Tragedia a Marsa Alam: Turista Italiano Ucciso da uno Squalo
Domenica 29 dicembre, Marsa Alam, una delle destinazioni turistiche più popolari del Mar Rosso, è stata teatro di una tragedia. Gianluca Di Gioia, un turista italiano di 48 anni, ha perso la vita a seguito di un attacco di squalo mentre praticava snorkeling.
Dettagli dell'Incidente
Secondo le prime informazioni fornite dal Ministero dell'Ambiente egiziano, l'attacco si è verificato nelle prime ore del mattino. Gianluca si trovava in acque profonde, accompagnato da un altro turista italiano, che nel tentativo di aiutarlo è rimasto ferito, ma in modo non grave.
Identificazione dello Squalo
Non è ancora confermato con certezza quale specie di squalo sia responsabile, ma gli esperti sospettano che si tratti di uno squalo tigre (Galeocerdo cuvier), lo stesso che, qualche mese prima, nella stessa zona, era stato protagonista di un altro attacco fatale ai danni di un giovane turista russo. Lo squalo tigre fa parte dei cosiddetti "Big Three", insieme allo squalo bianco e allo squalo leuca, specie note per essere coinvolte negli attacchi all'uomo.
Il Tentativo di Soccorso
Con lui è rimasto ferito anche l'amico di Cremona, Giuseppe Fappani, che si è lanciato in acqua nel tentativo di mettere in salvo l'amico appena conosciuto in vacanza. Ad assistere all'aggressione, la moglie di Fappani, che racconta quei terribili istanti. "Mio marito ha fatto di tutto per salvare l'amico, che stava nuotando in acque balneabili".
"Di Gioia stava facendo snorkeling quando, improvvisamente, è stato attaccato dallo squalo. Peppino - ha raccontato la coniuge del cremonese - si è gettato in acqua cercando di spaventare lo squalo per permettere all'amico di liberarsi".
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Ma non c'è stato nulla da fare e anche Fappani è stato azzannato. Fortunatamente, nonostante le ferite importanti alle braccia e alle gambe, non è in pericolo di vita e già in serata è stato sottoposto a un intervento chirurgico.
Contraddizioni sulle Acque
Le parole della donna sulle acque di balneazione contraddicono però la tesi della polizia egiziana. Per le autorità de Il Cairo, che hanno aperto un'inchiesta, l'attacco sarebbe infatti avvenuto "in acque profonde al di fuori della zona di balneazione".
Gli eventuali scenari che si stagliano in questo momento sono tre: o il sub italiano stava nuotando in acque profonde, al di fuori della barriera che ogni resort deve obbligatoriamente costruire con boe e reti per evitare possibili attacchi da parte degli squali; o le reti in quel momento non c'erano; o terza, e meno verosimile, lo squalo è riuscito a penetrare la barriera salvavita del resort entrando nella piccola baia dove in quel momento Di Gioia stava nuotando.
Perché gli Squali Attaccano l'Uomo?
L'ipotesi più comune per spiegare gli attacchi di squalo è quella dello “scambio di preda”: lo squalo confonderebbe l'uomo con le sue prede naturali, come foche o pesci di grossa taglia. Tuttavia, recenti studi stanno mettendo in discussione questa teoria, dimostrando che gli squali sono perfettamente in grado di distinguere un essere umano da una foca.
In realtà, sembra che alcuni attacchi abbiano una matrice predatoria chiara. Come ha affermato l'ittiologo Francesco Tiralongo, ricercatore presso l'Università di Catania: «Un grosso squalo affamato può attaccare se ha fame», specialmente in condizioni di sovraffollamento delle acque, come quelle di Marsa Alam, che accolgono ogni anno migliaia di turisti.
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Sovraffollamento e Alterazione del Comportamento
Il mare, in particolare nelle destinazioni turistiche come Marsa Alam, è sempre più frequentato da bagnanti, sub e snorkeler, il che aumenta la possibilità di incontrare con gli squali. La presenza massiccia di esseri umani può alterare il comportamento naturale di questi predatori, aumentando il rischio di conflitti.
Il Problema delle Esche
Uno dei problemi più preoccupanti emersi negli ultimi anni è l'abitudine di alcuni tour operator di utilizzare esche per attirare gli squali e offrire ai turisti l'emozione di vederli da vicino. Questa pratica, oltre ad essere illegale in molti Paesi, contribuisce a creare un'associazione pericolosa nella mente degli squali, che imparano a collegare il cibo alla presenza degli esseri umani. Questo comportamento può scatenare la cosiddetta "frenesia alimentare", spingendo gli squali sempre più vicino alla riva e aumentando il rischio di morsi accidentali o, peggio, di attacchi.
