Porto Turistico di Crotone: Storia e Servizi
La città di Crotone, situata in una posizione geografica strategica, è da sempre legata al suo porto. Unico rifugio naturale sulla costa ionica dopo Taranto e Messina, era il punto ideale per l'attracco delle imbarcazioni che nell'antichità solcavano il Mediterraneo.
Storia del Porto di Crotone
Le testimonianze di un remoto passato, dagli antichi greci all’Unità d’Italia, raccontano l'importanza del porto per la città. La costa presentava un profilo molto diverso da quello odierno.
Nel tratto di mare tra l'antica Krimisa (l'odierna Cirò) e l'attuale Le Castella, secondo Plinio il Vecchio, sarebbero esistite cinque isole ben visibili dalla costa, oramai inghiottite dal mare: Meloessa, Tyris, Eranusa, Ogigia e Dioscoro. A Le Castella sono presenti resti archeologici sommersi, tra cui cave sommerse, scale e cisterne per l'approvvigionamento d'acqua ed olio.
I Romani conquistarono Kroton nel 277 a.C., guidati dal console Cornelio Rufino. Durante la seconda guerra punica, Annibale vi tenne i suoi accampamenti invernali per tre anni. Nel 194 a.C. vi fu dedotta una colonia romana.
Decaduta durante l'impero romano, la città risorse nuovamente in epoca bizantina, quando fu sede di un presidio (547). Nel 597 fu occupata dai Longobardi del Ducato di Benevento.
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Il re di Spagna Carlo V le concesse ampi privilegi, e ne fece potenziare il porto. Nel 1541, il viceré Don Pedro di Toledo fece restaurare e fortificare il castello preesistente, oggi noto come "Castello di Carlo V", con intervento ad opera di Gian Giacomo dell'Acaya.
Nel 1928 la città cambiò nome da Cotrone a "Crotone". Il suo porto, che strategicamente colma le distanze fra i vicini porti di Taranto e Messina, favorisce ogni attività di scambio e si propone come traino per l'economia agricola e le attività industriali.
Il sistema portuale di Crotone è composto dal Porto Vecchio e dal Porto Nuovo.
Porto Vecchio
Il Porto Vecchio, con entrata a Sud, specchio d’acqua di 66.400 mq, rappresenta una piccola darsena per la marineria locale, le imbarcazioni da pesca e il piccolo diporto fino ai 30/35 metri. Al suo interno operano varie attività e vi è la possibilità di ormeggi e assistenza, oltre a posti barca per il transito. I fondali del Porto Vecchio variano tra 1,5 e 5 metri di profondità.
Attualmente vi è un grave insabbiamento dell’imboccatura portuale con conseguente interdizione all’ingresso per le imbarcazioni con pescaggio superiore ai 2,5 m. Tutte le imbarcazioni devono mantenere la destra nelle manovre di entrata, passando nei pressi del lanternino verde. I venti di traversia sono lo scirocco e il libeccio.
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Porto Nuovo
Il Porto Nuovo, con entrata a Nord, è dotato di enormi specchi acquei (783.000 mq) e lunghe banchine, in molti casi ancora non attezzate e gestite per via dell’imminente approvazione del Piano Regolatore Portuale, che sancirà la definitiva riconversione di molti spazi dalla passata destinazione industriale a quella turistica.
Infatti, attualmente, salvo alcune attività che operano come pionieri del settore da diporto nel Porto Nuovo, per l’assistenza e l’ormeggio yacht, il rifornimento di gasolio e il rimessaggio, sono previsti importanti investimenti per il dragaggio e la sistemazione delle banchine, sia in chiave di marina turistica che di cantieri navali. Nel Porto Nuovo continua anche l’attività commerciale del carico/scarico merci, che oggi persiste nelle banchine a Nord, adiacenti alla foce del fiume Esaro.
I fondali del Porto Nuovo, salvo l’area di Spiaggia delle Forche, sono intorno ai 9 metri di profondità. Crotone è una delle nuove destinazioni turistiche per il traffico di navi da crociera, ed è sempre più attrattiva come scalo per navi da diporto e superyacht di qualsiasi dimensione. L’attività commerciale e operativa del Porto di Crotone continua nelle banchine mercantili, dove quotidianamente si sbarcano e imbarcano varie tipologie di merci.
