Sri Lanka: Cosa Vedere per Turisti Avventurosi
Io e Francesca non ci eravamo mai spinti così a est e, quasi per caso, è nata la voglia di andare in Sri Lanka. Lo Sri Lanka è definito, per la sua forma, anche la lacrima dell’India. Pur non essendo una meta che avevo considerato, mi ha piacevolmente stupita per la ricchezza paesaggistica e culturale. Siamo tornati da pochi giorni e già sento la voglia di ritornarci!
Sergio, 56 anni, e Marta, 51 anni, sono i protagonisti di questo viaggio. Siamo stati in molti paese dell’Oriente, ma ancora non avevamo mai messo piede in Sri Lanka. Premetto che questo viaggio è nato per così dire “di ripiego”, in sostituzione rapida di uno per Israele, appena entrato in guerra.
Ultimamente i miei viaggi iniziano sempre con il recupero delle mie compagne di viaggio, conosciute anni fa in Tibet, alla stazione di Magenta e con una cena nella zona in cui vivo, dato che sono la più vicina a Malpensa e pernottamento a casa mia.
Abbiamo scelto lo Sri Lanka, anche perché la richiesta del visto era veloce, infatti basta collegarsi al sito dedicato del governo cingalese e con 50 USD, si ottiene in pochi minuti. A questo va aggiunta la compilazione dell’arrival card, mentre non è previsto l’obbligo vaccinale. Come sempre facciamo un’assicurazione, questa volta con EuropAssistance, ma spesso usiamo anche Columbus. Inizio questa nuova avventura acquistando la fedelissima Lonely Planet (un po’ datata in verità, tanto che i prezzi sono aumentati sensibilmente dopo il Covid) e scarico in remoto Google maps.
Preparativi e Arrivo
Parcheggiamo l’auto a Ceria Malpensa (Malvaglio-MI), un parcheggio ormai di fiducia collegato all’Hotel Mariuccia, mi piace che mi lasciano le chiavi, così sono sicura che l’auto non verrà spostata da estranei (57 euro per 12 giorni). La navetta di Ceria ci lascia all’aeroporto. Andiamo al banco della Qatar Aiways per consegnare il bagaglio da stiva. Abbiamo già fatto il check-in online per evitare sorprese di overbooking.
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Veniamo avvisate del ritardo a causa di un problema con il catering (la partenza doveva essere alle ore 8.40, arrivo ore 16.30). Una volta partite manteniamo circa 40 minuti di ritardo anche all’arrivo. Da Doha ripartiamo alle 18.35 in perfetto orario per Colombo: peccato che rifacciano il controllo dei liquidi, quindi anche la bottiglietta data sul volo viene trattenuta.
A Colombo arriviamo in orario, poco prima delle 2 del mattino. Tenete presente che era il week end del cambio orario e l’orario di destinazione era avanti di tre ore e mezzo rispetto all’Italia e che la temperatura è in media di 30/35 °C con umidità del 95/98%. Recuperiamo tutti i bagagli e attiviamo la e-sim di Airalo (12 USD, 3 GB per 15 gg), che funzionerà praticamente ovunque. Non così il wi-fi negli hotel che è sempre stato piuttosto scarso.
Appena prima di uscire dall’aeroporto ci sono diversi sportelli money exchange, tutti con lo stesso cambio e senza commissioni. Ne scegliamo uno a caso e cambiamo quello che ci serve per le spese personali e quanto dovuto all’agenzia a cui ci siamo appoggiati per organizzare il viaggio. Cambio all’aeroporto 335 rupie = 1 euro, in seguito cambieremo nei negozi 340/342 rupie = 1 euro (il cambio di banconote da 100 euro ha tassi migliori delle banconote da 50 euro); il cambio peggiore prelevando all’ATM, perché applicano le commissioni. Dietro ai cambia valuta ci sono diversi negozietti che vendono le sim card. Purtroppo però da quello che capisco forniscono solo internet, non linea telefonica per poter chiamare in Italia. Quindi nessuna di noi ne compra una, avendo già Airalo che ha lo stesso scopo.
All’uscita ci accoglie un ragazzo inviato da Aloy’s Travel Service (www.aloys-travels.com) e ci porta al pulmino e conosciamo Jaya e Manju che ci accompagneranno per tutto il viaggio (pulmino circa 1000 euro). Il pulmino parte in direzione Seeduwa, infatti l’aeroporto è lontano da Colombo. Abbiamo deciso su consiglio dell’agenzia di dormire qualche ora presso l’hotel Hotel Sasha Transit che è molto vicino.
