Nizza Monferrato: Cosa Vedere e Degustare nel Cuore del Piemonte
La cara vecchia Nizza della Paglia (era questo il vecchio nome di Nizza Monferrato) è il perfetto archetipo della cittadina sabauda di provincia: la via maestra, i palazzi notabili, il Foro Boario, la piazza buona.
È facile perdere il senso del tempo tra le sue vie, osservando le insegne di legno dei negozi e degustando i suoi tanti prodotti tipici.
Attorno, oltre i torrenti Nizza e Belbo che la chiudono a cuneo, un mare di colline dolci e di pianure fertili ne garantiscono ricchezza e coltivazioni.
Qui batte il cuore del vecchio Piemonte, un cuore tutto per la Barbera, con una denominazione tutta sua che ça va sans dire non poteva che chiamarsi “Nizza”, che potete degustare all’Enoteca Regionale del Nizza a Palazzo Crova.
Cosa Vedere a Nizza Monferrato
Se vi state chiedendo cosa vedere a Nizza Monferrato, ecco alcuni suggerimenti:
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- Piazza Garibaldi con il Foro Boario: Detta "la cima di Nizza", è delimitata da un viale alberato. Qui sorge il Foro Boario, simbolo del commercio, costruito alla fine dell’800.
- Piazza Martiri di Alessandria: Nucleo principale della città, da qui partono strade e vicoletti suggestivi. È un piacere passeggiare sotto i portici e ammirare le insegne dei negozi.
- Palazzo De Benedetti: Antica sede della sinagoga della comunità ebraica locale, oggi smantellata.
- Palazzo Baronale Crova: Pregevole esempio di residenza nobiliare cittadina del XVIII secolo, con imponenti scalinate in pietra e splendide decorazioni pittoriche.
- Duomo e altre chiese: Da visitare la chiesa di San Giovanni Lanero, considerata il Duomo di Nizza Monferrato, in passato dedicata a San Francesco.
- Musei cittadini: Tra questi, il museo multimediale Palazzo del Gusto, all’interno del Palazzo Crova, dedicato ai vini del territorio e ai prodotti di eccellenza.
Piazza Garibaldi e il Foro Boario
1. Piazza Garibaldi, detta “la cima di Nizza” è una piazza di pianta rettangolare, delimitata da un viale alberato. Qui sorge anche il Foro Boario, simbolo del commercio, costruito sul finire dell’800.
Piazza Martiri di Alessandria
2. Questa piazza, nucleo principale della città, è sicuramente una delle cose da vedere a Nizza Monferrato. Da qui partono strade e vicoletti suggestivi ed è un piacere passeggiare sotto i portici, fermandosi ad ammirare le insegne e gli allestimenti dei negozi, alcuni dei quali allestiti con arredo d’epoca.
Palazzo De Benedetti
3. Antica sede della sinagoga della comunità ebraica locale, oggi smantellata. L’edificio, non ha mai avuto segni particolari di riconoscimento, tipico delle sinagoghe di ghetto d’altronde, ma era in un certo senso “nascosto” nel palazzo De Benedetti. In seguito all’emancipazione del 1848, il numero di ebrei appartenenti alla comunità diminuì e all’inizio del Novecento la sinagoga venne chiusa. Gli arredi, però, sono ancora visibili presso la sinagoga di Alessandria.
Palazzo Baronale Crova
4. Racchiuso tra i vicoletti del centro storico, Palazzo Crova è sicuramente una delle cose da vedere a Nizza Monferrato durante la vostra visita. Questo prezioso esempio di residenza nobiliare cittadina del XVIII secolo, presenta al suo interno dominano imponenti scalinate in pietra, ampi vani, muri possenti, splendide decorazioni pittoriche.
Duomo e altre Chiese
5. Da visitare a Nizza Monferrato anche i suoi edifici religiosi, in particolare la chiesa di San Giovanni Lanero, considerata il Duomo di Nizza Monferrato, in passato dedicata a San Francesco. Il nuovo nome fa riferimento a quello di un antico castello della zona.
