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Morte di un Commesso Viaggiatore: Un'Analisi Approfondita del Dramma di Arthur Miller

Morte di un commesso viaggiatore, scritto da Arthur Miller e pubblicato nel 1949, è un'opera che risuona profondamente con il pubblico, offrendo uno spaccato critico del sogno americano e delle sue conseguenze sulla vita di un uomo comune.

La Trama: Un Sogno Infranto

La trama è nota e paradossalmente semplice nella sua durezza: Willy Loman è un commesso viaggiatore che, nel corso di una lunga carriera, ha percorso innumerevoli chilometri per promuovere i prodotti che rappresenta nel mercato del New England.

Willy è il prodotto tipico della società americana: un uomo ossessionato dalla felicità personale e dal successo professionale con conseguente benessere economico. Al suo fianco c’è ancora la moglie innamorata ma i figli, al di là di quanto Happy si vanti, sembrano aver deluso i talenti e le prospettive giovanili e si accontentano - quasi compiaciuti - di una vita modesta.

Willy Loman è un anziano commesso viaggiatore che si guadagna da vivere vendendo stoffe nel New England, basandosi sulla sua parlantina e sulla fiducia nelle proprie capacità di persuasione. Per tutta la vita ha inseguito il sogno americano del successo e della felicità a tutti i costi, quella che consiste nel vedere che c’è qualcuno dietro di sé per potersi sentire superiori e poter vantare, davanti agli altri e a se stessi, di essere qualcuno che conta nella società, qualcuno che le persone rispettano e di cui ammirano le abilità professionali, nonché lo status economico.

Diciamolo subito, senza giri di parole: Willy non ce l’ha fatta; non ha raggiunto quella felicità tanto vagheggiata e inseguita, con una tenacia a tratti allucinata. Continua difatti a sperare che la svolta della sua vita sia imminente e che basterà un nonnulla - un incontro, quello giusto, una conversazione, una settimana - per realizzarla. Altre volte riversa questo sogno, incallito e duro a morire, sui figli, che educa in maniera vacua, senza offrirgli il valore della fatica e della lealtà.

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Tutto ciò che conta, non si stanca di ripetere ossessivamente, è farsi benvolere dalla gente, così da riuscire ad intercettare i contatti utili a fare carriera e ad avanzare nella scala sociale; che è mobile tanto quanto traballante.

La trama si dipana in un intreccio di epoche e ambientazioni diverse. La scenografia risulta, a ben ragione, dinamica; rappresenta l’interno di un’abitazione le cui pareti vengono di continuo ora chiuse ora aperte dagli attori in scena, così da simulare l’avvicendarsi di luoghi e ricordi diversi.

La storia si svolge nell’America del secondo dopo guerra, tra le città di New York e Boston. L’epoca storica è quella del “sogno americano“, in cui ciascuno è responsabile del proprio destino e della costruzione del proprio futuro. Tutti vengono lasciati soli, in realtà, in città grandi, in cui regna il disincanto.

Un Sistema Spietato

Il pluripremiato dramma di Arthur Miller è una feroce critica al sistema di valori su cui si basa la società americana, un sistema spietato e crudele alimentato dall’energia dei sogni della gente comune. Un sistema che induce Willy a cercare conforto nel passato, estraniandosi da un contesto deludente per rivivere momenti felici.

Il telone sul palco che accoglie gli spettatori, fin da prima che lo spettacolo abbia inizio, parla chiaro: raffigura il profilo grigio e caliginoso d’una metropoli qualsiasi, con tanto di grattacieli e fumi. Poi il telo viene sollevato e la recita comincia: siamo nella New York degli anni ’40 del Novecento.

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Willy prova a essere benvoluto e si può dire che l’apparire è più importante dell’essere e, soprattutto oggi, tu sei qualcuno se appari e tutto questo fa sì che molte volte mettiamo in campo l’ipocrisia, poche volte riusciamo a mantenere integro il meccanismo di onestà.

La Famiglia Disfunzionale

Accanto a lui, la sua famiglia disfunzionale: la moglie, appunto, ed i due figli in eterno bilico tra l’ammirazione per quello che potrà essere ed il rancore per il tempo speso ad aspettare che si avveri. Sa di poter e dover essere l’artefice del proprio destino, mantra alla base del “sogno americano” in cui è immerso, ma questo lo fa sentire a maggior ragione solo e inadeguato, inetto rispetto ai successi che vede accadere attorno a sé.

Nemmeno i due figli maschi, tuttavia, riusciranno a diventare qualcuno. Uno lavora senza grandi soddisfazioni e passa da una relazione sentimentale all’altra, senza cura e senza rispetto. L’altro, che è il personaggio forse più complesso, si sente inadeguato ai ritmi lavorativi, frenetici e spasmodici, che gli impediscono di godersi le piccole cose della vita: il sole in faccia e un bagno al mare. Sembra quasi rivendicare la libertà di non voler essere ambizioso, il che suona come un’eresia alle orecchie del padre e dell’intera società che lo guarda.

Lo stanco venditore, dal canto suo, solo a tratti e per poco riesce a contentarsi della vita che nei fatti conduce; della moglie - un’Alvia Reale che dà l’ennesima prova di un’interpretazione superba - che è sempre lì a cercare di consolare le sue frustrazioni, accudendole con tutto l’amore e l’abnegazione di una sposa totalmente dedita al marito.