All’arrivo, ci viene offerto un cocktail analcolico di benvenuto come d’abitudine in tutti gli hotel, quindi andiamo a nanna. Colazione ore 8 su una terrazza panoramica e appuntamento per la partenza alle 9.00; prima però ci incontriamo con il proprietario dell’agenzia e saldiamo quanto pattuito. Ci rilascia quindi copia del contratto, del programma e i voucher dei tre siti Anuradhapura - Polonnaruwa - Sigiriya (75 USD).
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Tenete presente che il prezzo forfaittario per le camere triple era di 70 euro, tranne al mare di 80 euro e la changing room di 30 euro.
Itinerario Dettagliato
Dambulla
Arriviamo a Dambulla circa due ore e mezzo dopo (130 km) con un tratto di autostrada. Dambulla è famosa per gli splendidi templi rupestri (07-18, 2000 lkr) che si raggiungono con una salita di circa 20 minuti. Essendo così in alto, si gode di un bel panorama sulla pianura circostante. Per accedere ai templi vanno lasciate le scarpe che verranno ritirate dopo aver lasciato una mancia (per i guardascarpe abbiamo sempre lasciato 200 rupie). Il primo tempio mi ha sorpreso, incastonato nella roccia, scuro perché poco illuminato, ma nello stesso tempo luminoso per i coloratissimi dipinti e statue.
Nei templi Buddhisti è fondamentale osservare le regole richieste dalla morale: uso di un abbigliamento decoroso con pantaloni sotto al ginocchio, spalle coperte, senza cappello e a piedi nudi (ammessi i calzini). Non è permesso far fotografie e selfie dando le spalle alle statue del Buddha ed è punito severamente l’oltraggio di luoghi e simboli religiosi, anche un semplice tatuaggio raffigurante l’immagine del Buddha è considerato offensivo e può essere causa di espulsione.
Avukana e Mihintale
Dopo un’ora abbondante di visita, ci rimettiamo in viaggio e un’ora e mezza dopo raggiungiamo Avukana (40 km, 1500 lkr), sito di un buddha alto 12 m del V sec.: attenzione al braccio del buddha che ha attaccato un alveare; anche qui vanno lasciate le scarpe all’ingresso. Dopo un’altra ora e mezzo raggiungiamo Mihintale (50 km, 1000 LKR), un complesso di rovine. Avevo intenzione di prendere la guida qui (3000 lkr) e Manju anticipa i miei pensieri chiedendomi se può consigliarmi una persona con cui si sono trovati bene (mi proporrà in questo modo tutte le guide del viaggio e ci troveremo bene con ognuna di loro).
La guida ci presenta la storia del re Tissa, figura che ci accompagnerà fino all’ultimo giorno, spiegandoci le rovine che si presentano ai nostri piedi, del palazzo, delle tombe, etc. Percorriamo poi la salita di circa 10 minuti che porta ad uno spiazzo da cui partono tre salite, una verso uno stupa, una verso un punto panoramico e una verso un buddha seduto. Raggiungiamo il punto panoramico con altri 10 minuti di salita, piuttosto impegnativa, perché prima dello spiazzo abbiamo lasciato le scarpe e quindi a piedi nudi scaliamo la roccia, a tratti umida, con un solo corrimano (qui si guida all’inglese). La vista da lassù però vale assolutamente lo sforzo. Una volta scese allo spiazzo, è ormai il tramonto, decidiamo di tralasciare lo stupa e saliamo quindi al buddha e ci godiamo dall’alto la vista del sito tutto illuminato.
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L’intera visita è durata quasi due ore. Siamo decisamente stanche, tra il volo, le poche ore di sonno, le salite per raggiungere le nostre mete, abbiamo decisamente bisogno di un po’ di riposo. Raggiungiamo in mezz’ora l’Hotel Margosa Lake Resort a Anuradhapura (15 km), dove ceneremo bene con un ricco buffet. Sinceramente le cene migliori sono state quelle a buffet, perché vedevamo cos’era e potevamo provare un po’ di tutto.
Avevamo sempre colazione inclusa e bagno in camera e per ricaricare cellulare e macchina foto, abbiamo trovato spine di tipo D, M, ma anche G (UK).
