Racconto di un Viaggio Scolastico: Esempio dalla Scuola Primaria
Un viaggio scolastico è un'esperienza che va ben oltre la semplice gita. Alcuni descrivono la gita come l’occasione in cui “Si condividono molti momenti felici insieme ai propri insegnanti”. Non ha importanza la destinazione, che sia in corriera, in albergo, a Nizza, a Genova, oppure anche solamente sul ciglio della strada, ma il tempo che viene passato in compagnia”.
È un momento in cui “Si cresce e si impara insieme ai nuovi e vecchi amici”, o ancora “Quando si sta tutti insieme senza escludere nessuno creando nuovi ricordi indimenticabili con i compagni”. Altri, invece, sostengono che queste esperienze siano grandi opportunità.
Preparativi e Partenza
Si riparte. Ore 8.00 siamo pronte per partire per Fianarantsoa con il nostro taxi brousse… dal finestrino si vedono paesaggi meravigliosi, la terra rossa del Madagascar bacia l’azzurro del cielo e le distese verdi dei campi.
Tappe del Viaggio
Durante il viaggio passiamo per la città di Ambatolampy incrociando i tipici pousse pousse e i carri trainati dagli zebù. A metà mattinata una pausa sigaretta e via di nuovo a sfrecciare per la RN7. Alle 12.30 ci fermiamo per un semplice e veloce pranzo a base di riso, carne e verdure.
Si riparte nuovamente senza perdere tempo. Ed eccoci nuovamente in strada… e che strada… buche, avvallamenti, pozzanghere simili a laghi, rendono tutto difficoltoso… ci lasciamo alle spalle Fianarantsoa con il suo mercato, i suoi negozi e le rivendite di mattoni rossi e raggiungiamo Talata Ampano, un paese rurale che Dera ci traduce in “Martedì delle zecche” importante mercato del riso che in questa zona prolifica abbondantemente… il nostro taxi-brousse si ferma per caricare cesti e cesti di pomodori.
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Ripartiamo e vediamo lungo la strada delle strane costruzioni… Dera ci dice che sono tombe e per rispetto verso i defunti dobbiamo indicarle con un pugno. Ci fermiamo finalmente a pranzare a Ihosy.. il caldo inizia a farsi sentire…un buon pranzo a base di riso, carne e delle ottime e saporite verdure e rapidamente ci rimettiamo in marcia….
Arriviamo a Ihorombe, una pianoro enorme, la vista di questo spazio così sconfinato è davvero sorprendente…. Siamo felicissime!!! Ci accolgono calorosamente Auguste, Andry e Jean Jacques e Vola che ci ha preparato una cena meravigliosa.. ci sediamo tutti a tavola con una bottiglia di “buon” vino e si fa presto sera… i grilli ci accompagnano nelle nostre camere, semplici, pulite ed accoglienti….
Incontri e Attività Didattiche
Subito dopo colazione ci siamo recate alla scuola primaria. I bambini gli insegnanti e gli educatori ci hanno accolto con grande affetto e calore dandoci il benvenuto sia in lingua italiana che in lingua francese. I bambini delle elementari invece stavano facendo lezione… Abbiamo curiosato nei loro quaderni che con timidezza ci hanno mostrato, un classe era impegnata a fare il disegno della loro casa da portare a Peccioli per i bimbi della scuola primaria che hanno fatto altrettanto.
Molte le domande fatte dagli alunni italiani per conoscere gli aspetti della vita quotidiana e le abitudini dei bimbi in terra malgascia. Domande interessanti sulla scuola, lo sport e l’alimentazione e domande curiose come per esempio se a Tulear si fa la raccolta differenziata o se esistono i supermercati e gli scuolabus, hanno reso il tutto molto divertente e piacevole.
