L'affascinante mondo dei cognomi: origini, significati e curiosità
Tra i sempre più numerosi Williams e i tanti Smith, c'è tutta una serie di cognomi che risalgono a secoli fa e che a poco a poco si stanno estinguendo. Questo elenco di cognomi britannici non comuni approfondisce la ricca storia e la topografia della Gran Bretagna, risalenti agli anglosassoni e ai pitti, così come alcuni dei cognomi più ridicoli, tanto strani quanto rari.
Cognomi britannici rari: un viaggio nella storia
- Mirren: Significa “amato” o “amarezza”. Mirren è classificato come un cognome a rischio di estinzione. Solo 32 persone al mondo hanno questo cognome.
- Nighy: Questo cognome arrivò in Inghilterra dopo la conquista normanna del 1066. Si presume derivi dal nome inglese antico Noye "noce".
- Bonneville: Dal francese antico bonne "buono" e ville "gente". L'attore britannico Hugh Boneville è uno dei 22 portatori di questo cognome.
- Carla: Questo cognome ha avuto origine ad Aberdeen (Scozia) qualche tempo prima della conquista del 1066. Secondo i documenti, i primi "Carla" erano una famiglia molto numerosa e importante.
- Fernard: Anche questo cognome deriva da una famiglia baronale trasferitasi in Gran Bretagna dopo la conquista normanna. Il nome Fernand significa "viaggiatore audace".
- Chips: È un'eredità degli insediamenti anglosassoni in Gran Bretagna. Il cognome veniva assegnato ai falegnami i cui capelli e vestiti raccoglievano i trucioli di legno.
- Hatman: La famiglia Hatman arrivò in Gran Bretagna dopo la conquista normanna. Si stabilirono a Hatton, nel Cheshire.
- Rummage: Originario dell'attuale Scozia, questo cognome veniva attribuito a qualcuno che era selvaggio e imprevedibile. Viene dall'inglese medio ramage, "selvaggio".
- Chaucer: Questo cognome deriva dall'occupazione di le chaucer, fabbricante di pantaloni di pelle. Geoffrey Chaucer, uno dei più grandi poeti inglesi dell'Inghilterra medievale ha questo cognome.
- Villan: Dal latino villanus, che significa “abitante del villaggio”. I Villan lavoravano come servi.
- Miracle: Questo cognome deriva dal gallese. Derivato dal nome Meuric (versione gallese di Maurice). Significa "oscuro".
- Relish: Dal francese antico relaisse, "sapore". Oggi il relish è un condimento popolare a base di verdure tritate e in salamoia.
- Haworth: Una persona che viveva vicino alla città di Haworth, nello Yorkshire. Charlotte Brontë si è ispirata a questa piccola città per ambientare "Cime Tempestose".
- Pickles: Per designare un abitante di Pickhill, nello Yorkshire. Nell'inglese britannico, "pickle" significa sottaceti.
- Thorp: Nell'antico inglese Thorp era una piccola città.
- Hoare: Pronunciato haw. Gli antichi anglosassoni attribuivano il nome Hoare alle persone anziane che avevano i capelli brizzolati.
- Hay: Deriva dall'inglese antico hæg, che dopo la conquista normanna fu ritradotto in inglese come siepe.
- Weeks: Dall'inglese antico wic o wyks che significa "piccola città".
- Grundy: Questo nome anglosassone deriva originariamente dal nome germanico Gundred, che significa "sovrano di battaglia".
- Bread: Dall'inglese antico brădu che significa “immensità”. Questo probabilmente si riferisce all'enorme Brede Valley nel Sussex.
- Nightingale: In anglosassone galan significa “cantare”. L'usignolo più famoso di tutti, tuttavia, fu Florence Nightingale, a cui viene spesso attribuito il merito di aver riformato l'assistenza infermieristica moderna come la conosciamo oggi.
- Curry: Di origine irlandese, questo cognome è un anglicismo del nome irlandese Corry o O'Corry. Non ha nulla a che fare con il piatto piccante dell'Asia meridionale.
- Castle: Utilizzato per qualcuno che viveva dentro o vicino a un castello.
- Bridge: Durante il Medioevo, la Gran Bretagna conobbe un grande afflusso di emigranti dalle Fiandre. Molti di questi emigranti adottarono Bruges come cognome che fu mescolato con l'inglese antico brycg, “ponte”.
- Batchelor: Utilizzato per un giovane gentiluomo o un uomo single.
- Piper: Derivato dai pitti, antico popolo della Scozia, il pifferaio era colui che suonava la cornamusa.
