La Trottola: Storia e Funzionamento di un Gioco Antico
I giocattoli in legno possono vantare una storia lunga e affascinante, accompagnando l’uomo da quando si ha memoria. Prodotti fin dall’antichità, hanno saputo resistere alla rivoluzione industriale e all’arrivo della più economica plastica, confermandosi sempre i preferiti di grandi e più piccoli.
Facciamo allora un viaggio indietro nel tempo alla ricerca delle loro origini, ritornando all’epoca della Cina e dell’Antico Egitto quando, almeno stando ai reperti rinvenuti fino ad ora, hanno fatto la loro prima comparsa nel mondo.
Le Origini Antiche dei Giocattoli in Legno
Il gioco è un’esigenza che caratterizza i primi anni di vita dall’alba dei tempi, istinto naturale dell’uomo fin dalla Preistoria. La storia dei giocattoli in legno segue quindi da vicino l’evoluzione della società, essendo il materiale naturale e facilmente reperibile da sempre. In diversi siti archeologici sono infatti stati rinvenuti utensili a cui gli studiosi hanno attribuito la funzione di giocattolo.
Inizialmente, si trattava ad esempio di riproduzioni in miniatura di persone, animali o strumenti di lavoro utilizzati dagli adulti. Nell’Antico Egitto esistevano piccole bambole di legno, ma anche di pietra o in argilla. Nell’Antica Roma, invece, le bambine erano solite giocare con feticci antropomorfi, mentre ai bambini venivano regalati archi e frecce finti.
Anche lo yo-yo, all’apparenza un gioco moderno, ha alle sue spalle una storia millenaria che inizia nella Cina di più di duemila anni fa. Tracce della sua esistenza sono poi state rinvenute nell’Antica Grecia grazie ad alcuni esemplari del 500 a.C. circa, caratterizzati da intagli con immagini di dèi e miti.
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Sempre in Cina è stato poi inventato l’aquilone attorno al 1000 a.C., incrociando due bastoni di legno per costruire la struttura portante della vela in tessuto. Nelle Americhe, infine, erano diffusi i cerchi e le bambole in legno, dette kachina, a cui le civiltà locali attribuivano un grande significato spirituale.
Giocattoli in Legno tra Medioevo ed Età Moderna
Seppur con meno testimonianze arrivate fino ai giorni nostri, il successo dei giocattoli in legno è proseguito anche durante il Medioevo, periodo in cui sono stati accompagnati da utensili in argilla o di cera. Si è tuttavia trattato di costruzioni fragili, tanto da non essersi conservate nel corso dei secoli.
Per ricostruire la storia dei giocattoli è quindi necessario fare un salto temporale e raggiungere la Germania del XV secolo. La prima produzione commerciale risale infatti al Quattrocento ed è stata tedesca. Si è inoltre concentrata nella città di Norimberga, specializzata soprattutto nella costruzione e nella vendita di bambole realizzate in legno e ceramica.
Altri giochi locali sono poi stati i sonagli, le piccole costruzioni con le ruote e i flauti, piuttosto comuni nelle case dell’epoca. I bambini più grandi giocavano invece con le trottole, gli hula hoop, i soldatini e i cavalli a dondolo che, come vedremo, sono arrivati in Europa dopo essere stati inventati in America.
La rivoluzione industriale e l’arrivo della produzione di massa in fabbrica in epoca moderna hanno permesso ai giocattoli in legno artigianali di diffondersi enormemente sul Vecchio Continente. La successiva diffusione della plastica e di altri materiali più facili da lavorare ha tuttavia determinato la sostituzione del legno nell’ottica di una riduzione dei costi. I giochi in legno hanno però saputo mantenere il loro fascino e si confermano ancora oggi tra i più preziosi e duraturi.
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Trottola e Cavallo a Dondolo: I Più Famosi e Antichi Giocattoli in Legno
La storia dei giocattoli in legno per bambini è ricca di utensili dalle più disparate forme e funzioni. Attorno a due creazioni in particolare, però, si è sviluppato un mito che, nonostante lo scorrere del tempo, non ha ancora dato segni di cedimento.
