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Cosa vedere nella provincia di Padova: Un viaggio tra arte, storia e natura

Chissà perché Padova non si è mai curata di diventare una star del turismo. Sarà perché Venezia è troppo vicina e le ruba la scena? O forse perché le tante aziende della zona, la prestigiosa università e un ospedale all’avanguardia portano già tante persone in città? Non aspettate di dover venire a Padova per lavoro, studio o, peggio, malattia: meglio visitare questa entusiasmante città del Veneto perché lo desiderate.

Trovare un motivo per sognare un weekend a Padova non è difficile e quando inizierete a fare le vostre ricerche su cosa vedere e cosa fare inizierete a considerare se non sia il caso di farsi qui un’intera vacanza. Facilissima da raggiungere in auto, treno, autobus e aereo e da girare a piedi o in bici, ricchissima di eventi tutto l’anno, molto meno cara delle mete turistiche più blasonate, Padova è la meta ideale per una vacanza sorprendente e alla portata di tutti. Davvero, perché non siete ancora venuti?

Padova è una città colta, ricca e devota: ve ne renderete conto facilmente visitando le sue attrazioni più famose. È anche una città godereccia, che dopo tante ore di lavoro si concede una meritata pausa all’ora dello spritz. Tra cultura e bella vita le cose da vedere a Padova sono davvero tante, ecco le più interessanti.

Principali attrazioni di Padova

Cappella degli Scrovegni

L’attrazione top di Padova è la Cappella degli Scrovegni, meravigliosamente affrescata da Giotto. Con questo ciclo pittorico l’artista trecentesco ha raggiunto i massimi livelli della sua opera, realizzando quello che è unanimemente considerato uno dei capolavori assoluti dell’arte occidentale. È innegabile: la visita alla Cappella degli Scrovegni vale da sola una visita a Padova.

La piccola chiesetta trecentesca era una cappella privata della ricca famiglia locale degli Scrovegni; fu affrescata tra il 1303 e il 1305. Gli affreschi delle pareti raffigurano scene della vita di Gesù e della Vergine, mentre la controfacciata è decorata con un magnifico affresco raffigurante il Giudizio Universale.

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Non serve essere intenditori di arte per venire sopraffatti dalla drammaticità, dalla potenza espressiva e dal tripudio di colori di questi dipinti straordinari. Giotto, Guariento, Giusto de’ Menabuoi, Altichiero da Zevio, Jacopo Avanzi e Jacopo da Verona sono i protagonisti di questa impresa: cosa aspetti?

Attezione però! Per preservare i preziosi dipinti è stato istituito un sistema di visite a tempo che devono obbligatoriamente essere prenotate in anticipo. Poiché si tratta di un’attrazione molto famosa è fortemente consigliato prenotare la visita il prima possibile per non rischiare di trovare il tutto esaurito.

Basilica di Sant'Antonio di Padova

Padova è un’importante meta di pellegrinaggio europea, e non a caso l’attrazione più visitata dopo la Cappella degli Scrovegni è la maestosa Basilica di Sant’Antonio (o semplicemente “Il Santo“, come la chiamano i padovani). La chiesa conserva le reliquie di Sant’Antonio di Padova. Il religioso era in realtà originario di Lisbona ma morì nel 1231 all’Arcella, un quartiere a ridosso del centro di Padova, ed è diventato il santo patrono della città.

La processione del 13 giugno, giorno della sua morte, attira migliaia e migliaia di fedeli da tutta Europa. Costruita nella prima metà del Duecento, la chiesa a lui dedicata è un’enorme basilica dalla complessa struttura che fonde elementi romanici, gotici e bizantini e conta ben otto cupole, due campanili, quattro chiostri, una biblioteca e numerose cappelle. L’interno custodisce preziose opere d’arte medievale e la tomba del santo.

