Rapporto sul Turismo Italiano: Statistiche e Tendenze
Il Rapporto sul Turismo Italiano costituisce il documento di economia e politica del turismo più continuo e di più lunga tradizione, pubblicato per la prima volta nel 1984 e giunto quest'anno alla sua ventiseiesima edizione. Questa edizione è articolata in quattro parti: Economia, statistiche e servizi per il turismo; Competitività e sostenibilità delle destinazioni; Turismi e mercati; Politiche per il turismo.
Il Rapporto si caratterizza per un approccio caleidoscopico che consente di intercettare le tendenze più significative che stanno investendo il settore. Come di consueto, la sua articolazione affianca contributi tesi all'analisi sistematica delle principali dinamiche ad approfondimenti (Focus) dedicati a temi di particolare rilevanza e aspetti emergenti nel panorama del turismo italiano.
Performance del Turismo Italiano
Il turismo italiano viaggia a velocità sostenuta anche nel 2025: oltre 8,6 miliardi di euro di spesa turistica estera (+6,44% sul 2024 e +29,13% sul 2019) e le presenze (quasi +7% sul 2019). In particolare, l’Italia è la seconda destinazione europea per crescita delle presenze turistiche rispetto al 2019, con un +8,3%, dietro alla sola Spagna (+11,2%).
In crescita anche la permanenza media, che si attesta sulle 3,30 notti per gli stranieri e sulle 2,64 per gli italiani. A giugno 2025, l’Italia mostra un livello di saturazione OTA superiore rispetto ai principali Paesi competitor, pari al 46,7%, con un prezzo medio di 146,40 euro (il secondo più basso dopo la Francia). La Provincia Autonoma di Bolzano, Campania e Sardegna le mete con il tasso più alto.
La XXVI edizione del Rapporto evidenzia la ripresa del turismo internazionale a livello globale: secondo il Barometro Mondiale del Turismo dell’Organizzazione Mondiale del Turismo, il 2022 ha infatti registrato un +111,5% di arrivi internazionali rispetto al 2021, risaliti a 969 milioni in tutto il mondo.
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L’Italia, con oltre 55 milioni di arrivi internazionali (tabella 1) nell’anno post-covid 2022 non è però riuscita a recuperare totalmente gli oltre 65 milioni di arrivi internazionali del 2019, rispetto al quale ha registrato un calo del 15,2%, anche se rappresentano il 5,2% della quota degli arrivi a livello mondiale.
Il movimento turistico complessivo (italiani+ stranieri) tra il 2019 e il 2022 ha registrato le seguenti performance: gli arrivi sono passati da 131,4 milioni a 118,5 (-9,8%), le presenze da 436,7 milioni a 412 (- 5,7%). In concreto nel 2022 si è registrato un grandioso recupero (+94,3%) della domanda turistica rispetto ai livelli pre-covid: nel 2020 infatti si era verificato un crollo del 52,3% rispetto al 2019 dovuto alla pandemia; dalle prime proiezioni diffuse dall’Organizzazione Mondiale del Turismo sembra che tale recupero sia già avvenuto nel corso del 2023, i cui dati dovrebbero essere disponibili dopo l’estate di quest’anno.
Nella tabella 2 sono invece riportate le performance del movimento turistico nelle Regioni italiane da cui si evincono diversi dati e performance: anche nel 2022 il Veneto si conferma come la regione più visitata in assoluto con quasi 66 milioni di presenze, anche se queste hanno subito una diminuzione del 7,5% rispetto al 2019 quando erano state oltre 71 milioni; al secondo posto si è riconfermato il Trentino Alto Adige con oltre 52 milioni di presenze (invariate rispetto al 2019), mentre alla terza posizione si riconferma la Toscana con 42,8 milioni di presenze, diminuite però ddell’11% rispetto al 2019.
Il crollo maggiore in fatto di presenze tra il 2019 e il 2022 lo hanno avuto la Calabria con - 23,7%, la Campania con - 19,3%, la Basilicata con - 18,8%, il Piemonte con - 11%.
Tra il 2019 e il 2022 l’offerta ricettiva complessiva ha avuto un leggero incremento: le imprese infatti sono passate da 218.327 a 224.644 (+ 2,2%) e i posti letto da 5,17 milioni a 5,20 (+ 0,5%); tali incrementi però sono dovuti soprattutto alle strutture extralberghiere le cui imprese sono passate da 185.597 a 192.219 (+3,6%) e i letti da 2,91 a 2,96 milioni (+ 1,5 %).
