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Palermo: Cosa Vedere e Fare in Questa Affascinante Città

Palermo, capoluogo della Sicilia, è una città ricca di fascino e storia, un vero crocevia di culture che l'hanno resa la bellissima città che è oggi. Dimora di Fenici, Normanni e altri popoli illustri, Palermo offre un'esperienza unica ai suoi visitatori. Ma cosa vedere a Palermo in un giorno, in un fine settimana o durante un weekend lungo?

Itinerari nel Cuore di Palermo

Per visitare Palermo a fondo, forse non basterebbe una settimana, tanto è ricca di monumenti e luoghi da vedere. Tuttavia, se la visita della città fosse inserita in un viaggio in Sicilia, può capitare che il tempo a disposizione per vedere Palermo sia quello di un solo giorno. Ecco alcuni itinerari per scoprire le principali attrazioni della città:

Giorno 1: Alla Scoperta del Centro Storico

L’itinerario a piedi parte da Teatro Massimo, uno dei più famosi monumenti di Palermo. Avanzando sempre su Corso Vittorio Emanuele si incontra Piazza Pretoria, uno dei posti più belli di Palermo. Al centro dell’omonima piazza, di fronte il palazzo comunale, c’è la “Fontana Pretoria” o, come la chiamano i palermitani, la “Fontana della Vergogna” per via della nudità delle statue tutte attorno (altri sostengono che il riferimento sia invece alla corruzione delle classi dirigenti locali del XVIII e XIX secolo). Si raggiunge, poi, Piazza Bellini con la Chiesa della Martorana e la Basilica di San Cataldo: entrambe valgono la visita. La Chiesa della Martorana è, senza dubbio, uno degli edifici ecclesiastici più particolari di sempre. La chiesa fa parte dei beni dell’Eparchia di Piana degli Albanesi e pur essendo soggetta alla Santa Sede segue il calendario liturgico ortodosso. Le decorazioni musive all’interno sono il punto forte dell’edificio. Su tutte, il “Cristo pantocratore” sulla sommità della cupola. Una raffigurazione tipica dell’arte bizantina, con il Cristo benedicente circondato da quattro angeli prostrati in adorazione ai suoi piedi. Si raggiunge ora il mercato della Vuccirìa, luogo di tutte le delizie street food che Palermo è capace di offrire.

Giorno 2: Tra Palazzi e Catacombe

Il secondo giorno a Palermo può partire visitando le meraviglie del Palazzo Reale, altresì conosciuto come il Palazzo dei Normanni. Quest’ultima, intitolata a San Pietro apostolo, fu costruita nel 1130 per volere di Ruggero II di Sicilia. Si tratta di una basilica a tre navate celebre per i mosaici bizantini che la affrescano. Il più grande e famoso di tutti è il “Cristo pantocratore”, motivo decorativo presente anche nella chiesa della Martorana. Simbolo del potere e della magnificenza del regno normanno, al suo interno sono visitabili le stanze reali e la splendida Cappella Palatina. Poco distante dal Palazzo dei Normanni trova posto la chiesa di San Giovanni degli Eremiti, caratterizzata da uno stile spiccatamente orientale. Nei pressi della chiesa di San Giovanni, per la precisione in via Porta di Castro, si trova una delle bellezze palermitane scoperte più di recente. Poco più avanti si trova il mercato di Ballarò, la tappa ideale per il pranzo e per una pausa dalle visite museali.

Spazio, ora, a uno dei luoghi più suggestivi (e terrificanti) di Palermo. Stiamo parlando delle Catacombe dei Cappuccini. Situate nel cuore del quartiere Cuba di Palermo, sono un vero e proprio museo della morte. Al loro interno, infatti, sono custodite le salme dei frati cappuccini, ma anche di nobildonne vestite a puntino, corpi di bambini e, ancora, di interi nuclei famigliari.

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Oltre il Centro Storico: Monreale e Mondello

Vale la pena di uscire dal centro storico di Palermo per visitare, ad esempio, la Cattedrale di Monreale, altresì noto come Duomo dorato. E perché non approfittarne per una giornata sulla spiaggia di Mondello e, se la stagione lo permette, tuffarsi tra le sue acque limpide come farebbe un vero palermitano.

