Integrazione degli Stranieri in Italia: Sfide e Opportunità
L’immigrazione è un tema di attualità delicato che interessa l’Italia, situata sulla rotta dei flussi migratori dall’Africa e dal Medioriente. Ogni giorno entriamo in contatto con immigrati, ponendoci interrogativi sulla nostra identità e sulla loro integrazione.
Lo straniero, specie se in condizioni disagiate, mette in discussione la nostra identità, portando con sé un altro mondo e differenze che fatichiamo ad accettare. Una reazione consueta è la diffidenza, che può portare ad atteggiamenti razzisti. Affrontare questo tema richiede lucidità, sensibilità e documentazione.
Comprendere il Fenomeno Migratorio
Il web è pieno di documenti e articoli sull'immigrazione, ma c’è molta confusione a riguardo. Si può cominciare a cercare col motore di ricerca, ma è utile dare uno sguardo prima alle statistiche, che possono essere molto interessanti.
È ovvio che negli ultimi anni ci si riferisce in particolar modo ai flussi migratori che hanno interessato il Mediterraneo, ma puoi anche fare dei paralleli storici. Anche gli italiani sono stati un tempo emigranti e quindi furono immigrati per altri paesi, in particolare America e Argentina. Il punto è che i popoli da sempre si sono spostati da una parte all’altra del mondo, in cerca di migliori condizioni di vita. Guerra e povertà sono le prime cause.
Per ovviare ad ogni superficiale automatismo sull'arrivo di "terroristi" sui barconi, è bene sottolineare che il terrorismo si abbevera della radicalizzazione di individui nati e cresciuti nei Paesi da colpire, come dimostrano i recenti attentati parigini compiuti da terroristi francesi: la conoscenza della lingua, l'assenza di pregiudizio per l'origine territoriale e una reale integrazione col tessuto del Paese sono privilegi fondamentali affinché un terrorista diventi davvero letale.
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L'Italia non è il porto d'approdo preferito dei migranti: il nostro Paese è solo lambito da una piccola parte del fenomeno, quella che riguarda i viaggi via mare, e non è quasi minimamente interessata all'immigrazione via terra, che riguarda di più il Nord Europa. L'Italia è uno dei passaggi più veloci verso le mete più ambite, come Germania e Svezia, che, da sole, accolgono più della metà delle richieste d'asilo del Continente.
Ci sono esempi storici di integrazione da considerare, come quella albanese. Molti albanesi trovarono nel Mediterraneo una tomba in seguito a continui "viaggi della speranza", ma oggi nella narrazione quotidiana sono di fatto spariti i riferimenti a loro, che pure sono oltre mezzo milione di individui.
Tra i vari motivi che hanno portato alla situazione attuale sul tema dell'immigrazione, il più importante riguarda forse il cambiamento nelle normative. Grazie agli accordi stipulati, i collegamenti tra Albania e Italia (per traghetto e per aereo) sono più agevoli: è stato tolto terreno sotto i piedi degli sfruttatori della tratta di migranti, garantendo l'opportunità di scelta ai singoli individui.
Integrazione: Un Percorso Complesso
Per promuovere l’integrazione effettiva di bambini e adulti immigrati occorre garantire politiche mirate di inclusione, nei vari ambienti sociali. Nel caso dei primi anni di vita e di crescita, un ruolo chiave nel processo di inserimento sociale è svolto dalla scuola, una delle principali agenzie di formazione, la quale deve assicurare aule integrate ove vi sono più gruppi culturali insieme e seguire strategie atte a diminuire i tassi di abbandono scolastico di bambini migranti.
Inoltre, essa deve tener conto delle storie di migrazione e delle biografie linguistiche differenziate possedute dai bambini stranieri attualmente presenti tra i banchi delle scuole italiane. La letteratura di riferimento conferma che l’inclusione sociale, linguistica e scolastica di minori stranieri è favorita da un’acquisizione della seconda lingua che inizia già nella fase prescolare.
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Infatti, anche gli aspetti legati all’identità sociale si complicano nella situazione dei bambini stranieri in quanto loro devono identificarsi con il loro gruppo di origine e con quello nuovo presente nel contesto di arrivo. Ricevere un buon supporto sociale può invece aiutare i bambini migranti in questa loro transizione di vita ed evitare lo sviluppo di disturbi psicologici.
La complessità legata all’apprendimento di una lingua nuova, diversa da quella materna, è stata mostrata dagli studi di linguistica acquisizionale e la nozione di interlingua nasce proprio in rapporto agli sforzi di comunicazione verbale compiuti da colui che apprende una seconda lingua.
È stato Selinker nel 1972 a dar vita alla teoria dell’interlingua, definendola come un sistema il cui obiettivo è rispettare delle regole, risultato da una grammatica mentale, cioè di un insieme di regole che possono essere ricondotte alla lingua materna (L1), alla lingua da apprendere (L2) e ai meccanismi mentali.
