Ossigeno Portatile da Viaggio: Vantaggi e Svantaggi
Questa è una delle domande più frequenti tra quelle che ci vengono rivolte dai pazienti che necessitano di ossigenoterapia e desiderano viaggiare.
Modalità di Erogazione dell'Ossigeno
La principale differenza tra il concentratore di ossigeno portatile e la bombola di ossigeno liquido è il tipo di erogazione. Il concentratore eroga ossigeno solamente quando il paziente è in fase di inspirazione, mentre non viene erogato nulla quando il paziente è in fase di espirazione. Questo tipo di erogazione discontinua è definita ad "onda pulsata" oppure "on demand".
Al contrario la bombola di ossigeno eroga ossigeno in flusso continuo: sia in fase di inspirazione che in fase di espirazione viene erogato ossigeno. Poiché l’ossigeno viene utilizzato solo in fase inspiratoria vi è un certo grado di spreco nella somministrazione di O2 in continuo.
Funzione Riabilitativa dei Concentratori Portatili di Ossigeno
Proprio grazie al loro tipo di erogazione i concentratori portatili permettono una maggiore riabilitazione - e quindi un miglioramento generale - del sistema respiratorio. Essendo l'ossigeno erogato solo mediante cannula nasale, e solamente in fase di inspirazione, il paziente non potrà utilizzare la bocca come compensazione per ossigenare i polmoni.
La Paura di Rimanere Senza Ossigeno
Una delle più grandi paure di chi svolge l'ossigenoterapia è quella di rimanere senza ossigeno: la bombola infatti si svuota regolarmente e necessita di un servizio di ricarica/sostituzione continuativa per garantire la terapia al paziente. Spesso il servizio di chi porta l'ossigeno a domicilio non è così efficiente, e così i pazienti vivono nella continua angoscia di ricevere l'ossigeno in tempo prima che finisca.
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Ancora più grande è, poi, la paura di rimanere senza ossigeno quando si va in giro con lo stroller (la bombola portatile): la sua autonomia è limitata nel tempo e spesso è inferiore alle attese.
Il Peso
Un altro aspetto fondamentale da considerare nella scelta tra concentratori di ossigeno e bombole portatili è il peso: mediamente uno stroller pesa 3-4 kg o anche di più quando è totalmente pieno di ossigeno.
I moderni concentratori di ossigeno portatili sono dei veri pesi piuma: basti pensare al concentratore Inogen One G3 che, con batteria inserita, pesa appena 2,2 Kg (infatti è attualmente il concentratore più leggero al mondo).
Concentratore di Ossigeno: Come Funziona
Il concentratore di ossigeno invece è un dispositivo che produce ossigeno al momento, senza bisogno di stoccarlo al suo interno. Dopo essere stata aspirata, l’aria viene scomposta nelle sue componenti principali tramite filtrazione con conseguente rilascio di ossigeno puro fino al 96%.
I concentratori di ossigeno portatili sono dotati di batteria e permettono di avere un’autonomia virtualmente illimitata grazie alla possibilità di essere ricaricati ovunque vi sia una presa elettrica (casa, bar, auto, etc.) e sono dotati di batterie che permettono di rimanere senza alimentazione elettrica fino a 8 ore.
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Sì, i concentratori di ossigeno sono concepiti per un uso continuativo 24/24 H. Sì, il concentratore di ossigeno è uno strumento che rende l’ossigenoterapia più facile e più sicura. Innanzitutto scompare l’ansia di rimanere senza ossigeno, fattore che limita molto la vita al di fuori del domicilio.
Considerazioni Aggiuntive
Bombola di ossigeno portatile (Stroller): Lo stroller è l’unità portatile che viene fornita ai pazienti in ossigenoterapia domiciliare. Pesa molto quando è carica (4,5 kg), dura da 2 a 6 ore (a seconda del flusso di ossigeno utilizzato), spesso e volentieri perde acqua o fischia e l’ossigeno contenuto all’interno evapora totalmente in 6/8 ore a causa dello stato criogenico in cui è conservato.
La bombola di ossigeno portatile è una discreta soluzione quando si vuole rimanere in prossimità della propria abitazione, ma nel momento in cui si decide di rimanere fuori casa per diverse ore non permette di avere né l’autonomia né la tranquillità psicologica per potersi allontanare.
Ossigeno liquido che è al momento il più utilizzato, è contenuto in una unità base che si tiene in casa e una unità portatile di piccole dimensioni , il cosiddetto stroller, facilmente trasportabile a spalla o su un apposito carellino, che si carica collegandolo all’unità base e che consente di effettuare ossigenoterapia quando si lascia la propria abitazione.
Viaggiare in Aereo: Prima di analizzare lo specifico problema delle bombole di ossigeno, è bene fare una doverosa premessa; le cabine della maggior parte dei moderni aeromobili durante il volo è pressurizzata. E’ però importante sapere che la pressione interna non rimane costante durante la salita e il volo in crociera, ma tende a diminuire gradualmente rispetto a quella del mare. Il paziente quindi, ad una ipotetica quota di crociera di circa 35000 piedi, sarà soggetto a un’atmosfera paragonabile a quella che troverebbe sulla vetta di una montagna di oltre 2000 metri. Naturalmente sulla vetta di una montagna così alta anche la concentrazione di ossigeno diminuisce; a causa di questo meccanismo, pazienti che normalmente necessitano di piccole quantità di ossigeno, potrebbero richiedere sostanziali aumenti del flusso erogato durante il volo.
