I Liquori Stranieri Più Popolari: Un Viaggio Tra Gusti e Tendenze
Oggi sono migliaia le etichette tra cui scegliere tra distillati e liquori: distillato di frutta o amaro? Rum, whisky, tequila o gin? Ciò che conta è che soddisfino il gusto di ognuno.
Non esistono i migliori distillati, ma esistono i migliori distillati al momento giusto. Un whisky evoca un confortante camino acceso d'inverno, il tequila ci trasporta al cocktail Margarita e alle feste estive, un rigenerante amaro italiano ai lunghi pranzi di primavera, e un rum da sorseggiare con un buon sigaro ci fa pensare ai colori dell'autunno. Tuttavia, la verità è che tutti questi prodotti sono senza tempo e ogni momento è perfetto per dedicarsi a qualcosa che appaghi i sensi e l'anima.
Ecco alcuni consigli per gli acquisti per arricchire le vostre bottigliere di casa o da scegliere per condividerli con chi preferite. E come sempre, non dimenticate la prima regola: #beveteconsentimento.
Tendenze e Preferenze nei Cocktail Bar Migliori del Mondo
Drinks International pubblica l’Annual Brands Report 2023, un sondaggio rivolto a 100 locali tra i cocktail bar migliori del mondo, che riguarda un’ampia gamma di prodotti: whisky, rum, vodka, gin, mezcal, toniche, Pisco, Tequila, liquori, Vermouth, non-alcoholic spirits e altri. L'Annual Brands Report 2023 di Drinks International è un bollettino delle vendite degli spirits, con relativa analisi delle tendenze, attivo dal 2010, che riguarda esclusivamente 100 tra i migliori bar del mondo.
Il report è frutto di un sondaggio a cui risponde un gruppo misto di locali selezionati tra i protagonisti di diverse classifiche. Con la definizione “migliori” s’intendono, solo un centinaio di locali, ma di quelli in grado di dettare le tendenze. La lista dei locali non è pubblica.
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Da quello che sappiamo la lista include, a titolo di esempio, il 1930 di Milano, Baba au Rum ad Atene e poi Himkok, Red Frog, Satan’s Whiskers e The Clumsies. Al gruppo di europei si aggiungono gli americani Café La Trova, Employees Only, Broken Shaker, Herbs & Rye. L’Asia con Coa di Hong Kong, Sago House e Jigger & Pony di Singapore e il Bar Benfiddich di Hiroyasu Kayama a Tokyo. Per l’Africa e il Medioriente hanno espresso il loro voto locali come Galaxy Bar, Cause Effect Cocktail Kitchen e Imperial. Nel continente australe, Maybe Sammy, Byrdi, Re and Clipper.
I Preferiti dai Bartender: La "Bartenders' Choice"
Il report si apre con La “Bartenders’ Choice”, i brand preferiti dai bartender. Negli anni in cui impera la moda dei classic cocktails non stupisce che la classifica sia guidata da classic brands. Bacardi è saldamente in testa per il quinto anno consecutivo.
Classifiche di Vendita e Tendenze per Categoria
Ecco le classifiche per alcune delle categorie più popolari:
Rum
- Bacardi
- Havana Club
- Plantation
- Mount Gay
- Diplomatico
- Appleton Estate
- Ron Zacapa
- Doorly's
- El Dorado
- Santa Teresa
Whiskey Americano
Nonostante il momento non proprio fortunatissimo, il whiskey americano piace e sta tornando a far sentire la sua voce. Domina il brand di Diageo e in generale tutti i classiconi.
- Bulleit
- Rittenhouse
- Makers Mark
- Wild Turkey
- Jack Daniel's
- Woodford Reserve
- Michter’s
- Sazerac Rye
- Buffalo Trace
- Knob Creek
Scotch
Lo Scotch è tra i prodotti meno usati nei 50 cocktail più serviti nei migliori cocktail bar. Solo due drink di quella lista sono preparati con Scotch.
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- Johnnie Walker
- Monkey Shoulder
- Glenfiddich
- The Macallan
- Dewar’s
- Chivas Regal
- Ardbeg
- Talisker
- Lagavulin
- Bruichladdich
Whisky Giapponese
I giapponesi dominano. Con Nikka che torna in testa e Suntory che lo segue.
- Nikka
- Suntory
- Hibiki
- Hakushu
- Yamazaki
- Mars
- Ichiro’s Malt
- Kanosuke
- Akashi
- Shinobu
Vodka
Qui la preferita dai bartender è la pot still olandese Ketel One di proprietà della famiglia Nolet e di Diageo. Dopo il successo dello scorso anno, scende invece di una posizione Grey Goose.