Durante l’evoluzione della storia, si scivola lentamente nell’abisso dove sprofonda il protagonista. Willy Loman entra in un vortice, è il vortice della sua smania di perfezione, della sua sete di successo e di auto affermazione nella società. Il personaggio si pone in costante paragone con il resto delle persone che lo circondano e ha un rapporto morboso con i suoi due figli, in particolare con Biff.

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L'Attualità del Dramma

Le delusioni e gli slanci che il (troppo) grande sogno americano induce e inculca sono ben presenti agli spettatori, tanto ieri quanto oggi. Una storia triste che ha l’inquietante capacità di insinuarsi nella coscienza con tocchi di realtà attuale. Inoltre, il voler essere - e mostrare - ciò che non si è di Willy Loman e la sua superficialità ben si rispecchiano nella moderna richiesta di personal marketing e nel miraggio di successo degli influencer via rete, dove una vita virtuale fatta di apparenza sovraesposta riesce solo a stento e temporaneamente a nascondere l’essenza del nostro essere.

E anche la “ricerca della felicità” di Loman è coerentemente destinata a frantumarsi nel gesto estremo, unico modo rimasto per aiutare - non richiesto - Biff a raggiungere finalmente il successo, finanziandolo con la riscossione della tanto sofferta assicurazione. Anche questa iniziativa finale è destinata al fallimento.

Forse ce lo dice Charley, il buon amico di Loman, che sempre gli è rimasto vicino con affetto: “Non calunniate quest'uomo. Tu non hai capito: Willy era un commesso viaggiatore. E se tu fai il commesso viaggiatore non vivi sulla terra. Non sei il tipo che avvita un bullone o mi legge gli articoli del codice o mi prescrive la ricetta. Tu lavori così, per aria, aggrappato a un sorriso o al lucido che hai sulle scarpe. E quando nessuno ti sorride più, è la fine del mondo. Da quel momento cominci a sbrodolarti il vestito e addio, sei finito. Non calunniate quest'uomo. Un commesso viaggiatore deve sognare.

Considerato il particolare momento storico che stiamo vivendo con il conflitto ucraino, con le notizie strazianti che stiamo sentendo e le immagini che stiamo vedendo, la storia prende anche un’altra valenza.

La Messa in Scena e l'Interpretazione

Sino a domenica 1 maggio al Teatro Parenti di Milano è possibile assistere alla messinscena del dramma, nella traduzione di Masolino D’Amico, prodotta da Goldenart in collaborazione con Teatro Stabile del Veneto e Teatro Stabile di Bolzano. È una versione spettacolare che conta in scena un cast composto da ben undici attori - ormai un lusso in questi ultimi anni segnati dalla crisi del settore - capitanati da Michele Placido e Alvia Reale, due autentici pezzi da novanta che con un’interpretazione magistrale non mancano l’occasione di ricordare al pubblico questo loro ruolo di icone. Alla regia Leo Muscato orchestra con cura questa ballata dei sogni infranti, curando il frenetico viavai del numeroso gruppo di attori e, quando la trama lo concede, forzandone l’interpretazione sino a renderli la maschera grottesca e spietata dell’essere umano che impersonano.

In questa versione, diretta da Leo Muscato, troviamo Michele Placido nel ruolo del protagonista (Willy Loman) e Alvia Reale in quella della moglie accudente e devota (Linda Loman).

Ottima l’interpretazione di Placido, forse resa meno “arrabbiata” dal regista Muscato rispetto a quel che ricordavo dalle visioni antiche e dalla lettura del testo. Mi è molto piaciuto anche il modo con cui l’attore è riuscito a descrivere “la propria mente”, i propri pensieri, unendo parole a gesti ricorrenti, evocativi (gli occhi rivolti a terra, la testa ciondolante quasi i ricordi pesassero troppo, la figura fantasmatica del fratello proiezione mentale delle proprie insicurezze, la voce mai urlata dei momenti di rabbia). La voce, ecco, forse l’unico appunto si può fare ad una recitazione quasi strozzata e poco incline a raggiungere tutte le sfumature possibili.

Nel cast, un immenso Michele Placido, entrato “a sorpresa” in sostituzione di Alessandro Haber che purtroppo non ha potuto recitare a causa di problemi di salute. Al fianco di Placido, un’immensa Alvia Reale, nei panni di Linda, moglie del protagonista Willy Loman.

Michele Placido (Willy Loman): malinconico, disperato, allegro, gioviale, talora aggressivo, rancoroso. Tante sono le facce che si alternano di questo personaggio presentato da Michele Placido. Uomo stanco, che si sforza ancora di credere nel suo sogno di successo. Alvia Reale (Linda Loman): mite e forte al tempo stesso questa Linda, interpretata da Alvia Reale. La moglie ancora innamorata del suo Willy, sempre pronta a proteggerlo, a sostenerlo, ad incoraggiarlo. Fabio Mascagni (Biff Loman) e Michele Venitucci (Happy Loman): sono i due fratelli, i due figli di Willy.

Gli interpreti, soprattutto i quattro principali, la famiglia Loman, sono tutti di gran levatura.

Tabella dei Personaggi Principali e Loro Caratteristiche

Personaggio Descrizione
Willy Loman Commesso viaggiatore ossessionato dal successo e dal sogno americano.
Linda Loman Moglie devota di Willy, sempre pronta a sostenerlo.
Biff Loman Figlio maggiore di Willy, tormentato dal rapporto con il padre e dalle aspettative disattese.
Happy Loman Figlio minore di Willy, imita i sogni del padre e cerca la felicità superficiale.

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