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Potenziamento della Lingua Italiana per Stranieri: Metodi e Strategie di Accoglienza

Nelle nostre scuole, l'accoglienza di bambini e bambine che non hanno l'italiano come prima lingua è una realtà sempre più diffusa, rendendo necessario un supporto per facilitare la comunicazione. La presenza di questi studenti porta le scuole dell’infanzia a ricercare nuovi metodi per stimolare la partecipazione e la comunicazione durante l'apprendimento dell’italiano.

L'Importanza dell'Accoglienza e dell'Integrazione

Quando un bambino viene inserito in una nuova classe, è fondamentale accoglierlo e integrarlo gradualmente nella didattica attraverso metodi e giochi che lo facciano sentire a proprio agio. Le attività ludico-educative rappresentano uno dei metodi più efficaci, poiché stimolano curiosità e divertimento, permettendo ai bambini di relazionarsi con il mondo circostante, esprimere le proprie emozioni e pensieri, e continuare ad imparare.

Strategie Didattiche per Studenti NAI

Gli alunni NAI (Neo Arrivati in Italia) sono studenti stranieri che non parlano ancora italiano o lo parlano molto poco. Durante la prima fase di apprendimento, che dura alcuni mesi, l’attenzione e gli sforzi dello studente si concentrano principalmente sull’acquisizione della lingua italiana per comunicare.

Gli approcci didattici e le strategie utilizzate per favorire l'apprendimento degli alunni NAI devono privilegiare le attività di gruppo. È fondamentale il coinvolgimento dei genitori, che rivestono un ruolo essenziale nel processo di crescita dell’alunno, stimolandolo verso l’indagine e la conoscenza degli aspetti culturali, sociali e artistici del nuovo Paese.

Per inserire efficacemente gli alunni NAI nel sistema scolastico, si raccomandano misure dispensative applicabili a tutte le materie. Anche le verifiche e le valutazioni devono essere personalizzate in base ai bisogni specifici dello studente.

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Modalità di Inserimento degli Alunni NAI

L’iter di inserimento dell’alunno NAI varia in base all’ordine e al grado della scuola. Se lo studente è in età di obbligo scolastico, sarà inserito in una classe corrispondente alla sua età anagrafica. L’individualizzazione dell’insegnamento si baserà sull’attenzione degli insegnanti alle difficoltà della lingua scritta, avendo cura di non dare nulla per scontato nella comprensione dei significati. Sarà utile la predisposizione di prove scritte differenziate.

Un Percorso per Adulti Analfabeti: Il Caso del C.I.A.C.

Quest’articolo ripercorre le tappe di un percorso strutturato tra il 2012 e il 2013, riguardante la costruzione di un curricolo di livello A1 rivolto a studenti analfabeti in L1 provenienti da diversi paesi dell’Africa sahariana e subsahariana. Infatti, in Italia, così come in altri paesi europei, sono crescenti le percentuali di adulti, spesso rifugiati o titolari di protezione umanitaria, provenienti dal Sud del mondo e analfabeti in lingua madre.

Il percorso iniziale di avvicinamento alla conoscenza della letto-scrittura si pone come una tappa irrinunciabile per attivare la promozione della persona e condurre a forme di cittadinanza più attive e responsabili. Il presente lavoro descrive una parte degli interventi d’aula approntati per fare uscire dallo stadio dell’analfabetismo un gruppo di rifugiati africani.

Analisi del Contesto

I corsi d’italiano nascono dalla necessità di fornire ulteriore supporto nell’acquisizione della lingua italiana ad adulti stranieri coinvolti nei progetti d’accoglienza per richiedenti asilo-rifugiati gestiti dal C.I.A.C. (Centro Immigrazione Asilo e Cooperazione Onlus) nell’ambito del sistema S.P.R.A.R. (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati).

I corsi elargiti si articolano su più livelli facenti riferimento al Quadro Comune Europeo. L’utenza proviene da diversi paesi dell’Asia o dell’Africa ed è molto varia per cultura, percorso scolastico, lingue conosciute, abitudini sociali, religione. Al loro arrivo a Parma i richiedenti asilo sono immersi nello studio della lingua, ma seguono anche altri canali istituzionali per l’apprendimento: ad esempio frequentano i corsi C.T.P. (Centro Territoriale Permanente) attraverso i quali possono ottenere certificazioni o corsi gestiti da associazioni di volontariato.

