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Turismo Mordi e Fuggi: Definizione e Conseguenze

Overtourism: una delle parole più usate negli ultimi anni. Sempre più spesso, infatti, le mete turistiche soffrono per l’overtourism, il sovraffollamento turistico.

Che cos’è l’overtourism?

Overtourism è un neologismo che indica il sovraffollamento di turisti in una meta vacanziera. Il termine è stato inserito per la prima volta nel dizionario Oxford nel 2018, e candidato come parola dell’anno. L’Overtourism, letteralmente “troppo turismo” un fenomeno complesso che va analizzato da vari punti di vista.

In sostanza il concetto si riassume facilmente nella domanda: questo luogo risente della presenza di un numero di turisti superiore a quello che il luogo e gli abitanti possono sostenere?

Quando si parla di mete turistiche naturali, come riserve, oasi, spiagge, parchi e montagne, è fondamentale che il turismo rispetti l’ambiente naturale, inclusi flora, fauna e microclima. Quando la destinazione è una città, il turismo deve principalmente rispettare i residenti, così come la cultura locale e i siti archeologici, piccoli microcosmi bloccati nel tempo che vanno tutelati.

Se tutto ciò non accade, si parla di overtourism, o di turismo insostenibile per il luogo, per la natura, per le persone che vi abitano.

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Le Cause dell’Overtourism

Le persone che si muovono nel mondo sono più di 1,4 miliardi ogni anno, e stanno crescendo ad un ritmo esponenziale. L’Organizzazione mondiale del turismo prevede che nel 2030 il flusso internazionale di turisti supererà i 2 miliardi. Questo numero altissimo di persone si concentra su poche destinazioni turistiche al mondo, che soffrono di un’eccessiva presenza di turisti.

Le cause del troppo turismo sono molteplici: dai film famosi che rendono celebri le mete turistiche, alla facilità con cui si può raggiungere qualunque angolo di mondo, alle crociere che con prezzi ridotti portano grandi quantità in giro per i mari.

Una tendenza del momento è il turismo influenzato dalla cultura di massa, per il quale la meta turistica viene scelta in base ai social media, gli influencer, programmi televisivi e film. Il turismo influenzato dai prodotti cinematografici e serie tv, detto anche cineturismo, ha prodotto, in alcuni casi, vere catastrofi.

Un caso esemplificativo è quanto è succede nelle isole del Pacifico: in Thailandia a Maya Bay, dove è stato girato il film “The beach” con Leonardo Di Caprio. Negli anni la piccola spiaggia è stata invasa dai turisti che volevano vedere il set cinematografico del film, costringendo il governo thailandese a vietare l’ingresso ai turisti per ristabilire il delicato equilibrio della bellissima baia.

L’aumento dei voli aerei low coast e delle crociere sono certamente tra le cause dell’Overtourism.

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I numeri pubblicati dall’Organizzazione mondiale del turismo (Unwto) parlano chiaro: anche in Italia abbiamo esempi di come il turismo di massa danneggi la natura e i residenti delle città invase dai viaggiatori. Venezia, ad esempio, viene visitata da circa 20 milioni di persone l’anno. Un numero un po’ troppo alto per una città così delicata, devastata anche dall’inquinamento causato dalle navi da crociera.

Anche Firenze, Capri e il Parco Nazionale delle Cinque Terre in Liguria soffrono per il numero troppo alto di turisti che arrivano ogni anno. Questo afflusso sta portando le amministrazioni dei vari comuni italiani a prendere provvedimenti per limitare il numero di entrate.

Le conseguenze dell’overtourism

Il termine overturism si riferisce alla sovrappopolazione turistica in una determinata area, una condizione in cui il numero di visitatori supera la capacità del luogo di gestirli in modo sostenibile.

Le conseguenze possono essere pesanti: dall’aumento del costo della vita per i residenti, alla pressione sulle infrastrutture, fino alla degradazione dell’ambiente e del patrimonio culturale.

L’overtourism provoca effetti profondi e spesso irreversibili sull’ambiente naturale e sul tessuto sociale delle destinazioni. Le aree naturali, sottoposte a un’eccessiva frequentazione, subiscono fenomeni come erosione del suolo, distruzione della flora, disturbo della fauna e inquinamento ambientale.