Anuradhapura e Polonnaruwa
Dopo una ricca colazione, andiamo a visitare Anuradhapura iniziando dallo Sri Maha Bodhi, un sito buddhista dedicato all’antico albero sacro della bodhi: qui assistiamo a una donna che nel mezzo dei fedeli entra in trances e sembra posseduta, devo dire che faceva impressione, che si creda o meno. Proseguiamo verso il non lontano Ruvanvelisaya Dagoba, ancora utilizzato dai credenti. Si consiglia di vestirsi di bianco, come fanno loro, o comunque con colori chiari. Nel prato ci sono innumerevoli ciotoline di terracotta, che capiamo poi essere dei portacandele usati. Alcuni alberi lungo la strada hanno tante macchie nere, non capiamo, finché una non apre le ali e sono migliaia di pipistrelli!
Il resto della giornata sarà invece dedicato alla visita delle rovine delle antiche capitali, iniziando da quelle di Anuradhapura (07.30-18.30). All’entrata consegniamo il nostro voucher e Manju ci presenta una guida (5000 lkr). Dato che il sito archeologico è molto vasto, il nostro pulmino porterà noi e la guida da una parte all’altra. La visita dura circa un’ora, limitandoci ai monumenti più importanti, tra dagoba e templi: qui si trova la pietra di luna scolpita più bella dello Sri Lanka.
Dopo circa 3 ore raggiungiamo Polonnaruwa (100 km, 07.30-18), che a differenza di Anuradhapura è stato completamente abbandonato, anche qui presentiamo il nostro voucher e Manju ci presenta la guida di fiducia, che ci fa iniziare visitando il museo, dove dai plastici, ci renderemo conto della vastità del luogo. Usciti dal museo chiedo alla guida la possibilità di girare il sito in bicicletta (1000 tlf). Abbiamo così visitato il gruppo del Royal Palace, il Quadrilatero con i vari templi, il Gal Vihara con i suoi enormi buddha. La guida a differenza delle altre che avevano chiesto 5000 rupie, ne chiede 7000, riesco a scendere a 6000, ma quando lo dico a Manju si arrabbia perché dovevano essere 5000 anche qui e mi promette che quella guida non lavorerà più con loro. Mi dispiace perché era stato professionale fino a quel momento.
Forse Polonnaruwa è ciò che mi è piaciuto di più di questo viaggio, anche perché oltre ai resti archeologici, qui nel verde abbiamo iniziato ad incontrare la fauna locale: scimmie, varani, pipistrelli, etc. Anche questa giornata è stata intensa, così quando un’ora dopo (50 km), raggiungiamo ad Habarana l’Hotel ACME Grand, è un attimo dalla proposta di un tuffo in piscina allo splash! Ceneremo bene sempre in hotel, con un finale “dolcetto o scherzetto” portato da me dall’Italia, in occasione di Halloween.
Sigiriya e Pidurangala
Dopo una buona colazione, in mezz’ora raggiungiamo Sigirya (15 km, 7-17.30). Avevo chiesto espressamente di andare presto perché avevo letto che la salita sotto il sole, era veramente provante. Quindi dato che in genere la colazione era alle 8 per partenza alle 8.30, qui ci eravamo messe in viaggio un’oretta prima. Lungo la strada ci siamo fermate a vedere due uomini occidentali che lavavano un elefante, un bel vedere!
Vedere da lontano lo sperone roccioso su cui sorge Sigirya fa un certo effetto. Arriviamo all’entrata dove consegniamo il terzo e ultimo voucher, Manju ci presenta, come ormai d’abitudine, la nostra guida (6000 krl) e con lui attraversiamo i giardini ai piedi della rocca. Iniziamo quindi a salire per circa 25 minuti su di una scala di pietra dai comodi gradini. Ci ritroviamo in un piazzale, dove davanti a noi si apre quella che doveva essere l’entrata principale a forma di testa di leone, a testimonianza rimangono però solo due enormi zampe. Tra le zampe parte una seconda scala, di cui i primi gradini sono come i precedenti per poi trasformarsi in una scaletta di ferro stretta (solo andata) ancorata alla roccia. Qui chi soffre di vertigini potrebbe avere qualche problema. Altri 20 minuti di salita e arriviamo su delle terrazze panoramiche, la vista è a 360°. La guida ci spiega l’utilizzo delle varie vasche e ci porta ai dipinti murali di donne formose, per poi proseguire al muro a specchio, chiamato così per la lavorazione che lo rende lucidissimo. La discesa è per un breve tratto su di una scala di ferro (solo ritorno) e poi prosegue su di una comoda scala scavata nella roccia. Alla fine troviamo qualche negozietto di souvenirs, tra i pochi che troveremo durante il viaggio. La visita è durata circa due ore e mezza.