- Church: Si riferisce ad una famiglia che viveva vicino ad una chiesa. Dal greco kyrycon che significa “casa del Signore”.
- Pennington: Questo cognome anglosassone si riferisce alle famiglie che pagavano un centesimo per affittare la loro fattoria.
- Onions: Questo cognome deriva da un antenato, “il figlio di Enion”. Enion è un nome gallese che significa "incudine".
- Swan: Deriva dal nome antico norvegese Sveinn ("ragazzo"). Durante il medioevo, i coloni vichinghi portarono questo nome in Scozia.
- Culpepper: Dall'inglese antico cul and pepper che significa "raccoglitore di pepe". Un Culpepper lavorava con le spezie.
- Berrycloth: Nel mondo intero ci sono solo tra le 10 e le 15 persone che portano questo cognome. I Berrycloth erano una famiglia che viveva vicino a Bareclough nello Yorkshire.
- Tumbler: In Inghilterra e Scozia, un Tumbler era un acrobata o ballerino impiegato dalle corti per l'intrattenimento.
- Bythesea: Di origine anglosassone, si riferisce ad una famiglia che viveva vicino all'acqua. Seoh in inglese antico significa "acqua" o "lago".
- Pusscat / Pussmaid: Questo cognome ormai estinto veniva utilizzato nel Medioevo per indicare una ragazza un po' loquace. È stato usato in modo amorevole.
- Spinsters: Utilizzato nell'Inghilterra medievale per designare le donne non sposate. Trascorrevano le giornate girando la ruota invece di crescere una famiglia.
- Gotobedde (“got a bed”): Questo cognome veniva utilizzato nell'Inghilterra del XII secolo, quando possedere un letto era un lusso raro. Le persone che lo possedevano se ne vantavano e lo aggiungevano addirittura alla fine del loro nome.
- Greedy: Questo cognome è apparso per la prima volta a Galway, in Irlanda, come variazione del nome Grady o O'Grady. Greedy in inglese significa "avido" o "avido".
- Smellie: Di origine scozzese, questo cognome veniva usato per descrivere una persona felice.
- Hardmeat: Questo cognome è legato agli abitanti di Hardmead nel Buckinghamshire.
- Hancock: Derivato dal nome John (Johan in fiammingo) con l'aggiunta del prefisso -cock. Il gallo indica un giovane che “si pavoneggia come un gallo”.
- Loser: Deriva dalla parola inglese antico Loesar simile al nome ebraico Lazarus.
- Dork: Dal nome personale tedesco Tederich, theud e ric significano "persone potenti".
- Ramsbottom: Utilizzato per gli abitanti di Ramsbottom, una cittadina nel Lancashire.
- Pigg: Derivato dall'inglese medio pigge, che significa "maiale".
- Titsworth: Utilizzato come cognome per gli abitanti di Tetsworth, nell'Oxfordshire.
- D'eath: Durante il Medioevo, gli emigranti fiamminghi si stabilirono in Scozia e adottarono nomi patronimici per differenziarsi. De Ath (“della città fiamminga di Ath”) divenne D'eath.
- Temples: In epoca anglosassone si riferiva ad una famiglia che abitava nei pressi di un tempio.
- Clap: Da Osgoode Clapa, un nobile che lavorò per Edoardo il Confessore nell'XI secolo.
Cognomi stranieri in Italia: un mosaico di culture
Con i cognomi degli stranieri immigrati negli ultimi decenni in Italia, si può fare un confronto con quelli indicanti un mestiere, distinguendo tra le varie comunità linguistiche e culturali. Il mio volumetto Hu, Chen, Mohamed, Singh e Warnakulasuriya. Dizionario dei cognomi dei “nuovi italiani” (Roma, SER 2015), permette di cogliere gli estremi opposti: la mancanza quasi totale di nomi di mestiere nelle popolazioni arabe e islamiche, in quella cinese e in quella filippina; al contrario, la presenza assai numerosa, simile a quella italiana, nella comunità romena. Molti di questi cognomi potrebbero prima o poi entrare come forestierismi nella lingua italiana.
L'invasione romena: da Baciu a Vieru
Nel gruppo delle lingue ricche di questo genere di cognomi, come si diceva, spicca la Romania. In ordine alfabetico, incontriamo Baciu, legato alla pastorizia; Bodnarescu e Butnaru da bodnar o botnar che in romeno antico valeva ‘bottaio, barilaio’, nel primo cognome con il suffisso patronimico -escu, indicante discendenza, e la -u finale residuo dell’articolo determinativo -ul (dunque ‘il bottaio’).
