Turismo Culturale in Italia: Esempi e Tendenze
Negli ultimi anni, il concetto di turismo si è evoluto, dando vita a una molteplicità di esperienze che vanno ben oltre la semplice visita a una destinazione e a una pluralità di forme che rispondono alle esigenze di viaggiatori sempre più diversificati. Dall’enogastronomia all’outdoor, dal turismo del benessere fino a quello culturale, ogni viaggiatore ricerca un’esperienza che possa arricchire il proprio percorso personale. In questo contesto, il turismo culturale emerge come una delle modalità più apprezzate, permettendo di esplorare la storia, l’arte e le tradizioni di un territorio in maniera profonda e significativa.
L’Italia, con il suo inestimabile patrimonio storico e artistico, rappresenta una delle mete privilegiate per il turismo culturale. Dai grandi poli museali alle città d’arte, dai borghi storici ai percorsi naturalistici con valenza culturale, il Bel Paese offre una varietà di esperienze capaci di attrarre viaggiatori da tutto il mondo.
Si chiamava infatti Grand Tour il lungo viaggio attraverso l’Europa, e soprattutto attraverso l’Italia, ritenuto di fondamentale importanza per l’educazione e la formazione culturale di scrittori, intellettuali, esponenti delle classi sociali superiori tra il XVII e il XIX secolo. In particolare, il turismo culturale come fenomeno con una propria identità si è affermato negli anni Novanta quando sono emersi alcuni sotto settori, tra cui il turismo del patrimonio, il turismo artistico, il turismo gastronomico, il cine-turismo e il turismo creativo. Ciò è avvenuto nel contesto della globalizzazione e dei progressi tecnologici che hanno favorito, tra le altre cose, una maggiore mobilità attraverso viaggi aerei più economici, una maggiore accessibilità a diversi luoghi e beni culturali, la proliferazione dei media e l’aumento dei viaggi indipendenti.
Il World Tourism Organization rappresenta il TC come due cerchi concentrici. Il cerchio più interno rappresenta il prodotto core del turismo culturale, mentre quello più esterno l’insieme delle tradizioni che concorrono alla sua definizione. Si parla quindi di un insieme di prodotti - chiamato “inner circle” - composto da «heritage tourism», legato al patrimonio culturale, e da «arts tourism», in relazione alla produzione culturale legata alle arti visive, all’architettura e alla letteratura.
Non solo. Negli ultimi anni la comunità scientifica concorda che la definizione e le declinazioni di TC siano strettamente legate al comportamento del visitatore, ai suoi desideri, alle sue necessità. Questo sguardo abbraccia la definizione di TC che vede il fenomeno classificato sulla base dei bisogni del visitatore e delle sue scelte. Secondo McKercher B. In questo quadro il TC è ritenuto uno dei rami più dinamici dell’industria del turismo moderno.
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Il turismo culturale si concentra sulla scoperta di storia, arte e tradizioni di una destinazione, offrendo esperienze autentiche che permettono ai visitatori di entrare in contatto con il patrimonio immateriale e le identità locali. Le attività culturali, come visite a musei, monumenti, festival e spettacoli, generano una spesa che sostiene l’economia locale.
Turismo Culturale: Valore Economico
Secondo i dati dell’Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di Commercio, riportati anche dal Rapporto Symbola “Io Sono Cultura”, nel 2023, il 48,4% della spesa turistica complessiva (40,9 milioni di euro) è stata attribuita ai consumi culturali, coinvolgendo oltre 387 milioni di presenze turistiche, di cui il 45,5% ha incluso attività culturali. I turisti motivati dal patrimonio artistico rappresentano il 24% delle presenze e generano il 24,6% della spesa (circa 20,8 miliardi di euro). I turisti stranieri, in particolare, sono più inclini a partecipare a esperienze culturali (49,3%) rispetto agli italiani (42,1%).
