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Attacchi di Squali in Italia: Statistiche, Miti e Realtà

Gli squali, grandi predatori marini, sono spesso associati a un’aura di mistero e pericolo. Gli attacchi di squali, sebbene rari, hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia costiera del paese. Questo sguardo approfondito sui casi di attacchi di squali in Italia rivela un panorama variegato, che spazia dagli attacchi provocati alla nuotata tranquilla, dal mistero delle acque profonde alle coste soleggiate popolate da bagnanti entusiasti.

In questo scenario, è fondamentale sfatare miti e superstizioni che possono circondare gli squali, educando il pubblico sulla reale dinamica tra l’uomo e questi predatori marini. Nell’elenco degli attacchi fornito, emergono storie di coraggio, come chi ha sfidato gli squali a mani nude, e momenti di tensione in cui lo scontro con queste maestose creature ha lasciato cicatrici tangibili e cicli mitici nei racconti locali.

Casi Storici di Attacchi di Squali in Italia

  • Giugno 1721, Sardegna, Ponte della Maddalena: Attacco mortale ad un bagnante a circa 200 metri dalla riva.
  • Luglio 1909, Capo di Santa Croce, in Sicilia: Tre corpi furono recuperati dalla bocca di uno squalo intrappolato in una rete da pesca. Le vittime erano un uomo, una donna e una ragazza. Si presume che siano annegati e successivamente divorati, ma la verità rimane avvolta nel mistero. È importante considerare che l’evento si colloca temporalmente il 28 dicembre 1908, alle 5:21 del mattino, quando si verificò il terribile terremoto di Messina e dello stretto.
  • Settembre 1951, Campania, Amalfi (Mar Tirreno): Attacco ad una turista. Sebbene l’attacco sia registrato nel database Global Shark Attack, sembra che la turista non sia morta ma abbia simulato la sua scomparsa.
  • Agosto 1962, Circeo (Mar Tirreno): Attacco al subacqueo Maurizio Sarra, un noto fotografo subacqueo italiano che stava praticando pesca subacquea, durante un’immersione al Circeo nel Mar Tirreno il 2 settembre 1962.
  • Febbraio 1989, Golfo di Baratti (Mar Tirreno): Luciano Costanzo, un subacqueo e portuale di 47 anni, perse la vita in un attacco di uno squalo bianco di dimensioni notevoli, stimato tra i 5 e 6 metri.
  • Sicilia, Mondello: Pesca subacquea. Vittima: Dr. Egitto. Il ministero dell’Ambiente egiziano: l’attacco è avvenuto «in acque profonde al di fuori della zona di balneazione».

Recenti Incidenti: Egitto e Marsa Alam

Un turista romano di 48 anni, Gianluca Di Gioia, è morto dopo essere stato attaccato nella mattina di domenica 29 dicembre da uno squalo nella zona nord di Marsa Alam, sul Mar Rosso. Coinvolto anche un secondo italiano, Peppino Frappani, odontotecnico di Soncino, in provincia di Cremona, 69 anni, ferito mentre cercava di aiutare il suo connazionale e amico. La chiusura dell’area alla balneazione sarà «di due giorni a partire da questo lunedì», precisa il dicastero.

Nato il 21 dicembre del 1976, diplomatosi all’istituto Petrocchi nel 1990, Gianluca Di Gioia ha studiato all’università La Sapienza di Roma, dove si è laureato nel 1995 in Economia e Commercio. Ha lavorato presso il centro di ricerca dell’European Commission ed era impegnato dal 2012 all’European External Action Service - Eeas, ovvero il servizio diplomatico dell’Unione europea. Sui suoi profili social le tante foto di lui in giro per il mondo, spesso in luoghi di mare. E le immagini con la moglie di origine francese con cui era sposato dal 2013. Di Gioia risiedeva in Francia.

Gli attacchi di squali lungo le coste egiziane del Mar Rosso sono eventi rari: si ricorda la morte a Hurghada di un russo nel giugno dell’anno scorso e di due turiste nel 2022 (un’austriaca e, secondo i media, una britannica). Sempre nel Mar Rosso un giovane ucraino aveva perso un braccio nel 2020 e la stessa sorte era toccata a una donna egiziana nel settembre dell’anno scorso a Dahab, sulla costa del Sinai.