Chelaru è il pubblico ufficiale, addetto alla stesura di documenti; Ciobanu riconduce all’attività di pastore e risulta il nome di famiglia più ricorrente in Romania tra quanti indicano un mestiere, dopo quelli che equivalgono a ‘prete’, collocandosi tra i primi 20 in generale; la voce del lessico da cui ha origine è cioban, più l’articolo determinativo posposto ul, ridotto alla sola vocale finale; Ciobanu è il 6º cognome straniero per numero di portatori a Torino, il 7º a Parma, l’8º a Latina e tra i primi 25 a Roma (1º nella comunità romena della capitale). Ciubotaru vale ‘calzolaio’, con la variante Ciobotaru, dall’antico romeno ciubotar; Ciuraru è il fabbricante di setacci e crivelli; Cojocaru il fabbricante o venditore di giubbe, con le varianti moldave Cojocariu e Cojocari; Cimpoesu e Scripcaru sono il fabbricante o suonatore rispettivamente di cornamuse e di violini; non manca Feraru con Fieraru e Fierariu, nonché Faur, Covaci, Kovacs d’origine ungherese e soprattutto Lacatuş, corrispondenti tutti al nome di mestiere più diffuso nell’onomastica europea, il fabbro.
Anche Mocanu indica l’attività di allevatore; Muraru è il mugnaio o il fornaio; Paduraru richiama il guardiano delle foreste; Pascaru è il pescatore; Pop, Popa, Popescu (rango 1 in Romania) e Popovici indicano tutti il prete, così come Prifti e Hoxha in Albania (ma il secondo, nº 1 nel Paese, può valere soprattutto ‘maestro, insegnante’). Puşcaşu è il fuciliere; Rotaru è colui che fabbrica o conduce i carri; Tabacaru il ‘conciatore di pelli’; Vieru vale ‘inserviente’ o ‘staffiere’, presente soprattutto a Roma.
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Arabi, cinesi e filippini: cognomi rari e significativi
In àmbito arabo, possono ricordarsi Awad, presente soprattutto a Milano, che equivale al personale arabo basato sulla voce di lessico per ‘gentilezza, riverenza’ ma anche da awwad, corrispondente al fabbricante o suonatore di liuto; inoltre Haddad e Haddaji, accostabili alla voce haddad ‘fabbro’ e Ghanem, forse ‘custode, guida’, anche nel senso di ‘pastore’ nonché Kazi, Qazi ‘giudice’. Molto rare anche le presenze cinesi: Guan, presente specie a Prato, può avere vari significati, compreso quello di guardia di luoghi d’importanza strategica; He, in alcuni casi, indica l’attività di astrologo.
Lo stesso vale per la comunità filippina, nella quale incontriamo in Italia, con un numero significativo di portatori, il tipo Marasigan, di lingua tagalog, il più diffuso idioma indigeno dell’arcipelago; il cognome è una contrazione di “maraming sigang liwanag”, traducibile come ‘pieno di luce e di fuoco’ e allude al mestiere del fondatore del casato, il cui lavoro consisteva nella fabbricazione di lanterne di carta. E vale per la comunità albanese, dove si scopre Gjepali, associabile a gjep ‘bastone, canna sottile’ e per questo a un mestiere.
Cognomi slavi e iberici: un incrocio di culture e professioni
A metà strada possono collocarsi le comunità slave. Kolar, croato, è il fabbricante o trasportatore di carri; Loncar col diminutivo Loncarić corrisponde all’italiano ‘vasaio’, come pure Olaru con la variante Olariu; anche il polacco Wozniak vale ‘guardiano, usciere’ e oggi soprattutto ‘bidello scolastico’. Ma il mestiere dominante nei cognomi slavi è, come in Italia, quello indicante il fabbro: Kovacs (di provenienza ungherese), Kovach e Kovać nella Slavia occidentale, Kowalski e Kowalska polacchi come pure Kowalsczyk, Koval tipico di Ucraina, Bielorussia e Cechia, oltre che degli Ebrei ashkenaziti, e ancora Kovář nonché Kuznetsov e derivati in Russia.
