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Sospensione di Schengen: Informazioni e Implicazioni per l'Olanda e l'Europa

Lo spazio Schengen, ufficialmente denominato “Accordo fra i governi degli Stati dell’Unione economica Benelux, della Repubblica federale di Germania e della Repubblica francese relativo all’eliminazione graduale dei controlli alle frontiere comuni”, nacque con l’intento di creare uno spazio comune. Nel tempo, questo accordo avrebbe portato alla progressiva eliminazione dei controlli alle frontiere comuni, sia per le persone, sia per le merci tra gli Stati firmatari.

Ad oggi sono 27 gli Stati che fanno parte dello spazio Schengen: 23 sono membri dell'Unione europea, mentre 4 - Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera - sono dell'Efta, l'Associazione europea di libero scambio. I Paesi comunitari che non hanno firmato ancora la convenzione sono Irlanda, Bulgaria, Cipro e Romania: questi ultimi tre entreranno presto nello spazio Schengen, mentre lo l'Irlanda effettua controlli alle frontiere ma fa parte della cooperazione tra le forze di polizia e anche in materia giudiziaria penale.

La convenzione di Schengen viene considerata una delle principali conquiste del progetto comunitario per l'apporto che ha dato al principio dell'integrazione europea, creando un maggiore senso di cittadinanza europea attraverso la semplicità degli spostamenti in quasi tutta l'Unione, esattamente come avviene all'interno dei singoli Stati.

La Sospensione di Schengen: Cause e Motivazioni

Negli ultimi anni, l’ingente flusso migratorio (in special modo derivante da territori come la Siria o il continente africano) e gli attacchi terroristici (in particolare quelli del 13 novembre 2015 a Parigi) hanno spinto alcuni Paesi a reintrodurre i controlli alle frontiere. Questi paesi giustificano tale decisione con il rischio di “minacce gravi per l’ordine pubblico e la sicurezza interna” o di “gravi lacune relative al controllo delle frontiere esterne”.

In questi ultimi giorni si sta parlando molto di questa convenzione in seguito alla sua sospensione temporanea per motivi di sicurezza da parte di 11 Paesi europei: Italia, Slovenia, Austria, Germania, Francia, Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia, Svezia, Danimarca e Norvegia. La decisione è stata presa in seguito agli attentati che hanno sconvolto le città di Arras e Bruxelles, col timore che la minaccia del terrorismo possa tornare a far tremare l'Europa. Questo significa che saranno fatti i controlli ai documenti di chiunque provi a entrare o uscire da questi Stati.

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La sospensione della convenzione di Schengen è una misura che è consentita come extrema ratio in risposta a minacce alla sicurezza nazionale: tra il 2020 e il 2022 era stati ripristinati i controlli alle frontiere per motivi legati alla pandemia da Covid-19, mentre nel 2015 era successo a causa degli attentati terroristici in Europa e dell'improvviso flusso di migranti.

Si tratta di sospensioni temporanee che i diversi Paesi possono decidere in caso di minaccia per l'ordine pubblico o per la sicurezza nazionale. Ma il sistema, nel corso degli anni, ha sollevato polemiche soprattutto tra gli euroscettici secondo i quali favorirebbe i flussi migratori.

Sospendere Schengen temporaneamente, come spiega l’articolo 25 del codice, è nelle facoltà di un Paese “in caso di minaccia grave per l'ordine pubblico o la sicurezza interna di uno Stato membro”. Si può, si legge, “in via eccezionale ripristinare il controllo di frontiera in tutte le parti o in parti specifiche delle sue frontiere interne per un periodo limitato della durata massima di trenta giorni o per la durata prevedibile della minaccia grave se questa supera i trenta giorni”. Per “circostanze eccezionali”, poi, al massimo si può arrivare a una proroga di due anni.