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I consumi turistici complessivi nel nostro Paese nel 2022 (tabella 3) sono stati, secondo la Banca d’Italia e l’ISTAT, 164,6 miliardi di euro cui hanno contribuito la spesa turistica degli italiani che hanno trascorso le loro vacanze in Italia per un valore di 70,126 miliardi euro, quella dei turisti stranieri per un valore di 55,125 miliardi, e 39,363 miliardi formati da “altre componenti di consumi turistici” che comprendono gli affitti turistici e consumi vari attivati dal turismo business. Va osservato inoltre che è la prima volta che viene considerata nelle componenti dei consumi turistici la voce “altre componenti di consumi turistici”.
Per avere una più completa visione del fenomeno del turismo italiano oltre i cosiddetti “big data”, il Rapporto fornisce anche alcuni focus sui trend di alcuni segmenti di turismo, tra i quali il turismo balneare, il turismo montano, quello congressuale, i cui dati essenziali illustro qui di seguito.
Turismo Montano
Il Rapporto prende in esame il trend della Province alpine di Piemonte, Valle d’Aosta, Sondrio, Bolzano, Trento, Belluno, dove le presenze turistiche tra il 2019 e il 2022 hanno subito un calo medio del 2,4%, essendo passate da circa 66,2 milioni a 65,4, anche se con andamenti differenti a seconda delle province.
Turismo Balneare
È stato analizzato il movimento turistico delle sole 28 località balneari che hanno realizzato un numero di presenze superiore al milione situate in Friuli, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Puglia, Campania, dove il turismo balneare rappresenta un segmento particolarmente importante, specie in Liguria dove rappresenta circa il 90% del movimento turistico.
Turismo Congressuale
Pur essendo il segmento più complesso da analizzare e con la più alta spesa turistica media pro-capite, tuttavia, i dati pubblicati nel Rapporto, provenienti all’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi (Oice) promosso da Federcongressi, sono confusi, inadeguati e fuorvianti nel descrivere il fenomeno ad iniziare dalla stessa definizione di evento che ne viene data.
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Nell’Oice non viene fornito alcun dato né sulle tipologie e caratteri di eventi esaminati (congressi, corporate meeting, sportivi, culturali, religiosi ecc.), né sulle caratteristiche e provenienza dei congressisti (nazionale, internazionale), ignorando al riguardo termini e definizioni codificati dagli organismi internazionali di settore più qualificati quali Uia (Union of International Associations) di Bruxelles che da oltre 100 anni pubblica una statistica annuale sui congressi internazionali promossi da oltre 72 mila organismi, governativi e non, sparsi nel mondo; Icca (International Congress and Convention Association) che pubblica una statistica su quelli promossi dalle oltre 24 mila associazioni aderenti; Iapco (International Association of Professional Congress Organizers) ecc.
Nessun dato viene fornito circa le presenze alberghiere (si parla genericamente di 31,7 milioni di presenze nelle sedi congressuali), né tantomeno sull’economia, che vengono generate dai 303.689 eventi censiti nel 2022. Nessun accenno neanche agli organismi nazionali o internazionali, governativi o no che li hanno promossi o ai Convention Bureau e alle imprese (Pco) che li hanno acquisiti, gestiti o organizzati!
Resilienza e Sostenibilità
Il documento sottolinea l’importanza della resilienza e della sostenibilità come valori fondamentali per il futuro del turismo. La pandemia ha evidenziato l’importanza di un turismo attento al territorio e alle risorse locali. Il PNRR rappresenta un’opportunità per investire in un modello di Turismo 4.0, ma si sottolinea la necessità di attivare collaborazioni tra aziende, enti locali e istituzioni per una distribuzione efficace delle risorse.
Le destinazioni turistiche sono chiamate a ripensare i loro modelli di offerta, focalizzandosi sulla sostenibilità e sulla resilienza. Il rapporto include un’analisi dettagliata delle tendenze emergenti, come il cambiamento nei criteri di valutazione delle destinazioni a livello globale e l’adozione di approcci più sostenibili.
