Albergo Atene Riccione

 

Consigli per i Turisti Americani a Roma

Roma, la grande bellezza della Capitale. Imperiale, sterminata, dominante, nata per fare e per essere la Storia.

Decantata dai migliori artisti, regina del cinema, patria della buona cucina. Probabilmente è qui che nasce il concetto di museo a cielo aperto.

Il Colosseo, i Fori Imperiali, Circo Massimo, le Terme Imperiali, Trinità dei Monti, la Cappella Sistina, il Pantheon: chi non conosce i simboli della grande bellezza romana?

Visitare Roma è una tappa imprescindibile per il viaggiatore alla volta di un tour delle città d’arte, ma soprattutto Roma è speciale per tutti gli italiani che la visitano per renderle omaggio, come fosse un tributo all’identità nazionale.

Roma è così grande da poter offrire tante esperienze fuori dagli schemi.

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Ecco un condensato del pensiero dei turisti - quelli veri, non quelli immaginari - che affollano la nostra città, milioni di visitatori provenienti da ogni parte del mondo che scelgono Roma come meta per le loro vacanze, contribuendo a creare ricchezza e posti di lavoro.

Ma quale accoglienza riserviamo loro? Un accoglienza da incubo, a giudicare dalle recensioni dei turisti delusi e amareggiati: pensavano di trovarsi nella città dell’Arte e della Bellezza, della Cultura e del Buon Vivere.

Si ritrovano catapultati in un abisso di sporcizia, disordine e mancanza di rispetto, diretta emanazione e conseguenza dello stile di vita dei cittadini, della mentalità diffusa del ceto dirigente e della cafonaggine tollerata, perdonata, giustificata.

Quel disinteresse per tutto ciò che è pubblico o estraneo alla sfera domestica (cit. Alessandro Campi) che si traduce in un ambiente urbano sciatto, degradato e privo di qualità estetica.

E ci sembra già di sentire i commenti: “chissenefrega dell’estetica, i problemi so’ artri”, detto da un popolo che sulla bellezza fonda la propria identità, suona ridicolo e insensato.

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Ma non ditelo ai politici né ai giornali: secondo loro i turisti rimangono scioccati dalle buche, dai rifiuti, dai cinghiali, dai venditori abusivi (che il più delle volte sono autorizzati dal comune).

Non ci passa neanche per l’anticamera del cervello che i turisti rimangano delusi dal degrado dei graffiti e dalla maleducazione dei romani.

E invece è così, facciamocene una ragione. E che altro dovrebbero pensare gli stranieri?

La Percezione della Sporcizia e dei Graffiti

Navigando per la rete ci siamo imbattuti in una discussione sul sito TripAdvisor dall’eloquente titolo: ROME DIRTY? Sommariamente traduciamo: “Ho programmato un viaggio a Roma e in una settimana 3 persone che l’hanno visitata di recente mi hanno detto che è sporca. Ratti, graffiti e sporcizia dappertutto.

Un’altra turista: “Siamo stati a New York prima di andare a Roma. Ho visto topi sui binari a Manhattan, neanche uno a Roma.

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Un romano risponde: posso dirvi che Roma è davvero molto, molto sporca.

Di seguito un americano: “sono stato a Roma un sacco di volte, perché mi piace.

Ancora un americano: “Roma sta diventando sempre più sporca e bisogna fare qualcosa il prima possibile.

A MILANO IL NUMERO DI GRAFFITI STA DIMINUENDO GRAZIE A UN TEAM DI VIGILI E AVVOCATI CHE HANNO CENSITO LE FIRME DEI VANDALI. PERCHE’ ROMA NON FA LO STESSO?

Ok c’è bisogno di un’iniezione di realismo. Vivo a Roma e sì, è più sporca di New York. Molto, molto più sporca.