Ecco perché la Commissione europea tiene il conto di tutti i Paesi che hanno sospeso la libera circolazione, le loro ragioni e la durata delle misure: l’Italia, ad esempio, ha reintrodotto i controlli da giugno a dicembre 2024, adducendo motivi legati al G7, all’immigrazione illegale dalla Slovenia, ai rischi di terrorismo e alla guerra in Medioriente e in Ucraina.

Gli ultimi a dare seguito alla sospensione, i Paesi Bassi, da dicembre a giugno hanno chiuso la libera circolazione a causa della “elevata e cumulativa pressione sul sistema migratorio” e per un “aumento degli incidenti criminali nei centri di accoglienza”. Ragioni simili sono state invocate da Germania, Francia, Austria. La Norvegia, invece, ha parlato di “minacce generali rivolta al settore energetico” e “minacce di sabotaggio da parte dei servizi segreti russi”.

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Le Reazioni e le Conseguenze della Sospensione

I ministri dell’Interno dell’Unione europea hanno analizzato le istanze di chi ha proposto addirittura di sospendere totalmente il trattato per 2 anni. Ma aldilà delle discussioni sull’opportunità di una tale azione, a livello sostanziale sarebbe necessario ricorrere al meccanismo di “revisione semplificata” che richiede l’unanimità dei voti del Consiglio dell’Ue di competenza e una nuova ratifica di tutti gli Stati, iter che parrebbe scongiurare l’ipotesi.

Il problema delle discussioni attuali è che contro lo spirito di Schengen inveiscono, a torto, i partiti improntati al nazionalismo più estremo o i partiti conservatori che cavalcano l’onda di malessere attuale dei cittadini europei che non vogliono più avere a che fare con immigrati nel proprio Paese, esasperati dall’inefficienza dei rispettivi governi. Ma senza Schengen le conseguenze sarebbero ancor più evidenti.

Non solo: riattivare il vecchio sistema di controlli alle frontiere comporterebbe costi ingenti, sia a livello di reintroduzione fisica delle barriere, sia a livello di recupero e/o formazione di personale specializzato. Sarebbe più semplice oggi allinearsi alla schiera di chi, cavalcando l’ondata di nazionalismo e rancore di cittadini esasperati dagli ultimi eventi politico-sociali, vorrebbe la sospensione (o addirittura l’abolizione) dell’acquis di Schengen. Ma è proprio in questi casi che bisogna mantenere la mente lucida e prefigurare cosa significherebbe, in termini pratici, regredire alla situazion pre-Schengen.

Per alcune realtà europee si può anche intavolare una discussione sui risultati e sull’opportunità di una sospensione dell’Accordo. Il rischio è che le decisioni di alcuni Paesi influenti diano vita ad un pericoloso effetto dòmino, che è compito delle nostre istituzioni e dei nostri politici, di quelli che hanno a cuore il bene del Paese, scongiurare.

Chi invoca la chiusura delle frontiere fa solo il gioco di Paesi come la Francia o la Germania, che effettivamente potrebbero chiuderle, ma non dell’Italia, che non è assolutamente in grado di intervenire e di cementificare le proprie coste e si consegnerebbe così all’ondata di migranti provenienti dal Nord Africa.

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Proposte e Soluzioni per il Futuro di Schengen

Per salvare Schengen è necessario approntare delle modifiche al sistema in relazione al contesto attuale. L’On. Laura Ravetto, Presidente del Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen, ha sottolineato la necessità dell’istituzione di una guardia di frontiera comune. Non si deve lavorare nella direzione di una lenta disapplicazione del trattato, bensì nella direzione di una sua implementazione.

“Se finisce Schengen l’Europa stessa non ha più senso e l’Italia ne avrebbe il danno maggiore, ma la Ue non può pensare di fare dell’Italia il Cie d’Europa. Chiudere Schengen non sarebbe una soluzione, soprattutto per l’Italia che non può costruire muri su tutte le sue coste. La verità non è che Schengen va chiuso ma che non è applicato”. O è applicato male.