- Ketel One
- Grey Goose
- Absolut
- Belvedere
- Tito’s
- Stolichnaya
- Ciroc
- Haku
- Reyka
- Chopin
Gin
Si confermano le solite teste di serie nelle prime posizioni.
- Tanqueray
- Hendrick’s
- Beefeater
- Bombay Sapphire
- Monkey 47
- The Botanist
- Citadelle
- Roku
- Plymouth
- Gin Mare
Brandy
È stato separato dalla categoria Cognac solo nel 2020. Da allora guida le classifiche della categoria lo spagnolo Torres.
- Torres
- Lepanto
- Carlos I
- Osborne
- Cardinal Mendoza
- Cardenal Mendoza
- Soberano
- Conde de Osborne
- 1866
- Gran Duque de Alba
Pisco
La questione cilena-peruviana finisce pari e patta. Metà Pisco in classifica è originario del Perù, metà del Cile.
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- Barsol
- La Caravedo
- Campo de Encanto
- El Gobernador
- Pisco Portón
- Montelobos
- Kappa
- Santiago Queirolo
- Bauzá
- Alto del Carmen
Tequila
Il “don” del Tequila è Don Julio. Saldamente in testa da otto anni. Lo segue Patron che è il più bevuto nel 7% dei locali interpellati.
- Don Julio
- Patron
- Casamigos
- Olmeca Altos
- Fortaleza
- Espolon
- Volcan de mi Tierra
- Herradura
- Tapatio
- Clase Azul
Cachaça
Conosciuta soprattutto per la Capirinha, la cachaça è una categoria enorme.
- Yaguara
- Avuá
- Leblon
- Novo Fogo
- Cachaça 51
- Magnífica
- Sagativa
- Velho Barreiro
- Nega Fulô
- Cachaça da Pedra
Liquori
La categoria liquori è dominata da Campari (primo sia come bestselling brand sia come top trending brand). Seguono al quarto posto Disaronno (classifica bestselling), Maraschino Luxardo al quinto e Fernet-Branca al decimo.
- Campari
- Aperol
- Chartreuse
- Disaronno
- Maraschino Luxardo
- St Germain
- Kahlúa
- Cointreau
- Limoncello
- Fernet-Branca
Vermouth
Grande exploit anche tra i vermouth. Cocchi, Carpano Antica Formula, Martini. Tra i top trending brands del mondo vermouth troviamo Mancino al primo posto, Cocchi al secondo, Carpano al terzo. Quinto è Martini, sesto Vermouth Del Professore, settimo Cinzano e ottavo Baldoria. Altra notizia interessante è che il vermouth è presente nel 99% dei 100 bar intervistati.
- Cocchi
- Carpano Antica Formula
- Martini
- Dolin
- Punt e Mes
- Noilly Prat
- Lillet
- Gallo
- Contratto
- Yzaguirre
Amaro
- Fernet-Branca
- Amaro Averna
- Montenegro
- Cynar
- Amaro Nonino
- Ramazzotti
- Lucano
- Sibilla
- China Clementi
- Vecchio Amaro del Capo
Cognac
- Rémy Martin
- Hennessy
- Martell
- Courvoisier
- Hine
- Delamain
- Frapin
- Camus
- ABK6
- Meukow
Assenzio
- Pernod Absinthe
- La Fee
- St George
- Kübler
- Un Emile
Sherry
Ci sono molti stili di sherry, ma un brand classico si è reso indispensabile per i top bartenders.
- Tio Pepe
- Lustau
- Gonzalez Byass
- Hidalgo
- La Ina
- Harveys
- Osborne
- Romate
- Valdespino
- Dios Baco
Bitter
Italia e Francia dominano l’intera scena. Il primato però è tricolore.
- Campari
- Aperol
- Select
- Luxardo Bitter
- Cappelletti
- St George Bruto Americano
- Tempus Fugit Gran Classico Bitter
- Haus Alpenz
- Bordiga
- Salers
Liquore al Caffè
Probabilmente la categoria che ha avuto la più grande esplosione di brand negli ultimi anni. Quasi come i gin.
- Kahlúa
- Mr Black
- Borghetti
- Galliano Ristretto
- Patron XO Cafe
- Fair Cafe
- Manly Spirits Coffee Liqueur
- Lyre’s Coffee Originale
- Aluna Coconut Coffee Liqueur
- Caffe Lolita
Non-Alcoholic Spirits
Dopo anni di dominio incontrastato di Seedlip, ora si contende la prima piazza con Lyre’s, Dry London Spirit.