Subito dopo pranzo ci siamo riunite con gli educatori per parlare del progetto e delle aspettative per questo anno scolastico e le proposte per le attività per le vacanze e del nuovo anno scolastico. Questa mattina ci siamo recate alla scuola primaria ed abbiamo realizzato un collegamento skype tra Giada, un nuovo genitore adottivo e Josia, la sua bimba frequentante la scuola materna.
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Nella tarda mattinata abbiamo fatto altri collegamenti skype ma il più significante è sicuramente quello tra Loris Barbieri, fondatore di MONDOBIMBI, e tutte le classi della primaria. Nel pomeriggio poi siamo ritornate alle scuole primarie per consegnare i disegni realizzati dalle classi terze, quarte e quinte della scuola elementare di Peccioli. Il tema del disegno era “LA MIA CASA”.
Feste e Giochi
Qui a Tulear ogni giorno è unico e speciale…. Sono iniziate proprio oggi le tre giornate di festa dedicate ai giochi chiamate “GIORNATE DELLA SCUOLA”, ci siamo recate alla Rossignol dove si sono riuniti tutti i ragazzi delle primarie e delle secondarie per giocare assieme.
Verso le 12 ci siamo collegate tramite skype con la scuola elementare di Peccioli dalla casa di Roberto. Abbiamo avuto l’impressione che i ragazzi della scuola italiana siano rimasti molto colpiti dall’assenza delle comodità che invece dispongono loro, si aspettavano probabilmente molte più stanze, invece Roberto vive dentro una capanna di paglia in cui può solo dormire mentre tutte le altre attività devono essere svolte all’aperto all’ombra di una piccola tenda di stoffa per riparasi dal sole (oggi 38 gradi).
Incontri con le Famiglie
Giorno di duro lavoro a Tulear… eh si perchè ogni 15 giorni la nostra associazione distribuisce il partage. Questa condivisione è molto molto importante per i nostri bimbi, molto di loro vivono in famiglie così povere e disastrate che non hanno nemmeno la possibilità di comperare qualcosa per al cena, come lo era per Judia che con la mamma è venuta a ritirare la sua parte.
Terminato al consegna del partage ci siamo recati a casa di Yomane, siamo passate nella casa del babbo, dove abitano anche le sorelle con i rispettivi figli, ma di lei nessuna traccia… abbiamo allora provato a cercarla a casa del fratello di 22 anni Alex…. Nel primo pomeriggio però, chi arriva a farci visita? Yomane è una bella ragazza di 12 anni che non frequenta la scuola da ormai tre mesi.
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Con l’aiuto di Dera veniamo a conoscenza dei problemi di frequenza… ha una situazione famigliare molto molto difficile e preoccupante. La ragazza ha chiesto aiuto al fratello perchè non ha un posto dove stare, dal momento che i genitori non si occupano di lei. Yomane ha pianto spesso mentre raccontava di come è stata cacciata di casa.
Raggiungiamo la casa di Faralay, situata in una delle zone più povere di Tulear. Ci viene incontro con un bel sorriso la mamma, entriamo nella loro capanna fatta di legno e lamiera, Faralay ci presenta il fratello Dalay, la sorella Soafara e il piccolino di casa di 5 anni.
Salutiamo la famiglia e ci avviamo verso la casa di Josia e Safidy Anselme. Incontriamo subito mamma Olivia, che ci aspetta assieme ai due bimbi e al figlio maggiore. La donna ha una storia davvero toccante. Il marito è morto a causa del ciclone Haruna che ha colpito la regione nel 2013.
Arriviamo alla loro capanna che stanno ancora dormendo, li svegliamo. La prima ad alzarsi è mamma Olivia, una giovane e bella donna di 24 anni che dalla morte del marito, mancato a causa dell’uragano Haruna, si è trovata sola con tre figli di accudire.