La spesa culturale è predominante nelle regioni del Nord-Est e Centro Italia, con il Lazio, il Trentino-Alto Adige e la Toscana che spiccano per l’alto valore assoluto. In termini relativi, le regioni centrali, come Lazio, Umbria e Toscana, mostrano una forte incidenza della spesa culturale sul totale, con la Campania e la Sicilia emergenti nel Sud Italia.
Le Motivazioni di Viaggio
Secondo il rapporto ISTAT 2023 “Il turismo culturale in Italia: analisi territoriale integrata dei dati”, sono diverse le motivazioni dei viaggiatori che scelgono il nostro Paese come meta di turismo culturale: il 44.8% visita città, borghi e paesi alla ricerca di atmosfere uniche; il 43% è attratto dal patrimonio naturale; il 27% si concentra su siti storici e archeologici; il 17% esplora mercati tipici locali; il 16.5% dedica attenzione al patrimonio museale; il 15% partecipa a spettacoli, manifestazioni culturali, folkloristiche o religiose; e l’11% si concentra su tour gastronomici o itinerari che consentano di degustare prodotti tipici.
Le Città d’Arte e il Patrimonio Museale: Pilastri del Turismo Culturale
Le città d’arte italiane sono da sempre le mete più visitate dai turisti interessati alla cultura. Roma, Firenze, Venezia, Milano, Torino e Napoli accolgono ogni anno milioni di visitatori attratti dai loro straordinari musei, monumenti e quartieri storici.
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Roma si conferma la città più culturale d’Italia, con 6.732 guide turistiche, 240 musei, 317 luoghi storici, 236 monumenti artistici e 460 chiese. Firenze segue al secondo posto con 2.623 guide, 148 musei, 84 luoghi storici, 71 monumenti e 152 chiese, mentre Milano è al terzo con 677 guide, 212 musei, 104 luoghi storici, 423 monumenti e 153 chiese. Seguono Napoli, Trieste, Venezia, Padova, Palermo, Bologna e Torino.
I luoghi più visitati in Italia nel turismo culturale includono il Colosseo, le Gallerie degli Uffizi e Pompei, seguiti dalla Galleria dell’Accademia di Firenze, il Castel Sant’Angelo a Roma, il Museo Egizio di Torino, la Venaria Reale (TO), la Reggia di Caserta, Villa Adriana e Villa d’Este a Tivoli, e il Museo Archeologico di Napoli.
Secondo il Report Turismo Culturale 2024 di The Data Appeal Company, Roma detiene quasi il 60% delle recensioni relative alle prime dieci attrazioni culturali più recensite in Italia, con il Colosseo e il Pantheon in testa. Firenze, invece, si distingue per il più alto “sentiment score” tra le attrazioni culturali, con Piazza del Duomo che raggiunge un punteggio di 96,5 su 100.
Borghi e Piccoli Centri: Il Fascino dell’Italia Nascosta
Accanto ai grandi centri urbani, il turismo culturale italiano si sta sempre più orientando verso borghi storici e località meno conosciute.
Lo dimostrano i numeri dell’associazione I Borghi più Belli d’Italia, che conta ad oggi oltre 360 borghi certificati, concentrati in particolare nel Centro Italia, in regioni come Marche (32), Umbria (32) e Toscana (30). Un report di Deloitte, dal titolo “L’impatto economico e occupazionale del turismo e la digitalizzazione nei Borghi più belli d’Italia”, ha evidenziato anche l’importanza economica dei Borghi più belli d’Italia, che nel 2022 hanno attirato oltre 8,8 milioni di visitatori, generando un impatto economico di circa 13,8 miliardi di euro.
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Un settore, quello del turismo dei borghi, che contribuisce per 5 miliardi di euro al PIL, pari allo 0,3%, e ha generato oltre 2,3 miliardi di euro di entrate fiscali. Inoltre, ha creato circa 90.000 posti di lavoro. I visitatori, per il 37% stranieri, sono attratti dalla ricchezza culturale, paesaggistica e gastronomica.