- Lyre’s Dry London Spirit
- Seedlip Garden 108
- Seedlip Spice 94
- Lyre’s Italian Orange
- Lyre’s American Malt
I 10 Migliori Liquori al Mondo Secondo TasteAtlas
A stilare la classifica è la guida online TasteAtlas, che premia i 50 migliori liquori del mondo:
- Umeshu (Giappone)
- Amarula (Sud Africa)
- Frangelico (Italia)
- Rum al cocco
- Disaronno (Italia)
- Sheridan's (Irlanda)
Esempi di Liquori Stranieri
- TEQUILA KOMOS ANEJO CRISTALINO: Un incontro tra Messico e Mediterraneo, con aromi di frutta tropicale e note vanigliate.
- OPTHYMUS GIN: Un distillato valdostano con ginepro e timo di montagna, dal sapore elegante e fresco.
- 207 AMARO LOCALE: Un amaro italiano che combina freschezza e note balsamiche con zafferano, menta, arance e limoni.
- RENAN OZTURKMEILI VODKA: Una vodka prodotta in Montana con cereali autoctoni e acqua pura, dal gusto morbido e versatile.
- NO. 3 LONDON DRY GIN: Un gin londinese con sei botaniche provenienti da tutto il mondo, dal sapore intenso e fresco.
- Grappa Fuoriclasse Leon Riserva 7 Anni: ottenuta da uve Merlot, Cabernet, Pinot nero e 7 anni in barrique di ciliegio e rovere.
- Elephant Gin African Explorer: Un omaggio alle botaniche africane con foglie di Buchu, zenzero bianco e monodora.
- Amaro Amara Agricolo: Un liquore siciliano all'arancia rossa con fioritura di ginestra selvatica dell'Etna.
- Whisky Benriach 12 YO Smoky: Uno scotch whisky torbato dello Speyside, maturato in botti di bourbon, sherry e Marsala.
- Farmer's Reserve Strength Gin: Un gin ecosostenibile prodotto con grani biologici e botaniche selezionate.
- Elixir BaffoTonico: Un elixir amaricante con 26 tra bacche, radici e fiori dalle virtù stomatiche.
- Nordés Gin: Un gin galiziano con albariño e botaniche atlantiche, fresco e balsamico.
- Whisky TER Lignum: Un whisky altoatesino maturato in tre legni: rovere, ciliegio e larice.
L'Uso dei Liquori in Pasticceria
Che si tratti di liquori, amari o distillati, gli alcolici sono spesso presenti nelle ricette dolci tradizionali. Basti pensare alle bagne per le torte, delicatamente profumate con liquori diluiti in acqua o latte, alle pesche dolci ripiene di crema o ai cioccolatini con rum o brandy. È tra gli ingredienti principali per una buona zuppa inglese, la bevanda che conferisce gusto ma soprattutto colore al dolce: l’alchermes è un liquore da sempre utilizzato prettamente in pasticceria, perlopiù nel Centro Italia.
Nonostante il nome ingannevole, l’amaretto non rientra nella categoria degli amari: è invece un liquore a tutti gli effetti, a base di erbe, mandorle amare, talvolta anche ciliegie, prugne, cacao, erbe e zucchero. Una bevanda nata nel Cinquecento nella città di Saronno, secondo il racconto popolare per idea di una locandiera della zona che offrì l’elisir fatto di erbe, zucchero tostato, mandorle amare e brandy al pittore Berbardino Luino, al tempo in città per dipingere un affresco nel Santuario della Beata Vergine dei Miracoli. L’artista apprezzò così tanto la bevanda che la fece conoscere a tutti, e in questo modo il liquore si diffuse anche al di fuori del territorio. Oggi l’amaretto è uno dei prodotti italiani più diffusi all’estero e viene prodotto principalmente in due stabilimenti storici di Saronno, uno della ILLVA Saronno, che commercializza il noto marchio Disaronno, e uno dell’azienda Paolo Lazzaroni&Figli, produttrice dell’Amaretto Lazzaroni 1851.
Ottenuta dalla distillazione del vino bianco, questa acquavite francese viene invecchiata in botti di rovere e prodotta nell’omonima città. Prime tracce scritte del cognac risalgono al 1622 e sembra siano stati gli olandesi che risalivano il fiume Charente a insegnare ai contadini locali la distillazione dei vini non adatti a sopportare i lunghi viaggi. Compagno fedele del cognac è senza dubbio il cioccolato: squisiti, infatti, i cioccolatini ripieni, oppure una semplice torta al cioccolato bagnata con il distillato diluito in acqua. Da provare anche in una crema pasticcera al cioccolato o - perché no?
