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Stranieri in Italia: Un'Analisi Approfondita dell'Immigrazione

Quando si parla di immigrazione in Italia, si assume spesso che si tratti di un fenomeno unitario e omogeneo, fatto di «altri da noi». Ma se osserviamo i flussi migratori sotto il profilo storico e sociologico scopriamo che molti migranti non sono affatto così diversi da «noi», e quasi tutti i migranti non sono affatto simili fra loro.

Diversità e Complessità dell'Immigrazione

Non sono solo le provenienze nazionali a essere le più diverse. Diversi sono stati i tempi e i ritmi delle migrazioni, diverse sono state le motivazioni, gli obiettivi personali per cui gli immigrati sono partiti e arrivati, diverse le precondizioni storiche che hanno fatto da contesto alla loro migrazione, le caratteristiche demografiche e sociali. Diverse sono, oggi, la generazione di appartenenza, le scuole frequentate, le esperienze di vita e gli ostacoli affrontati.

Le Origini dell'Immigrazione in Italia

I primi lavoratori stranieri arrivano in Italia già nel corso degli anni ’60. Ma i primi sistemi migratori postbellici si sviluppano in un contesto caratterizzato dal presentarsi di precise opportunità di lavoro, profondamente connesse con il boom economico che stava conoscendo l’Italia.

Vediamo le grandi città del Centro e del Nord collegate con le Filippine e le Isole di Capo Verde, la Sicilia con la Tunisia, le regioni nord-orientali e centrali del paese con l’Egitto e con altri paesi africani e ancora con l’Europa Orientale.

Anni '80: Il Rafforzamento degli Scambi nel Mediterraneo

Negli anni ’80 infatti si rafforzano gli scambi tra le due sponde del Mediterraneo. Ai tunisini di Sicilia, parte dei quali comincia a spostarsi verso Nord, si aggiungono marocchini, egiziani e più avanti, in particolare in seguito ai disordini che seguirono l’annullamento delle elezioni del 1991, anche algerini.

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Anni '90: Migrazioni dai Balcani

Sempre alla fine degli anni ’80, e in particolare negli anni ’90, si rafforza il legame dell’Italia coi Balcani. Nell’opinione pubblica, questa stagione rimarrà fortemente condizionata dall’immagine degli arrivi in massa degli albanesi, scanditi da tre episodi che ne segnano indelebilmente il profilo.

I primi due sono gli sbarchi del febbraio e dell’agosto del 1991; il terzo è il tragico naufragio della Kater I Rades del marzo 1997 che costò la vita, secondo le stime, ad un centinaio di persone.

Il Naufragio della Katër i Radës

Il naufragio della Katër i Radës, noto anche come tragedia di Otranto o tragedia del Venerdì Santo del 1997, è stato un sinistro marittimo avvenuto il 28 marzo 1997 all'omonima motovedetta albanese (in italiano: Quattro in Rada). La nave, carica di circa 120 profughi in fuga dall'Albania in rivolta, entrò in collisione nel canale d'Otranto con la corvetta Sibilla della Marina Militare italiana, che ne contrastava il tentativo di approdo sulla costa italiana.

La Katër i Radës era stata rubata al porto di Saranda da gruppi criminali che gestivano il traffico di immigrati clandestini. Partì da Valona nel pomeriggio (alle 16:00) del 28 marzo 1997 carica di profughi che cercavano di raggiungere le coste italiane, per fuggire dall'Albania in preda all'anarchia.

Alle 17:15 al largo dell'isola di Sàseno fu avvistata dalla fregata Zeffiro, impegnata nell'operazione Bandiere Bianche, nome in codice con cui era nota l'operazione di blocco navale realizzata per limitare gli sbarchi delle cosiddette carrette del mare provenienti dalle coste albanesi. Nave Zeffiro intimò alla Katër i Radës (inizialmente identificato come un motoscafo con circa 30 civili a bordo) di invertire la rotta, ma la nave albanese proseguì.

