Escursioni e Sentieri a Piano Battaglia e Dintorni
Le Madonie offrono una varietà di percorsi escursionistici adatti a tutti i livelli di esperienza. Ecco alcuni itinerari imperdibili:
Itinerari Escursionistici
QUACELLA - PIANO BATTAGLIA - MONTE MÙFARA
Dal km 10,3 della SP 119, con in vista una bella panoramica della Quacella, si sale per una stradina e oltrepassate alcune villette e degli abbeveratoi si arriva al suggestivo Piano Trifoglio. Da qui si abbandona la strada in terra battuta e si prende il sentiero che si addentra nella faggeta. Oltrepassata Portella Arena si arriva a Piano Battaglia.
PIANO BATTAGLIA - PIANO PRINCIPESSA - PIZZO CARBONARA
Dalla circonvallazione di Piano Battaglia si prende la mulattiera e, lasciando sulla destra l'inghiottitoio della Battaglietta, si inizia a salire. Dopo un breve tratto di sentiero immerso nella faggeta, si raggiunge un bivio. Procedendo a destra si scende nella Valle di Zottafonda e continuando poi a salire si raggiunge Piano Principessa, al margine della quale si trova la Fossa della Principessa con l'omonimo nevaio.
Se dal bivio si procede, invece, sulla sinistra si arriva, dopo aver superato tratti immersi nella faggeta e tratti esposti, nella valle nota con il nome di Fosse di San Gandolfo.
PORTELLA COLLA - PIANO CERVI - CASA DI MASTRO PEPPINO
Raggiunto il bivio di Portella Colla, all'incrocio tra la SP 119 e la SP 54, si segue la carrareccia che procede in direzione nordovest. Abbandonata la strada sterrata si segue un viottolo in salita che porta nell'ampia e suggestiva valle di Piano Cervi. Da qui si segue una mulattiera sulla sinistra che si addentra nella Valle Marrabilice. Procedendo all'ombra di una fitta faggeta si arriva a Fontana Bianca (sulla sinistra si trova il sentiero che sale a Monte dei Cervi) e si procede sino a riprendere la strada sterrata.
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QUACELLA - VALLONE MADONNA DEGLI ANGELI - SANTUARIO DELLA MADONNA DELL'ALTO
Dal cancello del demanio forestale di contrada Quacella, all'altezza del km 8,3 della SP 119, si segue la strada sterrata che in breve esce dal bosco di conifere regalando una magnifica panoramica sulle Serre di Quacella, definite“Alpi Siciliane”. Si procede in un'area dove crescono numerose piante endemiche o rare. Raggiunta una curva a gomito si lascia la carrareccia e si procede lungo un sentiero che attraversa l'area di indigenato dell'endemico Abies nebrodensis. Ripresa più in alto la strada sterrata, si procede raggiungendo Piano Grande dove si trova un bivio.
PIANO NOCE - TIMPI A MIANNULA - LA PADELLA
Raggiunto il km 6 della SP 119, si prende la strada sterrata che scende fino al Vivaio di Piano Noce e si procede verso il Vallone San Nicola. Superata una sbarra si inizia a salire in un ambiente caratterizzato da macchia mediterranea, attraversando le cosiddette Timpi a Miannula. Si supera il selvaggio Vallone Inferno e continuando a salire si raggiunge il pianoro di Roccasella dove si trovano i resti di un interessante màrcatu.
Monti di Polizzi Generosa, nel VALLONE MADONNA DEGLI ANGELI
Da Polizzi ci si dirige verso la periferia est e si prende la SP 119. Dopo circa 1 km si segue la strada sterrata che sale verso la Casa Sanguisuche. Qui si abbandona la sterrata e si sale lungo un sentiero che regala ampie panoramiche verso la Sicilia centro-meridionale. Ripresa di nuovo la strada sterrata si continua in salita per 1300 metri circa quando si imbocca, sulla sinistra, uno stretto sentiero.
LE GOLE DI TIBERIO
Raggiungere il km 1,1 della SP 60 che dal bivio di Borrello (frazione di San Mauro Castelverde) sale verso Gangi, e prendere la strada, inizialmente asfaltata, che scende verso valle. Dopo circa 500 metri si raggiungono le Case Tiberio quindi si procede lungo una stradina in terra battuta e a tratti selciata, che muovendo tra secolari ulivi e macchia mediterranea conduce, dopo altri 500 metri circa, all'imbocco di un sentiero realizzato in anni recenti e ben segnalato da un cartello. Più di 400 gradini, in forte pendenza, collegano, con il letto del fiume, a poche decine di metri dall'ingresso alle gole.