Le ricerche condotte nell’ambito della linguistica acquisizionale hanno rivelato che, anche se vi sono percorsi di apprendimento vari e individuali, sussistono delle sequenze fisse di acquisizione, che sono obbligatorie per coloro che apprendono e devono essere seguite con lo stesso ordine, seppur in tempi alquanto differenti o con esiti finali più o meno avanzati.
Infatti, gli esseri umani sin dalla loro nascita, hanno la capacità di apprendere una lingua, ma i metodi che consentono di giungere alla conoscenza di un dato sistema linguistico variano. Tale diversificazione dipende da fattori quali l’età, la natura dell’input e l’aver intrapreso il compito per la prima volta (acquisizione della prima lingua) o meno (acquisizione della seconda lingua).
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Per quanto concerne l’acquisizione della prima lingua, quest’ultima è la lingua che ogni essere umano acquisisce a partire dalla nascita e permette lo sviluppo mentale ed emotivo. Nel caso di bambini o adolescenti stranieri risulta essere importante anche l’acquisizione della seconda lingua, che è “il processo mediante il quale le persone sviluppano la padronanza di un’altra lingua, straniera”.
Nel processo di apprendimento e di acquisizione di una seconda lingua, diviene indispensabile la grammatica interlingua, ossia l’uso delle regole grammaticali della lingua già appresa che si integrano con la nuova lingua.
Attualmente, una sfida importante per il sistema scolastico italiano, anche in seguito alla catastrofica guerra in corso in Ucraina in questi mesi del 2022 e al trasferimento in Italia di molteplici bambini e madri provenienti dalla nazione bellica, è proprio l’integrazione dei minori di cittadinanza straniera.
Un momento considerevole di inizio dei percorsi didattici deve essere dedicato all’accoglienza dei bambini stranieri, anche attraverso canzoni danzanti e presentazioni pittoriche, saluti fatti di grandi sorrisi al fine di consentire un loro primo inserimento in un contesto nuovo. Questo può essere permesso dall’insegnamento del valore della diversità ai bambini italiani in un’ottica di accettazione dell’altro, dunque di integrazione, e dalla professionalità dei docenti o educatori.
La scuola deve, in ogni momento, rappresentare il luogo dove le disuguaglianze esistenti si riducono e la socializzazione è consentita. Spesso i bambini stranieri, a causa delle condizioni economiche delle famiglie di origine, sono esposti ad una “povertà educativa”, ma la scuola può costituire per loro un’occasione di contatto con la cultura e le istituzioni del paese ospitante.
Le figure professionali presenti a scuola, nella fase di acquisizione della seconda lingua, devono rispettare i tempi del bambino e dare lui gradatamente input linguistici che siano rilevanti.
Strategie Didattiche per l'Integrazione Linguistica
Oxford (1990) ha definito delle strategie di apprendimento linguistico, ovvero azioni specifiche e intenzionali attuate dagli alunni per far sì che diventino abili in una determinata lingua e che consentono di facilitare l’interiorizzazione, l’immagazzinamento, il recupero o l’uso delle nuove conoscenze linguistiche.
Diversi studiosi hanno cercato di classificare le strategie di apprendimento linguistico, ma in generale vi è un accodo sul considerare tra strategie didattiche per l’apprendimento dell’italiano, come anche di altre lingue, il rispetto dei ritmi di apprendimento dell’alunno, facendo attenzione a non causare “affaticamento”, la capacità di diluire l’input linguistico, alternandolo con attività un po’ più semplici, l’imitazione ed infine, ma non per importanza, la pratica.
Un’altra strategia che si configura molto efficace è quella del gioco, il quale crea un ambiente collaborativo e interattivo, stimola il bambino ad apprendere, garantisce elevati livelli di motivazione ad apprendere e fa sì che il bambino mantenga un’attenzione costante rispetto a ciò che sta facendo. Con il gioco, molto proposto nelle scuole materne e nelle strutture educative, il bambino può assimilare suoni e imparare un lessico.
Nell’asilo nido e nella scuola dell’infanzia, la dimensione orale appare come una condizione rilevante della comunicazione e dello sviluppo del linguaggio e i bambini stranieri sono immersi in un ambiente pieno di input, che permette loro di realizzare sin da subito l’apprendimento della lingua, oltre che lo sviluppo dal punto di vista cognitivo.
Per poter apprendere una nuova lingua, è necessario che i bambini abbiano del tempo settimanale a disposizione, anche qualche ora, due o tre volte a settimana, per narrare, ascoltare, imparare il nuovo vocabolario e comunicare con gli altri.
Pertanto, è fondamentale che la scuola abbia uno spazio riservato alla narrazione e all’ascolto di storie e alla conversazione tra pari o tra un adulto e un bambino e che queste attività avvengano in modo tranquillo e sereno; ad esempio si possono proporre laboratori di lettura o scrittura, a seconda dell’età, durante i quali si fanno sedere i bambini tutti in cerchio.