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Il Mar Rosso è una rinomata destinazione turistica grazie alla sua barriera corallina popolata di pesci tropicali che lo rendono simile a un acquario godibile anche solo con maschera e boccaglio. Esperti marini avvertono che edilizia mal regolamentata, pesca eccessiva e pratiche turistiche irresponsabili contribuiscono a modificare l’ecosistema e il comportamento degli squali, scrive l’agenzia Afp. Sempre al largo di Marsa Alam il 25 novembre scorso lo yacht turistico “Sea Story” era affondato a causa di condizioni meteorologiche avverse. È di ieri, 8 giugno, la notizia di un uomo deceduto a causa dell’attacco da parte da parte di uno squalo, avvenuto nelle acque del Mar Rosso, in Egitto. La vittima dell’incidente aveva 23 anni ed era di origine russa.

Dati e Statistiche: ISAF e Global Shark Attack File

Ogni volta che si leggono queste tristi notizie di cronaca sorge spontanea la domanda: quanto sono frequenti questi episodi? Facciamo il punto attraverso i dati di due database internazionali, a cura, rispettivamente, del museo di storia naturale e dell’università della Florida, e dello Shark Research Institute, con sede centrale a Princeton (Stati Uniti).

Dati ISAF 2022

Secondo i dati dell’ultimo rapporto Isaf (International Shark Attack File), nel 2022 sono stati registrati 108 casi di “interazione uomo-squalo” in tutto il mondo. Di questi, Isaf conferma 57 morsi di squalo “non provocati”, numero inferiore alla media dei 70 registrati nei cinque anni precedenti, e 32 “provocati”.

  • Morsi non provocati: incidenti avvenuti nell’habitat naturale degli squali e in assenza di tentativi volontari di interazione.
  • Morsi provocati: situazioni in cui l’essere umano ha volontariamente intrapreso qualche tipo di interazione con questi animali.

Dei 57 casi di “morso non provocato”, la maggior parte (41) è stata registrata negli Stati Uniti, seguiti dall’Australia (9) e poi da Egitto (2), Sud Africa (2), Brasile (1), Nuova Zelanda (1) e Tailandia (1). Cinque di questi 57 sono risultati nella morte della persona aggredita.

La Situazione Italiana

Per quanto riguarda l’Italia, al momento non sono stati riportati casi né per il 2022 né per il 2023. Secondo quanto riferisce il Global Shark Attack File, disponibile online con i dati aggiornati all’incidente registrato ieri, l’ultimo incidente verificatosi in Italia risale al 2018. In quel caso, un ragazzo di 24 anni era stato morso al polpaccio mentre nuotava nelle acque di fronte al comune di Torino di Sangro (Chieti). Sempre per quanto riguarda l’Italia, l’ultimo incidente fatale, invece, risale ad agosto del 2006, quando una nave carica di migranti era naufragata a largo delle coste di Lampedusa.

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Rischio Basso

Sia il report Isaf che altri esperti sottolineano che il rischio di essere morsi da uno squalo rimane comunque molto basso: come aveva raccontato a Wired Sara Bonanomi, ricercatrice dell’istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine (Irbim) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), “gli squali sono animali schivi, che non ricercano l’essere umano". Il caso del turista italiano morto in Egitto ha riacceso i fari sulla pericolosità degli attacchi degli squali: le autorità egiziane hanno censito otto morti dal 2010 ad oggi a Marsa Alam mentre, a livello mondiale, le vittime di attacchi da parte di squali sono cinque all'anno.

Nel 2023, i morsi di squali a livello globale sono stati 69, leggermente in aumento rispetto alla media dei cinque anni precedenti, che si assestava a circa 63 episodi, con la maggior parte dei casi verificatisi in Australia. Questi sono i dati dell’International Shark Attack File (ISAF), un database scientifico redatto dagli scienziati dell’Università della Florida.