Cosa Fare in Caso di Attacco?
La cosa più importante è prevenire: evitare di fare il bagno in ore crepuscolari, ed evitare zone conosciute per la presenza di diverse specie di squali. Inoltre non si dovrebbe mai e poi mai andare troppo lontano dalla costa e restare isolati, in queste acque è prudente muoversi sempre con persone del posto che sanno quali sono le aree più sicure.
Nel raro caso di un comportamento aggressivo da parte dell'animale ci sono delle aree da colpire per scoraggiare l'animale, come conferma l’ittiologo Tiralongo: il muso dello squalo, così come i suoi occhi, sono aree particolarmente sensibili. Quindi si possono dare forti colpi a mano aperta sul muso, oppure provare a ferirlo impedendogli la vista. In questi casi l'animale potrebbe essere infastidito al punto da convincersi a lasciar perdere la sua impresa.
Precedenti Attacchi nel Mar Rosso
Ma non è la prima volta che gli squali attaccano turisti nel Mar Rosso. Alcune spiagge affacciate sul Mar Rosso furono chiuse nel luglio del 2022, dopo che una turista austriaca di 68 anni era stata uccisa da uno squalo. Nel giugno del 2023, invece, un turista russo fu ucciso da un pescecane che fu poi catturato in un'area vicino a Dream Beach, nella città di Hurghada, come riporta anche Al Jazeera. Anni prima, tra il 1997 e il 2021, in Egitto si erano verificati cinque attacchi fatali di squali, in località come Sharm el-Sheikh, Marsa Alam e Habili Gafar.
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Misure Adottate
Dopo i più recenti incidenti, le autorità egiziane avevano annunciato l'installazione di dispositivi di monitoraggio collegati ai satelliti per tracciare i movimenti e il comportamento degli squali. L’obiettivo: adottare misure precauzionali per proteggere sub e bagnanti dagli attacchi.
La Biodiversità del Mar Rosso e la Rarità degli Attacchi
Il Mar Rosso è molto famoso per la sua biodiversità marina. Bisogna comunque precisare che gli attacchi di squali contro l’uomo sono eventi estremamente rari. E, secondo la National Oceanic and Atmospheric Administration, solo circa una dozzina delle oltre 300 specie di squali sono state coinvolte in attacchi agli esseri umani.
"Gli squali si sono evoluti milioni di anni prima che esistessero gli esseri umani e quindi gli esseri umani non fanno parte della loro dieta normale. Gli squali sono predatori opportunisti, ma la maggior parte di loro si nutre principalmente di pesci e invertebrati più piccoli. Alcune delle specie di squali più grandi predano foche, leoni marini e altri mammiferi marini”, precisano gli esperti. “È noto che gli squali attaccano gli esseri umani quando sono confusi o curiosi”.
Inoltre gli esperti fanno presente che “le temperature dell'acqua in aumento, causate dal riscaldamento globale, possono modificare gli habitat naturali degli squali, spingendoli più vicino alle coste. Secondo un ricercatore esperto di squali dell’Arizona State University, James Sulikowski, gli esseri umani non sono intenzionalmente nel menu degli squali. Gli squali seguono semplicemente le loro prede, come le foche, e si ritrovano sempre più vicini alla costa dove la probabilità di un incontro umano è alta.
Le Decisioni del Governatore del Mar Rosso
Domenica, il Governatore del Mar Rosso, Amr Hanafi, ha deciso di adottare misure precauzionali per ridurre i rischi e garantire la sicurezza di cittadini e visitatori a Marsa Alam, a seguito di un attacco di uno squalo nella zona settentrionale.
Le decisioni del governatore prevedono, nell'Articolo I, la sospensione delle attività di nuoto e snorkeling in alcune aree marine interessate dal divieto, in particolare quelle situate di fronte alle estremità dei moli, oltre a marine e spiagge, a partire da una profondità di un metro da Port Ghalib a nord fino a Marina Marsa Alam a sud, per tre giorni a partire dal 29 dicembre.
Articolo II: È prevista la formazione di un comitato di monitoraggio composto da ricercatori ambientali delle riserve naturali del Mar Rosso, in collaborazione con l'Associazione per la Protezione e Conservazione Ambientale di Hurghada (HEPCA). Il comitato si occuperà di effettuare un monitoraggio continuo, verificare che le imbarcazioni non scarichino rifiuti in mare e che i rifiuti delle imbarcazioni vengano consegnati alle marine al ritorno. Dovranno essere redatti rapporti giornalieri e inviati alle autorità competenti.