Per poter comunicare o decifrare un messaggio, assume rilievo anche la conoscenza del lessico, delle parole giuste da dire. Per tale ragione, a scuola si devono conoscere i metodi per arricchire il lessico, ossia denominare le cose, le persone e i luoghi presenti nelle situazioni comuni e trovare i sinonimi e contrari delle parole, ma anche i nomi derivati e alterati, o ancora indovinare cosa rappresenta quella determinata parola e a cosa serve.
Per consentire al bambino di conoscere la dimensione temporale dei racconti o degli eventi sulla base del presente, passato o futuro, si fa spesso ricorso alla visualizzazione di album fotografici.
Infine, affinché si migliori la pronuncia, che è uno degli aspetti più complessi, sono necessari parecchi anni e si devono ascoltare e ripetere parole o frasi più volte. Per questo scopo si può far ascoltare al piccolo delle canzoni, filastrocche o poesie all’inizio molto corte.
Il tempo che l’insegnante dedica al bambino per dargli input linguistici e il contesto in cui viene vissuta l’esperienza fanno la differenza. Per quanto concerne il fattore tempo, è importante che l’avvicinamento alla lingua da apprendere sia ampio e continuativo e che si verifichi attraverso interventi brevi, ma fatti con costanza.
Importante può diventare per i bambini stranieri anche mantenere un riferimento con la propria cultura e lingua di origine, soprattutto quando quest’ultima è già stata acquisita. Spesso, infatti, l’arrivo in una nuova nazione e la graduale acquisizione della lingua parlata in essa, può far dimenticare quasi del tutto la lingua appresa nel proprio ambiente natale.
Se la lingua madre viene parlata con i propri genitori e fratelli, essa viene mantenuta maggiormente, ma questo non sempre avviene. Per tale motivo, la scuola può attivare percorsi didattici finalizzati alla valorizzazione di culture differenti e alla presentazione delle abitudini quotidiane della cultura d’origine dei bambini stranieri presenti nelle aule.
Soprattutto, il mantenimento della lingua materna consentirebbe al bambino straniero di avere una conoscenza bilingue, o in alcuni casi plurilingue, molto utile nei contesti lavorativi in futuro.
Un aspetto legato al plurilinguismo è quello del dialetto locale da inserire nel repertorio linguistico. Gli stranieri nati in Italia lo hanno sentito maggiormente e lo fanno proprio nel corso degli anni, ma può divenire importante ai fini dell’inclusione sociale insegnarlo anche a coloro che in Italia ci arrivano in un’età più tardiva.
Ovviamente i cittadini stranieri possiedono una diversità linguistica a seconda della loro provenienza geografica. Nel contesto attuale, i bambini presenti nelle classi italiane provengono da tutte le parti del mondo. La scuola, negli ultimi anni, rappresenta perciò un contesto educativo multiculturale e plurilingue. Essa deve permettere ai bambini stranieri una buona integrazione e una positiva inclusione attraverso la proposta di strategie didattiche e metodologie anche innovative.
Aspetti Legali e Politici dell'Integrazione
Il saggio, dedicato al tema dell’integrazione giuridica degli stranieri, intende, attraverso l’esame di alcuni profili ritenuti particolarmente indicativi, offrire un’analisi del quadro normativo e giurisprudenziale, al fine di trarne elementi per valutare le opportunità o le difficoltà che gli immigrati stranieri possono incontrare nel loro percorso di integrazione nella società italiana.
Dopo un breve excursus sulla evoluzione legislativa in materia di accoglienza degli immigrati, specifica attenzione è dedicata all’accesso ai diritti sociali (con particolare riferimento alle prestazioni di assistenza sociale e al diritto all’abitazione) e alla possibilità di esercitare diritti e doveri politici.
Ne emerge un quadro che presenta molte criticità e che rivela l’assenza di scelte politiche coraggiose e aperte.
Immigrazione in Italia: Dati e Distribuzione
Il flusso di stranieri cominciò a prendere consistenza solo verso la fine degli anni Settanta, sia per la "politica delle porte aperte" praticata dall'Italia, sia per politiche più restrittive adottate da altri paesi.
Secondo i dati Istat relativi al bilancio demografico nazionale, alla data del 1º gennaio 2016, risultavano regolarmente residenti in Italia 5.026.153 cittadini stranieri, pari all'8,3% della popolazione residente totale (60.665.551 individui).
Analizzando i Paesi di provenienza dei cittadini stranieri regolarmente residenti, si nota come negli ultimi anni ci sia stato un deciso incremento dei flussi provenienti dall'Europa orientale, che hanno superato quelli relativi ai paesi del Nordafrica, molto forti fino agli anni Novanta.
La distribuzione dei cittadini stranieri sul territorio italiano è fortemente disomogenea: nel Nord-ovest risiede il 34,1% degli stranieri, nel Nord-est il 24,5%, nel Centro il 25,4% e nel Mezzogiorno e isole il 15,9%.
Regione | Percentuale di Stranieri Residenti |
---|---|
Nord-ovest | 34,1% |
Nord-est | 24,5% |
Centro | 25,4% |
Mezzogiorno e Isole | 15,9% |
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