Come ha dichiarato George H. Burgess, biologo ed ex direttore proprio dell’International Shark Attack File (ISAF), “il 95% dei morsi sono senza dubbio errori. Lo squalo interpreta le attività degli esseri umani vicino alla superficie dell'acqua come quelle delle loro prede abituali”.

Consigli di Sicurezza

L’ISAF consiglia ai nuotatori di restare sempre in gruppo, visto che è più probabile che gli squali attacchino un individuo solitario. Inoltre, non bisogna allontanarsi troppo dalla riva: ciò può isolare l'individuo e lo allontana anche da soccorsi tempestivi. L'ISAF consiglia poi di evitare tutte le zone con acque con effluenti o liquami, specie se ci sono segni di pesci esca oppure di attività di alimentazione. La zona potrebbe essere frequentata da squali. Per via delle capacità sensoriali degli squali è sconsigliato entrare in acqua se si hanno ferite aperte o mestruazioni.

È inoltre consigliabile evitare di entrare in acqua con gioielli luccicanti, perché i riflessi potrebbero ricordare la lucentezza delle squame dei pesci. Un consiglio è quello di colpire il naso dell'animale che è più sensibile di quello umano. In questo modo si può avere del tempo di fuggire. Nel caso in cui uno squalo dovesse effettivamente mordere, il consiglio migliore sia per un semplice nuotatore che per un sub è quello di essere il più aggressivamente difensivo possibile.

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Per i pescatori subacquei che hanno una preda o hanno pescato abaloni, il consiglio è quello di lasciare tutto allo squalo: è probabile che sia stato attratto dal suono e dagli odori associati all'attività di pesca. Nel caso in cui uno squalo diventi aggressivo e inarchi la schiena, abbassando le pinne pettorali (le pinne laterali appaiate), nuotando a zigzag o con rapidi movimenti su e giù (a volte strofinando il ventre sul fondale), il consiglio migliore è quello di appoggiarsi a qualsiasi struttura, dalla barriera corallina all'affioramento roccioso.

I morsi "mordi e fuggi" si verificano vicino alle spiagge, dove gli squali cercano di guadagnarsi da vivere catturando pesci.

Selacofobia: La Paura degli Squali

Selacofobia: letteralmente “paura dello squalo”. A partire dall’uscita del film “Lo squalo” di Steven Spielberg, a cui seguirono numerosi altri film come, ad esempio, “Blu Profondo” e “L’ultimo squalo”, questa fobia è diventata sempre più comune.

Squali nel Mediterraneo: Un Ecosistema a Rischio

Il rapporto tra uomini e squali è molto antico. Nel Mediterraneo, per esempio, gli squali venivano pescati e commerciati già 4000 anni fa, nell’età del rame e del bronzo.

Da un’analisi dei casi storicamente accertati risulta che la maggior parte degli attacchi sia ad opera dello squalo bianco (Carcharodon carcharias), ma altri incidenti sono stati attribuiti ad altre specie, in particolare al verdesca (Prionace glauca) e allo squalo capopiatto (Hexanchus griseus).

Quello che dovrebbe destare preoccupazione è, invece, la condizione degli squali nel Mediterraneo: qui, infatti, nonostante i condroitti, ossia la classe di pesci che comprende squali, razze e chimere, siano ben rappresentati, con 47 specie di squali, 38 di razze e 1 di chimere, è risultato da una valutazione recente effettuata dalla IUCN (International Union for Conservation of Nature) che circa il 43% di questi animali è gravemente minacciato.

Questa drammatica situazione rispecchia lo stato di salute, fortemente danneggiato, del Mediterraneo. La principale minaccia è sicuramente l’attività di pesca eccessiva.

  • le reti a strascico, sia pelagiche che di fondo.
  • i tramagli e le reti a imbrocco, che costituiscono gli strumenti maggiormente utilizzati dalle flotte di pescherecci del Mediterraneo.
  • le reti derivanti.

Una buona parte degli squali pescati con questi attrezzi vengono scartati e rigettati in mare come rifiuti mentre altri vengono venduti. Tra i prodotti più conosciuti che possono essere ricavati da questi animali si ritrovano, ad esempio, le pinne, impiegate nella cucina cinese per preparare la famosa zuppa di pinne di squali, servita in genere in occasioni speciali come banchetti e simbolo di salute e prestigio nella cultura cinese.

