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Lo Straniero di Albert Camus: Trama, Analisi e Significato

Pubblicato nel 1942, Lo Straniero di Albert Camus rappresenta un capolavoro della letteratura esistenzialista. Quando si parla di Lo Straniero di Albert Camus, ci si addentra in un territorio letterario dove la filosofia incontra la narrativa in modi che continuano a sfidare e provocare i lettori generazione dopo generazione. Albert Camus pubblicò nel 1942 per la casa editrice francese Gallimard il suo primo romanzo Lo Straniero (titolo originale: L’Étranger) che divenne un classico della letteratura contemporanea e, al contempo, rese l’autore noto al pubblico.

La figura di Meursault invita a riflettere sull’individuo davanti alla legge, sul peso delle norme sociali e sull’assurdità dell’esistenza umana.

Trama e Struttura del Romanzo

Il romanzo è suddiviso in due parti e narra le vicende d’un uomo francese che vive ad Algeri di nome Meursault, ossia un giovane e modesto impiegato apatico e totalmente indifferente alla vita. Nel romanzo Lo Straniero è diviso in due parti: nella prima troviamo come vicende il funerale della madre del protagonista, l'inizio della relazione con Marie, la passeggiata di Meursault e Raymond ed infine l'omicidio dell'uomo sulla spiaggia per una durata di 18 giorni. L’opera è narrata in prima persona da Meursault, un impiegato francese residente ad Algeri durante il periodo coloniale. Nella prima parte, il lettore è testimone del carattere indifferente di Meursault, che emerge già dalla reazione alla morte della madre: un evento che lo lascia freddo e distante, rifiutando persino il rituale del lutto.

Il lettore comprende appieno ciò che è realmente avvenuto solo nella seconda parte del romanzo, dove si racconta del processo che Meursault affronta e dove Camus, nel ripercorrere tutti gli episodi già narrati, cambia non solo il giudizio su quei fatti, vissuti innocentemente dal protagonista, ma anche la scrittura, che assume uno stile più descrittivo e complesso. La seconda parte si concentra sul processo giudiziario, dove Meursault non è giudicato solo per il crimine, ma soprattutto per la sua estraneità alle norme sociali e morali.

La Reazione alla Morte della Madre

«Oggi è morta mamma. Dopo essersi perso in dettagli formali e burocratici parte per recarsi al cospetto dalla salma, rifiutandosi finanche di visionarla. Oggi la mamma è morta. O forse ieri, non so”. Così comincia il capolavoro Lo Straniero (1942), classico della letteratura contemporanea, e queste poche parole sono sufficienti per trasmettere una sorta di sconcerto che accompagnerà ogni pagina del libro. Pertanto, affronta la morte della madre con la solita inerzia fisica e psicologica: non versa per lei nemmeno una lacrima. Vive il dramma del momento come se fosse un sogno intervallato solo dal caldo, dalla fame e dalla stanchezza; difatti dopo un estenuante corteo funebre, svoltosi sotto il rovente e conturbante sole nordafricano, la madre viene seppellita mentre lui preserva la propria proverbiale indifferenza.

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La Relazione con Marie e l'Omicidio

Al termine dell’incomodo, di ritorno ad Algeri, si reca a fare il bagno al porto della città e lì rincontra Maria Cardona, una sua ex collega di ufficio con la quale riallaccia i rapporti che si tramutano in intimi. I giorni successivi trascorrono in una rapsodia di eventi senza senso e nulla pare essere cambiato. Infatti Meursault esprime totale indifferenza quando Maria gli propone di sposarlo, giacché per lei prova solo una sorta d’attrazione fisica; lui è assolutamente privo di sentimenti.

Una domenica qualunque Meursault e il vicino di casa Raymond Santiès - pur d’infrangere la monotonia della solitudine - passeggiano lungo la spiaggia e incontrano due arabi che da tempo seguono Raymond per vendicare il comportamento molesto di quest’ultimo avuto a nocumento della sorella di uno dei due. Ne nasce una violenta colluttazione al termine della quale viene ferito l’amico del protagonista. Successivamente entrambi ritornano sulla medesima spiaggia dove sono situati ancora i due arabi, mentre l’afa diventa sempre più soffocante. Questa volta il giovane impiegato francese possiede un revolver prestatogli da Raymond, allorché uno degli arabi dopo averlo riconosciuto estrae il coltello e viene rapidamente sparato. Dunque, Meursault in uno stato di semi incoscienza e accecato dalla luce solare uccide uno dei due con un colpo netto, ciononostante infligge altri quattro colpi di pistola sul corpo esanime.