Cambiamenti Climatici e Impatti sul Turismo
Un capitolo del Rapporto è dedicato al tema dei cambiamenti climatici e agli impatti disastrosi che essi stanno determinando e sempre più determineranno a carico non solo delle attività turistiche in senso stretto, ma anche e soprattutto dell’ambiente naturale e delle sue risorse (mari, monti, laghi, acqua, neve ecc.) dell’agricoltura, delle infrastrutture e del patrimonio culturale.
La ricerca consiste in un repertorio degli studi internazionali condotti dai più importanti organismi intergovernativi (l’Onu in primis) e dai più prestigiosi Istituti di ricerca, Atenei e scienziati a livello mondiale.
Nel “Regional impact of climate change on European tourism demand”, pubblicato dall’U.E. nel giugno 2023, vengono simulate le proiezioni regionali preliminari dei pernottamenti sia in base agli obiettivi definiti dall’Accordo di Parigi del 2015 nell’ambito della COP 21, che prevedevano due livelli di riscaldamento globale (1,5°C e 2°C), sia in un’ipotesi di due livelli più elevati (3°C e 4°C).
Tali proiezioni hanno generato un modello europeo nord-sud dei trend della domanda turistica dove, in conseguenza dei cambiamenti climatici, le regioni settentrionali europee beneficerebbero di un aumento del 15,9% rispetto all’anno-base 2019, mentre quelle meridionali vedrebbero una riduzione media del 9,1%.
I cambiamenti climatici che stanno investendo il nostro pianeta e che stanno sconvolgendo anche i sistemi di vita dell’umanità oltre che la natura, sono da attribuirsi in gran parte all’opera inquinante delle attività socioeconomiche con l’emissione nell’atmosfera di elementi fortemente inquinanti: occorre di conseguenza ipotizzare un nuovo modo di produrre e forse anche un mondo diverso.
Fonti Statistiche Ufficiali
- ISTAT: L’Istituto Nazionale di Statistica propone un quadro delle statistiche ufficiali sul turismo e del contesto internazionale in cui si collocano. In questa sezione sono disponibili tutte le pubblicazioni dell’Istat sul turismo in Italia, sia dal lato della domanda e che dal lato dell’offerta di servizi.
- BANCA D’ITALIA: La Banca d’Italia svolge un’ampia attività di analisi e ricerca in campo economico, giuridico e statistico, raccoglie dati ed elabora statistiche in materia bancaria e finanziaria, sul debito pubblico e sulla bilancia dei pagamenti. I risultati della ricerca, i dati raccolti e le elaborazioni effettuate sono alla base delle decisioni assunte e delle affermazioni contenute nelle pubblicazioni ufficiali.
- EUROSTAT: Eurostat è l’ufficio statistico dell’Unione Europea che raccoglie ed elabora a fini statistici i dati raccolti e trasmessi dagli Stati membri dell’Unione Europea. A questo link sono raccolti i dati, i metadati e le metodologie della ricerca statistica sul turismo dell’Unione Europea. Eurostat realizza inoltre articoli su temi specifici basati su dati disponibili nei suoi dataset.
- EU TOURISM DASHBOARD: La Dashboard dell’UE sul turismo è uno strumento sviluppato dalla Commissione europea, volto a promuovere e monitorare le transizioni verdi e digitali e i fattori di resilienza socioeconomica dell’ecosistema turistico europeo. Nel cruscotto gli indicatori sono organizzati in tre pilastri: “impatto ambientale”, “digitalizzazione” e “vulnerabilità socioeconomica”. Sono inoltre presenti alcuni “descrittori turistici di base” relativi alle caratteristiche delle destinazioni turistiche in termini di domanda, offerta turistica. Si rivolge principalmente ai decision makers pubblici e privati per orientare le politiche e le strategie nell’ecosistema del turismo.
- UNWTO: L’Organizzazione Mondiale del Turismo è l’agenzia specializzata delle Nazioni Unite incaricata di promuovere un turismo responsabile, sostenibile e universalmente accessibile. La Dashboard UNWTO sui dati turistici fornisce statistiche e approfondimenti sugli indicatori chiave del turismo in entrata e in uscita a livello globale, regionale e nazionale, come ad esempio i dati riguardanti gli arrivi dei turisti, la quota del turismo nelle esportazioni e il contributo al PIL, i mercati di origine, gli andamenti stagionali e gli alloggi.
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