Un “Santo senza nome”, patrono della città: Antonio di Padova è venerato in tutto il mondo da pellegrini che ogni anno giungono a Padova per una preghiera presso l’Arca del Santo o all’ombra dei chiostri del convento. Ma è possibile ripercorrere il cosiddetto “Ultimo Cammino”, quel tragitto compiuto da Sant’Antonio nel giugno del 1231 dai Santuari Antoniani di Camposampiero alla Basilica del Santo a Padova, passando per il luogo dove morì il 13 giugno, il Santuario Antoniano dell’Arcella. Il Cammino prosegue anche dopo la Basilica del Santo: il “Lungo Cammino” va da Bologna fino al Santuario de La Verna.

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Nella piazza antistante la chiesa è collocata una statua equestre in bronzo che non vi sarà difficile notare nonostante la folla di pellegrini e le bancarelle di oggetti sacri : è un’opera del Donatello raffigurante il Gattamelata, condottiero della Repubblica di Venezia.

Prato della Valle

Altro grande vanto di Padova è il Prato della Valle, la seconda piazza più grande d’Europa dopo Piazza Rossa a Mosca. Il nome ufficiale è Isola Memmia, ma per i padovani è semplicemente “il Prato”. È una piazza dall’aspetto inusuale. Il nucleo centrale è un enorme prato alberato di forma ellittica atraversato da due vialetti perpendicolari con al centro una fontana; intorno al prato scorre un canale artificiale le cui sponde sono decorate da un doppio anello di statue raffiguranti personaggi storici e intorno alla canaletta c’è un ampio spazio pedonale.

Il cosiddetto “Prato senza erba” è da considerarsi un vero e proprio museo a cielo aperto nel quale le storiche residenze che lo circondano e le 78 statue che lo adornano possono narrarci il passato, non solo di Padova ma dell’intera Europa.

Il Prato è un popolare luogo di ritrovo per i padovani, che vengono qui a prendere il fresco, chiacchierare, mangiare un gelato, correre o pattinare. Viene spesso usato per eventi (compresi alcuni di richiamo internazionale) ed è punto d’arrivo della Maratona di Padova. Ogni sabato nello spazio intorno alla canaletta si tiene un vivacissimo mercato che rappresenta una tradizione molto amata dalla gente del posto. È perfetto per fare compere a poco prezzo; per shopping di qualità, però, meglio le botteghe del centro.

Le Piazze: Piazza delle Erbe, Piazza della Frutta e Piazza dei Signori

Distanti circa 10-15 minuti a piedi dal Prato della Valle si trovano tre piazze, “le piazze” di Padova per eccellenza, che rappresentano il fulcro della vita cittadina: Piazza delle Erbe, Piazza della Frutta e Piazza dei Signori, collegate tra loro da strade pedonali o viabili, da un passaggio noto come “canton dee busie” e dalle gallerie del cosiddetto Sottosalone. Sulle piazze si affacciano alcuni dei palazzi e monumenti più importanti della città: il magnifico Palazzo della Ragione, un lato di Palazzo Moroni (sede del municipio), la Torre dell’Orologio, la Loggia della Gran Guardia e una fontana dove un tempo si bagnavano i neolaureati nel corso di un rito goliardico oggi vietato.

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Di giorno le piazze sono animate da bancarelle di ortofrutta e abbigliamento; sul tardo pomeriggio lo spazio lasciato libero dai venditori ambulanti viene occupato dai tavolini dei bar: è qui che convergono studenti e lavoratori al termine di una giornata di fatiche per celebrare il rito dell’aperitivo e lasciarsi andare a un po’ di sana convivialità.

Bere in compagnia non conosce mai crisi: se sei a Padova non può mancare uno spritz seduti all’ombra di Palazzo della Ragione in Piazza delle Erbe o Piazza della Frutta, o ai piedi della Torre dell’Orologio in Piazza dei Signori. Per i palati più raffinati le grappe (in dialetto padovano “graspe”), come la “Of” di Bonollo prodotta a Mestrino all’amarone barrique, la rivoluzionaria vintage a sei stelle, al di là dei confini del lusso.