Temi Chiave

Nel romanzo di Albert Camus a questo drammatico e tragico fatto seguono l’arresto, l’incarcerazione e il processo di Meursault. L’opera di Camus si inserisce nel solco di una riflessione filosofica e giuridica di ampio respiro. Il processo a Meursault non si limita a valutare i fatti dell’omicidio: diventa una macchina inquisitoria che si scaglia contro l’indifferenza e il rifiuto delle convenzioni sociali.

L'Assurdo

L’assurdo è il tema centrale della narrazione in quanto parte costituente della vita dell’uomo, non tanto per scelta individuale o per sua natura, ma come risultante di forze che introducono una matrice irrazionale nella vita. Ragion per cui assurda è l’epopea di Meursault protagonista del romanzo e prototipo predittivo dell’individuo che sarebbe sorto dopo la mattanza della Seconda Guerra Mondiale. L’assurdo, tematica centrale dell’opera, sembra quindi diventare un passo alla volta parte costituente della vita dell’uomo, non tanto per sua scelta, o per sua natura, ma come risultato di forze che introducono questa matrice irrazionale nella vita.

L'Indifferenza e l'Alienazione

In prigione viene ridotto ai minimi termini; indifferente a tutto eccetto che al sole cocente e agli impulsi sessuali che lo riavvicinano a Maria, trascorre il tempo tra i ricordi, l’ozio e la noia. Non sembra mostrare alcun rimpianto, né durante l’interrogatorio né durante la detenzione. Intanto, continua a mostrarsi estraneo sia alla società sia a se stesso. L’essere straniero davanti alla sua stessa vita e a quello che compie è una situazione esistenziale di anonimato. Non a caso la frase più frequente nel romanzo è proprio: ça m’était égal - per me era lo stesso. Partire o restare, sposare Maria o non sposarla, amarla o non amarla, essere amico di Raymond o no, andare a Parigi o restare ad Algeri, e via discorrendo. Del resto il titolo stesso del romanzo indica propriamente uno stato di alienazione e la condizione umana del protagonista rimanda in parte ai versi di Ungaretti: «Il mio supplizio / è quando / non mi credo / in armonia». E. L’Étranger è il dramma dell’indifferenza in cui il protagonista si rende conto dell’assurdità dell’esistenza: l’umano, ch’è razionalmente proiettato verso certezze, vive una realtà senza fondamenta. Per tale ragione decide di estraniarsi e di non opporsi, quindi, all’esistenza stessa - come Sisifo - accettando incondizionatamente il proprio destino senza sconforto.

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La Critica Sociale

Dal punto di vista sociologico, Meursault incarna il “deviato” che, pur non violando direttamente le norme sociali fino all’omicidio, si pone al di fuori delle aspettative collettive. Il suo rifiuto di partecipare ai rituali sociali - come il lutto per la madre o il pentimento religioso - lo trasforma in un elemento estraneo al corpo sociale. In questo senso, il processo a Meursault non riguarda semplicemente la sua responsabilità penale, ma rappresenta un atto di disciplinamento sociale: un rito collettivo che serve a riaffermare l’ordine morale e simbolico.

Il Processo e la Condanna

Durante il processo, in cui si sente spettatore e non parte attiva, testimoniano il direttore della casa di riposo della madre, il portinaio e altri tèste. Il presidente della corte lo interroga sulla vicenda della madre e sull’omicidio dell’arabo. Meursault viene condannato non solo per aver ucciso un uomo, ma anche per la sua incapacità di adattarsi, anche solo apparentemente, alle norme sociali e morali. Dopo la sentenza, in cella si rifiuta di vedere per ben tre volte il cappellano identificato come simbolo d’una vita ultraterrena in cui non crede.

