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Poliziotto Spara e Uccide Straniero Armato di Coltello alla Stazione di Verona: Dettagli e Reazioni

Un cittadino del Mali di 26 anni è morto davanti alla stazione ferroviaria di Verona Porta Nuova dopo aver aggredito un poliziotto. L'episodio ha scatenato un'ondata di reazioni politiche e sindacali, sollevando interrogativi sulla sicurezza nelle stazioni e sulla legittima difesa.

La Dinamica dei Fatti

Secondo una nota congiunta della Procura della Repubblica e della Questura, il giovane straniero, identificato come Diarra Moussa, era stato autore di una serie di danneggiamenti e violenze durante la notte. In particolare, le telecamere cittadine lo avevano ripreso mentre, armato di coltello, aggrediva degli agenti della Polizia locale "che sono stati costretti ad allontanarsi e chiedere supporto per sfuggire alla sua furia".

Tornato nella stazione di Porta Nuova, il 26enne ha ripreso le sue azioni violente "arrivando a scagliarsi anche contro un agente della Polizia ferroviaria che, aggredito da posizione ravvicinata, ha esploso tre colpi in rapida successione, uno dei quali ha colpito al petto lo straniero". Lo stesso poliziotto ha tentato di rianimare l'uomo "che purtroppo è deceduto pochi minuti dopo".

La Procura della Repubblica di Verona, con il pubblico ministero Maria Diletta Schiaffino, sta indagando sull'accaduto. Al vaglio degli investigatori tutte le immagini registrate dalle numerose telecamere presenti nella zona.

Reazioni Politiche

Il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, ha commentato l'uccisione con un post sui social: "Con tutto il rispetto, non ci mancherà. Grazie ai poliziotti per aver fatto il loro dovere". Un commento che ha scatenato le polemiche del Partito democratico, che l'ha accusato di "festeggiare la morte".

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Flavio Tosi, europarlamentare e coordinatore veneto di Forza Italia, ha dichiarato: "Non è mai bello quando muore una persona, ma quella del poliziotto è stata legittima difesa, lo stabiliscono le ricostruzioni fatte e lo possono confermare le tante telecamere installate nei pressi della stazione. Il poliziotto, dopo aver sparato colpi per dissuadere la persona armata di coltello, è stato aggredito e si è difeso, perciò mi auguro che non subisca gravose e costose indagini sul suo operato".

La Posizione dei Sindacati di Polizia

I sindacati di polizia fanno quadrato attorno al loro collega e ora chiedono maggiori tutele. Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di polizia Coisp, ha dichiarato: "Ciò che è accaduto a Verona è l'ennesima prova di quanto sia diventata allarmante la minaccia rappresentata da chi vive ai margini delle aree ferroviarie. Parliamo di individui spesso fuori controllo, sotto l'effetto di droghe o con gravi disturbi psichici, capaci di atti di violenza improvvisa e ingiustificata, che mettono a rischio la vita dei cittadini".

Stefano Paoloni, segretario generale del sindacato di Polizia Sap, ha aggiunto: "La nostra è una professione difficile e rischiosa e purtroppo a volte siamo chiamati ad azioni estreme. Chiaramente auspichiamo che venga fatta chiarezza velocemente, ma temiamo che al collega venga notificato un avviso di garanzia come atto dovuto senza valutazioni a priori delle scriminanti previste nel nostro ordinamento, quali l'uso legittimo delle armi e la legittima difesa".

Andrea Cecchini, del sindacato Italia Celere, ha espresso un lungo sfogo di rabbia: "Siamo nelle mani di nessuno e ci dobbiamo arrangiare sempre in queste situazioni impossibili con uno stipendio ridicolo per le responsabilità che abbiamo! Io sono per l'accoglienza ma qui si sta esagerando, si accoglie a prescindere e ad occhi chiusi pur di un puntiglio di partito e di voti sapendo di mettere in strada persone altamente pericolose! Le conseguenze? Ai politici (purtroppo sempre della stessa area di chi vuole mettere il numero identiifcativo ai Poliziotti), ed anche ai magistrati che rimettono in libertà chi commette reato, non interessano le conseguenze sociali delle loro decisioni e questa accoglienza indiscriminata fa tremare le brave persone".

Pasquale Griesi, coordinatore dei reparto mobili del sindacato di polizia Fsp, ha dichiarato: "Straniero aggredisce la polizia con un coltello! Tranquilli! I Paesi di destinazione di questi stranieri, clandestini sono più che sicuri! Il peggio è tutto arrivato in Italia. Scusate il francesismo ma i cazzi ora sono delle ff.oo. che nonostante tutto devono intervenire".

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Le Indagini e l'Iscrizione nel Registro degli Indagati

È stato iscritto nel registro degli indagati l'agente della Polfer che ha sparato mortalmente a Diarra Moussa. Il quadro nel quale procede l'indagine è la legittima difesa, ma si vuole accertare se vi sia stato o meno un superamento di questo perimetro.

Felice Romano, segretario del sindacato di polizia Siulp, ha dichiarato: "A chi propone letture fuorvianti ed ingenerose dell'accaduto, ricordiamo sommessamente che i poliziotti hanno pochi istanti per poter decidere come reagire di fronte a situazioni emergenziali. E non lo fanno certo a cuor leggero. Il collega che ieri, per quanto emerso dai primi accertamenti, sembra essere stato costretto - ribadiamo: costretto - ad usare l'arma ha, come spiega il comunicato stampa della Procura della Repubblica, immediatamente dopo cercato di soccorrere l'aggressore che stava morendo. Basterebbe questo a capire che sotto quella divisa c'era una persona dotata di un profondo senso di umanità, che dovrà portare per tutta la vita il peso di quei brevi, drammatici momenti".

Precedenti nella Zona

L'episodio accaduto è solo l'ultima di una serie di violenze che si sono registrate a Porta Nuova negli ultimi giorni. Sabato scorso agenti della Polfer erano stati aggrediti da un algerino 36enne, che si era rifiutato di scendere da un treno ed era stato arrestato dopo aver scagliato un basamento di pietra contro i poliziotti. Il giorno prima era finito in manette un cittadino marocchino di 39 anni che si aggirava nello scalo ferroviario brandendo una spranga di ferro con la quale ha minacciato i ferrovieri e poi ha cercato di colpire gli agenti della Polizia Ferroviaria e i militari dell'Esercito Italiano impiegati nel servizio "Stazioni Sicure".

La Vittima: Chi Era Diarra Moussa

Moussa Diarra aveva 26 anni e veniva dal Mali. Era in Italia da circa 8 anni e aveva un regolare permesso di soggiorno. Si era visto respingere la richiesta di asilo come rifugiato. "È un immigrato regolare, stava lavorando, aveva un percorso di integrazione avviato. Bisogna capire cosa abbia fatto di lui una persona aggressiva in quel modo quella tragica mattina", ha detto l'assessora alla sicurezza Stefania Zivelonghi.

Tabella Riassuntiva

Dettaglio Informazione
Vittima Diarra Moussa, 26 anni, Mali
Luogo Stazione di Verona Porta Nuova
Causa della morte Colpo di pistola sparato da un agente della Polfer
Status legale dell'agente Indagato per eccesso colposo di legittima difesa
Precedenti della vittima Aggressione ad agenti della Polizia Locale e danneggiamenti

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