Articolo III: Tutti gli hotel e i villaggi lungo la costa della Governatorato del Mar Rosso devono nominare un numero sufficiente di bagnini qualificati che abbiano seguito i corsi necessari e ottenuto i certificati richiesti.
Articolo IV: È vietato praticare attività marine nell'area chiusa, inclusi pesca, immersioni per persone non qualificate o prive di licenza di immersione, snorkeling e altri sport acquatici, per un periodo di tre giorni dalla data di emissione della decisione. Le imbarcazioni commerciali devono operare esclusivamente in aree sicure.
Articolo V: Le attività di immersione costiera sono consentite nell'area vietata dalla data di emissione della decisione, ma sono limitate a sub qualificati e in possesso di licenze di immersione. Nuoto e snorkeling sono permessi solo all'interno di lagune chiuse non collegate al mare aperto.
Articolo VI: È vietata qualsiasi attività di pesca commerciale o ricreativa nell'area delimitata, così come la presenza di attrezzature da pesca, sia su barche private che su barche commerciali.
Le autorità competenti sono incaricate di attuare questa decisione e di informare tutte le parti interessate.
Marsa Alam, i quattro precedenti attacchi mortali
Centinaia di migliaia di turisti vengono a Marsa Alam ogni anno, molti dei quali fanno immersioni o snorkeling in aree dove gli squali sono comuni. Ma i precedenti attacchi non sono così frequenti. Ci sono stati tre attacchi mortali lungo l'intera costa di Marsa Alam, che è lunga 240 km (va da Berenice a El Quseir). Oltre alla morte di Di Gioia, si registra l'attacco mortale a Hurghada a un russo nel giugno dell'anno scorso e di due turiste nel 2022 (un'austriaca e, secondo i media, una britannica).
Sempre nel Mar Rosso un giovane ucraino aveva perso un braccio nel 2020 e la stessa sorte era toccata a una donna egiziana nel settembre dell'anno scorso a Dahab, sulla costa del Sinai.
Ci sono diverse ipotesi su quello che è successo: la donna potrebbe aver offerto del cibo all'animale oppure potrebbe aver commesso un errore quando ha deciso di allontanarsi a nuoto dal gruppo di snorkelisti di cui faceva parte.
Il secondo incidente mortale si è verificato il 21 marzo 2015, quando uno squalo (probabilmente uno squalo mako ) ha morso la gamba di un uomo tedesco di 52 anni all'altezza del ginocchio. Stava nuotando nella baia di Coraya vicino a Port Ghalib sulla costa di Marsa Alam. Un bagnino ha cercato di soccorrerlo tempestivamente le cronache parlano dell'uomo morto sulla spiaggia o durante il trasporto all'ospedale di Port Ghalib, presumibilmente per emorragia.
Il pomeriggio del 3 agosto 2018 un turista ceco di 41 anni è stato ucciso dopo essere stato attaccato da due squali tigre mentre nuotava a Marsa Shagra, circa 20 chilometri a nord della città di Marsa Alam. Resti umani sono stati poi trovati su una spiaggia.
L'attacco più recente, ed estremamente insolito e raccapricciante, di uno squalo nel Mar Rosso si è verificato l'8 giugno 2023. Uno squalo tigre femmina affamata e incinta di 500 kg ha attaccato, sbranato e divorato uno specialista informatico russo di 23 anni, Vladimir Popov, che stava nuotando in acque relativamente basse a circa 30 metri dalla famosa spiaggia sabbiosa di Dreams a Hurghada.
Non solo Marsa Alam, ma anche Sharm El Sheikh. Tutti gli attacchi lungo la costa egiziana: boom nel 2010
Marsa Alam non è un punto maledetto, o più battuto da questi animali. Si registrano attacchi lungo tutta la costa egiziana del Mar Rosso.
C'è l'episodio di un uomo è stato ucciso mentre faceva snorkeling al largo di Sharm El Sheikh nel 2004 e c'è stata una breve ma estremamente insolita serie di attacchi a bagnanti nello stesso resort alla fine del 2010. Il 30 novembre, una donna di 48 anni è stata morsa a un piede e a un braccio da uno squalo pinna bianca mentre faceva snorkeling a Coral Bay. E 15 minuti dopo, una donna di 70 anni che faceva snorkeling nelle vicinanze si è vista amputare il piede e l'avambraccio destro. La mattina successiva due uomini sono attaccati e gravemente feriti al largo di Ras Nasrani e, infine, appena quattro giorni dopo, il 5 dicembre 2010, una donna di 70 anni fu uccisa da uno squalo pinna bianca oceanico, sempre mentre faceva snorkeling nella zona di Sharm El Sheikh.