Borghi Vicino Palermo: Cefalù e Cinisi

Quali borghi vedere vicino a Palermo? Senza dubbio la splendida Cefalù, che trova posto ai piedi di un promontorio roccioso: il mare turchese e le casette bianche a ridosso del porto la rendono una cartolina vivente. Ma anche Cinisi, dove l’antico centro storico conserva testimonianze del passaggio dei cartaginesi e dei romani.

Patrimonio dell'UNESCO

Non a caso, nel 2015, il centro storico cittadino è stato dichiarato patrimonio dell’Unesco.

La Cattedrale di Palermo

La Cattedrale di Palermo costituisce quasi un compendio perfetto della millenaria storia della città. Prima basilica paleocristiana; poi moschea, nell’ambito della lunga dominazione araba; infine nuovamente chiesa con i Normanni. Quanto allo stile, Ferdinando Fuga, architetto alla corte di Carlo di Borbone nella seconda metà del ‘700, impose all’edificio una decisa virata neo-classica ridimensionando di molto le precedenti impronte arabo-normanne, gotiche e barocche. Non tutto però è andato perduto. Tracce dei precedenti stili sono evidenti nell’abside maggiore (arabo-normanno), nel portale principale d’ingresso (gotico) e, ancora, nella cupola (barocco).

Chiesa della Martorana

Costruita nel 1143 dall’ammiraglio Giorgio d’Antiochia, fedele servitore del re normanno Ruggero II, la chiesa della Martorana è una delle più affascinanti chiese bizantine in Italia. C’è chi sostiene la più bella in assoluto, anche per via del contrasto tra lo stile arabo-normanno, motivo per cui è inserita nei beni tutelati dall’Unesco, e le successive aggiunte barocche del ‘600. Nel 1433 Alfonso d’Aragona cedette la chiesa al vicino monastero benedettino fondato dalla nobildonna Eloisa Martorana. Da qui il nome della chiesa, riferimento spirituale della numerosa colonia italo-albanese riparata in Sicilia tra XIII e XIV secolo per sfuggire alla pirateria turca. La Chiesa della Martorana è visitabile tutti i giorni, al di fuori delle funzioni sacre.

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Le Catacombe dei Cappuccini

“Il luogo dove i vivi incontrano i morti”. C’è scritto così sul sito dedicato al cimitero del Convento dei Frati Cappuccini di Palermo, e non è un modo di dire. Al contrario, la frase chiarisce a pieno il motivo per cui i frati cominciarono a mummificare i cadaveri: dare ai parenti la possibilità di continuare a incontrare i propri cari, proprio come se quest’ultimi fossero vivi. Tutto comincia dalla consuetudine dei frati cappuccini della chiesa di Santa Maria della Pace di seppellire i propri confratelli in una fossa comune sotto l’altare dedicato a Sant’Anna. Da qui l’idea di migliorare i processi di mummificazione naturale e di estendere tale pratica alla borghesia palermitana. Tale pratica è terminata agli inizi del ‘900, con la significativa eccezione di Rosalia Lombardo, bambina di due anni mummificata (però artificialmente) per volere del padre e tuttora ospitata nelle catacombe. Le Catacombe dei Cappuccini sono aperte tutti i giorni dell’anno (festivi compresi).

Palazzo dei Normanni e Cappella Palatina

Palazzo dei Normanni è tante cose. È la più antica residenza reale d’Europa; è la sede dell’Assemblea Regionale Siciliana; è uno dei monumenti più visitati dell’isola; è, infine, il palazzo dove si trova la meravigliosa Cappella Palatina. Si tratta di una basilica a tre navate celebre per i mosaici bizantini che la affrescano. Il più grande e famoso di tutti è il “Cristo pantocratore”, motivo decorativo presente anche nella chiesa della Martorana. Molto bello pure il soffitto in legno recante incisioni e intagli che rimandano alla lunga dominazione araba della città. Non a caso, la Cappella Palatina, insieme alle cattedrale cittadina, e alle altre due di Cefalù e Monreale, da luglio 2015 è sotto tutela dell’Unesco. Due gli ingressi per il Palazzo dei Normanni.

