Turista per Sempre: Alla Scoperta del Significato di un Gratta e Vinci
Il Gratta e Vinci "Turista per Sempre" è un gioco popolare che offre la possibilità di vincere premi immediati grattando i biglietti. Ogni biglietto vincente può contenere uno o più premi.
Probabilità di Vincita e Premi
Le probabilità di vincita variano a seconda del valore del premio. Per premi fino a € 500, la probabilità di vincita è di 1 biglietto ogni 6,77, esclusi i premi uguali al costo della giocata, ai sensi dell’art. 9 comma 1ter D.L. n. 87/2018 convertito con L. n.
Un'altra versione del gioco, con Decreto Direttoriale Prot. 594509/RU, offre una probabilità di vincita di 1 biglietto ogni 4,23 per premi superiori al costo della giocata. Anche in questo caso, per premi fino a € 500, la probabilità di vincita è di 1 biglietto ogni 4,23, esclusi i premi uguali al costo della giocata.
Per essere sicuro dell'esito del tuo biglietto, puoi utilizzare l’App My Lotteries, l’unica App Ufficiale per il Gratta e Vinci.
Come Giocare
Per giocare, basta grattare i NUMERI VINCENTI, I TUOI NUMERI e i NUMERI JOLLY. Se si trova uno o più NUMERI VINCENTI ne I TUOI NUMERI, si vince il premio o la somma dei premi corrispondenti. Se si trova il numero BONUS X5, si vince 5 volte il premio corrispondente.
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Curiosità e Detti Veneziani
Oltre al gioco del Gratta e Vinci, esploriamo alcuni detti e curiosità veneziane che aggiungono colore alla cultura locale. Questi proverbi riflettono la saggezza popolare e le tradizioni di Venezia.
- "Ma no ti gà na casa ciò?!": Una frase usata per salutare un amico, chiedere come va, o suggerire di tornare a casa dopo il lavoro.
- "Oii!": Un saluto universale a Venezia, usato dai gondolieri per avvisare della loro presenza e dalla gente in diverse situazioni.
- "Andemo vedere cossa fa el marco": Un modo scherzoso per congedarsi, alludendo sia al cambio di valuta che a possibili amanti.
- "Sìe ore ea cresse, sìe ea càea": Un detto per consolare chi sta passando un momento difficile, ricordando che le cose cambiano.
Ulteriori Espressioni Veneziane
- "Sàpa piàn e spènsi guaìvo": Agire inesorabilmente per raggiungere un obiettivo.
- "…el vien dal Garda": Riferito ai temporali violenti che provengono da ovest.
- "Bisogna veder sel mar riceve o se el torna indrìo": Le previsioni meteo non sono certezze.
- "Ma te vien dal Dòeo?": Detto a una persona poco sveglia.
- "Seghenè": Rivolto a uno scansafatiche.
- "Eà gà visto piú cassi èa che i cessi de S.Bòrtoeo": Detto a una donna di facili costumi.
- "Sù e sò come eà pee del casso": Andare a zonzo inutilmente.
- "Se no ghe fosse el ponte el mondo sarìa un’ìsoea": Riferimento al ponte della Libertà.
- "Luna sentàda marinèr in pìe": Indica bel tempo.
- "Ae porte dell’ospeàl": Quando uno sta molto male.
- "El rusa, ea rasa…": Aver colto in fallo qualcuno che ha scoreggiato.
- "Va eà! Petacoche!": Detto a una persona infantile.
- "Dal Trasto àea sentina": Cadere dall’alto in basso.
- "A paiòl": Essere ubriaco.
- "Nome che…": Rafforzativo di una frase.
- "Ma ti gà el moreto a casa?": Domanda sarcastica se uno ha un servo che lo sostituisce nei gesti di cortesia.
- "Primo, secondo e Capodistria": Riferimento ai canali televisivi.
- "Palco, sorapalco e musica in platea": Abbigliamento rindondante.
- "Chi dise ma in cùeo eò gà": Chi è in dubbio se lo prende sempre in quel posto.
- "Perderse par’l caìgo": Fare tardi a causa della nebbia.
- "Pantaeòn sé in chèba": Avere i soldi in tasca.
- "Un alto e un basso fà un guaìvo": Nella vita, alti e bassi si compensano.
- "Impissa eà ‘uce! Gavemo da star tanti ani al scuro": Accendere la luce.
- "Magna e bevi che eà vita se un lampo": Godersi la vita.
- "I te porta da Capeeti": Finire in manicomio.
- "Che togo!": Detto di cosa meravigliosa.
- "Da novéo tuto se beo": L'amore iniziale è sempre bello.
- "Nialtri semo altri teèri": Usato dalle donne verso il marito che prolunga una discussione.
- "Che Dio te mandasse pan, pesse e un spin in cùeo che te saltassi alto come un cavàeo": Augurio sarcastico.
- "Cò l’acqua riva aea gòea anca i stronsi nua": Nelle difficoltà, tutti trovano la forza di reagire.
- "El se partìo cò toe e cavaeti": Comportamento anormale.