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Purtroppo non esiste una risposta univoca, in quanto le politiche aziendali delle principali compagnie aeree di linea spesso non coincidono. Il motivo per cui una compagnia potrebbe non accettare a bordo i dispositivi e le bombole di erogazione di ossigeno dei passeggeri sono diversi e comunque riconducibili a norme di sicurezza. Per poter essere imbarcate quindi, le bombole di ossigeno necessitano di una particolare certificazione che le abilita al trasporto aereo, e che non tutte possiedono. Non bisogna poi dimenticare che l’ossigenoterapia identifica automaticamente il passeggero come un “paziente”, quindi affetto da una patologia se pur cronica.
Per aiutare tutti i passeggeri con questo particolare problema, ci viene incontro la ELF (European Lung Fondation) la quale ha interrogato singolarmente ogni compagnia aerea europea e non solo, creando un semplice database contenente tutte le politiche aziendali in materia di ossigeno a bordo. Entrambe le tipologie di velivoli hanno infatti, oltre a tutte le altre apparecchiature elettromedicali, anche una dotazione consistente di ossigeno gassoso terapeutico, e naturalmente ogni tipo di maschera per la sua erogazione.
Concentratori di Ossigeno di Nuova Generazione
Se il Vostro medico vi ha riferito che i concentratori non vanno bene per i pazienti in ossigenoterapia è molto probabile che sia rimasto "scottato" dalle vecchie generazione di concentratori. Come già detto le bombole di ossigeno liquido erogano ossigeno in flusso continuo: considerando che la fase di inspirazione è pari a 3/4 dell'intero ciclo respiratorio è normale considerare che circa 3/4 della bombola non vengano realmente utilizzati dal paziente. Su questo principio, nell'ottica del risparmio energetico della batteria, i concentratori di ossigeno portatili erogano ossigeno in flusso pulsato: l'ossigeno viene rilasciato dal dispositivo solo in fase di inspirazione. Tuttavia questo sistema di rilascio "on demand" ha richiesto persi anni prima di essere messo a punto in maniera ottimale.
Le prime generazioni di concentratori infatti rilasciavano l'ossigeno con molta velocità, ma poca pressione. Risultato: i pazienti che utilizzavano i concentratori desaturavano in maniera sensibile rispetto all'ossigeno liquido. Non era infrequente avere pazienti affetti da BPCO che saturavano fino al 94% con l'ossigeno liquido mentre non arrivavano all'85% con il concentratore di ossigeno portatile. Dal 2012-2013 in poi le nuove generazioni di concentratori di ossigeno hanno raggiunto standard altissimi grazie ai sistemi di rilascio più rapidi e più sensibili.
Kalstein: Innovazione nei Concentratori di Ossigeno a Flusso Continuo
Nel mondo dei dispositivi medici, i concentratori di ossigeno a flusso continuo alimentati a batteria hanno rivoluzionato il modo in cui i pazienti affetti da malattie respiratorie gestiscono il proprio trattamento. Il concentratore di ossigeno a flusso continuo alimentato a batteria di Kalstein è caratterizzato dal design compatto e leggero, ideale per facilitare la mobilità del paziente. Il design ergonomico e l'utilizzo di materiali durevoli garantiscono che il concentratore Kalstein possa resistere all'uso quotidiano e alle condizioni di viaggio.
L’efficienza in medicina è un aspetto cruciale quando si considera qualsiasi dispositivo medico. Il concentratore di ossigeno Kalstein si distingue per la sua efficienza energetica e la sua capacità di erogare un flusso continuo di ossigeno con un consumo energetico minimo. Rispetto ai suoi concorrenti, come il concentratore LoveGo Medical, che offre fino a 7 litri al minuto ma ha una durata della batteria limitata a 14 ore, il Kalstein si distingue per il suo equilibrio tra prestazioni e durata della batteria. L'uso di un concentratore di ossigeno alimentato a batteria a flusso continuo può significare un miglioramento significativo nel trattamento dei pazienti con malattie respiratorie croniche.
Il concentratore Kalstein non solo fornisce un flusso di ossigeno costante ma è anche dotato di funzionalità avanzate come allarmi di basso livello di ossigeno e avvisi di batteria scarica. Queste caratteristiche garantiscono che il paziente sia sempre informato sullo stato del dispositivo, evitando situazioni rischiose. Confrontando il concentratore di ossigeno Kalstein con i suoi concorrenti, i vantaggi sono evidenti. La combinazione di flusso continuo di ossigeno, lunga durata della batteria e design compatto rendono Kalstein la scelta preferita per molti pazienti.
In sintesi, quando si considera un concentratore di ossigeno alimentato a batteria a flusso continuo, è fondamentale valutare diversi fattori come la capacità di flusso, la durata della batteria, il peso e le caratteristiche di sicurezza. Sebbene sul mercato siano disponibili diverse opzioni, il concentratore di ossigeno Kalstein si distingue per il suo equilibrio tra prestazioni, efficienza e praticità. La scelta di un concentratore di ossigeno non influisce solo sull'efficienza in medicina, ma può anche fare una differenza significativa nel miglioramento del trattamento dei pazienti.