La Kalsa

Visitare la Kalsa (dall’arabo al-Khalisa) significa visitare quello che per secoli è stato il luogo privilegiato della politica, della finanza e della cultura di Palermo. Da vedere, infatti, c’è veramente tanto, comprese le contraddizioni di cui abbiamo parlato all’inizio, spia, almeno da un punto di vista urbanistico, di un conflitto tra il presente e la memoria del passato. Palazzo Mirto, Palazzo Abatellis e l’Oratorio dei Bianchi sono i luoghi dove il passato glorioso della Kalsa - e di Palermo - viene custodito gelosamente. Il primo (Palazzo Mirto) è stato per quattro secoli la dimora della famiglia normanna più antica di Sicilia, i Filangieri Conti di San Marco, poi Principi di Mirto. Palazzo Abatellis, invece, è uno spazio museale con numerose collezioni medievali, moderne e archeologiche accumulate perlopiù durante il XIX secolo grazie a lasciti privati e alla soppressione delle corporazioni religiose.

Fontana Pretoria

Al centro dell’omonima piazza, di fronte il palazzo comunale, c’è la “Fontana Pretoria” o, come la chiamano i palermitani, la “Fontana della Vergogna” per via della nudità delle statue tutte attorno (altri sostengono che il riferimento sia invece alla corruzione delle classi dirigenti locali del XVIII e XIX secolo). Siamo sempre nella Kalsa, da un punto di vista storico-culturale, probabilmente il più importante dei 4 rioni in cui è suddiviso il centro storico cittadino.

Duomo di Monreale

La Cattedrale di Santa Maria Nuova, meglio nota come Duomo di Monreale, è un’altra tappa dell’itinerario arabo-normanno nel 2015 entrato a far parte del Patrimonio Unesco (ne fa parte anche la Cattedrale di Cefalù). Si trova a soli 5 chilometri da Palermo, nella centralissima Piazza Vittorio Emanuele, e da un punto di vista architettonico è un compendio perfetto della storia civile, politica e religiosa della Sicilia. Leggenda vuole che a ordinare la costruzione del tempio fu la Madonna che, apparsa in sogno al condottiero normanno, indicò a quest’ultimo un tesoro nascosto da cui attingere le risorse necessarie alla realizzazione dell’opera.

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I Mercati Storici: Vucciria, Ballarò e Il Capo

La parola chiave è “abbainare” espressione che rimanda ai richiami chiassosi dei venditori dei mercati di Palermo. Visitare questi luoghi è esercizio indispensabile per approfondire il “genius loci” del capoluogo siciliano in cui sono ancora evidenti le influenze della lunga dominazione araba.

Street Food Palermitano

Palermo è la capitale italiana dello street food, con tanto di evento dedicato nell’anno dell’Expo. Il panino con la milza (meusa), lo sfincione (focaccia morbida con pomodoro e caciocavallo), le budella di vitello (stigghione), le schiacciatine fritte di farina di ceci (panelle) meritano di esser mangiate almeno una volta nella vita. Non è solo cibo. È molto di più. È cultura popolare da cui, volendo, si può risalire alla storia della città, alle influenze francesi, spagnole, arabe e al modo in cui si sono riversate poi nei piatti della tradizione.

La Pasticceria Palermitana

Non c’è solo lo street food. La pasticceria palermitana, secondo alcuni la più buona del mondo, merita di essere trattata a parte. Cannoli, cassate, pasticcini alle mandorle, il gelo all’anguria, sono più che semplici sfizi. Al contrario, sono un pezzo di storia importante da cui è possibile ricostruire il “genius loci” palermitano.

Mondello e Ustica: Il Mare di Palermo

Palermo è anche una città di mare, guai a dimenticarsene. Perciò una visita in città non può che contemplare una passeggiata a Mondello, la spiaggia dei palermitani. Palermo, l’abbiamo detto, è anche una città di mare. Quello meraviglioso di Mondello, ma ancor di più quello di Ustica, non a caso soprannominata “l’isola dei sub“.

In sintesi, Palermo è una meta che combina cultura, avventura e relax, un mix perfetto per una vacanza in famiglia.

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