Una volta raggiunto il greto del fiume, in quei periodi in cui la potata d'acqua è minima ci si può avventurare verso le gole. Si deve camminare, meglio con l'ausilio di scarpe da scoglio, per poche decine di metri in mezzo all'acqua e tra pietre scivolose, quindi fare molta attenzione. Con un canotto poi attraversare le gole alla fine di cui si trova una piccola spiaggetta, un bel posto per una piacevole e rilassante sosta. Procedendo ancora lungo il corso del fiume dopo circa 300 metri si raggiungono le piccole gole dove, per chi vuole, si possono fare altri piacevoli bagni.
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Ritorno, tutto in salita e molto duro, soprattutto durante le ore più calde e nei giorni più afosi. Abbigliamento da trekking con l'aggiunta di pantaloncini, scarpe da scoglio, costume da bagno, tovaglia, crema solare, cappellino e abbondante acqua. L’Associazione Sportiva Dilettantistica Madonie Outdoor da maggio e fino a settembre, organizza escursioni con il gommone nelle gole e a piedi lungo il fiume.
IL SENTIERO DELLA PACE/SANTUARIO MADONNA DELL’ALTO
- Percorso: Contrada Cella, Sorgente Cateratti, Pizzo Sant'Otiero, Portella di Mele, Madonna dell'Alto, Vallone della Cella.
- Lunghezza del percorso: circa 12 chilometri, ad anello (circa 9 chilometri fino al santuario).
- Tempo di percorrenza: circa 4 ore e 45 minuti l'intero percorso (circa 3 ore e 30 minuti fino al santuario).
- Natura del percorso: strada sterrata, mulattiera e sentiero.
- Segnaletica: segnavia bianco-rosso.
- Grado di difficoltà: EE - escursionistico per esperti.
- Quota minima: 1140 m
- Quota massima: 1810 m
- Dislivello: + / - 850 m
Raggiungere la località Cella e posteggiato il mezzo di trasporto nell'ampio spazio che si trova alla fine della strada sterrata, si inizia a camminare in direzione nordest seguendo la stradina in terra battuta. Lasciato, subito sulla sinistra, l'innesto del Sentiero dei Pellegrini, si procede dritti raggiungendo e oltrepassando il Vallone della Cella. Continuando in un ambiente aperto, si incontrano due enorme vasche per la raccolta dell'acqua che per diversi decenni furono utilizzate come vasche di carico della sottostante centrale idroelettrica, entrata in funzione nel 1908.
Subito dopo si attraversa la sorgente Cateratti, poi, in vista di Pizzo Sant'Otiero, si procede tra vasti e rigogliosi pascoli sino a raggiungere una stradina sterrata dove si intercetta il Sentiero della Pace che sale dal sottostante Ponte San Brancato. Continuando sulla sinistra si sale e dopo circa 400 metri si incontra, sul margine sinistro di una curva a gomito, proprio ai piedi della Rocca di Sant'Otiero (Vazu di Santu Tieru), una piccola casa utilizzata dagli operai forestali. La casetta è stata costruita utilizzando pietra calcarea del luogo, detta lumachella perché ricca di conchiglie fossili.
Procedendo lungo la strada sterrata, e avendo cura di tralasciare l'innesto di una mulattiera sulla destra, si incontrano diversi cespugli di due delle tante piante endemiche che crescono sulle Madonie. In questo tratto, proprio a nord di Pizzo Sant'Otiero, si può osservare anche l'abbozzo di una colonna che doveva essere montata nella Chiesa Madre di Petralia Sottana (prima metà del XVII secolo) ma lasciata incompiuta e abbandonata sul posto perché spezzatasi durante la lavorazione.
Raggiunto un pianoro, si abbandona la tracia sulla sinistra e si procede a destra. Subito dopo la strada fa una curva a sinistra ed entra in una valle dove i paesaggi di colpo cambiano. Lasciata un'ulteriore deviazione sulla destra si procede ai piedi dei frastagliati e ripidi pendii di Pizzo Inferno, sulla sinistra, e di Cozzo Lampo, sulla destra, che colpisce per l'ampia pietraia che si stende alla sua base.
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Si inizia a salire per un ripido e pietroso sentiero, dove si incontrano diversi arbusti di agrifoglio e poi anche cespugli di ginepro e alberi di faggio, e con un po' di fatica si arriva a Portella di Mele Abbandonata la traccia sulla destra, che scende verso gli alberi monumentali di Pomieri, si procede a sinistra per un bel sentiero immerso nella fitta faggeta. Superato il letto di un ruscello si raggiunge un piccolo rilievo roccioso, nei pressi di Cozzo del Filatore, da dove, si ha modo di ammirare vaste panoramiche. Da qui in poi il sentiero si fa a tratti poco evidente, quindi si raccomanda di procedere con la massima cautela aiutandosi con i segnavia bianco-rossi del CAI.