Il Porto e il Turismo
L’Assessore al Turismo e alla crocieristica Maria Bruni conferma che le crociere stanno dando un contributo nella rigenerazione la città con un incremento dell’economia legata al mare. In questa direzione, è fondamentale il ruolo delle Agenzie marittime, Capitaneria di Porto e Autorità portuale che stanno rafforzando il sistema e le infrastrutture per tale incremento; dal punto di vista dei servizi a terra, sempre piu rilevante, il ruolo di enti, associazioni di categoria del commercio e culturali che stanno offrendo.
Infatti, afferma la Bruni, è permanente il tavolo di collaborazione che il Comune di Crotone ha attivato, sviluppando un’azione integrata di accoglienza ed ospitalità turistica. Insieme si stanno identificando le esigenze dei visitatori e organizzando i servizi anche in modo differenziato in quanto i turisti, in relazione alla tipologia di nave, hanno esigenze diverse sia per l’età sia per la disponibilità economica.
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Si punta, innanzitutto, alla valorizzazione delle tradizioni e dell’identità locale con escursioni, degustazioni di prodotti tipici stagionali crotonesi e spettacoli che riproducono la storia di Crotone; si ampliano i tour culturali nel centro storico estendendoli anche in notturna soprattutto durante il periodo estivo. Gli orari di apertura del Castello si stanno allungando per consentire le visite ogni qual volta c’e la nave, garantendo la visita guidata con personale specializzato.
Sin dall’arrivo al Terminal, i crocieristi ricevono informazioni su cosa visitare in città e sono garantiti i transfer fino a Capo Colonna. Il Comune di Crotone ha attivato l’info point turistico gestito dalla Pro loco il cui personale staziona in piazza Pitagora durante gli arrivi dei bus che accompagnano i crocieristi; inoltre, il Comune, in occasione dell’arrivo delle navi, potenzia una serie di servizi: polizia locale per garantire maggiore vigilanza, ufficio viabilità, per la movimentazione degli autobus e il verde pubblico per mantenere decorosa la Città.
Sono sollecitate, inoltre, le attività commerciali, soprattutto del centro, affinchè garantiscono un allungamento dell’orario di apertura.
Proposte per il rilancio del turismo nautico
WIP Architetti ha elaborato un “Piano per la rinascita del turismo nautico”, una proposta per valorizzare il settore del turismo nautico indirizzata, in primo luogo, agli enti locali e tutti quei soggetti politico-amministrativi che hanno la possibilità di fare proposte e progetti per investire le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), ma anche a tutti gli operatori del settore e tutti i diportisti.
Il piano consiste nella creazione, lungo l’intero arco delle nostre coste, a partire dal mezzogiorno, di un sistema di darsene o porti attrezzati per l’ormeggio di navi da diporto da 24 a 100 metri ed oltre, complete di servizi alle navi (refitting, manutenzioni, rifornimenti, ecc.) e di servizi alle persone (alberghi, sanità, attività commerciali, servizi professionali compresi quelli necessari alle famiglie degli equipaggi, il tutto possibilmente nell’ambito dei fatidici “15 minuti a piedi”) adeguati agli standard dei loro utenti.
L’idea è quella di riutilizzare infrastrutture esistenti, senza impattare sul paesaggio e l’ambiente con nuove megastrutture. Su questa base il piano prevede di realizzare in porti esistenti -spesso poco o male utilizzati - ambiti o darsene dedicati alle “navi da diporto”, riorganizzando e riordinando le banchine e i servizi a terra, creandone se necessario di nuovi insieme alle forze locali più vivaci, costituendo e formando operatori specializzati del settore, avendo cura di intervenire in modo positivo ed armonioso sulle consolidate realtà dei borghi e delle città marinare di cui è ricca l’Italia, e soprattutto evitando di “consumare” altri suoli ed altri tratti di costa.
L’obiettivo è individuarne uno per ciascuno dei mari che circondano la nostra penisola - Tirreno settentrionale, Tirreno Meridionale, Jonio, Adriatico meridionale, Adriatico settentrionale - e metterli in rete.
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