Fortunatamente, nel 2018 è stato imposto dalle Commissione Generale per la Pesca in Mediterraneo (GFCM) l’obbligo di sbarcare gli squali con le pinne naturalmente attaccate al corpo. In ogni caso, oltre alle pinne, tantissimi altri prodotti derivanti dagli squali possono essere ritrovati in commercio.

L’olio del fegato di squali come lo spinarolo (Squalus acanthias), viene impiegato per il trattamento del cuoio e come abbronzante in Europa e negli Stai Uniti. La carne di squalo mako pinna corta (Isurus oxyrinchus) è venduta a caro prezzo nei mercati americani ed europei e viene impiegata in Asia per il sashimi. La pelle degli squali, estremamente abrasiva, viene usata in molti paesi per la produzione di prodotti in cuoio come valigie, scarpe e cinture. Dallo scheletro degli squali, che è fatto di cartilagine, infine, si possono ricavare diversi medicinali e prodotti alimentari.

Ogni anno più di 100 milioni di squali nel Mediterraneo muoiono a causa dell’uomo. Un numero enorme rispetto a quello degli attacchi di squalo, riportati ogni anno nei database dell’ISAF e del MEDSAF, che arrivano a malapena a un centinaio.

Teoricamente, gli squali nel Mediterraneo sono tutelati da un ampio quadro normativo. Nel 2019 il WWF Italia ha lanciato il progetto SafeSharks che ha lo scopo di colmare la mancanza di informazioni sugli squali e le loro minacce. Il progetto, inoltre, ha come obiettivo secondario quello di educare e sensibilizzare pescatori, autorità e consumatori che necessitano di sapere perché gli squali sono così importanti per il Mediterraneo e quali sono le normative in vigore per proteggerli.

Attacco di Squalo a Sharm El-Sheikh

Un giovane turista ha perso un braccio, mentre la guida che era insieme a lui ha perso una gamba, in seguito all'attacco di uno squalo nelle acque del Mar Rosso, vicino a Sharm El-Sheikh. La tragedia si è verificata lo scorso weekend nelle acque che bagnano la costa egiziana, nel Parco Nazionale Ras Mohammed.

Le vittime sono un turista dodicenne ucraino, in vacanza insieme alla madre, e la guida egiziana che aveva portato i due a fare snorkeling nel parco. Domenica 25 ottobre, uno squalo longimano (o pinna bianca oceanico) di 2 metri ha improvvisamento attaccato il gruppetto. Il dodicenne è stato trasportato d'urgenza in ospedale, dove non è stato possibile salvare il suo braccio, che è stato amputato. Ora si trova in terapia intensiva. Sua madre ha invece riportato ferite lievi.

Infine, le autorità egiziane hanno fatto sapere che la guida ha perso una gamba in seguito all'attacco, ma non si conoscono né i suoi dati personali né lo stato di salute.

Squali: Più Vittime o Predatori a Rischio?

Gli attacchi di squali sono fenomeni estremamente rari in tutto il mondo, a differenza di quanto si pensi e di quello che i media spesso raccontano, e la zona del Mar Rosso non fa eccezione. Stando ai numeri, è più probabile morire per un tappo di champagne che per un attacco di uno squalo.

Nel 2019 sono stati solamente 5 le morti umane causate da uno squalo, contro i 100 milioni di squali che l'uomo uccide ogni anno (11mila ogni ora), sottolinea PETA, l'organizzazione fra le più grandi e famose al mondo a tutela dei diritti animali.

Stando ai dati raccolti dalla Lista Rossa dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (in inglese: IUCN Red List of Threatened Species, IUCN Red List o Red Data List), il più ampio database di informazioni sullo stato di conservazione delle specie animali e vegetali di tutto il mondo, lo squalo pinna bianca oceanico è classificato nella sezione "Criticamente a rischio", quella subito precedente l'estinzione.