D’origine spagnola o portoghese sono un manipolo di nomi di famiglia riguardanti mestieri e professioni; per esempio Ferreira, d’origine galiziana e portoghese, considerato il suffisso -eira anziché -era; corrisponde a Herrera, dunque nome di località dove si trovava o si lavorava il ferro; in Italia può essere giunto con portatori sia ispanofoni che lusofoni, questi ultimi brasiliani, capoverdiani e angolani. Si aggiungano almeno Guerrero e Montero, il ‘guardiano dei cani’. Dobos è cognome ungherese ma in Italia portato da cittadini romeni, forse indicazione del fabbricante o suonatore di tamburi. Ungheresi sono anche Szabó e Varga: il primo indica il sarto e il secondo il calzolaio, presenti in Romania e in Slovacchia, e inoltre il nome del fabbro nella grafia Kovács, tra i più numerosi in terra magiara. Nella comunità turca spicca Demirci, presente specie a Milano: è il fabbro ferraio.
Cognomi africani: l'etnia Mandinka
Quanto ai cognomi africani, esemplifichiamo con l’etnia Mandinka (o Mandingo) una delle più popolose dell’Africa occidentale, numerosa in Gambia, Senegal, Guinea, Sierra Leone, Mali, Liberia, Burkina Faso e Ciad: i cognomi corrispondono a elogi e lodi ricevute nella loro esistenza dai capi tribù oppure a nomi di artigiani o legati ad altri mestieri, secondo la divisione delle antiche caste; si può affermare che per esempio Diabaté, Dramé e Traoré appartengono alla casta degli artigiani, tra i quali venivano inseriti anche i saggi e potenti cantastorie.
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L'evoluzione dei cognomi: un viaggio nel tempo
Vi siete mai chiesti come e quando sia nata l’usanza di utilizzare un cognome? Facciamo innanzitutto un salto a ritroso nella storia: l’utilizzo del cognome si diffuse a partire dal X-XI secolo quando, con la crescita della popolazione, divenne impossibile distinguere le persone con il solo uso del nome proprio.
La parola italiana cognome deriva dal latino cognomen, che però significa “soprannome”. Ad esempio, in Marco Tullio Cicerone (uno scrittore romano) il praenomen era Marco (il nostro nome di battesimo), il nomen (il nostro cognome) era Tullio e il cognomen (il soprannome) era Cicerone. Il nostro cognome, per i latini, era quindi il nomen, che identificava il clan, la famiglia di appartenenza.
Il praenomen, il nomen e il cognomen dei latini scomparvero quasi del tutto quando i popoli barbari (barbaro significava straniero) conquistarono Roma e imposero la loro cultura. Nell'epoca di dominio barbaro, infatti, si usava una sola parola per riconoscere una persona, il supernomen. Dopo il 1000, al supernomen si affiancò il nome di battesimo del padre o della madre. Ad esempio Gobbo, Tartaglione, Notaro, Poeta, Medici, Ferraro, Dal Bosco, Dal Mare, Dal Monte.
Nel Medioevo si sono diffusi i cognomi relativi ai bambini abbandonati e dei quali non si conoscevano né i genitori, né la provenienza. Cognomi come Diotaiuti, Diotallevi, Sperandio, Degli Esposti, Esposti, Trovati, Trovatelli, Incerti, Innocenti e altri appartengono proprio a queste persone. Fra questi cognomi c'è anche Proietti, proprio perché i cosiddetti trovatelli, ossia i bimbi abbandonati, erano anche chiamati esposti o proietti.
Erano moltissimi, molti secoli fa, i bambini abbandonati. Esisteva nei secoli scorsi la ruota degli esposti, una vera e propria ruota che si trovava in prossimità delle chiese, dove i genitori potevano lasciare i neonati che non volevano. Proietti o projetti, come abbiamo detto prima, erano chiamati i trovatelli a Roma.
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In Eritrea e in Etiopia, ancora oggi, non esistono i cognomi: esiste il nome proprio di battesimo seguito da quello del padre. Nel nord dell'Europa non esistono i cognomi, ma i patronimici: nome del padre, ad esempio, seguito da -son. Molti cognomi di americani le cui origini sono del nord Europa, sono proprio di questo tipo. L'esempio più comune è il cognome Johnson (figlio di John). Nei Paesi slavi accade lo stesso: il nome del padre seguito da -vic. Ad esempio Ibrahimovic, Petrovic, Ivanovic, Handanovic.
I 100 cognomi americani più comuni
Gli Stati Uniti sono una società multiculturale e multietnica. Questa lista dei 100 cognomi americani più comuni riflette questi numerosi gruppi di persone nel loro rapporto con i cognomi, la famiglia e la nazione, nonché la complicata relazione tra l'ascendenza e la storia coloniale.