I bimbi con amore e dolcezza vengono lavati e vestiti dalla mamma e poi si parte tutti insieme per andare a scuola… 2 lunghi km tra le strade di Tulear… Olivia lascia i suoi piccoli all’interno del cortile della scuola primaria si mettono subito in fila per entrare in classe e tra canti e filastrocche si studia il francese fino all’ora di pranzo… un accurato lavaggio delle mani e poi tutti a tavola davanti un buon piatto di riso, carne e verdure.
Momenti di Svago e Scoperte Culturali
Abbiamo scorazzato per le strade vedendo i tipici “negozietti” di riso, stoffe e scarpe… il supermercato, la prima chiesa luterana costruita a Tulear fino ad arrivare al porticciolo da cui partono le imbarcazione per Anakao, meravigliosa località balneare..
Dopo un fantastico pranzo alla “Colomba” a base di bisteccona di zebù, brochette di gamberi e patate arrosto, sambos, squisiti involtini di carne e verdure e bol renversè avec fruit de mer, con Jean Jacques, direttore della scuola, Andry e Volà, responsabili agli acquisti necessari per il progetto e l’autista del taxi, Ragnetse che significa buon amico, , ci siamo diretti verso il museo di Tulear….
E poi la passeggiata “guidata” alla scoperta dei Quartieri spagnoli, nel Cinquecento ai tempi di Don Pedro a Toledo, dimora dei soldati spagnoli, alla scoperta de “u basciu”, dei tanti angoli che ancora ricordano Maradona e della limonata “a coscie aperte”, parlando con la gente che lì ci abita. Sì, i murales dei quartieri spagnoli raccontano la storia presente e passata di Napoli.
L'Importanza delle Uscite Didattiche
Partiamo da un dato oggettivo: il 73% degli studenti, secondo alcune indagini del MIUR, apprezzano più di quanto immaginiamo le uscite didattiche e, soprattutto, dichiarano di voler imparare qualcosa di nuovo nel corso delle visite d’istruzione.
Metodi Didattici Innovativi
Ogni docente in classe avrà sicuramente beneficiato, almeno una volta, del Cooperative Learning, ovvero una o più attività per coinvolgere gli studenti attraverso lavori di gruppo per raggiungere un fine comune.
Dove andiamo? Il primo laboratorio che funziona in molte classi durante uscite e viaggi, richiede un po’ di inventiva e creatività. Gli studenti così si attiveranno per visitare questo o quell’altro monumento o segnalare le varie iniziative. A seconda dell’età dei ragazzi e della loro maturità questa attività può essere più o meno guidata. Infatti l’uso della rete e di internet diventa essenziale.
Con alunni più grandi, della scuola secondaria di secondo grado, dopo una riflessione condivisa, si potranno ipotizzare attività più libere. Capiterà sicuramente che tra le tante proposte interessanti ne esca qualcuna strampalata.
I docenti ragioneranno, insieme ai ragazzi, sulle varie proposte e si imposterà un itinerario il più possibile centrato sulle loro idee e sulla validità didattica e culturale della gita scolastica. Uno strumento utile nella creazione di un itinerario, soprattutto per i viaggi di più giorni, è Google My Maps, che permette di inserire dei “punti” di interesse su mappe completamente personalizzabili.
Il primo è lo storytelling. Il secondo metodo è il reportage fotografico. Usando infatti la geolocalizzazione delle foto è possibile tenere traccia del percorso effettuato e si possono così raccontare le tappe del viaggio d’istruzione.
Esempi di Viaggi Scolastici
Gli alunni delle classi quinte della scuola primaria Minozzi e Cappelluti e gli studenti delle prime classi della scuola secondaria di I grado Nicola Festa, sebbene in giornate diverse, hanno vissuto un’entusiasmante gita nella storica città di Taranto. La prima tappa è stata il prestigioso Museo Archeologico Nazionale di Taranto “MArTA”, dove gli studenti hanno esplorato affascinanti reperti risalenti ad epoche antiche.
L’avventura tarantina non si è conclusa qui: gli allievi sono salpati per una deliziosa mini-crociera sul Mar Piccolo e sul Mar Grande.