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Alle 18:45 avvenne l'urto che fece ribaltare la nave albanese, che alle 19:03 affondò definitivamente. Secondo alcune testimonianze, dopo il ribaltamento della nave albanese, la Sibilia si sarebbe inizialmente allontanata per poi ritornare circa 20 minuti dopo. Vennero subito recuperati i cadaveri di almeno 52 persone, mentre il numero totale di vittime venne stimato in 83 passeggeri.

Nuove Migrazioni dagli Anni '90

Con gli anni Novanta prendono l’avvio nuove migrazioni, da Cina e Sri Lanka, a cui, nel decennio successivo, se ne affiancheranno altre dal Pakistan e dal Bangladesh. Il processo di allargamento dell’Unione Europea a partire dal nuovo secolo con l’ingresso di nuovi paesi, tra cui la Romania e la Bulgaria, ha aperto poi una fase nuova.

Consolidamento della Presenza Straniera

Si potrebbe pensare che questi frequenti cambiamento producano un panorama migratorio piuttosto “disordinato”. Delle prime dieci nazionalità per numero di residenti nel 2021, ben sette comparivano già dieci anni fa, e sei vent’anni fa. La presenza straniera si è andata quindi consolidando nel tempo.

Nel 1981 le prime dieci cittadinanze presenti costituivano il 18% del totale degli stranieri.

Impatto Economico dell'Immigrazione

Per la Fondazione Moressa, nel periodo 2023-2026, le presenze di immigrati legate ai decreti aumenteranno imposte e contributi incassati dallo Stato. Tre miliardi di euro di nuove entrate per le casse dello Stato, da quest’anno al 2026, fra imposte e contributi.

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È la stima dell’impatto economico degli ingressi in Italia di lavoratori extracomunitari ammessi con il decreto flussi 2022 e con il decreto flussi triennale 2023-2025. La stima è contenuta nel Rapporto annuale sull’economia dell’immigrazione 2023 che la Fondazione Leone Moressa presenterà al Viminale giovedì 19 ottobre.

I posti per l’ingresso di lavoratori provenienti da Paesi extraeuropei previsti dal decreto flussi 2022 (Dpcm 29 dicembre 2022, integrato dal Dpcm del 19 luglio 2023) e dal decreto flussi triennale 2023-2025 (Dpcm 27 settembre 2023, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale 231 del 3 ottobre scorso) sono quasi 575mila in quattro anni: 225.555 subordinati e autonomi e 349.150 stagionali.

Diritto alla Salute per gli Stranieri

«La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. L’accesso alle prestazioni offerte dal Servizio Sanitario Nazionale è fondato sui principi di universalità, uguaglianza ed equità.

Tuttavia, per determinare l’ampiezza e i termini di esercizio di questo diritto da parte dei cittadini stranieri, devono essere considerate alcune condizioni specifiche. Per informazioni specifiche circa l'effettivo esercizio del diritto alla salute occorre consultare le norme previste dalla singola Regione.

In Italia, infatti, a seguito della Legge Costituzionale n. ↑ Art. ↑ Vedi artt. 34, 35 e 36 di Presidenza del Consiglio dei Ministri, (1998). “Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero”, D.Lgs. 25 luglio 1998, n.

Richiesta di Protezione Internazionale

E' stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto legge 22 agosto 2014, n. Trasferimento del richiedente asilo e commissione competente - In caso di trasferimento del richiedente ad un centro diverso da quello in cui era stato accolto o trattenuto, la competenza all’esame della domanda verrà assunta dalla commissione territoriale della nuova destinazione.

Commissioni territoriali - Le Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale sono insediate presso le Prefetture. Esame della domanda di protezione internazionale - Il colloquio tra il richiedente asilo e la Commissione si svolgerà di norma alla presenza di uno solo dei componenti della Commissione, con specifica formazione e, ove possibile, dello stesso sesso del richiedente.