“L’unica reale soluzione - ancora secondo l’On. Laura Ravetto - e vedo che su questo qualcuno comincia a seguirmi, sarebbe fare una guardia di frontiera comune che si assuma la responsabilità di non fare entrare nessuno, dal Nord al Sud Europa. Bisognerebbe cominciare a dire seriamente che non possono entrare tutti. Non verrà fatto a breve? Allora Schengen sarà inevitabilmente sacrificato.

Ma l’Unione europea non sembra dello stesso avviso, intenta a rimproverare l’Italia per la gestione degli arrivi dei migranti. “È incredibile che si sanzioni l’Italia per questo tema - ha rimarcato ancora la Ravetto - e non si dica neanche ‘bah’ sugli Stati che hanno fatto ricorso e si rifiutano di prendere le quote di redistribuzione, fanno i furbi con i migranti degli altri! Noi ad oggi dovevamo avere ridistribuito 4000 migranti e ne abbiamo distribuiti 240. Il messaggio dell’Europa per Italia è ‘fai tu il Cara e il Cie di Europa’: non esiste!

“Il problema, spiega la Ravetto, è che non siamo stati noi, ma sono i tedeschi a fare l’appello al milione di siriani per l’accoglienza. Invece di fare appelli grossolani, mentre non sono in grado di controllarne 1000 a Colonia, i tedeschi riflettessero sul modello di integrazione. Ma Colonia con Schengen non c’entra niente: non erano persone appena arrivate, ma gente che stava in Germania da moltissimi anni, magari alcuni cittadini tedeschi. Non bisogna nascondersi dietro Schengen: il problema è che chi è già in Europa spesso non è integrato. I modelli di integrazione francese e tedeschi sono falliti.

Gli attentati di Parigi, l’aumento esponenziale dei flussi migratori, i disagi sociali del contesto attuale dovrebbero guidarci ad un’applicazione più decisa e costante dello spirito di Schengen.

Sistema d'informazione Schengen (SIS)

Il Consiglio europeo spiega che per gestire in modo efficace e sicuro questo enorme flusso di persone, i paesi membri si affidano al Sistema d'informazione Schengen (Sis), un grande archivio digitale condiviso dalle forze di polizia. Questo database contiene ben 86,5 milioni di segnalazioni su persone ricercate, oggetti rubati o scomparsi e altre informazioni rilevanti per la sicurezza. Le autorità lo consultano ben 35 milioni di volte al giorno, un numero impressionante che dimostra quanto sia fondamentale per garantire la protezione dei cittadini e combattere la criminalità oltre i confini nazionali. In futuro, il Sis sarà integrato con nuovi strumenti tecnologici per monitorare ancora meglio chi entra ed esce dall'area Schengen, come il sistema di ingressi/uscite (Ees) che registrerà le informazioni sui viaggiatori extraeuropei, e il sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi (Etias), una sorta di visto elettronico per i visitatori dei paesi terzi esenti dall'obbligo di visto.

Tabella riassuntiva dei Paesi che hanno sospeso Schengen

Paese Motivazione Durata della sospensione
Italia G7, immigrazione illegale dalla Slovenia, rischi di terrorismo, guerra in Medioriente e Ucraina Giugno - Dicembre 2024
Paesi Bassi Elevata pressione sul sistema migratorio, aumento degli incidenti criminali nei centri di accoglienza Dicembre - Giugno
Germania Motivazioni simili ai Paesi Bassi N/A
Francia Motivazioni simili ai Paesi Bassi N/A
Austria Motivazioni simili ai Paesi Bassi N/A
Norvegia Minacce generali rivolte al settore energetico, minacce di sabotaggio da parte dei servizi segreti russi N/A
Danimarca Guerra russa in Ucraina N/A
Svezia Minacce alla sicurezza nazionale causate dai conflitti in corso N/A

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