Nei giorni 23, 24 e 25 marzo i ragazzi di 6 classi terze sono partiti per un’avventura didattica alla scoperta delle città di Genova e di Nizza; si sono messi in gioco in un turbinio di emozioni, responsabilità, novità e relazioni. Ed è proprio attraverso le loro parole che abbiamo scelto di raccontarvi la nostra esperienza.
C’è anche chi si racconta attraverso le proprie emozioni: “Stupore è quella sensazione che mi è stata addosso tutto il tempo a Nizza, il mare era un incanto e la cattedrale russa mi ha davvero stupito.”; “Non ho provato solo divertimento ma una sensazione strana, mi sentivo libera”; “Ho percepito senso di responsabilità da parte di tutti o quasi, soprattutto da persone che non avrei mai pensato potessero averlo”.
“La gita mi è piaciuta molto perché abbiamo conosciuto nuovi posti, ho passato del tempo con i miei compagni e mi sono divertita provando a comunicare con le persone di nazionalità diversa dalla mia” Tanto divertimento dunque, ma anche la possibilità di osservare e provare sul campo, tra i carruggi di Genova e le vie di Nizza, ciò che si è studiato sui banchi di scuola.
E i prof? Anche per loro è stato, fin da subito, un carosello di gioia, ansia, severità e riconoscenza. Gioia per vedere un lavoro monumentale fatto a più mani da tanto tempo che finalmente si compie; ansia, perché la sicurezza dei “tuoi” ragazzi è da garantire h24; severità, perché la responsabilità civile, economica e anche penale è tutta degli insegnanti, quindi basta un imprevisto imprevedibile, o un solo alunno che disattendendo le regole dia origine ad un evento serio, e una vita di lavoro, o una famiglia che si regge talvolta su un precario equilibrio economico va a carte quarantotto.
E infine la riconoscenza; tanta riconoscenza verso ragazzi che si sono divertiti, hanno fatto gruppo vivo nonostante i cellulari e sono riusciti anche a sfuggire al controllo dei prof che avevano imposto le regole senza eccedere nelle loro infrazioni.
Come ci ha raccontato la guida, in quel 24 agosto del 79 d.C. “Nell’oscurità si udivano i pianti delle donne, i lamenti dei bambini e il clamore degli uomini. Alcuni chiedevano aiuto, altri invocavano la morte, ma i più pensavano di essere stati abbandonati dagli Dei e che l’universo fosse sprofondato nel buio eterno…” come scriveva Plinio il Giovane.
E così i nostri ragazzi hanno scoperto che dopo oltre due secoli di scavi, il sito archeologico di Pompei è uno dei musei all’aperto più importanti e suggestivi al mondo.
Mercoledì 20 da Pompei a Napoli il passo è breve: dalla maestosa Piazza del Plebiscito e dintorni si possono ammirare vecchi e nuovi palazzi del potere e della vita amministrativa di Napoli, oltre ad alcuni tra i più importanti siti e monumenti della città: il Palazzo reale, che racchiude quasi 500 anni della storia della città e delle dominazioni che l’hanno caratterizzata, la Prefettura, il Municipio, il Teatro San Carlo.
Al terzo giorno ci tocca visitare la Reggia di Caserta, con il suo enorme parco e fontane (ma come si chiamano questi grossi pesci?! Perché non metterci anche un po’ di scienza? Facciamo un salto alla Città della Scienza a Napoli a fare qualche esperimento perché “Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco!”, questo lo slogan della Fondazione - e i ragazzi non si sono fatti pregare: hanno sperimentato le leggi della fisica, si sono messi in gioco, in base al principio che si impara di più se ci si diverte.
