Lo straniero della valle oscura: Trama e Analisi
Lo straniero della valle oscura (The Dark Valley) è un film del 2014 diretto da Andreas Prochaska, con Sam Riley e Tobias Moretti. Ambientato nel XIX secolo, questo western inusuale si distingue per la sua forte componente sociale e psicologica.
In una valle di montagna, nel XIX secolo, giunge il forestiero Greider, che chiede ospitalità per i tre mesi invernali. Gli abitanti del villaggio trovano a Greider una sistemazione presso la casa di una vedova, che vive con la figlia che sta per sposarsi; ma ignorano che l'uomo è a conoscenza di un sanguinoso segreto che riguarda la comunità.
L’arrivo a cavallo di uno giovane americano in un villaggio lungo le Alpi viene visto con preoccupazione dagli abitanti, che si chiedono quale sia l’identità dell’uomo. Si tratta di Greider [Sam Riley], un fotografo che chiede ospitalità alla madre di Luzi [Paula Beer], una ragazza adolescente ansiosa per l’avvicinarsi del suo matrimonio con Lukas [Thomas Schubert]. È inverno, e il freddo è difficile da sopportare al villaggio. Greider comunica a Luzi di essere giunto lì per scattare delle foto al paesaggio, e la ragazza mostra subito interesse verso la macchina fotografica.
La famiglia più potente del villaggio, i Brenner, avvertono subito che c’è qualcosa di particolare nello “straniero”, e temono che egli trami qualcosa contro di loro, mettendo a rischio quel malato equilibrio creatosi nel villaggio.
Lo straniero della valle oscura è un film dall’impatto forte, inusuale in quanto si tratta di un western in cui emerge in maniera evidente la componente sociale e psicologica dei personaggi, mostrando la sopraffazione degli uomini della famiglia Brenner su tutti gli abitanti del villaggio.
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Prochaska sembra, infatti, da un lato, far prevalere la componente sociale, mostrandola nella sua durezza e nella sua ingiustizia, dall’altra mostrare l’estrema solitudine e diffidenza di ogni personaggio, e quindi il suo senso di incomunicabilità con l’esterno.
Greider interrompe questa sofferta normalità, e lo fa con tutta la rabbia che ha in corpo, lui che è tornato nel villaggio per vendicarsi di un sopruso subìto con la sua famiglia proprio dai Brenner; sa di essere forte e di essere un buon tiratore, e approfitta di una giornata caratterizzata da una forte nevicata per non lasciare alcuna traccia di sé e del suo cavallo per poi entrare in azione, perché, come dice Luzi in apertura del film, ‘ci sono cose che non potranno mai essere dimenticate’.
C’è molta passione in questo western, dove la drammaticità si estende ad ampio raggio. L’azione poco sviluppata di tutta la prima e della seconda parte, sfoga in un finale avvincente a colpi di pistola, per poi tornare in una anormale quiete che fa temere nuovamente il peggio.
Si inserisce bene in questo contesto anche Luzi, adolescente piena di rabbia per lo stato di sudditanza del popolo e costretta a non reagire di fronte alle attenzioni del capofamiglia Brenner - che pretende con la sua famiglia di disonorare tutte le ragazze in procinto di sposarsi - lei che sogna di fuggire con Lukas e lasciarsi tutto alle spalle.
Sono i racconti delle violenze eseguite dai Brenner, non mostrate ma narrate, a impressionare, come la storia della madre di Greider costretta a sposarsi con uno di loro e fuggita poi insieme al fidanzato. I due furono, però, ritrovati però poco dopo dalla truce famiglia: se a lei fu risparmiata la vita, lui invece venne crocifisso, e il suo corpo mangiato fino alla fine dagli uccelli.
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In sintesi, Lo straniero della valle oscura è un film che esplora temi di vendetta, sopraffazione e solitudine in un contesto alpino suggestivo e opprimente.
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