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Anche il contesto urbano risente dell’overtourism. Città d’arte e centri storici si trasformano in veri e propri scenari turistici, perdendo il loro ruolo originario di spazi vissuti quotidianamente dai residenti. Il centro urbano diventa spesso un set a misura di turista, in cui attività tradizionali lasciano il posto a negozi souvenir, ristorazione standardizzata e strutture ricettive.

Sul piano sociale, la pressione del turismo di massa si traduce in aumento del costo della vita, con l’impennata dei prezzi degli affitti e la diffusione degli affitti brevi che rendono difficile per molti residenti continuare a vivere nel proprio quartiere.

Un’altra conseguenza significativa è la tensione tra abitanti e turisti, alimentata dalla percezione che il turismo non porti più benefici reali alla comunità. Il sovraffollamento, il rumore notturno, la perdita di spazi pubblici e il peggioramento della mobilità urbana possono generare frustrazione e senso di invasione tra chi vive stabilmente nei territori interessati.

1. Distruzione degli ecosistemi naturali

La flora e fauna sono usualmente le prime a risentire delle troppe persone presenti nelle mete turistiche naturali più gettonate. Deforestazione, sfruttamento incontrollato del suolo, inquinamento e nessuna politica di sensibilizzazione e salvaguardia degli ambienti naturali hanno portato in alcune destinazioni naturali alla distruzione di interi ecosistemi. In alcuni casi questa situazione non ha possibilità di riscatto, come, ad esempio, quello che succede alle barriere coralline in tutto il mondo. Rovinati in maniera irreparabile dal surriscaldamento globale e dai turisti, i coralli fanno parte di un sistema naturale che si sta estinguendo.

2. Aumento dei rifiuti

Un’altra conseguenza del turismo di massa è il grande accumulo di rifiuti che non viene differenziato e che crea un grande problema ambientale di smaltimento e inquinamento. L’isola di Boracay, nelle Filippine, è stata chiusa al turismo proprio per questo motivo: ristabilire l’ecosistema dopo anni di turismo incontrollato. Il problema dei rifiuti è molto rilevante anche sull’isola di Bali, che sta cercando di contrastarlo grazie al pensiero Zero Waste Bali.

3. Fuga e malessere dei residenti

I più colpiti dal troppo turismo sono gli abitanti del luogo. In tutta Europa, in città come Barcellona, Amsterdam e Venezia, il fenomeno dell’overtourism ha scatenato forti tensioni da parte degli abitanti. I residenti reclamano l’aumento dei prezzi delle case e gli affitti introvabili, gonfiati a causa della diffusione di piattaforme online come Airbnb, ma anche la scomparsa dei piccoli negozi e botteghe, sostituiti da shop turistici, e l’invivibilità delle loro città. Una coseguenza ultima del troppo turismo è la fuga dei residenti dalle loro città, che sono diventati teatrini turistici, perdendo così la loro autenticità e bellezza.

Soluzioni all’overtourism per le destinazioni

Affrontare il problema dell’overtourism richiede strategie articolate e un cambiamento di mentalità da parte di amministrazioni, operatori turistici e viaggiatori. La prima misura efficace è la diversificazione dell’offerta turistica, che punta a distribuire i flussi verso zone meno frequentate, ma ugualmente interessanti. Fondamentale è anche la promozione di un turismo più consapevole e responsabile, capace di privilegiare la qualità rispetto alla quantità.

Alla luce dell’aumento dei flussi turistici in tutto il mondo, l’organizzazione mondiale del turismo (UNWTO) ha dedicato un intero Rapporto al fenomeno dell’overtourism. Certamente non c’è un’unica soluzione all’overtourism, ma tanti piccoli accorgimenti che possiamo avere durante le nostre vacanze.

Il Report “Overtourism’? Understanding and Managing Urban Tourism Growth beyond Perceptions” propone così 11 strategie e 68 misure per contrastare il troppo turismo.