Viaggi d'Istruzione a Tema Ambientale
Ecomondo, riciclaggio, recupero, riutilizzo, risorse, biologico … concetti ineludibili ed impegni per la vita già presente: i ragazzi di oggi, uomini e donne di un futuro assai prossimo, si confrontano fin dai banchi di scuola con la scomoda eredità di un pianeta senza più risorse energetiche immediate e l’ingombro inquinante - se non tossico - di montagne di rifiuti.
La gita scolastica (oggi si chiama, con termini più moderni, viaggio di istruzione) non è stata però un evento solo per l’impegnativo contenuto educativo, ma anche per il pernottamento fuori casa (per la maggioranza dei bambini la prima volta senza mamma e papà), fatto non proprio consueto in una Scuola Primaria. E’ stata una grande opportunità per i ragazzi che hanno aderito numerosi all’iniziativa.
Grande è la valenza educativa di momenti scolastici così entusiasmanti, sia dal punto di vista aggregativo che didattico: infatti, questo è il secondo anno in cui le classi quinte si recano a questo importante appuntamento, approfittandone per una due giorni tutti insieme.
Siamo partiti dalla scuola di Mortara alle 5:30 del mattino per andare a Rimini. Arrivati nella città, meta della nostra gita, ci siamo recati all’Ecomondo , una fiera internazionale giunta alla sua tredicesima edizione, e abbiamo osservato tantissime cose, progetti e soluzioni riguardanti il riciclaggio, cioè il riuso dei materiali che altrimenti andrebbero a finire nelle discariche.
Durante la visita, abbiamo partecipato anche ad alcuni laboratori molto coinvolgenti, riguardanti il riciclo del vetro (il vetro è un fior di riciclo, perché la bottiglia torna sempre bottiglia, all’infinito).
Verso sera, siamo tornati all’albergo e abbiamo sistemato le valigie. Quella notte, prima di addormentarci, Adriana, Ilaria, Ele ed io, ci siamo divertite un sacco: ci siamo lanciate addosso il peluche che Eleonora si era portata con sé per potersi addormentare (che battaglia spumeggiante…!). Abbiamo saltato sui letti e chiacchierato fino alle 11.00 circa. Non sentivamo la stanchezza del viaggio e della giornata così piena di stimoli e di attività educative.
Visita a San Marino
Il giorno dopo siamo andati a San Marino e lì c’erano tanti negozi, davanti ai quali ci siamo soffermati a guardare e, in alcuni, siamo entrati a comprare oggetti d’ogni tipo. Io ho comprato una palla di vetro in cui scendeva la neve, di fianco c’era il simbolo di S. Marino, cioè la Rocca.
Ad un certo punto abbiamo raggiunto proprio la Rocca sul monte Titano: da quella posizione si vedevano i raggi del sole che sbucavano dalle nuvole e illuminavano la valle: era uno spettacolo straordinario della natura! Io ne ero sorpresa e incantata! La gita è stata una bella esperienza: per la prima volta mi sono allontanata da mamma e papà per due giorni.
Arrivati finalmente a S. Marino, ci siamo incamminati per raggiungere la Rocca. Durante il suggestivo percorso, abbiamo potuto soffermaci ad ammirare alcune statue di bronzo che si trovavano in un cortiletto; accanto ci sono apparse due torri antichissime.
Poco dopo siamo saliti a vedere la chiesa più antica della Repubblica, che dominava la piazza centrale della cittadina: era molto bella con i suoi affreschi riguardanti Santa Lucia, S. Usciti da lì, siamo andati in centro a gustare il nostro pranzo al sacco. I piccioni che volavano intorno a noi ci guardavano felici, come se ci avessero invitati a mangiare un boccone a casa loro!
Ma… più in là, verso l’osservatorio panoramico, nel punto più alto del monte Titano, sono caduto sbattendo violentemente la faccia! Vicino all’occhio avevo escoriazioni e lividi, mi sentivo un po’ abbacchiato e mi era passata la gioia della bella giornata, trascorsa con i compagni in un luogo molto bello, che non conoscevo prima d’allora.