Palazzo della Ragione

Fulcro della vita economica cittadina, oggi come il passato, il Palazzo della Ragione è uno dei simboli di Padova, datato 1218. Tra i palazzi storici del centro di Padova il primato di grandiosità e fascino spetta senza ombra di dubbio al magnifico Palazzo della Ragione, costruito nel Duecento per ospitare i tribunali cittadini e il mercato coperto; nel 1306 fu aggiunta la caratteristica copertura a forma di carena di nave rovesciata.

Un grande salone pensile ospita un ciclo astrologico medievale, ma anche la pietra del Vituperio, su cui i debitori insolventi erano obbligati a battere per tre volte le natiche, dopo essersi spogliati (la pratica è all’origine dell’espressione restare in braghe di tela), e il grande cavallo ligneo, realizzato da Annibale Capodilista per una giostra e in seguito donato dalla famiglia alla città.

Il piano superiore (Salone) è occupato da un’unica gigantesca sala che rappresenta una delle più grande sale pensili al mondo, oggi usata per mostre ed eventi; al suo interno potrete vedere un enorme cavallo in legno e un pendolo di Foucalt. Una visita guidata durante il giorno è fortemente consigliata; vale la pena però tornare anche di sera per poter ammirare il palazzo illuminato: è una vista spettacolare.

Sottosalone

Il pianoterra di Palazzo della Ragione è occupato dal Sottosalone, due gallerie dove hanno sede una serie di botteghe che continuano la tradizione medievale del mercato al coperto. Si può comprare di tutto: carne di cavallo, formaggi montani, tapas vegane, pesce fresco, vini pregiati, birre artigianali, pasta fatta a mano, cioccolata, abiti bimbi, cosmesi naturale e altro ancora. Fare la spesa al Sottosalone è una vera tradizione: approfittatene per fare acquisti di prodotti tipici da assaggiare sul posto o portare a casa come souvenir.

Palazzo Bo

A Padova è stata fondata la seconda università più antica d’Italia. A partire dal Cinquecento la sede ufficiale dell’università divenne Palazzo Bò, un complesso edificio il cui nucleo originario risale al Duecento; si affaccia sulla centralissima via 8 Febbraio. Il tour guidato del Bò vi permette di entrare nel Teatro Anatomico, una sala particolarissima e dal fascino sinistro. Si tratta del primo esempio al mondo di aula creata appositamente per l’insegnamento dell’anatomia umana attraverso la dissezione di cadaveri: dai balconi in legno che si affacciano ad anfiteatro verso un tavolo posto in basso gli studenti potevano assistere a vere e proprie autopsie.

Un’altra attrazione famosa del Bò di Padova è la cattedra di Galileo Galilei: il celebre scienziato insegnò nell’ateneo patavino dal 1592-1610. Fanno parte del tour anche la splendida Aula Magna, oggi usata per cerimonie ufficiali, la Sala dei Quaranta e i cortili interni. Tra le tante opere d’arte che potrete ammirare nel corso del tour c’è anche una statua di Elena Cornaro Piscopia, la prima donna laureata al mondo.

Caffè Pedrocchi

Con il “Prato senza erba” e il “Santo senza nome”, a Padova c’è anche il “Caffè senza porte”: stiamo parlando dello storico Caffè Pedrocchi, che dalla data di apertura, il 1831, fino al 1916, era aperto giorno e notte. Il Caffè Pedrocchi di Padova non teme confronti con il celebre Caffè Florian di Venezia o le storiche caffetteria di Vienna. Al pari di questi esempi famosi può vantare eleganti sale intrise di storia, un tempo luogo di ritrovo di intellettuali e nobili illuminati. Tra queste non si può non ricordare la Sala Bianca, amata da Stendthal e citata in uno dei suoi libri più celebri.