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Per organizzare un progetto di questa portata è necessaria un’analisi del contesto di riferimento dell’utenza. Nel caso del C.I.A.C., si trattava di un gruppo di una decina di maschi adulti di diversa età provenienti da paesi dell’Africa, zona del Sahel o dell’Africa Nera, di diversa religione, che parlavano lingue differenti e appartenevano a diverse etnie. Alcuni conoscevano l’inglese o il francese in modo approssimativo, la totalità parlava anche più dialetti appartenenti all’area culturale di provenienza, non esisteva una lingua ponte tra tutti loro ad esclusione dell’italiano che avevano iniziato ad apprendere al loro arrivo a Parma.

Metodologie Didattiche

In questo contesto, il setting riveste una certa importanza: si tratta di una sala arredata che contiene diversi oggetti che possono essere utilizzati per l’attuazione del metodo T.P.R. (Total Physical Response). Il metodo proposto da Asher negli anni Sessanta è basato sul fatto che l’insegnante impartisce degli ordini e fornisce indicazioni via via più complesse iniziando a fornire input in lingua e a richiedere agli studenti una total physical response. Attraverso tale modalità il docente induce gli studenti ad usare spontaneamente la lingua per eseguire un ordine. Il principio base del metodo è quello dell’accoppiamento parola-azione, sia per produrre un coinvolgimento totale dei mezzi espressivi dell’allievo, sia per permettere la delayed oral practice (D.O.P).

Attraverso quest’approccio ludico e umanstico affettivo si intende ridurre il periodo silente. Uno degli scopi cardinali delle lezioni è l’interazione per l’integrazione attraverso la costruzione di un gruppo in cui gli studenti cooperino condividendo le risorse personali per raggiungere l’obiettivo dell’accoglienza e dell’esito scolastico positivo. Questo fa parte di un macro-obiettivo di convivenza dato che tutti gli studenti sono coinvolti in progetti d’accoglienza e condividono la struttura abitativa con altri.

L'Approccio Fonologico Lessicale (FOL)

Durante le lezioni, è stato adottato l’approccio Fonologico Lessicale (FOL). Questo metodo punta alla corretta decodifica attraverso l’attivazione di strategie visive di riconoscimento dei tratti distintivi delle singole lettere e, successivamente, delle caratteristiche morfologiche delle diverse parole, per sviluppare i presupposti che favoriscono e provocano il passaggio alla lettura lessicale; perciò si attuano i recuperi di ipotesi lessicali sulla base delle informazioni visive.

Tabella Riepilogativa delle Strategie Didattiche

Strategia Descrizione Obiettivi
Attività Ludico-Educative Giochi e attività che stimolano curiosità e divertimento. Favorire la relazione con il mondo circostante, l'espressione delle emozioni e l'apprendimento continuo.
Metodo T.P.R. (Total Physical Response) Insegnante impartisce ordini e fornisce indicazioni, richiedendo una risposta fisica. Indurre gli studenti ad usare spontaneamente la lingua per eseguire un ordine, accoppiando parola e azione.
Approccio Fonologico Lessicale (FOL) Attivazione di strategie visive per il riconoscimento delle lettere e delle parole. Sviluppare la capacità di decodifica e favorire il passaggio alla lettura lessicale.
Attività di Gruppo Lavorare in team per favorire l'interazione e la collaborazione. Promuovere l'integrazione e la condivisione delle risorse personali.

Tutte le attività proposte sono state finalizzate alla pratica della lingua e il programma è stato progettato per offrire strumenti linguistici in situazioni reali per la creazione di competenze linguistiche di base. Gli studenti provengono da culture tradizionali in cui l’apprendimento avviene nell’imparare facendo e imitando e in cui elementi che influiscono sull’apprendimento sono l’ambiente, l’esperienza diretta, la figura carismatica del maestro-guida. In un sistema d’istruzione di tale genere si sviluppano di più l’intelligenza spaziale, corporeo-cinestetica e interpersonale.

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