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Musei Cittadini
6. Tra i musei cittadini da vedere a Nizza Monferrato c’è sicuramente il museo multimediale Palazzo del Gusto che, come ho scritto, si trova all’interno del Palazzo Crova. Questo museo è dedicato ai vini del territorio, protagonisti indiscussi di un viaggio nel Monferrato, e ai prodotti di eccellenza, quali la carne di razza bovina piemontese, il cardo gobbo, la robiola di Roccaverano, la mostarda, la nocciola.
Itinerari nei Dintorni di Nizza Monferrato
Usciamo dunque da Nizza Monferrato seguendo la strada del Bricco, romantica Chiesetta cipressata che ci introdurrà, anche visivamente, al mare dei vigneti che ci attende.
Tra borgate e chiesette campestri prosegue fino a Castelnuovo Calcea per poi svoltare a destra in Via Momparone; in breve si prende quota e quasi si ritorna indietro per percorrere una delle creste più panoramiche del Monferrato con destinazione la piccola, isolata frazione di Noche.
Ci si immette quindi subito oltre Vaglio Serra per scendere in poche curve nel Parco Naturale della Val Sarmassa da dove si svolta per Incisa Scapaccino. Sul percorso è d’obbligo una sosta a Vinchio, luogo del cuore di Davide Lajolo.
La parte alta di Incisa Scapaccino (la villa) è molto bella (fu sede di Marchesato aleramico) e merita una passeggiata tra palazzi neogotici, dimore nobiliari, conventi (da non perdere il Santuario della Madonna del Carmine del Quattrocento, con importanti affreschi più antichi) e tracce superstiti della poderosa fortificazione di questa storica famiglia monferrina.
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Percorriamo velocemente il resto della piana del Belbo che ha in Castelnuovo Belbo il suo centro di riferimento; qui troviamo il Museo dedicato a Cirio e la piccola panoramica Chiesetta campestre della Regina Angelorum, che è del Trecento.
Eccoci in breve a Bruno, piccolo comune con la Cantina Comunale e il Castello medioevale dei Faà all’estremo confine astigiano sull’alessandrino, dal quale proprio attraverso i boschi si arriva a Mombaruzzo.
È questo uno dei borghi più carichi di storia del Monferrato che, posto sulla “via della seta” da Savona alla Fiandre, disponeva anche di una grande filanda.
Oggi è famoso invece per gli ottimi amaretti morbidi, che si trovano per tutto il paese e per la grappa, della quale si possono scoprire tutti i segreti nel bel Museo del Distillatore.
Il cuore storico batte nel ricetto, tutt’ora chiuso da quattro altissime mura (in parte ancora visibili) con due soli accessi, memoria delle due porte.
All’interno troviamo la Chiesa della Maddalena, vari palazzi medioevali (tra cui il Palazzo Marchionale e le Case Dacia e Ferraris), la Torre Civica eretta dai Marchesi del Monferrato nel XIII secolo, l’ex-Confraternita barocca di Sant’Andrea, il Palazzo dei marchesi Pallavicini, l’ex-asilo oggi Museo del Territorio “Pinino Nota” e la Chiesa di Sant’Antonio Abate (XIV sec).
I borghi attorno a Mombaruzzo sono tutti piacevoli, immersi come sono nella più grande distesa vitata della regione, equamente divisa tra Barbera e Brachetto d’Acqui, un raro vitigno rosa, dolce e aromatico.
Andiamo dunque a Maranzana, dove all’ombra del castello troviamo i grandi “babaci” (pupazzi di pezza) a raccontare le storie del paese e la memoria museale dell’ardito esploratore Giacomo Bove; quindi passiamo a Quaranti primo di una serie di ricetti minori, bella la Chiesetta panoramica dei SS.
Cosma e Damiano, e la locale Bottega del Vino; ecco poi Castelletto Molina che è tutto raccolto intorno al Castello turrito dalle forme curiosamente basse, con l’antica piccola ecclesia castri e la tradizione langhetta della pallapugno.
Si sale poi al Bricco Oddone, bel punto da cui si domina tutto l’itinerario e si passa da Castel Rocchero, altro ricetto con voltone di ingresso, ormai sul confine delle Langhe.