Luogo di ritrovo per studenti, artisti, letterati e patrioti, è opera dell’architetto Giuseppe Jappelli. Anche oggi il Pedrocchi è un salotto mondano, ma ormai è più consueto far sfoggio di abiti firmati che di cultura. Se volete darvi un tono, o se volete regalarvi un’esperienza esclusiva, sedetevi ai tavolini di questo raffinato bar, preparatevi a pagare più di qualche euro per una tazzina e gustate la specialità di casa: si chiama Caffè Pedrocchi come il locale ed è un corroborante caffè espresso 100% arabica con aggiunta di menta e panna fresca e una spruzzata di cacao amaro. Viene servito in tazza da cappuccino, ma senza cucchiaino perché non va zuccherato.

Orto botanico dell'Università degli Studi di Padova

Stanchi del frenetico via vai di gente del centro? Rifugiatevi all’Orto Botanico, un’oasi di verde e pace a due passi dal Santo. L’Orto botanico di Padova (1545) è il più antico orto botanico universitario al mondo. Fondato nel 1545 dall’università di Padova con lo scopo di conservare piante medicinali, è uno dei più antichi orti botanici al mondo. Nei secoli ha conservato la propria collocazione originaria e gran parte delle caratteristiche dell’impianto cinquecentesco.

Nei secoli fu arricchito di piante di ogni tipo provenienti da tutto il mondo ed oggi conta 3500 specie diverse; nel 1997 è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità Unesco e recentemente è stato ampliato con moderne serre di enormi dimensioni. Nel 2014 l’Orto botanico ha ampliato il proprio patrimonio botanico, inaugurando il Giardino della biodiversità: cinque grandi serre che propongono un viaggio attraverso cinque biomi diversi. In un intreccio tra botanica e antropologia, il Giardino della biodiversità illustra la storia delle relazioni tra uomo e piante e accompagna il visitatore alla scoperta delle piante della foresta tropicale pluviale, delle aree temperate, mediterranee e aride. È possibile visitarlo autonomamente o tramite visite guidate. Durante l’anno non mancano aperture straordinarie in occasione di eventi e ricorrenze.

Musei Civici

I Musei Civici di Padova sono un complesso che raggruppa quattro sedi museali tematiche, di cui due nei chiostri dell’ex Convento degli Eremitani (una dedicata all’arte medievale e moderna, l’altra a reperti archeologici) e una nel vicino Palazzo Zuckermann. La quarta sede è la famosa Cappella degli Scrovegni. Con un unico biglietto potrete ammirare oggetti di vita quotidiana delle prime popolazioni venete ai tempi della preistoria, la ricca collezione d’arte e monete del commerciante Nicola Bottacin, arredi di pregio in uso a Padova tra Medioevo e Ottocento e molto altro.

Altre attrazioni a Padova

La visita alle top attrazioni da non perdere a Padova che vi abbiamo presentato qui sopra vi terrà impegnati per più di una giornata. Se volete fermarvi ancora più a lungo non vi annoierete perché ci sono altre interessanti cose da vedere. Usciti dalla Cappella degli Scrovegni entrate a dare un’occhiata alla Chiesa degli Eremitani che si trova giusto lì a fianco, dopodiché rimanete all’interno dei Giardini dell’Arena per riposare al fresco o bere un drink ai chioschi.

Altri due edifici religiosi di Padova che meritano una visita sono il Duomo e la Basilica di Santa Giustina. Il primo si affaccia sulla piazza omonima ed è famoso per il suo splendido battistero; l’altra si trova a fianco di Prato della Valle. Ai più devoti consigliamo anche il Santuario di Padre Leopoldo Mandić (proclamato santo nel 1983) in località Santa Croce.

La lista di musei a Padova è davvero lunga. Oltre ai già citati Musei Civici nel centro o nelle immediate vicinanze si trovano alcuni musei tematici molto particolari. Tra questi ce n’è uno adatto a tutte le età: si tratta del Museo del Precinema - Collezione Minici Zotti che espone lanterne magiche e altri giochi ottici che portarono all’invenzione del cinema: è un piccolo museo ben curato e molto suggestivo, che vi farà fare un viaggio nel tempo intriso di romanticismo e nostalgia.