Ecco gli 11 suggerimenti che possono essere seguiti dalle destinazioni turistiche per contrastare il fenomeno dell’overtourism:

  • Incentivare la dispersione dei turisti all’interno della città, e anche oltre nel territorio, suggerendo la visita di mete meno note e di aree meno turistiche.
  • Promuovere il turismo in periodi diversi (ad esempio fuori stagione) e in fasce orarie diverse dalle più gettonate.
  • Creare nuovi itinerari e attrazioni turistiche diverse dalle più frequentate.
  • Rivedere e migliorare i regolamenti, ad esempio chiudere al traffico alcune aree più fragili o troppo frequentate.
  • Attrarre tipologie di viaggiatori più responsabili.
  • Garantire i benefici del turismo alle comunità locali, ad esempio aumentando il numero di abitanti impiegati nel turismo, e coinvolgendo i residenti nella creazione di esperienze turistiche.
  • Sviluppare e promuovere esperienze della città o del territorio che beneficino sia i turisti che i residenti.
  • Aumentare le infrastrutture e i servizi della località.
  • Coinvolgere la comunità locale nelle decisioni e scelte turistiche.
  • Educare i viaggiatori e comunicare loro come essere più responsabili e rispettosi del luogo.
  • Monitorare e misurare i cambiamenti.

Questo approccio incoraggia i viaggiatori a rispettare le comunità ospitanti, a evitare comportamenti irrispettosi e a scegliere esperienze che abbiano un impatto positivo sul territorio. Un altro strumento utile è la regolamentazione dei flussi, attraverso misure come l’introduzione di limiti giornalieri agli accessi, l’utilizzo di sistemi di prenotazione obbligatoria o la definizione di periodi di pausa per alcune attrazioni.

Le amministrazioni locali hanno anche la possibilità di intervenire sulla fiscalità del turismo, applicando tasse di soggiorno o contributi ambientali destinati alla manutenzione dei servizi e alla tutela del patrimonio.

Anche la tecnologia può dare un contributo concreto. Le piattaforme digitali, se utilizzate in modo intelligente, possono guidare i turisti verso esperienze meno note, suggerendo itinerari alternativi, orari meno affollati e modalità di visita più sostenibili.

E noi cosa possiamo fare?

Con Ecobnb promuoviamo il turismo responsabile, evitando le mete famose sovraffollate e facendo conoscere le destinazioni vicino a casa. Molte volte non sappiamo cosa ci circonda e che perle naturali possiamo trovare proprio dietro l’angolo senza bisogno di andare in capo al mondo prendendo aerei che emettono quantità enormi di CO2 . Il turismo lento e sostenibile propone località autentiche, che arricchiscono le comunità locali e chi investe in attività eco-sostenibili.

Turismo mordi e fuggi: il caso di Lauterbrunnen

“Il problema del turismo mordi e fuggi esiste ed è percepibile dal 2020. All’epoca non si poteva viaggiare a causa del coronavirus e si era sviluppato il trend dei camper. Fin qui nulla di male, anzi: il Comune vive di turismo e ha bisogno dei turisti. Parallelamente si è però sviluppato il turismo dei selfie nell’area della cascata di Staubbach, che implica moltissime persone che vanno a sommarsi a quelli che soggiornano da noi. È il nuovo segmento di ospiti che al momento ci causa qualche problema. Gli altri siamo preparati per accoglierli e sono i benvenuti. Questi invece di solito vengono da noi con una macchina in affitto, entrano in valle e intasano il nostro villaggio creando il caos. E naturalmente dopo aver scattato le loro foto ripartono immediatamente".

Sono parole (di qualche giorno fa) di Karl Näpflin, sindaco di Lauterbrunnen, località del Canton Berna, in Svizzera, famosissima per essere al centro di una valle alpina dai cui fianchi rocciosi cadono decine di copiose cascate d’acqua (pare siano ben settantadue!) al punto da essere ritratta un soggetto costante del marketing turistico svizzero.

Con le conseguenze denunciate dal sindaco del comune: over tourism fuori controllo, traffico, caos, rumore, degrado paesaggistico e disagio per i locali, con il rischio che pure la bellezza e il fascino del luogo ne vengano intaccati. Conseguenze peraltro ormai comuni a tutti i luoghi che, per scelta o loro malgrado, subiscono il sovraffollamento turistico.

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