Realtà e Percezioni dell'Immigrazione

L’Italia non è più meta dei migranti: i nuovi arrivi sono diminuiti del 41,3% negli ultimi cinque anni e del 12,3% nel solo 2013, anno in cui si sono registrati all’anagrafe italiana 307mila stranieri, cioè 220mila in meno rispetto al 2007. Nello stesso periodo, il numero di chi ogni anno lascia l’Italia è più che raddoppiato, passando dai 51mila del 2007 ai 126mila del 2013: se ne vanno sia gli italiani (+20,7%), sia gli stranieri (+14,2%).

Il saldo migratorio (la differenza tra chi arriva e chi parte), in attivo in Italia dal 1973, rimane positivo (+128mila), ma cala del 25,7% rispetto al 2012. Considerando anche gli emigrati che non hanno ottenuto la residenza, l’Ismu parla di 250-300mila stranieri l’anno che lasciano l’Italia.

Quanto invece agli emigranti italiani, hanno tra i 20 e i 45 anni e il 30% ha una laurea. I Paesi preferiti (qualcuno potrebbe dire «dove vanno a rubare lavoro ai locali») sono il Regno Unito, la Germania, la Svizzera e la Francia.

Nuovi Emigranti Italiani

Ci sono anche “nuove mete”: sono 19mila gli italiani che hanno un permesso di soggiorno per poter stare in Albania. E gli ultimi arrivati? E i 156mila profughi salvati dalla missione della Marina italiana Mare Nostrum? Sono persone, per la maggior parte in fuga dalla guerra, che non vogliono rimanere in Italia, ma al contrario proseguire verso il Nord Europa. Italia non più terra di immigrazione, ma Paese di transito, dunque.

Chi parla di “invasione” non ha contatti con la realtà. Non più meta di emigrazione, ma molto più patria della “Generazione Balotelli”. Gli stranieri presenti in Italia, infatti, non hanno cittadinanza italiana, ma sempre di meno sono “immigrati”.

La "Generazione Balotelli"

Renato, 17 anni, nato a Firenze da genitori abanesi, spiega: «Nella mia vita sono migrato solo una volta: quando, a 5 anni, la mia famiglia si è trasferita a Borgo San Lorenzo... Una migrazione di ben 30 chilometri! ». A causa di una legge sulla cittadinanza che è tra le più restrittive d’Europa, gli “stranieri” sono sempre di più giovani nati e cresciuti in Italia. Stranieri a casa propria, insomma.

In totale, per l’Istat sono 4 milioni e 900mila residenti, cioè il 7,7% della popolazione totale. Tra gli 802.785 alunni stranieri delle scuole italiane, nell’anno scolastico 2013-14 i nati in Italia (51,7%) hanno superato i nati all’estero. Secondo il Ministero dell’Istruzione, per la prima volta rispetto l’anno precedente diminuisce il numero di stranieri alle scuole medie.

Economia e Povertà tra gli Stranieri

Cala il numero di immigrati, ma cresce invece la loro economia. Spiegano i ricercatori della Fondazione Leone Moressa di Mestre: «Nell’ultimo anno, l’Irpef versata da chi è nato all’estero ha apportato alle casse dello Stato 6,7 miliardi di euro, pari al 4,4% del totale del gettito». Sono infatti oltre 3 milioni e mezzo i contribuenti stranieri (8,5% del totale), un dato sempre in crescita dal 2008.

Se gli stranieri soffrono la crisi economica come gli italiani, la loro imprenditoria prova a resistere. Infine, le famiglie straniere in Italia che vivono al di sotto della soglia di povertà sono il 33,9%, contro il 12,4% delle famiglie italiane. Il reddito medio annuo di una famiglia straniera è quasi la metà di quello di una famiglia italiana (16.629 euro contro 31.400).

Tabella: Indicatori Economici e Demografici degli Stranieri in Italia

Indicatore Dato
Percentuale della popolazione totale 7,7%
Contribuenti stranieri Oltre 3,5 milioni (8,5% del totale)
Irpef versata da nati all'estero 6,7 miliardi di euro (4,4% del gettito totale)
Famiglie straniere sotto la soglia di povertà 33,9%
Reddito medio annuo di una famiglia straniera 16.629 euro

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