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Similitudini tra Lo Straniero e Sauron: Un'Analisi Dettagliata

Come sosteneva Gilles Deleuze, la critica cinematografica non deve rinchiudersi nel cinema, ma dialogare con altri saperi, arti e culture. Partendo da questo presupposto, Cinebattiamo utilizza il cinema per aprire orizzonti e far emergere nuove domande. Filosofia, letteratura, musica, arte e cinema stesso diventano interlocutori privilegiati di questa ricerca. Immaginando dialoghi tra autori e personaggi finzionali, intrecciando un film con una canzone o un romanzo, entriamo nel poetico cinematografico.

La serie "Il Signore degli Anelli - Gli Anelli del Potere" porta per la prima volta sullo schermo le eroiche leggende della mitica Seconda Era della storia della Terra di Mezzo. Questo dramma epico si svolge migliaia di anni prima degli eventi narrati in Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien, e porterà gli spettatori in un'era lontana in cui grandi poteri furono forgiati, regni ascesero alla gloria e caddero in rovina, improbabili eroi furono messi alla prova, la speranza appesa al più esile dei fili, e uno dei più grandi cattivi usciti dalla penna di Tolkien minacciò di sprofondare tutto il mondo nell'oscurità. Partendo da un momento di relativa pace, la serie segue un gruppo di personaggi, alcuni già noti, altri nuovi, mentre si apprestano a fronteggiare il lungamente temuto ritorno del male nella Terra di Mezzo.

Una serie divisiva che è una sfida impossibile da vincere. Si può però affermare senza timore di smentita che Il Signore degli Anelli - Gli Anelli del Potere ha sia indiscutibili qualità sia un innegabile limite: da una parte è la produzione più sfarzosa mai vista in Tv, e lo dimostra costantemente con la qualità dei set e delle molte location oltre che con gli effetti speciali, dall'altra porta il proprio principale equivoco nel titolo che fa precedere a Gli Anelli del Potere la dicitura Il Signore degli Anelli. Il costante riecheggiare la celebre trilogia di Tolkien per un racconto che sarebbe ambientato millenni prima e dovrebbe seguire la propria strada risulta infatti castrante.

Questo è particolarmente evidente nella trama dello Straniero, che potrebbe o non potrebbe essere Gandalf (il mistero sarà svelato a fine stagione), il quale si accompagna agli harfoot (ossia agli hobbit) e incontrerà quest'anno Tom Bombadil. Questi è una figura molto amata dell'opera di Tolkien e, assente dai film di Peter Jackson, che fa qui il suo debutto sullo schermo con una buona parte di dialoghi ripresa da Il Signore degli Anelli. Lo Straniero si troverà anche di fronte a un ancora innominato mago oscuro, che potrebbe o non potrebbe essere Saruman (lo scopriremo presumibilmente nella prossima annata).

Naturalmente la serie non riduce a questo e anzi sono assai più numerose le differenze delle similitudini, ma al tempo stesso questi richiami alla trilogia appaiono non necessari e incatenano la storia in schemi già noti proprio dove potrebbe invece essere più libera. Tolkien ha per esempio scritto pochissimo di Rhûn e dedicare quella parte del racconto a una sorta di rivisitazione del rapporto tra Gandalf e Saruman è un'occasione persa - anche se la presenza di Tom Bombadil e la scrittura degli Harfoot sono probabilmente il punto migliore del racconto.

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E sebbene ci sia molta magia in scena, l'improbabile coincidenza si conferma uno scherzo del destino. Sauron fa comunque la parte del leone e gioca al gatto con il topo per buona parte della serie, emergendo con l'ingegno anziché con la forza, cosa che lo rende paradossalmente quasi simpatico. Aiuta che Charlie Vickers si dimostri qui un buon interprete, così come Morfydd Clark, la contestata Galadriel, sviluppi il proprio personaggio nel corso della stagione fino a farle raggiungere una maggiore saggezza.

Scritta dai quasi esordienti Patrick McKay e J.D. Payne, che hanno affrontato l'improbo confronto con la prosa di Tolkien, la serie prende spunto da note, appunti e appendici del celebre autore e filologo inglese. La storia precede di moltissimi anni quella del Signore degli Anelli e di Lo Hobbit ed è ambientata nella Seconda Era, in una forma però temporalmente compressa perché gli eventi abbiano una progressione più adatta alla Tv - secondo una variazione dal materiale originale che ha trovato d'accordo la stessa Tolkien Foundation.

Non sappiamo invece cosa abbia da dire la fondazione in merito ad altre libertà che gli autori si sono presi nella trasposizione: di certo però non hanno mancato di farsi sentire molti fan tolkeniani, che sui social hanno riversato fiumi di livore, rivolti in particolare contro il personaggio di Galadriel. D'altra parte le accuse di essere una sorta di superdonna (è l'unica a vedere la ragione in un mondo di uomini ciechi) si è rivelata sempre più inconsistente con il procedere degli episodi, che hanno invece mostrato l'elfa come una vittima della propria ossessione e tutt'altro che impenetrabile dal fascino del Male.

Infatti, come per Il trono di spade, la prima stagione è stata in larga parte introduttiva e solo negli ultimi episodi si sono potuti finalmente piazzare colpi di scena e momenti di grande spettacolo. Tra l'altro la manovra di Adar replica per certi versi, ovviamente in piccolo, la strategia di Gandalf nel Signore degli Anelli, dove affida a una figura umile il compito più importante mentre gli altri, più imponenti guerrieri, tengono occupato il nemico in battaglia.

Finora Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere ha fatto parlare di sé sui siti e i giornali soprattutto per il leggendario costo della produzione, che Amazon non ha mai esattamente confermato ma che secondo alcune fonti sarebbe arrivato ai 465 milioni di dollari. Visti finalmente i primi due episodi, è ora possibile dire davvero di cosa si tratta, di cosa parla e chi sono i protagonisti.

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Come già Il Signore degli Anelli di Peter Jackson si apriva con il riassunto della battaglia finale della "Seconda Era" della mitologia tolkeniana, così Gli Anelli del Potere inizia con una scena dedicata a Galadriel ancora bambina, per poi riassumere a grandissime linee la "Prima Era" e portarci nel presente della vicenda. Raccontate le battaglie degli elfi contro Melkor, i suoi orchi e il suo fedele Sauron, ritroviamo una Galadriel in lutto per la morte del fratello, ucciso proprio da Sauron.

Sono passati decenni dalla vittoria e regna ormai la pace, gli orchi non si vedono più e il loro leader sembra essere scomparso, ma Galadriel ha giurato a se stessa che non avrebbe conosciuto tregua finché il suo Male non fosse stato davvero debellato. Allo stesso modo stanno per essere richiamati alla loro vita precedente gli elfi silvani di stanza nei territori degli uomini, ma Arondir nei suoi ultimi giorni di servizio scopre tracce degli orchi.

C'è poi Nori, una Harfoot, ossia una antenata degli Hobbit. La sua comunità vive nascondendosi ed evitando i pericoli, ma Nori è invece curiosa riguardo il mondo, come lo saranno poi Bilbo e Frodo. E naturalmente non possono mancare i nani, che entrano in scena nella seconda puntata, quando Elrond si reca a Khazad-dûm, la futura Moria, per chiedere il loro aiuto. In particolare quello del suo amico, il principe Durin, che però ha più di una buona ragione per essere offeso con l'elfo.

La produzione è splendente come il budget aveva fatto sperare e non sfigura al confronto con i film di Peter Jackson, che son poi il vero modello di Gli Anelli del Potere e vengono infatti più volte omaggiati.

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