Dalla distillazione della melassa della canna da zucchero con il suo succo nasce il rum, una delle acquaviti più popolari e apprezzate in tutto il mondo. Nonostante il più noto sia quello caraibico, il rum nasce in realtà a Londra nel Quattrocento: fin da subito, la bevanda venne accolta con successo, tanto che il re d’Inghilterra Carlo II Stuart nel 1664 decide di fondare una distilleria nelle Colonie Americane, nella zona che oggi corrisponde a Staten Island. A questa, seguono quella di Boston e poi tante altre sparse per le varie colonie, fino a trasformare il rum nel prodotto di punta del New England, tanto da diventare una moneta corrente, merce di scambio pregiata e ricercata. Oltre a essere usato come bagna per le torte, il rum può essere anche inserito direttamente nell’impasto di dolcetti vari, per esempio nel tipico salame di cioccolato.
Dici Sambuca e dici Molinari. A lanciare sul mercato internazionale il prodotto, infatti, è stato proprio Angelo Molinari negli anni ’40, ma a inventare la bevanda fu Luigi Manzi nel 1851 che in una lettera ritrovata nei documenti d’archivio della famiglia, scrive: “Produco un’anisetta fina che fa ottimamente allo stomaco dopo il pasto, chiamata Sambuca per via dei sambuchelli, gli acquaioli delle parti mie che vanno né campi a dissetare i contadini recando loro acqua e anice”. Fin da subito, infatti, la Sambuca è stata apprezzata per le sue proprietà digestive, oltre che per il sapore gradevole e aromatico.
Sono le ciliegie marasche i frutti alla base del maraschino, un liquore fatto con un’infusione alcolica con ciliegie e poi arricchita con sciroppo di acqua, zucchero e altri ingredienti. Una specialità nata a Zara nel Medioevo, la cui ricetta è stata messa a punto dai farmacisti di un monastero domenicano della città. Ad avviare la produzione industriale, invece, il mercante veneto Francesco Drioli, che perfezionò il prodotto e cominciò a commercializzarlo nel 1759. Nello stesso anno, nasce l’omonima fabbrica di maraschino Drioli, che conquista subito anche i paesi stranieri, Austria e Inghilterra in primis.
La denominazione “grappa” è riservata esclusivamente all’acquavite di vinaccia ottenuta da materie prime ricavate da uve prodotte e vinificate in Italia, distillate in impianti ubicati nel territorio nazionale. Si tratta di una bevanda ottenuta da vinacce fermentate e distillate direttamente mediante vapore acqueo oppure con l’aggiunta di acqua nell’alambicco. L’origine del nome, a dispetto delle apparenze, non è geografica, sebbene proprio vicino al Monte Grappa ci siano due tra le più note distillerie italiane (Poli e Nardini proprio a Bassano del Grappa) che possono far pensare ad un legame territoriale. In realtà, la parola grappa deriva dal latino medioevale “grappolus”, ovvero grappolo d’uva.
Durante il Rinascimento era forse la bevanda più diffusa, immortalata anche da libri e film, a cominciare da “Le avventure di Pinocchio” di Collodi, in cui la fata turchina regala un confetto ripieno di rosolio al burattino, per finire con la Disney, che chiama così lo spasimante ripetutamente rifiutato dalla maga Amelia. Come si intuisce dal nome, si tratta di un liquore derivato dai petali di rosa e spesso utilizzato come base per la preparazione di altre bevande. Una specialità nata nei conventi, grazie all’inventiva delle suore che mettevano a macerare in alcol i petali per ottenere un liquido da offrire agli ospiti più importanti, spesso come ammazzacaffè. In passato, era molto diffuso nelle grandi occasioni, specialmente durante i matrimoni: veniva infatti offerto agli sposi come segno di buon augurio. Oggi, di rosoli in commercio se ne trovano diversi e non solo a base di rose: si possono produrre anche con erbe aromatiche o frutta.
Altro alcolico perfetto da usare per i dolci è il brandy, prodotto nato grazie agli alchimisti islamici del Trecento: a diffonderlo furono gli spagnoli delle colonie sud-occidentali e ancora oggi, infatti, il brandy di Jerez de la Frontera, una città al confine col Marocco, è tra i più pregiati e ricercati al mondo. Diluito con sciroppo di zucchero o latte, il brandy può essere utilizzato per inumidire gli strati delle torte, prima di farcirle con creme o mousse.
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