Praticamente tutte le specie di squali nel nostro pianeta sono minacciate dalla pesca intensiva e dalla riduzione del loro habitat, che ha provocato negli ultimi anni un drastico calo demografico, sebbene si tratti di animali fondamentali per l'equilibrio dell'ecosistema acquatico. Molti, vengono crudelmente catturati solo per le loro pinne, con le quali viene fatta una zuppa, e rigettati in mare a morire agonizzando.

Sono fra le creature più affascinanti del mare, nonostante la cattiva pubblicità che deriva loro da una fortunata serie di film (e, va detto, anche per alcuni attacchi avvenuti nella realtà). Gli squali sono animali la cui sopravvivenza è messa a rischio anche dal commercio che si fa della loro carne.

Oggi, secondo il Wwf, il 36% delle più di 1.200 specie di squali e razze che vivono nei mari mondiali è in pericolo di estinzione.

Perché gli Squali Sono a Rischio Estinzione?

Gli squali rappresentano un mondo "misterioso". Pesci che siamo abituati a guardare con un certo timore ma che, allo stesso tempo, ci attirano. Eppure di loro sappiamo davvero tutto?

Dieci Curiosità Sugli Squali (Secondo il WWF Italia)

  1. Il Mediterraneo è un hotspot: nel "mare nostrum" si trovano 86 specie.
  2. Non tutti gli squali sono predatori. Alcuni sono "filtratori", questo vuol dire che si nutrono di plancton. E' il caso di due degli esemplari più grossi, lo squalo elefante e lo squalo balena.
  3. La verdesca è uno squalo capace di incredibili migrazioni. Sia per trovare prede, sia per trovare partner. Nell'Atlantico è stato monitorato il caso di una verdesca femmina che ha percorso 28mila chilometri in due anni e mezzo.
  4. Le diverse specie possono raggiungere dimensioni molto differenti. Lo squalo balena è il pesce più grande al mondo, con i suoi 20 metri, mentre lo squalo lanterna nano non supera i 20 centimetri.
  5. Gli squali esistono da più di 400 milioni di anni. Sono apparsi sulla terra prima dei vertebrati terrestri e sono sopravvissuti all'estinzione di massa dei dinosauri. Ora sono a rischio per mano dell'uomo.
  6. La pesca eccessiva è la più grande minaccia alla sopravvivenza degli squali. Nel Mediterraneo il rischio principale è rappresentato dalla pesca accidentale con attrezzi come le reti a strascico e i palangari utilizzati per catturare tonni e pesci spada.
  7. Circa il 25% delle specie di squali e razze nel mondo è a rischio estinzione. Nel Mediterraneo questa percentuale aumenta al 50%.
  8. Gli squali sono indicatori della salute degli oceani. Molte specie sono predatori ai vertici della catena alimentare e regolano l'equilibrio dell'ecosistema marino.
  9. Gli squali vengono uccisi anche per ragioni legate all'industria cosmetica e a quella degli integratori alimentari. In molti prodotti come creme solari e trucchi per il make-up si trova lo squalene, sostanza presente nel fegato degli squali.
  10. Gli squali, va detto, non sono "killer" di esseri umani per natura. Le aggressioni, il più delle volte, avvengono perché gli esemplari si sono sentiti minacciati o quando pensano che il loro habitat naturale, le acque in cui si muovono, possa essere in qualche modo messo in pericolo. Inoltre può essere scambiato per aggressione quello che è, invece, un modo di approcciarsi dello squalo, che tende a "toccare" con la bocca - e quindi con i denti, che in alcune specie sono davvero acuminati - quello che si trova di fronte, esseri umani compresi.