A valorizzare i borghi italiani che non solo godono di un pregevole patrimonio storico, culturale e ambientale, ma che sanno offrire al turista un’accoglienza di qualità, ci sono anche le Bandiere Arancioni del Touring Club Italiano. La Bandiera Arancione è una certificazione che valorizza i comuni italiani per la qualità dell’accoglienza e la gestione del patrimonio storico-culturale, paesaggistico e ambientale. Con validità di tre anni, premia le realtà più virtuose e stimola un miglioramento continuo: ad esempio, in media dall’anno di assegnazione del riconoscimento, i Comuni hanno registrato un +45% di arrivi e un +38% di presenze. Le Bandiere Arancioni promuovono anche il coinvolgimento delle comunità locali e l’inclusività sociale, offrendo esperienze turistiche autentiche, slow e rispettose dell’ambiente. Ad oggi sono 290 le località certificate, con una maggiore concentrazione in Toscana (43), Piemonte (40) e Marche (29).
Percorsi Tematici: Un Turismo Esperienziale e Consapevole
È anche sempre più chiaro che il turismo culturale non si limita alla visita di monumenti, ma si sviluppa sempre più attraverso itinerari tematici che permettono ai viaggiatori di immergersi nella storia e nelle tradizioni italiane.
Ed ecco allora che tra le proposte più apprezzate dal punto di vista turistico troviamo la Via Francigena, un cammino che attraversa l’Italia da Nord a Sud ripercorrendo le antiche vie dei pellegrini medievali, oppure il circuito dei Grandi Giardini Italiani, che valorizza i giardini storici del paese, tra paesaggismo, botanica e architettura.
Grande potenzialità turistica manifestano inoltre i luoghi che l’UNESCO ha riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità, da Modena a Verona, da Alberobello a Siracusa, ma anche le Capitali Italiane della Cultura.
Sfide e Prospettive per il Futuro
Se da un lato il turismo culturale italiano gode di una domanda stabile e in crescita, dall’altro si trova di fronte a diverse sfide. La gestione dei flussi turistici nelle città d’arte, la valorizzazione delle aree meno conosciute e la sostenibilità ambientale sono alcuni dei temi centrali per il futuro. La promozione di itinerari alternativi e il rafforzamento delle infrastrutture per favorire un turismo slow e diffuso sono strategie fondamentali per rendere il settore più equilibrato e resiliente.
Secondo il Rapporto ISTAT sul Turismo Culturale Italiano, nel 2019, circa il 51% dei viaggi in Italia che includevano un’attività culturale si sono concentrati in sei regioni: Toscana (11,6%), Emilia-Romagna (9,0%), Trentino-Alto Adige (8,3%), Veneto (8,0%), Lombardia (7,2%) e Lazio (7,0%). Queste aree, oltre a essere le più visitate, sono anche quelle con la maggiore dotazione di strutture museali e ricettive.
Parallelamente, è importante notare che il 70% dei turisti stranieri interessati al patrimonio culturale si concentra solo sull’1% del territorio italiano, evidenziando la necessità di promuovere destinazioni meno conosciute per una distribuzione più equilibrata dei flussi turistici.
Tabella: Classificazione dei Comuni per Vocazione Turistica
Categoria | Numero Comuni | % del Totale Comuni | % Popolazione Nazionale | % Presenze Turistiche |
---|---|---|---|---|
Comuni a vocazione culturale, storica, artistica e paesaggistica | 431 | 5,4% | 12,2% | 7,8% |
Grandi città | 12 | 0,2% | 15,3% | 19,7% |
Comuni con vocazione marittima | 414 | 5,2% | 7,5% | 19,6% |
Comuni del turismo lacuale | 167 | 2,1% | - | 4,0% |
Comuni con vocazione montana | 501 | 6,3% | 1,3% | 4,6% |
Comuni del turismo termale | 50 | 0,6% | 0,6% | 1,2% |
Comuni turistici non appartenenti a una categoria specifica | 4.000+ | 50,6% | - | 8,0% |
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