Si sale, per alcune centinaia di metri, seguendo un ripido tracciato quindi, superata un'area aperta che permette di godere di belle panoramiche che si spingono fino a Pollina, San Mauro Castelverde e oltre, si rientra nella faggeta e si procede in lieve salita. Usciti di nuovo dal bosco si cammina su vasti pascoli che regalano alla vista ampie panoramiche verso Monte Ferro, il Carbonara, Monte Daino, Monte Quacella, Petralia Sottana, Petralia Soprana e poi i Nebrodi, l'Etna, il centro della Sicilia. Si procede per un tratto quasi in piano, tra nuclei di faggio dal portamento basso e cespuglioso, quindi a mezzacosta si tagliano le pendici meridionali di Monte San Salvatore.
Oltrepassata un'ampia pietraia si inizia a scendere per tracce di sentiero sino a intercettare il Sentiero dei Pellegrini che sale dalla località Cella. Altri 20 metri circa, sulla destra, e si raggiunge la strada sterrata che sale dal versante di Polizzi Generosa. Qui si trova la fontana di Madonna dell'Alto, alimentata da acqua sempre freschissima, e il piccolo cippo cui è legato l'antico rito detto “'a pigghiata da petra”. Quest'ultimo tratto del percorso che sale al santuario (circa 70 metri di dislivello in 430 metri) bisogna affrontarlo con il giusto ritmo perché risulta sempre molto faticoso. Le origini del santuario sono incerte. Molti studiosi ne attribuiscono la fondazione, nel luogo dove esisteva già una chiesetta in rovina, al Beato Guglielmo Gnoffi da Polizzi, nella seconda metà del XIII secolo. La statua della Madonna, invece, porta la data 1471 sul piedistallo ed è attribuita a Domenico Gagini o a qualche suo stretto collaboratore.
Dopo si procede con il cammino iniziando la via del ritorno. Si scende fino alla fontana e si riprende il sentiero sulla destra. Lasciato subito il Sentiero della Pace sulla sinistra si continua a scendere in forte pendenza zigzagando prima tra sporadici faggi e poi tra vasti pascoli.
Sentiero Italia
Con questa tappa di media lunghezza e discreto dislivello il Sentiero Italia riprende quota addentrandosi nel Parco delle Madonie e giungendo nuovamente oltre i 1500 metri di altitudine. Dall’abitato di Scillano si aggira il versante nord ovest del Cozzo di Castellazzo prima di affrontare una ripida salita fino a una sella a nord est del Monte Fanusi. Lungo un altipiano frastagliato si raggiunge il rifugio forestale vallone giumenta da cui si imbocca una valle tra il Pizzo Colla e il Cozzo Piombino che raggiunge la Strada Provinciale 119.
Altri Itinerari e Informazioni Utili
Itinerario Madonie Sud
Essendo articolato nel versante meridionale e centro meridionale del sistema montuoso madonita e attraversando territori estremamente diversificati tra di essi, questo primo percorso consente di avere un'immagine esauriente dei vari ambienti che, più in generale, connotano l'intera area del Parco. Le escursioni o le passeggiate proposte lungo il percorso, costituiscono ulteriori strumenti di approfondimento conoscitivo di questa parte del Parco.
L'intero itinerario ha uno sviluppo, escursioni escluse, di chilometri 128,2, nel caso si intenda uscire dallo stesso punto di accesso (svincolo di Scillato della A 19), ovvero di chilometri 149,6 qualora si decida per la prosecuzione sino alla ss 113. Esso necessita di una permanenza ideale sul territorio di 3-5 giorni.
Itinerario Madonie Centro
Aggirando il massiccio centrale madonita - ma anche penetrandovi a fondo lungo l'asse Petralie-Piano Battaglia-Collesano - questo anello, che si origina e conclude sulla ss 113, al livello del mare, costituisce un vero e proprio compendio delle variegate e straordinarie realtà dell'area protetta. Ampi paesaggi marini - con la costa tra Palermo e Cefalù, Ustica e le Isole Eolie - aeree e bellissime cittadine, querceti e faggete impenetrabili, alte e inaccessibili vette, ambienti di rilevante interesse scientifico, si susseguono lungo questo itinerario senza soluzione di continuità, offrendo ora grandiose rappresentazioni di natura - talora del tutto selvaggia ed incontaminata - ora la visione di borghi e città, di ville suburbane e masserie, di mulini e marcati: importanti e rappresentativi elementi, questi, del paesaggio costruito.