Altri musei tematici a Padova degni di menzione sono il Museo della Padova Ebraica, il modernissimo MUSME - Museo di Storia della Medicina, il Centro Nazionale di Fotografia e il Museo del Risorgimento e dell’età contemporanea.

Non c’è molta architettura contemporanea nel centro di Padova. L’unica opera interessante è il Monumento Memoria e Luce realizzato dall’architetto di fama internazionale Daniel Libeskind per commemorare le vittime dell’attentato dell’11 settembre 2001 a New York.

I dintorni di Padova: escursioni e gite fuori porta

Padova è un’ottima base per esplorare il Veneto. Da qui con una gita in giornata potete facilmente visitare le popolarissime Venezia e Verona e i due gioiellini meno noti Vicenza e Treviso: sono tutte raggiungibili in un’ora di treno o meno (solo 30 minuti per Venezia!).

Le località di Peschiera del Garda e Desenzano sono sulla linea ferroviaria per Milano, quindi anche queste facilmente raggiungibili da chi vuole regalarsi una giornata di relax al lago. Con un po’ più di organizzazione si possono visitare in giornata anche le splendide montagne delle Dolomiti o tuffarsi nel mare Adriatico.

In bici, a piedi o in barca: alla scoperta delle mura di Padova

In bici, a piedi o in barca: il giro delle mura di Padova ti accompagna in 500 anni di storia. Sono le mura rinascimentali e le mura medievali: passando per 19 bastioni e 6 porte ancora esistenti, è possibile visitare il patrimonio che un tempo ha protetto il centro cittadino.

L'Osservatorio Astronomico di Padova (la Specola)

L’Osservatorio Astronomico di Padova è conosciuto da molti come la torre della Specola o la Torre di Galileo, dove, secondo una falsa tradizione, il celebre scienziato pisano eseguì le sue straordinarie scoperte astronomiche. In realtà l’edificazione della Torre, disposta lungo 200 gradini, è posteriore, ma conserva oggi in esposizione gli antichi strumenti utilizzati per la ricerca nell’ambito della “scienza del cielo”. Il percorso di visita al museo astronomico si snoda ora attraverso tutta la torre (200 gradini, senza ascensore), toccando tutte le sale utilizzate dagli astronomi padovani dei secoli scorsi.

Riviera del Brenta in barca (Burchiello)

Da marzo a ottobre, dallo storico porticciolo di porta Portello, parte il Burchiello, una minicrociera tra le Ville Venete della Riviera del Brenta, da Padova a Venezia e viceversa, tra arte e storia, lungo il percorso dell’antico Burchiello veneziano del ‘700. La navigazione è accompagnata da una guida turistica abilitata, che accompagnerà i turisti lungo la traversata fluviale e negli interni di alcune delle Ville Venete della Riviera: Villa Foscari detta La Malcontenta, Villa Widmann di Mira e Villa Pisani di Stra. All’ora di pranzo è possibile sostare al famoso ristorante Il Burchiello di Oriago, dove il battello attracca a metà giornata.

Curiosità: perchè Padova è chiamata “la città… senza”

Un famoso detto definisce Padova come “la città del santo senza nome, del prato senz’erba e del caffè senza porte“. Il primo si riferisce chiaramente alla Basilica di Sant’Antonio, che in città tutti chiamano “Il Santo”. Il secondo riferimento è al Prato della Valle, che nonostante il nome in passato non era ricoperto d’erba. Il terzo si riferisce chiaramente al Caffè Pedrocchi ma sul motivo c’è discordanza: per alcuni è legato a un periodo storico in cui il locale rimaneva aperto giorno e notte; per altri alla volontà del fondatore Antonio Pedrocchi di renderlo accessibile a tutta la cittadinanza. Ancora oggi c’è una sala disposizione di chiunque voglia sedersi senza obbligo di consumare.

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