- "Vado a coionar i orbi": Vado a dormire.
- "El se entrà e i o gà portà fora in quatro": Ricovero tardivo in ospedale.
- "No se pol morìr de san": Nessuno muore di "sano".
- "Descanta bauchi,sveia macachi": Accortezza inutile.
- "Ciò, ciapa! Mètitio in soasa": Ironia su un'affermazione seriosa.
- "Te vegno eà e cò un morsegon te staco el lai": Minaccia "nautica".
- "Far i gatini": Vomitare dopo aver bevuto troppo.
- "Va remengo Garibaldi": Riferimento all'unità d'Italia.
- "Siera da scorese": Avere una brutta cera.
- "Rosegoto": Pezzo di pane secco, persona che non vale niente.
- "Baretta fracada": Persona incazzata.
- "Cori zotolo": Invitare qualcuno ad andarsene.
- "Mandoeòn": Persona un po’ indietro di comprendonio.
- "Corighe drio ti…": Non vale la pena di fare qualcosa in fretta.
- "Magnime el bàgari": Rifiuto categorico.
- "No go anda": Non avere voglia.
- "Andar a torsio": Andare in giro inutilmente.
- "Man sgorlando": A mani vuote.
- "Cò sti ciari de luna": Con questo andazzo.
- "Vanta el nono": Sostenere il nonno, barzelletta popolare.
- "Come un musso in mezo ai lampi": Disorientato.
- "Come un coeombo nel granèr": Appagato, soddisfatto.
- "Se o cavémo dale stròpe": Togliersi qualcuno di torno.
- "‘ndar co a mona sui copi…": Cadere rovinosamente.
- "a siora Zanze (xe deboe de suste)…": Persona che non sta mai ferma.
- "far ‘a bea": Scappare in modo scaltro.
- "petacoche": Persona che si lamenta sempre.
- "te staco i brassi e te ‘i meto in man": Minaccia sbruffona.
- "far ‘e gatorisoe (gatorigoe/gatarigoe)": Fare il solletico.
- "bisato da braga": Accostamento ambiguo.
- "Molton": Persona poco intelligente.
- "Avér (o pretèndar) pòsso scàfa e cagaòr": Chi gode di estremo benessere.
- "Andarse a far ciavette": Andarsi a fare benedire.
- "Siera da bacan": Essere molto abbronzati.
- "Mona fiapa": Epiteto per donne che partoriscono in ospedale.
- "Varda che te tetteefono": Segnalazione di belle tette.
- "Gnanca par morte morir": Giammai.
- "Ghe n’ho ‘na sgionfa": Sono stufo.
- "Ti xé pèzo de quea del peòcio": Persona insistente e pignola.
- "…anca se’l deventa gransio (non importa)…": Promessa dimenticata.
- "Bona, bona ma tanto ignorante": Persona buona ma poco istruita.
- "Se eà mudanda pesa, no gera massa ‘na scoresa": Solo in apparenza si ha il controllo delle cose.
Viaggio e Società
La distinzione tra viaggiatore e turista è stata messa in rilievo dal sociologo Rachid Amirou (1995), vedendo in essa il conflitto tra modelli culturali elitari e di massa. Attilio Brilli ha sintetizzato uno dei suoi saggi con il titolo "Quando viaggiare era un’arte" (1995), riflettendo sulla trasformazione del viaggio da esperienza spirituale a processo culturale.
Con la modernità industriale, l’avventura del viaggio mitico ed eroico è passata da una dimensione spirituale a processi culturali che riproducono e consumano archetipi e simboli. Il viaggio è uno dei dispositivi che ingloba e articola le forme ancestrali di interiorizzazione della sovranità.
Le nuove tecnologie hanno permesso una riproduzione digitale dell’abitare, assorbendo i cicli preistorici e storici della mobilità umana. Immensi magazzini di parole, discorsi e immagini confluiscono nella rete di relazioni, superando i limiti umani e mettendo a disposizione dell’individuo universi spaziotemporali estesi.
Innovazione e Mercato
L'innovazione tecnologica è il prodotto di questa imponente assunzione del passato nel presente. Il mercato detta le qualità emergenti in questi processi, integrando il lavoro e il tempo libero. Le agenzie di viaggio offrono sportelli diretti o on-line in cui innovazioni di prodotto e di processo, ricerca, documentazione, informazione, prenotazione e acquisto non sono più momenti separati, ma appartengono a un solo ritmo.
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Come ha avvertito Marshall McLuhan, il «medium è il messaggio», e la natura specifica delle piattaforme digitali raccoglie e potenzia le dimensioni del viaggio e dei viaggiatori. Questo porta a una inedita composizione culturale delle partenze, dei transiti e dell’abitare.
Conclusioni
Il Gratta e Vinci "Turista per Sempre" offre non solo la possibilità di vincere premi, ma anche uno spunto per esplorare la cultura e le tradizioni veneziane attraverso i suoi detti e proverbi. Il viaggio, in tutte le sue forme, continua a evolversi grazie alle nuove tecnologie e alla trasformazione della società.
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