Stranieri Residenti: La Filosofia della Migrazione di Donatella Di Cesare
Donatella Di Cesare è Professore Ordinario di Filosofia Teoretica presso il Dipartimento di Filosofia e membro del Collegio Dottorale. Dal 2023 è membro della SSAS (Scuola Superiore di Studi Avanzati) presso La Sapienza.
Il suo pensiero si colloca all'interno della filosofia continentale (ermeneutica, decostruzione - Nietzsche, Heidegger, Gadamer, Derrida), approfondendo i temi della verità e della comprensione. Il suo lavoro si è concentrato sulla connessione tra tempo e linguaggio (Benjamin), considerando le questioni etiche e politiche dell'altro e dell'alterità (Levinas). La Shoah è diventata centrale nella sua riflessione.
Avendo già contribuito con molti studi su questo argomento, all'indomani della pubblicazione dei Quaderni Neri di Heidegger ha messo in discussione la responsabilità della filosofia nei confronti dello sterminio. Ha ripetutamente esaminato il rapporto con la figura dello straniero e del forestiero, includendo anche la questione della migrazione (Stranieri residenti 2020). Sul confine tra biopolitica e teologia politica, ha analizzato la sovranità e le forme di dominio (Spinoza).
Le sfide della violenza, sia visibile che invisibile, dal totalitarismo (Arendt) alle sue forme contemporanee (terrore, tortura, guerra), l'hanno spinta a ripensare la vita nuda e i diritti umani. Ha chiesto alla filosofia di tornare alla pólis, delineando la possibilità di un pensiero radicale capace di combinare esistenza e comunità (La vocazione politica della filosofia 2021). Negli ultimi anni, ha delineato una critica della politica statale, contribuendo alla rielaborazione del concetto di democrazia delineando un pensiero radicale che ne coglie la connessione con l'anarchia (Democrazia e anarchia).
Il Concetto di "Stranieri Residenti"
Un recente contributo della filosofa Donatella Di Cesare è il libro Stranieri residenti. Nell’articolata riflessione che ritroviamo nei suoi quattro densi capitoli, Di Cesare ripercorre il senso stesso dell’esistere a partire già dalla definizione heideggeriana, attraversa i concetti portanti della convivenza civile, delle filosofie contrattualiste, dei valori religiosi e della tolleranza, per giungere alla costruzione di un nuovo rapporto tra nazione e cittadinanza.
Leggi anche: Impara l'italiano: livello B1
Nel paesaggio politico contemporaneo, in cui domina ancora lo Stato-nazione, il migrante è il malvenuto, accusato di essere fuori luogo, di occupare il posto altrui. Eppure non esiste alcun diritto sul territorio che possa giustificare la politica sovranista del respingimento. In un’etica che guarda alla giustizia globale, Donatella Di Cesare con limpidezza concettuale e un passo a tratti narrativo riflette sul significato ultimo del migrare, dando prova anche qui di saper andare subito al cuore della questione.
Abitare e migrare non si contrappongono, come vorrebbe il senso comune, ancora preda dei vecchi fantasmi dello jus sanguinis e dello jus soli. In ogni migrante si deve invece riconoscere la figura dello «straniero residente», il vero protagonista del libro.
Atene, Roma, Gerusalemme sono i modelli di città esaminati, in un affresco superbo, per interrogarsi sul tema decisivo e attuale della cittadinanza. Nella nuova età dei muri, in un mondo costellato da campi di internamento per stranieri, che l’Europa pretende di tenere alle sue porte, Di Cesare sostiene una politica dell’ospitalità, fondata sulla separazione dal luogo in cui si risiede, e propone un nuovo senso del coabitare.
Il libro di Donatella Di Cesare “Stranieri residenti”, edito da Bollati Boringhieri, è di grandissima attualità per problematizzare adeguatamente i recenti dibattiti politico-culturali in tema di cittadinanza, di “ius soli” o “ius culturae”, e dimostra quanto la filosofia abbia molto da dire oltre le polemiche troppo semplicistiche della politica e dei mass-media e degli slogan polarizzati di destra e di sinistra.
Una Filosofia della Migrazione
Donatella Di Cesare, docente di Filosofia teoretica alla Università Sapienza di Roma, scardina alla base i concetti con cui viene trattato oggi sui mezzi di comunicazione e in politica il tema delle migrazioni. Partendo dalla diversa idea di “cittadinanza” di tre città simbolo: l’autoctonia ateniese, dove cittadino è solo chi è “figlio della terra”, nativo del luogo stesso in cui vive, alla cittadinanza aperta di Roma, dove la cittadinanza romana è concessa a intere popolazioni conquistate, e lo straniero diventa solo un “non romano” o, come dice l’autrice, un “non ancora romano” (che mantiene però una doppia cittadinanza: quella politica di cittadino romano e quella di origine, per cui Cicerone può dire di essere “tuscolano per nascita” e “romano per diritto di città”).
Leggi anche: Letture semplificate in italiano A2
Il problema dell’immigrazione, così come è affrontato oggi dalla politica dei Paesi occidentali, non opprime solo le pagine dei giornali e del dibattito politico, ma soprattutto, sopra ogni cosa, le vite di moltissime persone migranti.
Telmo Pievani, filosofo ed evoluzionista, ha dedicato parte della sua ricerca al tema dello spostamento delle popolazioni. In Libertà di migrare, scritto a quattro mani con il giornalista Valerio Calzolaio, afferma che «la migrazione è un fenomeno antichissimo connaturato alla nostra storia» che ha caratterizzato l’evoluzione della nostra specie. Pievani pone l’accento sul più importante motivo che muove le persone a spostarsi nell’antichità così come oggi, ovvero l’instabilità climatica, che definisce il «motore» che spinge da sempre l’umanità a migrare.
«le migrazioni dovrebbero essere considerate oltre che un diritto una libertà, una possibilità di scelta, e invece oggi la maggior parte delle persone non migra per scelta ma per necessità, per bisogno, perché è forzato a farlo, dalla fame dalla guerra».
La storia stessa del Mediterraneo è una storia di migrazioni. Il saggio illuminante La questione mediterranea di Iain Chambers e Marta Cariello delinea un’interpretazione del Mediterraneo e della crisi internazionale che ci costringe a interrogarci a fondo sulle politiche contemporanee. Il Mediterraneo viene inteso come configurazione politica, come il frutto di una «sedimentazione di assetti storici e culturali che si accumulano nella composizione del presente» e che riguardano tre “mediterranei”, tre continenti e non una singola cultura o storia, come sembrerebbe voler affermare l’Europa: il mediterraneo asiatico-islamico, quello africano e quello europeo.
Accanto alla lettura odierna univoca ed eurocentrica della storia del Mediterraneo da parte della cultura egemone, vi è poi un altro grande problema: ovvero il paradosso che l’Unione degli Stati Europei produce, nella tendenza a demolire i confini all’interno e a innalzare fortificazioni dall’esterno.
Leggi anche: Certificazioni per Stranieri a Milano
Opere Selezionate di Donatella Di Cesare
- Stranieri residenti. Una filosofia della migrazione (2017)
- Heidegger e gli ebrei. I “Quaderni neri” (2015)
- Se Auschwitz è nulla. Contro il negazionismo (2012, nuova ed.)
- La vocazione politica della filosofia (2021)
- Democrazia e anarchia
TAG: #Stranieri