Se stai nella zona più turistica, è possibile che non te ne accorga.” E giù con una lista infinita di problemi: topi, caditoie stradali piene di rifiuti, zingari che rovistano nei cassonetti, nessuna tabella degli orari autobus, CI SONO GRAFFITI OVUNQUE.

Veronica da Dublino: “La città è orribilmente sporca, con sgradevoli e antiestetici bidoni della spazzatura. I GRAFFITI RICOPRONO LA MAGGIOR PARTE DEI PALAZZI E DELLA METROPOLITANA.

Autumn From Dallas: “Sono a Roma in questo momento.

Hubie from Florida: “TANTI GRAFFITI, UNA VALANGA.

Sentite Rudy: “Nei pressi del Vaticano e nella maggior parte dei luoghi turistici Roma è pulita, ma al di fuori di questo, Roma è molto sporca. UN SACCO DI GRAFFITI E SPORCIZIA. Questa è la mia prima volta a Roma. Non voglio offendere gli italiani, ma dal mio punto di vista, la periferia di Roma è proprio da terzo mondo.

Ecco un mito da sfatare: i turisti NON sono assillati dalle buche e dai rifiuti, ma soprattutto al traffico e ad argomenti meno battuti.

Iniziative di Cittadini per il Decoro Urbano

Cittadini che hanno saputo convertire la propria rabbia in voglia di reagire, di impegnarsi in prima persona: fu così che nacquero le prime azioni di pulizia dei muri, prima spontanee poi organizzate da associazioni come Retake Roma, gruppo fondato - non a caso - da cittadini italoamericani.

Insomma l’esatto opposto della cultura del menefreghismo che si esprime con la totale mancanza di senso civico e il disprezzo per le regole condivise, che è appunto l’aria viziata che si respira qui a Roma.

Noi ci siamo sempre considerati, a torto o a ragione, romani 2.0 che amano l’ordine e la bellezza.

Se davvero amiamo Roma, perché la trattiamo così male? Purtroppo ci siamo abituati al degrado causato dagli stessi cittadini, rassicurati e blanditi dai media.

Si crea così un circolo vizioso nel quale si ripetono sempre gli stessi argomenti, spacciati come fenomeni di rilevanza internazionale.

Per carità, tutti problemi serissimi che devono essere affrontati. Ma a ben vedere, spulciando nei vari siti d’informazione turistica, quasi non ve n’è traccia.

Il "Diario di un Turista Americano a Roma" di Ennio Flaiano

Nel 1972 Ennio Flaiano pubblica sull’Espresso, fingendo di averlo trovato per caso, il “Diario di un turista americano a Roma” che ha come titolo “Welcome in Rome”.

Non ci potremmo immaginare le opere di Dickens senza Londra, né quelle di Balzac e Zola senza Parigi. Il legame tra Flaiano e Roma è della stessa natura.

La capitale è il teatro in cui si affila il suo ingegno, il suo esclusivo oggetto di amore, di rimpianto, di derisione: “…Tuttavia Roma è la mia città. Talvolta posso odiarla, soprattutto da quando è diventata l’enorme garage del ceto medio d’Italia. Ma Roma è inconoscibile, si rivela col tempo e non del tutto.

Come ha scritto Emanuele Trevi, “Forse nessuno più di lui […] comprese il legame oscuro che unisce il benessere al conformismo intellettuale, la circolazione delle idee alla stupidità collettiva”.

Sarebbe quindi sbagliato identificare la sua Roma esclusivamente con via Veneto. Le più profonde mutazioni della città, Flaiano, romano di Montesacro, le osserva simultaneamente sia dal centro, dove il jet set conversa ai tavolini dei bar, sia dalla periferia in tumultuosa espansione.

Riuscendo così a “descrivere la nascita dal nulla dei nuovi quartieri, meglio di qualunque urbanista o sociologo.