La trottola è di fatto il gioco più antico ancora esistente. Inventato più di cinquemila anni fa nei territori del Medio Oriente, della Turchia e dell’Egitto, consiste in una piattaforma rotonda a forma di piatto su cui viene fatto roteare un piccolo oggetto a forma di cono, spesso realizzato con la punta in ferro. Alla sua estremità poteva poi essere agganciato un filo per la messa in moto. Il funzionamento ha peraltro ispirato lo sviluppo di giocattoli moderni e in plastica come i bayblade, il cui successo è stato determinato da un omonimo manga in voga all’inizio degli anni Duemila.
Il cavallo a dondolo, invece, può vantare una storia molto più recente seppur sempre affascinante. Le prime riproduzioni dell’animale in legno risalgono all’Antica Grecia, ma potevano essere solo trainate attraverso delle corde. Il dondolio è stato aggiunto nel Seicento dagli Americani attraverso l’introduzione di stanghe a semicerchio. Inizialmente pesanti e poco stabili, questi giocattoli d’epoca in legno si sono poi evoluti in costruzioni cave e ben bilanciate.
Lo Strummolo: Un Esempio di Trottola Tradizionale
Lo strummolo è un gioco antico molto divertente, ormai in disuso, che mi ha insegnato mio padre. Ha la forma di una trottola ed è fatto in legno con una punta in ferro. Guardando bene sulla sua superficie, notiamo delle scanalature orizzontali e parallele che servono a facilitare l’avvolgimento di una corda per il lancio. Il funzionamento è molto semplice e con un po’ di pratica si riesce a lanciarlo perfettamente: prima si avvolge la corda intorno allo strummolo poi, tenendolo tra indice e medio, lo si lancia con un movimento deciso del polso.
Ovviamente lo scopo del gioco è quello di far durare più a lungo possibile la rotazione. Ci si può giocare in uno o più giocatori. Anticamente c’era un gioco chiamato “spacca strummolo” che consisteva nel lanciare lo strummolo su quello dell’avversario mentre era in movimento: se questo veniva colpito in un punto preciso, si spaccava. Vinceva il bambino che riusciva a spaccare per primo lo strummolo dell’avversario. In palio c’era un bottone dell’avversario (allora i bottoni valevano tantissimo tra i bambini!).
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La Trottola e la Fisica: Un Dispositivo per Dimostrare l'Inerzia
Su una base rettangolare di metallo con quattro piedini di gomma, è fissato un telaio metallico rettangolare cui è sospeso un piccolo disco d'acciaio. Il disco è sospeso mediante due fili, paralleli e di uguale lunghezza, attaccati alle estremità dell'asse del disco (una barretta di acciaio che passa per il centro del disco). I fili possono essere avvolti nello stesso verso sull'asse.
Lasciando libero il disco ad una certa altezza, i fili si srotolano ed esso acquista energia cinetica, sia di traslazione verso il basso che di rotazione intorno all'asse. Appena i fili sono svolti completamente arrivando all'altezza minima, cominciano a riavvolgersi in senso opposto ed il disco sale verso l'alto, trasformando l'energia cinetica in energia potenziale. Questo dispositivo è praticamente uno yo-yo di grandi dimensioni e serve per dimostrare l'inerzia di moto ed il principio di conservazione dell'energia.
Il disco, abbandonato dopo averlo fatto ruotare in modo da avvolgere i fili sul suo asse, discende con moto accelerato e risale per inerzia; il fenomeno si ripete più volte fino al completo arresto del disco per effetto degli attriti. La differenza con lo yo-yo consiste nel fatto che qui il disco è sorretto da due fili fissati al suo asse, mentre nello yo-yo un solo filo scorre entro la scanalatura presente lungo la circonferenza del disco.
Nello yo-yo, inoltre, il moto di sali-scendi può essere mantenuto spingendo verso il basso il disco quando è nel punto più alto, fornendogli quindi ulteriore energia.
La Trottola Metallica Wild di Eurekakids
La trottola è uno dei giocattoli più antichi al mondo. Le trottole più antiche che sono state rinvenute risalgono a oltre 6.000 anni fa. La trottola metallica Wild di Eurekakids si attiva con un'asticella, per poter guardare con meraviglia come gira e gira senza fermarsi mai, sin da piccoli.
Questo giocattolo affascina i bambini di tutto il mondo da migliaia di anni perché ci sono dei classici che restano per sempre. E sebbene si sia evoluta col passare delle generazioni, la sua essenza rimane sempre la stessa.
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