Risaliamo sul pulmino e circa 10 minuti dopo siamo a Pidurangala (05-18.30, 1000 krl): certo vedere Sigiriya da vicino è bellissimo, ma anche vederlo da questa montagna antistante, ha il suo fascino. La salita è un vero trekking di circa mezz’ora. L’ultima parte che porta ad un pianoro con vista a 360° è un po’ impegnativo, infatti bisogna issarsi con una corda su di una rupe di circa due metri: vi assicuro che la vista era spettacolare, specie dal lato di Sigiriya. Una volta scese, ci siamo fermate a un baretto a bere qualcosa di fresco.
Matale e Kandy
Poco dopo siamo ripartite per Matale (70 km) che abbiamo raggiunto quasi tre ore dopo, ma non per il traffico, ma per una tappa “massaggio” a soli 20 minuti da Pidurangala. Manju, forse vedendoci provate o perché al mattino gli avevo chiesto dove si poteva fare un massaggio a Kandy, mi aveva proposto un centro ayurvedico, il Sigiri Dasuna, sulla strada verso Matale. Credo uno dei più bei massaggi della mia vita!
Uscite rigenerate, dopo un’ora e mezza di pulmino, abbiamo raggiunto Matale, dove abbiamo visitato lo Spice Garden (08.30-16.30, gratis), con una guida che ci ha illustrato le piante coltivate in Sri Lanka, gli effetti benefici, i prodotti che ne ricavano. Ci hanno offerto un té e volendo si poteva fare un massaggio a testa e collo, che noi abbiamo ovviamente declinato. Certo, era uno di quei posti per turisti, dove poi finisci nel negozietto a comprare di tutto.
Ancora un’oretta di strada (25 km) ed entriamo nella trafficata Kandy. Ci fermiamo subito a vedere da fuori un tempio hindu, di quelli che si trovano nell’India del sud, con immagini e statuette tutte colorate. Quando arriviamo all’Hotel Kandy Supreme, il peggiore in assoluto, sia per stanza che per colazione, che per gli odori strani, per la pulizia e il malfunzionamento di doccia e gabinetto. Il mio reclamo partirà appena atterrata a Doha.
Con il pulmino andiamo a cena allo Sky Lounge, senza infamia e senza lode. Manju e Jaya ci sono poi venuti a riprendere all’orario stabilito. Anche se il loro orario finiva alle 18.30, si sono sempre offerti loro di portarci e venirci a prendere a cena. Una nota sui bagni: durante i trasferimenti Manju ci chiedeva se avessimo...
Consigli Utili per il Viaggio
Come la maggior parte dei viaggiatori “sgamati” a gennaio/febbraio, decisa la destinazione, prenotiamo il volo e da lì si ordina la santa LP e poi si parte con la documentazione attraverso blog, diari etc etc; ora un 80% delle esperienze lette sono state fatte con un driver contattato dall’Italia (di cui un 60% parlante italiano… e vabbè lì se non si parla inglese… ci può anche stare), ma la cosa che ci bloccava era il non potersi calare tra la gente: se si prende un driver si è sempre con lui in macchina seguendo il tour prestabilito… e poi a dirla tutta non è neanche così cheap!
Quindi ci siamo detti: dai, proviamo a spostarci coi mezzi pubblici. Se proprio vediamo che è davvero impossibile prenderemo un driver là. E così abbiam fatto.
Cari viaggiatori… SI PUÒ FARE! Vero è che è necessario avere:
- buon spirito di adattamento
- abbastanza tempo a disposizione
- i tappi per le orecchie 🙂 musica a palla e clacson continuativo!
- non soffrire il pullman (vanno a manetta anche in curva)!
Se possedete queste 4 caratteristiche allora potete utilizzare i mezzi pubblici per gli spostamenti: sono molto economici e la cosa per noi più importante è toccare con mano la vita delle persone e qui è un’esperienza che si vive per davvero!
Trasporti Pubblici: Autobus e Treni
Autobus
Le strade sono poche ma quasi tutte asfaltate, ad una corsia per senso di marcia. I pullman sono piuttosto frequenti per tutte le località, soprattutto quelle turistiche. Spesso vi dovrete sorbire ore di musica locale sparata a volume altissimo e non contate di riuscire a dormire perché guidano come dei matti. Se soffrite di mal d’auto come me cercate di prendere posto in mezzo in modo da non sentire troppo le vibrazioni e da non vedere i sorpassi da pazzi che fanno. I bus sono affollatissimi quindi se riuscite salite al capolinea in modo da prendere posto, altrimenti, se i locali vi vedono in difficoltà, saranno felici di cedervi il loro.