Le più profonde mutazioni della città, Flaiano, romano di Montesacro, le osserva simultaneamente sia dal centro, dove il jet set conversa ai tavolini dei bar, sia dalla periferia in tumultuosa espansione, riuscendo così a “descrivere la nascita dal nulla dei nuovi quartieri, meglio di qualunque urbanista o sociologo.

Lunedi. Siamo arrivati stanotte io, mia moglie Gail e mia figlia Susan da Paris (France) con molte ore di ritardo, a Feeumeesheeno, che in italiano si scrive Fiumicino. Feeumeesheeno è un brutto piccolo aeroporto…C’era uno sciopero dei tecnici addetti all’assistenza a terra, per cui siamo dovuti scendere dalla carlinga per le uscite di sicurezza, molto sportivamente, lasciandoci scivolare su un telo e portarci da noi i bagagli sino all’edificio dell’aeroporto, lontano un miglio.

Il nostro comandante ha pregato uno dei conducenti degli autobus aeroportuali di far salire almeno le signore anziane, ma quello ha risposto : “Non mee eemporta un katzo”, cioè a dire che non era interessato a quel trasporto.

Katzo è una locuzione molto usata dagli italiani e significa “poco”, o “nulla” secondo i casi.

Ho detto al comandante se non era il caso di risalire a bordo, ripartire e dirottare l’aereo verso un paese di oltre cortina dove gli americani sono bene accolti. Magari, ha risposto, ma non era possibile, non davano il kerosene.

Mi ha stupito il buio dei locali dell’aeroporto. Sembra che dopo le dieci lascino appena poche luci perché arrivano solo aerei dal Medio Oriente e dall’Africa e non è il caso di sprecare energia elettrica per turisti sottosviluppati.

Abbiamo preso un piccolo taxi (in Italia ci sono i più piccoli taxi del mondo) dando al conducente l’indirizzo del nostro albergo. Costui non ha detto una parola oltre “Americani?” e siamo partiti nella notte.

Abbiamo visto Osteea, Castil Fuseno (il conducente ci diceva i nomi delle località), e poi, dopo circa un’ora, siamo arrivati a Albano. Il conducente ci ha spiegato che le strade per Roma erano tutte interrotte e aveva dovuto fare un detour.

Dopo Frascatis abbiamo finalmente preso The Appian Way, la strada per la città, dove siamo arrivati alle due di notte. Il nostro albergo era in una strada di tipo Hong Kong dove si fa “la dolce vita”. Questo tuffo in piena Roma ci ha fatto piacere e ha messo un po’ in agitazione mia moglie Gail, che voleva vedere Fellinis o Mastroiannis.

Ma eravamo stanchi e siamo andati in albergo. Le nostre stanze erano al mezzanino e davano su una strada laterale, dove si stava svolgendo un raduno di motociclisti, benevolmente sorvegliato da policemen interessati ai motori.

Una sgradita sorpresa l’abbiamo avuta dal cattivo funzionamento degli apparecchi per l’aria condizionata, che davano soltanto caldo. Il portiere dell’albergo, a cui abbiamo telefonato, ci ha detto che l’uomo dell’aria condizionata non sarebbe venuto prima delle otto. Abbiamo dovuto così dormire con le finestre aperte per non soffocare.

Altra sorpresa, il continental breakfast che ci è stato servito in camera era composto di dieci grammi di burro, biscotti secchi, panini molli e di un caffè “espresso” che sapeva di rame. Il cameriere ci ha spiegato che i primi caffè del mattino hanno sempre un po’ il sapore dei tubi. Bisognava ordinare verso le dieci. Gli ho detto di portar via la scatola di lucido da scarpe che era nel vassoio ma lui ha detto che si trattava di marmellata che viene data in dosi parsimoniose perché fa ingrassare.

Martedì. È evidente che gli americani del Nord sono considerati in Italia un popolo stupido. Questa impressione mi viene dai pochi contatti avuti con italiani e può anche essere un mio errore statistico.

TAG: #Roma #Turista

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