Posizione | Cognome | Significato e Origine |
---|---|---|
1 | Smith | "Fabbro" - Il cognome più popolare negli Stati Uniti, Regno Unito e Australia. |
2 | Johnson | "Figlio di John" |
3 | Williams | "Figlio di William" |
4 | Brown | Soprannome per una persona dalla carnagione scura. |
5 | Jones | "Figlio di John" |
6 | García | Deriva dal basco "hartz", che significa "orso". |
7 | Miller | Un "miller" era una persona incaricata di macinare cereali in un mulino. |
8 | Davis | Il figlio di David. |
9 | Rodríguez | Il figlio di Rodrigo. Deriva dal germanico "Hroþareiks", che significa "potente". |
10 | Martínez | Il figlio di Martín. |
In Italia esistono circa 350.000 cognomi.
Patronimica: Hansen in Norvegia, Nielsen in Danimarca, Andersson in Svezia, Jovanovic in Serbia, Fernandez in Spagna, Ivanov in Bulgaria, Papadopolous in Grecia significano rispettivamente figlio di Hans, Niels, Anders, Jovan, Fernando, Ivan, un prete.
Mirko Marino vive a Praga ma è originario di Arezzo. È blogger e founder di mirkontinental.com dove racconta le sue esperienze internazionali. Sin da bambino ha avuto una passione sviscerata per la geografia, le bandiere e le lingue che lo ha portato a viaggiare molto in Europa e nel resto del Mondo.
Straniero: un cognome italiano con radici antiche
Ci sono circa 151 Straniero in Italia. (sito Cognomix. it)
55 Puglia 3 Veneto 24 Lombardia 3 Sardegna 17 Lazio 2 Abruzzo 10 Sicilia 2 Friuli V. G. 7 Campania 1 Trentino A. A. 7 Emilia-Romagna 1 Molise 4 Marche
Varianti: Straniera, Stranieri, Straneo, Stranio, Strangio.
Straniero quindi è diffuso al Sud, soprattutto in Puglia, con una discreta presenza in Sicilia e al Nord, in Lombardia e Piemonte. Straniera, quasi unico, sembrerebbe pugliese, Stranieri(354 presenze in Italia) predomina al Sud in Puglia e in Calabria (con rispettivamente 114 e 94 presenze secondo il sito cognomix) con una discreta presenza al Nord in Lombardia e Piemonte e la centro nel Lazio
E’ la cognominizzazione di soprannomi attribuiti a persone appunto provenienti da paesi stranieri. Oltre a straniero altre origini sono le voci Stranio in campania, Straniu in sicilia e Stranu in Calabria, tutti con significato di forestiero, straniero, estraneo
Base etimologica Straniero deriva dal latino “extraneus“ sulla base delle preposizioni latine “ex e extra“, che implicano il concetto di fuori, all’esterno. Cosi come, con lo stesso significato, anche forestiero deriva dal tardo latino “foristarius” con radice “foris foras” (al di fuori).
D’altronde In greco “ξένος (xenos)” è la preposizione greca corrispondente alla latina ex: quindi “xénos” indicherebbe un riferimento al di fuori della comunità, inizialmente come descritto anche da Omero nel senso di straniero” accolto come ospite con vincoli di reciproca solidarietà” ma successivamente con l’unico significato di “straniero” come “estraneo, forestiero“.
Quindi l’attuale duro termine lessicale xenofobia che esprime un concetto negativo dello straniero non è etimologicamente corretto in quanto “Xenos“indicava appunto non solo l’estraneo, il nemico ma anche l’ospite.
Anche a Roma il termine”hostis“ che indicava il nemico esterno deriva da “hospes” parola che definiva sia il nemico, l’intruso che la persona ospitata. Inoltre l’origine del termine proveniente dall’area mediterranea si collega alla parola araba che indica lo straniero (al ajnabi/ al aja’nib) come “quello di fianco” non come ” quello di fuori” quindi in senso decisamente più positivo
Bisogna poi tenere a debito conto la precisazione inviatemi dal cortese Dr. Francesco Straniero che riporto testualmente :“La famiglia Straniero e’ originaria di Barletta, Il cognome si riferisce al fatto che lo Straniero in questione era un non Normanno che combatteva con i Normanni, probabilmente un Bretone. Il cognome originale era Le Strange, Strange, Stranger italianizzato in Straniero”Insieme alla nota mi ha anche inviato un link di sicuro interesseEtimologia StupidariaIl termine nasce dall’abbinamento di “strano” e di “nero” come espressione di diffidenza e sospetto nei confronti di persone dalla pelle scura che arrivavano in Italia.
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