Se avete grossi zaini o valigie potete scegliere di tenerle con voi pagando il “posto a sedere” anche per loro, oppure verranno collocati nel bagagliaio sul retro del pullman; vi consiglio la seconda opzione, nessuno ve li toccherà e lascerete liberi dei sedili per gli altri. I bus statali sono estremamente economici, si parla di 5€ per tratte di 5 ore.
Treni
Non sono più veloci dei bus ma alcune tratte montuose sono consigliabili, soprattutto per godervi il paesaggio dalle grandi vetrate del trenino panoramico che passa tra infinite distese di coltivazioni di tè. Come leggerete in seguito la nostra esperienza è stata particolare, non saprei dire se siamo stati fortunati oppure ce l’hanno solo voluto far credere, lascio giudicare a voi. Anche il treno è economico, ovviamente la prima classe costa un po’ di più ma comunque poco per il nostro standard.
Costi del Viaggio
E’ veramente un paese economico. Quindi interessante da valutare nelle annate in cui il budget da dedicare ai viaggi è più ristretto, oppure, viste le ridotte dimensioni, se si ha meno tempo del solito.
La moneta locale è la rupia singalese che corrisponde a 150 per un euro. Vi riporto un elenco approssimativo dei costi che ho sostenuto:
- 150rp per 1h di strada sui bus statali;
- 300/400rp per piatto cucinato nei ristoranti locali;
- 100rp per pezzo di street food (ad esempio il Roti);
- 15/25€ ad ingresso alle città antiche, Sigiriya, escursione a Pigeon Island;
- Per il tuk tuk dipende moltissimo dalla città in cui vi trovate, ma la regola è contrattare sempre.
La spesa totale compresa di volo, alloggi, cibo, spostamenti è stata di 1100/1200€ a testa.
Clima e Abbigliamento
Caldo/umido, ma meglio di come pensavo, meglio del Vietnam, ad esempio. Trovato sempre bel tempo a nord, e nella zona centrale (Dambulla, Polonnaruwa), un po’ meno sulla costa est dove, pur essendo il periodo più favorevole, dalle 12 in poi il cielo si copriva di nuvole e regolarmente scaricava il pomeriggio. Nulla di sconvolgente.
Relativamente all’abbigliamento, viaggiando alla mia maniera, peggio si è vestiti e meglio è. Sulle alture, tipo Haputale e Ella, alla sera, era necessario un pile.
Alloggi
Si riesce a spendere abbastanza poco. Assolutamente più conveniente trovare sul posto e contrattare, anziché prenotare in anticipo tramite internet. Esempio, lo Sri Lak di Haputale, una singola su Booking costa 30 dollari, io l’ho pagata 2500 LKR, ossia 14 Euro…
Diciamo che pur di risparmiare mi sono adattata molto. Brevemente. Osceni il Reny di Tissa e la Cosy GH di Jaffna. Consiglio invece la Old Dutch House a Galle, lo Sri Lak a Haputale, lo Gnanam a Jaffna, e soprattutto la Jayaru a Polonnaruwa, che per 1000 LKR è decente per chi vuol spender poco. Segnalo anche che le pensioni più economiche sono frequentate da turisti o lavoratori del posto. E’ un buon modo per conoscere gente non legata al turismo. Se dimostra cortesia e positività nei tuoi confronti non lo fa per un tornaconto.
La media spesa è stata sui 9.5 Eu al giorno.
Comunicazioni
Nell’atrio arrivi dell’aeroporto ho comprato una SIM Dialog, 1300 LKR. Un sms costa 6.37 LKR, e parlare un minuto su un fisso 3 LKR al minuto.
Sicurezza e Fregature
Paese assolutamente sicuro, anche per donna sola. Abituali piccole fregature che si riscontrano nel SE asiatico, ma qui sono molto meno insistenti. Stare alla larga dai tuk tuk, per quanto possibile.
Tabella dei Costi
Spesa | Costo Medio |
---|---|
Cibo | 3.3 Eu al giorno |
Bus | 14.80 Eu |
Hotel | 9.82 Eu al giorno |
Ingressi Siti | 106.69 Eu |
Tuk Tuk | 13.29 Eu |
SIM Card | 7.32 Eu |
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