Itinerario Madonie Nord
Questo itinerario interessa il versante settentrionale dell'area protetta - quello che degrada verso il Mar Tirreno - e si snoda in una sorta di quadrilatero che ha per vertici gli abitati di Pollina a nord-est, di San Mauro Castelverde a sud-est, di Gratteri a sud-ovest, di Cefalù a nord-ovest, includendo al suo interno anche le cittadine di Castelbuono e Isnello.
Partendo da Piano Battaglia in direzione della località «Battaglietta», dopo una breve salita, si raggiunge in direzione Nord-Est il vallone Zottafonda compreso tra pizzo Antenna e Monte Ferro. La salita continua sino a quota 1800 circa attraverso le doline di natura carsica ed una fitta faggeta. Quindi si procede in discesa in direzione Est lungo il vallone senza un vero e proprio sentiero; a quota 1424 ha inizio una carrozzabile, a sinistra della quale vi è un rudere visibile una volta giunti alle falde del Pizzo S. Stefano.
M.BIKE: da Piano Battaglia al Vallone di Zottafonda
Percorribilità solo da Piano Sempria al Piano Catagiddebbe in ripida salita. Superato il pizzo Santo Stefano, in sella sino a Piano Sempria. Tempo di percorrenza: 2h 30 m. quota arrivo 1.572. Lunghezza km. Escursioni: da Piano Sempria al Piano Catagidebbe;da Piano Sempria al Boschetto di agrifogli di Piano Pomo. Itinerario non segnato.
Particolarmente difficoltosa in alcuni tratti, l'identificazione del sentiero. Dal rifugio "Crispi" di Piano Sempria parte una larga mulattiera in salita che, dopo vari tornanti attraverso una faggeta, superato un bivio (che sulla sinistra in discesa porta a Piano Pomo), continua a destra sino a raggiungere la Valle Intera.
Giunti a Pizzo Palermo, dal quale si può ammirare un ampio panorama dei golfi di Palermo e Termini Imerese, si continua in direzione sud-ovest, seguendo tracce di filo spinato sino alla cima di Pizzo Carbonara (1979). In primavera si possono osservare esemplari di Edraianthus graminifolius.
Avvistamento dell’Aquila Reale
Non c’è migliore stagione che quella autunnale, per fare due passi tra i sentieri del Parco e augurarsi di osservare questo rapace affascinante e schivo. Raggiungete Petralia Sottana, e proseguite lungo la Strada provinciale 54, e circa tre chilometri prima di arrivare a Piano Battaglia, troverete alla vostra destra il parcheggio di Piano Farina. Siete arrivati a quota 1.360 metri sul livello del mare. Lasciate l’auto e proseguite a piedi per una breve e gradevolissima passeggiata.
Dei cartelli informativi installati dall’Ente Parco delle Madonie vi guideranno alla scoperta dell’aquila chrysaetos, ovvero “dorata” in greco, per il colore chiaro del suo piumaggio. La prateria si affaccia sul vallone Canna, offrendo uno dei panorami più belli di tutto il Parco. Una lunga ringhiera di legno vi separa da uno strapiombo mozzafiato da cui potrete scorgere a nord le isole Eolie, a est l’Etna e a ovest monte Mufara e monte Ferro.
Guardando nella stessa direzione, vi troverete davanti a pizzo Canna, con il suo “orrido”, ovvero un profondo canyon al fondo del quale scorre il torrente Vicaretto. Se siete fortunati proprio da lì potrete vederla planare nell’aria, con sua apertura alare di oltre due metri.
Tabella Riepilogativa Percorsi
Percorso | Difficoltà | Tempo di Percorrenza | Note |
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QUACELLA - PIANO BATTAGLIA - MONTE MÙFARA | - | - | Panoramico |
PIANO BATTAGLIA - PIANO PRINCIPESSA - PIZZO CARBONARA | - | - | Faggeta |
PORTELLA COLLA - PIANO CERVI - CASA DI MASTRO PEPPINO | - | - | Valle suggestiva |
QUACELLA - VALLONE MADONNA DEGLI ANGELI - SANTUARIO DELLA MADONNA DELL'ALTO | - | - | Piante endemiche |
PIANO NOCE - TIMPI A MIANNULA - LA PADELLA | - | - | Macchia mediterranea |
IL SENTIERO DELLA PACE/SANTUARIO MADONNA DELL’ALTO | EE - Per escursionisti esperti | 4 ore 45 minuti | Percorso ad anello |
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