Specie di Squali Considerate Più Pericolose

  • Lo squalo bianco, il più pericoloso fra tutti, per la sua curiosità e la capacità di balzare fuori dall'acqua con salti impressionanti.
  • Lo squalo tigre, capace di spingersi in acque basse e attratto dagli oggetti galleggianti che spesso scambia per prede e inghiotte.
  • Lo squalo mako. Nuota solitario in acque profonde. Ha denti molto acuminati e ricurvi.
  • Lo squalo dello Zambesi. E' capace di avventurarsi nelle acque dolci, nello specifico nei fiumi delle aree tropicali. E' stato avvistato a molti chilometri dal mare.
  • Lo squalo longimano. Possiede denti affilati e triangolari, simili a quelli dello squalo bianco. Durante le due guerre mondiali esemplari di questa specie furono responsabili di numerosi assalti ai naufraghi. A uno squalo longimano è stato attribuito, più di recente, un attacco ad alcuni turisti nelle acque di Sharm El Sheikh.
  • Lo squalo ramato. Predatore famelico che si distingue per la livrea grigio bronzea.
  • Lo squalo martello maggiore. E' il più grande delle otto specie dal muso tipico a martello (da qui il nome). Animale migratore, può raggiungere i sei metri di lunghezza.
  • Lo squalo verdesca. Pesce comune nel Mediterraneo e fra le più a rischio a causa dell'accanimento nei suoi confronti da parte dei pescatori.
  • Lo squalo grigio di barriera. Specie molto agile e votata alla difesa del territorio. Vive in banchi con gli squali pinna nera e pinna bianca.
  • Lo squalo toro. Animale piuttosto massiccio (da qui il nome), sfodera una "batteria" di denti ricurvi che paiono molto minacciosi. E' squalo di fondale e caccia nelle ore notturne.

La Caccia e il Commercio degli Squali

Molte specie di squali sono in pericolo. Il motivo? La caccia. Sia per ragioni alimentari, sia perché sostanze estratte dalle loro carni vengono utilizzate come materia prima per prodotti di altre industrie, in primis quella cosmetica.

Secondo il Wwf più di 200 Paesi e territori importano e esportano carne di squalo e razza in un commercio globale che è arrivato a 2,6 miliardi di dollari tra il 2012 e il 2019, e che vede la Spagna come il più grande esportatore, mentre l’Italia come il maggiore importatore. Tra il 2009 e il 2019, il nostro Paese è risultato primo nella lista globale degli importatori di carne di squalo per valore complessivo dei prodotti importati (345 milioni di dollari) e terzo in lista in termini di volume, con un totale di 89 mila tonnellate. Nell’ultimo decennio, il commercio di carne di squalo dalla Spagna all’Italia si è classificato tra i più alti al mondo in volume, seguito da Francia e Croazia.

Secondo dati del 2017, la maggior parte delle importazioni di prodotti di squalo e razza in Italia è importata congelata, in filetti o in altre preparazioni non definite, ed è costituita da spinaroli (41%) e squali pelagici (26%), seguiti da razze (4%) e pinne di squalo (5%).

"Consumiamo più carne di squalo e razza di quanta non pensiamo, e questo succede ovunque, anche in Europa, con serie conseguenze per alcune specie già a rischio di estinzione- afferma Giulia Prato, responsabile Mare del WWF Italia - Sembra assurdo ma squali e razze migrano di più da morti che da vivi, dal momento che la loro carne attraversa 200 confini, con i Paesi del Mediterraneo e dell’Europa che svolgono un ruolo chiave come importatori, esportatori e consumatori".

Le tre specie più pescate nel nostro Paese sono la razza, il palombo e il gattuccio. Insieme rappresentano più del 60% degli squali catturati in Italia. I palombi sono quelli con il valore commerciale più alto.

Una volta "presi all'amo" agli squali pescati viene rimossa la pelle per non renderli riconoscibili e farli assomigliare ad altre specie di maggior valore economico.

Tabella Riepilogativa: Attacchi di Squali in Italia

Data Luogo Dettagli
Giugno 1721 Sardegna, Ponte della Maddalena Attacco mortale ad un bagnante.
Luglio 1909 Capo di Santa Croce, Sicilia Tre corpi recuperati da uno squalo in una rete da pesca.
Settembre 1951 Campania, Amalfi Attacco ad una turista (presunta simulazione di scomparsa).
Agosto 1962 Circeo (Mar Tirreno) Attacco al subacqueo Maurizio Sarra.
Febbraio 1989 Golfo di Baratti (Mar Tirreno) Morte del subacqueo Luciano Costanzo (squalo bianco).
2018 Torino di Sangro (Chieti) Ragazzo morso al polpaccio.
Agosto 2006 Lampedusa Naufragio di una nave di migranti (incidente fatale).

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