Infine, si ridiscende al ricetto di Fontanile: la sua Chiesa moderna ne ha stravolto un po’ la trama medioevale a doppia cinta di un tempo (ma si leggono ancora parte delle mura, le due porte e l’unica torre superstite).
Il “cupolone” di San Giovanni Battista (52 metri di cupola per 16 di diametro) è un’opera in stile eclettico del bolognese Gualandi.
Una passeggiata nel borgo permette di ammirare le installazioni de “I Muri raccontano”, un modo creativo di animare con l’arte il centro del paese.
Da Fontanile, passando da Castel Boglione, percorriamo la valle del rio Bogliona fino all’ex-convento quattrocentesco per poi girare a destra e salire altissimi a Montabone, borgo chiuso già di pura Langa, su questo impalpabile confine orografico.
Montabone è il paese natio di Guglielmo Caccia, grande pittore della Controriforma che fu molto attivo a Moncalvo e dintorni, da cui il soprannome.
Qui la vista cambia completamente e, se da un versante si dominano le mille colline monferrine, ecco che il versante verso la Bormida e Acqui Terme precipita scosceso, mentre quello rivolto a sud-ovest è chiuso inesorabilmente dall’erta infinita di Roccaverano.
Meritano una gita la piccola San Vittore, tutta di pietra, isolata sul suo poggio panoramico da 600 anni e l’ex Chiesa Campestre di San Rocco, tornata a nuova vita grazie a Zhang Enli e la sua installazione “A Cheerful Person”.
Scendiamo abbastanza rapidamente su Rocchetta Palafea (altro paese di confine) con la sua bella Torre di pietra (26 metri), la Parrocchiale barocca e l’orgoglio di un campione della pallapugno come Massimo Berruti.
I vigneti ora ritornano di prepotenza mentre si percorre la fantastica strada della Serra, che cala aerea come una funicolare dritta su Calamandrana Alta, un piccolo borgo incantato in cui castello, giardino, chiese, Bottega del Vino e l’unica via formano un corpus omogeneo intriso di poesia.
Calamandrana Bassa, invece, è teatro di un dei raduno dei cercatori di tartufi, che si ritrovano ogni anno a fine stagione (gennaio).
Canelli e il Moscato d'Asti
Canelli è una città che si colloca tra Langa e Monferrato. A Canelli si ha una combinazione climatica molto particolare.
Siamo proprio a cavallo tra Langhe e Monferrato. Il Moscato che si coltiva qui era già conosciuto durante l’Impero Romano. Ancora oggi è amato ed apprezzato in tutto il mondo.
Sempre più spesso è anche frutto di riuscite sperimentazioni che te lo faranno assaporare nelle varianti dolce, demi sec e secco. Canelli e le sue colline sono uno spettacolo in ogni stagione.
Una giornata dedicata a Canelli ed al Moscato d’Asti saranno un sicuro piacere.
Gli Infernot del Monferrato
Cosa sono gli Infernot? Sono piccoli locali, cantine, nella maggior parte dei casi in case private, che nascono per creare l’ambiente ideale per custodire il vino. Sono luoghi quasi segreti.
Da alcuni anni alcune persone hanno creato quasi un movimento che vuole far conoscere questi luoghi magici. Ci sono visite programmate in alcune domeniche dell’anno.
In una quindicina di Comuni si potevano visitare Infernot che in altri periodi dell’anno sono inaccessibili.
Consigli Utili per Visitare Nizza Monferrato e il Monferrato
Una delle note dolenti di questa area è la scarsità dei mezzi pubblici. E’ consigliabile quindi utilizzare la propria auto.
SlowDays è famosa per i suoi Tour in bicicletta. Ed ormai sono molti i turisti, anche in gruppi numerosi, che si affidano a noi per organizzare un Tour in e-bike.
Ed allora potresti pensare di dedicare uno o più giorni, in e-bike, per conoscere queste bellissime colline.
Tra una Barbera ed un Moscato potresti dimenticarti di tanti vini molto più famosi.
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