Striscione Lazio: Significato e Contesto delle Controversie sugli Stranieri nel Calcio Italiano
La questione degli stranieri nel calcio italiano ha radici profonde, intrecciandosi con la politica, l'identità nazionale e le dinamiche delle tifoserie. Uno striscione come "Lazio non passa lo straniero" si inserisce in un contesto di dibattito acceso e spesso controverso.
La Proposta di Salvini e il Dibattito Post-Eliminazione Mondiale
Dopo la sconfitta dell'Italia contro la Svezia, Matteo Salvini propose di limitare il numero di stranieri in campo, dalle giovanili alla Serie A. Questa proposta, espressa tramite un tweet, mirava a dare più spazio ai ragazzi italiani. Le sue parole vennero interpretate come uno slogan elettorale, ma il tema della mancanza di autarchia nei club di Serie A divenne centrale nel dibattito sull'eliminazione degli Azzurri.
La Posizione del Mondo del Calcio e di Mancini
Anche il mondo del calcio italiano individuò nei calciatori stranieri un problema. Il direttore de La Gazzetta dello Sport criticò l'alto numero di stranieri nei campionati. Roberto Mancini, appena insediatosi sulla panchina dell'Italia, sottolineò come nel campionato italiano giocassero pochi italiani, auspicando più coraggio nel dare spazio ai giovani talenti locali.
Sandro Pochesci, all'epoca allenatore della Ternana, arrivò a dire che "a portare tutti questi stranieri in Italia, non c’è più un italiano che mena".
La Contromossa del Ministro dell'Interno e il Cambio di Regolamento
Il Ministro dell'Interno intervenne forzando un cambio del regolamento. Dalla prima giornata successiva alla chiusura del mercato invernale, ogni squadra di Serie A e B avrebbe potuto schierare al massimo 3 stranieri in campo e 2 in panchina, che potevano entrare solo in sostituzione degli stranieri in campo.
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Ma chi era considerato straniero? Tutti coloro che non erano nati da almeno un genitore, nonno o bisnonno italiano. Questa regola sollevò immediatamente polemiche e obiezioni legali, in particolare in relazione alla Sentenza Bosman.
A chi fece notare che - oltre ad essere una regola discriminatoria - era anche illegale, a causa della Sentenza Bosman, venne risposto che se l’Europa voleva un calcio pieno di stranieri, che se li prendesse lei.
Reazioni Politiche e Giornalistiche
La reazione dei media fu polarizzata. Da destra arrivarono lodi per il coraggio del calcio italiano, con paragoni all'Italia sul Piave. Tra chi si opponeva, Il Foglio parlò di "fascismo peggio del fascismo", definendo la scelta antiliberale e contraria alle leggi del mercato. Roberto Mancini fece notare come questa regola creava il paradosso di considerare Stranieri giocatori nati o cresciuti in Italia come Balotelli e Kean. I giornali sportivi furono più cauti, aprendo un dibattito su quali stranieri epurare e quali tenere.
Le Strategie delle Squadre e le Conseguenze
Le squadre dovettero rivedere le proprie strategie. I portieri stranieri furono i primi a farne le spese, mentre il Napoli fu particolarmente colpito dall'alto numero di stranieri in rosa. La Juventus, sentendosi in vantaggio, decise di mantenere intatta la rosa per la Champions League, richiamando alcuni giovani italiani dal prestito per il campionato. Molte squadre assunsero genealogisti per scovare origini italiane nei propri giocatori.
Il Paradosso e le Origini Italiane "Ritrovate"
Ben presto iniziarono ad accadere cose strane: giocatori con origini italiane "ritrovate" spuntarono ovunque. Il Milan depositò documenti che attestavano l’esistenza di una bisnonna calabrese di Piatek. In Italia si tornò a parlare più di emigrazione che di immigrazione. Il caso di Handanovic, con origini istriane, divenne emblematico e riaprì vecchie questioni dimenticate.
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Le Reazioni degli Ultras e la Questione del Razzismo
I tifosi del Milan esposero lo striscione "Garibaldi - Mazzini - Piatek". I più colpiti furono i calciatori africani o italiani di seconda generazione. La questione diventò dirompente quando De Zerbi schierò Claud Adjapong (nato a Modena da genitori ghanesi) insieme a 3 stranieri per protesta. Mario Balotelli denunciò la disparità di trattamento, chiedendosi se il colore della sua pelle fosse un fattore discriminante. Le sue parole suscitarono reazioni forti e polemiche a livello internazionale.
Il Movimento Ultras Italiano: Sarcasmo, Campanilismo e Politica
Il movimento Ultras italiano ha prodotto striscioni che sono espressione di sarcasmo, campanilismo e, a volte, ésprit. Tuttavia, esso è stato anche influenzato da dinamiche politiche complesse. Negli anni '90, figure legate a Forza Nuova e gruppi neonazisti infiltrarono le tifoserie, portando con sé ideologie di estrema destra. Questo ha portato a scontri e divisioni all'interno delle curve, con alcuni ultras che esibivano simboli nazi-fascisti e gridavano slogan controversi.
Tifoserie Romane: Roma e Lazio a Confronto
Le tifoserie di Roma e Lazio hanno subito trasformazioni nel corso degli anni. La Curva Sud della Roma, un tempo caratterizzata da uno spirito romantico e popolare, ha visto l'emergere di gruppi con diverse ideologie, spesso in contrasto tra loro. La Curva Nord della Lazio, tradizionalmente orientata a destra, ha espresso valori come l'indipendenza, la difesa del territorio e l'odio verso l'ecumenismo delle culture di sinistra. Questi elementi contribuiscono a creare un contesto complesso in cui striscioni come "Lazio non passa lo straniero" possono essere interpretati in modi diversi, spesso controversi.
La contrapposizione tra le due tifoserie romane è storica e spesso sfocia in violenza. Nel corso degli anni, ci sono stati numerosi incidenti, scontri e tragedie che hanno segnato la rivalità tra Roma e Lazio. Questi eventi contribuiscono a creare un clima di tensione e odio che si riflette anche negli striscioni e nei cori delle tifoserie.
Amicizie e Rivalità tra Tifoserie
Le tifoserie hanno anche amicizie e rivalità con altre squadre. La Roma ha gemellaggi con Panathinaikos, Palermo e Udinese, mentre la Lazio ha rapporti tesi con la Roma, la Juventus e il Milan. Questi legami e conflitti influenzano le dinamiche all'interno delle curve e possono portare a scontri e incidenti durante le partite.
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Conclusioni
Lo striscione "Lazio non passa lo straniero" è quindi un simbolo complesso, radicato in un contesto storico, politico e sociale ben definito. Esso riflette le tensioni e le contraddizioni che attraversano il calcio italiano, le tifoserie e la società nel suo complesso.
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