Ci sono anche ipotesi sulla frequenza degli attacchi: c'è chi punta il dito contro lo scarico di pecore morte in mare da parte di navi cargo o l'alimentazione degli squali da parte di subacquei.
La Procura di Qusayr, in Egitto, ha avviato un'indagine sulla morte di Gianluca Di Gioia, il 48 enne romano morto nel Mar Rosso, a seguito dell'attaccato di uno squalo (che ha coinvolto anche un altro turista italiano di 69 anni) per determinare le cause e le circostanze dell'aggressione.
Secondo i media egiziani, le indagini preliminari hanno rivelato che l'incidente è avvenuto in acque profonde, fuori dalla zona balneare a nord di Marsa Alam, e che l'animale fosse uno squalo tigre, lungo 2,5 metri: una delle specie che il Ministero dell'Ambiente egiziano, lo scorso anno, ha messo sotto sorveglianza e monitoraggio satellitare a seguito di un incidente simile.
Yasmine Fouad, la ministra egiziana dell'Ambiente, ha confermato che la zona dell'incidente è stata chiusa e che è stato vietato nuotare nella zona dei ponteggi per due giorni a partire da oggi, annunciando la formazione di un comitato urgente, in coordinamento con il Governatorato del Mar Rosso e le autorità interessate, per scoprire le cause dell'incidente.
I connazionali vittime dell'aggressione dello squalo
La vittima, Gianluca Di Gioia, aveva compiuto 48 anni il 21 dicembre, era sposato ed era a Marsa Alam in vacanza, con la famiglia. L'uomo risiedeva in Francia e lavorava alla Commissione europea, presso il Centro comune di Ricerca (Jrc), il servizio della Commissione per la scienza e la conoscenza.
L'altro turista italiano rimasto ferito è Peppino Fappani, di 69 anni, originario di Genivolta, nella provincia di Cremona.
Fappani era amico da diverso tempo di Di Gioia e oggi, a “Non Stop News” su Rtl 102.5, la figlia dell' uomo, odontotecnico che lavora a Soncino, ha raccontato : "Si è avvicinato per prestare soccorso all'altro ragazzo ed è stato trascinato sott’acqua dallo squalo. Mio padre sta meglio ma è ancora ricoverato.
Ad attaccare a Marsa Alam è stato uno squalo tigre, la specie era sotto sorveglianza dopo un incidente analogo nel 2023
Dai primi elementi dell'inchiesta sulla morte del turista italiano in Egitto, emerge che ad attaccarli è stato uno squalo tigre, lungo 2,5 metri, una specie che il ministero dell'Ambiente aveva posto sotto sorveglianza e tracciamento satellitare l'anno scorso, dopo un incidente simile, che ha riguardato un turista russo.
Naguib Sawiris ha dichiarato attraverso il suo account ufficiale su "X" che le cause dell'incidente sono state le barche da pesca commerciali che hanno scaricato i loro rifiuti in mare, sottolineando che la pesca commerciale deve essere vietata in questa zona turistica: "Il ritorno dal turismo è più importante delle barche che distruggono le persone e cacciano i pesciolini senza responsabilità".
I precedenti nel Mar Rosso
Non è la prima volta che gli squali attaccano turisti nel Mar Rosso, ricorda al Jazeera. Alcune spiagge affacciate sul Mar Rosso furono chiuse nel luglio del 2022, dopo che una turista austriaca di 68 anni era stata uccisa da uno squalo. Nel giugno del 2023, un turista russo fu divorato da un pescecane che fu poi catturato in un'area vicino a Dream Beach, nella città di Hurghada.
Dopo questi incidenti le autorità egiziane avevano annunciato l'installazione di dispositivi di monitoraggio collegati ai satelliti per tracciare i movimenti e il comportamento degli squali con l'obiettivo di adottare misure precauzionali per proteggere sub e bagnanti dagli attacchi.
Il Governatorato del Mar Rosso ha obbligato gli hotel a posizionare reti in mare lungo le spiagge private per determinare la distanza di sicurezza consentita per nuotare e immergersi e per impedire ai predatori di avvicinarsi ai turisti.
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