenziale del turismo. Due anni fa avevo la forte sensazione che luoghi come El Nido nel giro di pochi anni sarebbero stati fagocitati dal turismo di massa, era tutto un cantiere, un costruire baracche per farne guest house e ristoranti per turisti. Il ritorno a Palawan ha confermato la mia impressione: El Nido si è davvero espansa, si sta attrezzando a ricevere ancora più visitatori. Un tratto di spiaggia che mi era piaciuto tanto, con un chiosco in riva al mare, praticamente non esiste più: al suo posto c’è un resort con accesso privato alla spiaggia, alle sue spalle un muro di bar e guest house.

Ma ci sono anche dei lati positivi: la qualità di queste nuove costruzioni si sta alzando. Si realizzano meno baracche e più guest house dignitose; la spiaggia, che era una serie di bar dove sciamavano gruppi di turisti americani ubriachi, oggi è più tranquilla. Un altro cambiamento positivo che ho notato, sia a El Nido che a Siquijor, è una maggior consapevolezza ambientale. L’acqua rimane contaminata perché non ci sono sistemi fognari e di depurazione degli scarichi, le spiagge non turistiche sono ancora piene di rifiuti di ogni tipo; ma almeno non si brucia più la plastica nei comuni falò serali nei cortili, solo materiale vegetale. A El Nido è stato introdotto il divieto di portare bottiglie di plastica usa e getta a bordo delle barche che fanno escursioni, e alcuni bar usano cannucce e bicchieri di cartoncino invece che di plastica.

Sono arrivata a Manila nel pomeriggio, tutta intontita dal fuso orario. Siccome la mattina dopo avevo un volo alle 5 del mattino, sono filata in hotel a dormire per affrontare al meglio la giornata successiva. Anche quest’anno ho scelto il Rappricondotel perché quando si tratta di passare una notte nei pressi dell’aeroporto di Manila tra un volo e l’altro, la sua comodità è impagabile. Le stanze, in grandi appartamenti, sono un po’ vecchieggianti, ma c’è il wifi, l’aria condizionata e un letto comodo.

Col volo Cebu Pacific delle 5 del mattino ho raggiunto Dumaguete, la cittadina principale sulla costa orientale dell’isola di Negros, e da qui con un tricycle ho raggiunto il vicino villaggio di Dauin, dove ho fatto base per diversi giorni. Finalmente è iniziato davvero il mio viaggio nelle Filippine. A Dauin ho soggiornato al Ceazar’s Palace, una guest house in riva al mare, con cabine dotate di bagno privato, aria condizionata e accesso diretto alla spiaggia. Nel giardino attaccato alla spiaggia ci sono dei gazebi di bambù che possono essere affittati per l’intera giornata, così alla domenica si è animato grazie a diverse famiglie filippine che sono venute lì a fare un grande picnic in spiaggia. Sono stati decisamente ospitali, dopo qualche ora conoscevo tutti e ho dovuto mangiare i dolcetti al cocco e tapioca preparati da ogni singola Mamy filippina presente. Stavo scoppiando così ho cercato di fingere di mangiare, nasconderne qualcuno e trafugarlo in camera per poterlo mangiare più tardi, ma sono stati assaltati dalle formiche.

Nella provincia di Negros Oriental ci sono veramente tante cose da fare, ne scriverò ampiamente presto, per ora ti basti sapere che tre giorni non so...

Un Mondo di Bene: Nuovo Testo per l’Insegnamento della Religione Cattolica

Un nuovo testo per l’insegnamento della religione cattolica (Irc) nelle scuole primarie: “Un mondo di bene” (San Paolo e La Spiga, 2019), questo il titolo, è frutto di un lavoro pluriennale tutto vicentino. Firmato dalle insegnanti Monica Contri, Paola Zani, Lidia Castegini e Monica Dal Cortivo con il coordinamento e la supervisione di mons.

«Frutto del lavoro di un piccolo gruppo di Idr vicentine, esperte e docenti di lungo corso, è segno della loro professionalità e passione educativa, ma esprime pure la qualità del corpo-docenti di religione della nostra diocesi» sottolinea mons. Bollin, direttore dell’Ufficio diocesano per l’insegnamento della religione cattolica.

«Da parte mia - prosegue - desidero richiamare il significato del titolo scelto, che ne rivela l’orizzonte e la proposta: “Un mondo di bene“. L’Apostolo Pietro nel discorso a casa di Cornelio, a Cesarea, racconta che Gesù di Nazareth “passò facendo il bene“ (At 10,38). Questo libro di testo vuole fare emergere il buono che c’è in tutti, il bene che è Gesù per tutti, il bene che è venuto a portare a tutte le persone.

Il testo, illustrato per le prime due classi da Nicoletta Costa, è suddiviso in tre volumi, così da graduare il livello di approfondimento dei contenuti secondo l’età degli studenti. Oltre al testo c’è anche il quaderno operativo (a conclusione del testo). Ogni anno scolastico è scandito da 5 sezioni di contenuti, un elemento guida che fa da filo conduttore per ogni anno scolastico: 1° la girandola, 2° la goccia d’acqua, 3° il fuoco, 4° le orme, 5° lo zaino.

Ai bambini viene data anche la possibilità di trovare stimoli per riflettere sui vari temi a partire dalle proprie esperienze di vita quotidiana. Uno sguardo particolare viene dato all’arte: accanto a un’opera, c’è la dicitura L’ARTE INSEGNA e particolari attività proposte. Non mancano poi i contenuti digitali, oggigiorno indispensabili, che permettono di sfogliare il libro in modalità interattiva con numerose opzioni (lettura audio vocale del testo, possibilità di impaginazione fluida lineare per BES/DSA con font e fondini ad alta leggibilità, evidenziazione/esclusione di parti sulla pagina, annidamento di appunti, testo, immagini, link…).

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