«Avevo vissuto in un modo e avrei potuto vivere in un altro. Avevo fatto questo e non avevo fatto quello. Non avevo fatto quella cosa ma avevo fatto quest’altra. E dopo? [..] Che m’importava della morte degli altri, dell’amore di una madre, che m’importava del suo Dio, delle vite che si scelgono, dei destini che si eleggono, se poi era un unico destino a eleggere me e con me miliardi di privilegiati che, come lui, si dicevano miei fratelli? Capiva, lo capiva adesso? Tutti erano privilegiati. C’erano solo privilegiati. Un giorno anche gli altri sarebbero stati condannati. Anche lui sarebbe stato condannato.

Al dileguarsi del vicario di Dio, Meursault avverte per la prima volta nell’accettazione del suo destino assurdo una sorta di sensazione di pace. Dopo aver sfogato la propria rabbia viscerale inizia a vivere una contraddizione solo apparente, perché si rende conto che soltanto un uomo realmente vivo può morire. A questo punto l’angoscia esistenziale si dipana tra quel suo sottile senso fatale della morte e quel suo impersonale amore per la vita.

Significato e Interpretazioni

Albert Camus attraverso un linguaggio semplice e scorrevole conduce le lettrici e i lettori a immedesimarsi con le vicissitudini del giovane francese, mettendone in evidenza il vuoto emotivo, il clima apatico e lo smarrimento. Difatti la vita alienata di Meursault appare come una sequela di sfortunate coincidenze, di giochi negativi del destino, ossia l’essere nel posto sbagliato al momento sbagliato, sino al parossismo: una condanna a morte. In lui, così distrattamente vitale e funereo e così spregiudicatamente attonito, non filtra alcuna volontà o ideazione tra la realtà e il proprio mondo emotivo.

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Vive automaticamente, si trascina passivamente nelle contingenze, non ha guizzi e nella subordinazione e nella nevrosi si propaga la sua fioca vita. L’assurdo è il tema centrale della narrazione in quanto parte costituente della vita dell’uomo, non tanto per scelta individuale o per sua natura, ma come risultante di forze che introducono una matrice irrazionale nella vita. «Insomma, quando leggi Lo straniero, quando leggi del suo protagonista che per puro caso ammazza un arabo, quando leggi come tutto avvenga per fatalità, ti accorgi che Camus è riuscito in un’impresa impossibile: quella di descrivere l’esistenza come qualcosa che accade».

Lo Stile di Camus

Il carattere distintivo dell’opera è lo stile asciutto dell’autore, che racconta le vicende in modo semplice, chiaro e senza ornamenti. “Oggi mamma è morta. O forse ieri, non so”, sono le parole iniziali del testo. La scelta stilistica di Camus in Lo Straniero è curiosa. L’autore predilige uno stile sobrio, che evita l’uso di parole superflue o complicate. Una scelta efficace, che anche grazie all’uso della prima persona riesce a esprimere la complessità delle vicende, mantenendo comunque un distacco emotivo.

L'Autore: Albert Camus

Albert Camus, nato il 7 novembre 1913 a Costantina, in Algeria, è stato un narratore, saggista, giornalista, attivista politico e autore drammatico francese. Albert Camus nasce a Mondovi Algeria, il 7 novembre, 1913. Rimasto orfano di padre, morto nella battaglia della Marna,vive un'infanzia difficle. Studia con profitto, ma non riesce a terminare negli studi universitari per il cattivo stato di salute e i problemi economici. Lavora come commerciante, commesso, impiegato, attore nella compagnia di Radio Algeri. Comincia a scrivere, prima ad Algeri, dove pubblica i primi saggi, poi a Parigi.

Antifascista e aderente al partito comunista fin dal 1934, partecipa in Francia attivamente alla Resistenza ed è redattore e direttore di Combat (1944-48); intanto pubblica i romanzi Lo straniero (1942) e La Peste (1947), i drammi Le Malentendu e Caligula (1944), il saggio sull'assurdo Le mythe de Sisyphe (1944), le Lettres à un ami allemand (1945). Scrive i saggi L'Homme révolté (1951), i racconti La Chute (1956) e L'Exil et le Royaume (1957), le "cronache" Actuelles I, II, III (1950-1958). Nel 1957 riceve il premio Nobel per la Letteratura. Muore in un incidente automobilistico il 4 gennaio 1960 a Villeblevin. È considerato uno dei massimi esponenti dell’esistenzialismo in quanto attraverso le sue opere esplora in maniera singolare la condizione umana.

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