Turismo Sessuale a Praga: Rischi e Conseguenze
Anche l’escalation del turismo sessuale ha scosso l’opinione pubblica, tanto da inaugurare un nuovo campo di applicazione psichiatrica che s’interroga sul patologico desiderio di trasgressione che ci coglie in vacanza.
Ad analogo depauperamento, intristimento e banalizzazione fruitoria sono attualmente assoggettate realtà di incomparabile bellezza della “nuova” Europa comunitaria e non, come le “liberate” città di Praga o San Pietroburgo o, per fare un esempio esotico, le fragili comunità vietnamite o malesiane.
Turismo e Sostenibilità
Definire un turismo sostenibile non vuol dire condannare il turismo di massa, ma valutare la capacità di carico delle destinazioni turistiche intese come ecosistemi naturali, culturali, antropologici ed equi. La formula turismo sostenibile è dedotta dal concetto di sviluppo sostenibile, auspicato nel 1987 dalla commissione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo, nel rapporto Our Common Future, in cui il principio cardine di sostenibilità rimanda al significato delle risorse future.
E’ sostenibile solo quel turismo che tiene conto del fatto che le risorse su cui poggia sono limitate. Troppo spesso, invece, ci si accontenta di chiamare sostenibile un turismo dalle mete “giuste” (parchi naturali, musei, città d’arte, ecc.), che invece poggia sugli stessi presupposti insostenibili del turismo di massa.
Nel 1991 la rivista Airone faceva i primi passi nel campo del turismo sostenibile, pubblicando un “diario” minimo per un turismo responsabile. Erano inviti al rispetto della natura e delle culture incontrate, suggerimenti alternativi e critici. E’ sostenibile quel turismo che tiene conto delle risorse.
Leggi anche: IA e il futuro del turismo
Il modello turistico dominante colpisce per il suo autogoal: un turismo che non guarda al futuro, che brucia i luoghi che tocca, che distrugge le sue stesse condizioni d’essere, che non pone limiti alla propria crescita, che rende avulso dal contesto culturale su cui insiste, è il risultato di un fenomeno contemporaneo di inconsapevolezza sociale.
Tale spostamento di paesaggi culturali e umani favorirebbe la società multietnica, con i suoi contributi socio-culturali e globalizzanti ma, ad uno sguardo suppletivo, i soli beneficiari del rimescolamento migratorio appaiono essere le iniziative, trite, dozzinali, massificanti appunto, che abilmente sfruttano il messaggio storico e artistico di questa città, che si traduce in una presenza eccessiva, insostenibile, antiecologica, dissipativa e non entropica di attività che non rispettano e non preservano le risorse culturali, sociali e naturali degli individui che vivono e lavorano in questi spazi, tanto da offrire allo stesso turista un approccio riduttivo, stereotipo, enucleato, impermeabile al reale portato antropologico del luogo.
I visitatori che scelgono Firenze (per tornare a quell’esempio) non riescono, nella maggior parte dei casi, a vivere un’esperienza di qualità e la comunità locale non beneficia di questo tipo di turismo né in termini di reddito, né in termini di qualità della vita.
Oggi assistiamo, forse, ad una maggiore consapevolezza da parte del consumatore dei processi di produzione dei pacchetti viaggio sulla destinazione ultima dei flussi di denaro che essi generano. Di fronte a tale viraggio culturale è chiaro che l’industria del turismo di massa voglia corteggiare i turisti ecosostenibili: assistiamo cioè a ciò che gli inglesi definiscono Green Washing, mediante il quale i grandi Tour Operator cuciono il termine sostenibiltà sui propri viaggi, dandosi una mano di verde, per guadagnare, con i medesimi tradizionali prodotti, nuove fette di mercato.
Budapest come esempio
La prostituzione è legale in Ungheria, e Budapest, non a caso, è considerata la capitale del sesso in Europa. Secondo la legge, le zone del sesso dovrebbero essere circoscritte, anche se come vedrete a Budapest, non ci sono grosse restrizioni e le operatrici del sesso operano in ogni parte della città.
Leggi anche: Analisi del rapporto turismo-PIL in Italia
Budapest è una capitale piena di cose da vedere è una città relativamente tranquilla, in linea con le altre grandi città europee. I pericoli che corrono i turisti sono quelli tipici delle capitali: borseggiatori, furti di oggetti di valore lasciati incustoditi, furti in auto. Non sono molto frequenti crimini violenti a danno di turisti.
E’ molto frequente che se se due bellissime ragazze ungheresi vi chiedono di offrire loro da bere indicandovi il locale dove andare, è perché probabilmente i loro amici del locale vi presenteranno un conto a più zeri.
Consigli utili per un viaggio sicuro a Budapest
Sappiamo che non ne avrete bisogno, ma quando si è lontani da casa è sempre meglio procurarsi i numeri utili in caso di emergenza. Li trovate in questa pagina insieme ad alcune indicazioni su come contattare le autorità italiane a Budapest.
Numeri utili:
- Polizia: 107
- Polizia con operatore in inglese: 112
- Ulteriore linea con operatore in inglese: 438 880
- Pronto Soccorso Dentistico: 2679602
- Emergenza ambulanza: 104
Per gli italiani in vacanza a Budapest l’assistenza sanitaria è gratuita e per usufruirne è necessario portarsi dietro la Tessera Sanitaria rilasciata dall’ASL. L’assistenza copre tutte le cure mediche urgenti ma non il trasporto in caso di malattie gravi.
Leggi anche: Regolamentazione delle Ferie nel Turismo
Anche a Budapest è attivo il Numero Unico europeo 112 a cui potrete chiamare per qualsiasi tipo di emergenza.
Altre informazioni utili:
- In Ungheria c’è un’eccellente rete Gsm, quindi non avrete alcuna difficoltà a chiamare e ricevere anche con il vostro cellulare italiano.
- A Budapest e in tutta l’Ungheria si usano prese tedesche di tipo “Schuko”a due fori e la tensione elettrica è di 230 W.
- La moneta corrente a Budapest, quindi, è il Fiorino Ungherese, il cui cambio con l’Euro varia ogni giorno, anche se è relativamente stabile. 1 € vale circa 307 Fiorini.
- Il modo più semplice per ottenere i fiorini ad un tasso accettabile è il bancomat.
TAG: #Turismo