Albergo Atene Riccione

 

Turisti per Caso: Alla Scoperta delle Gemme Nascoste del Molise

Il Molise, una delle regioni più piccole d’Italia, è uno scrigno di storia, cultura e paesaggi mozzafiato, sia urbani che naturali. Andiamo a scoprire i segreti di alcuni dei borghi più autentici della regione, ricchi di tesori e gemme preziose tutte da scoprire.

Sant’Angelo Limosano: Un Gioiello Medievale in Provincia di Campobasso

Parliamo del delizioso borgo di Sant’Angelo Limosano, un piccolo paese che sorge a circa 900 metri di altezza nella provincia di Campobasso. La sua storia è antica e ha origini prevalentemente medievali. Originariamente, infatti, il borgo si sviluppò durante il Medioevo intorno alla diocesi di Limosano, nell’XI secolo. Fino alla seconda metà del 1400, e più precisamente al 1477, appartenne al vicino centro abitato di Montagano, per poi passare sotto il controllo di Gerardo di Appiano. Tra la fine del XV secolo e l’inizio del XIX secolo, fu invece feudo delle importanti famiglie dei Carafa, Formica, Ferri e, in ultimo, degli Attellis.

Sant’Angelo Limosano ha dato i natali a personalità importanti della storia e della tradizione del nostro paese, come Alessio Marone, inventore del telegrafo ad azione elettromagnetico-chimica e dei ponti tubolari a croce di Malta, e di Papa Celestino V, noto pontefice ricordato per la sua umiltà, la vita ascetica e soprattutto il coraggio di abbandonare il papato in un momento di grande difficoltà per la Chiesa, fu infatti il primo ad abdicare volontariamente il 13 dicembre 1294, nonostante non esistano documenti ufficiali sulla questione.

Cosa Vedere a Sant’Angelo Limosano

Sant’Angelo Limosano offre l’opportunità di visitare numerosi luoghi di interesse culturale storico e naturalistico, sia tra le mura del paese che nei suoi paraggi, come il Castello d’Evoli a Castropignano, che dista poco meno di 10 km, e il Palazzo Ducale a Ripalimosani, anch’esso distante circa 10 km. A Sant’Angelo Limosano è imperdibile la Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo, risalente al XIII secolo e ristrutturata nella seconda metà del 1600 in stile barocco, ma anche i Bastioni medievali, fortificazioni risalenti al Medioevo che rappresentano un esempio incredibile e affascinante dell’architettura dell’epoca.

La varietà paesaggistica e naturale che caratterizza l’intera zona, poi, da la possibilità agli amanti delle attività outdoor di dilettarsi in fantastiche escursioni e passeggiate, a piedi o in bicicletta, immersi nel verde della campagna e delle colline molisane, caratterizzate da una natura rigogliosa, alla scoperta di ogni suo piccolo segreto. Da testare anche la tradizione culinaria del luogo, ricca di prodotti unici ed inimitabili che rappresentano una vera e propria eccellenza tutta italiana.

Leggi anche: Esplorare il Messico: cosa sapere

Come Arrivare a Sant’Angelo Limosano

Il borgo è ben collegato alle località vicine, come Campobasso, da una rete di autobus locali. L’automobile rimane il mezzo di trasporto più indicato per muoversi in autonomia e visitare al meglio tutto il territorio.

Castel del Giudice: Un Borgo tra Tradizione e Innovazione nel Cuore del Molise

Nel cuore del Molise, c’è un luogo magico dove la natura abbraccia la tradizione, creando un’esperienza autentica e indimenticabile tutta da vivere. Stiamo parlando di Castel del Giudice, che si trova più precisamente nella provincia di Isernia. Come abbiamo appena accennato, infatti, Castel del Giudice, in passato anche conosciuto come Castellum Judicis o Castrum Judicis, lega la sua storia al Medioevo, anche se molte delle fonti storiche consultabili sono andate perse nei cataclismi naturali che in passato hanno coinvolto la zona.

Ciò che è noto, comunque, è che il borgo raggiunse l’apice del suo splendore durante il regno del Giacomo Caldora, nobile, condottiero e capitano di ventura, appartenente alla potente famiglia dei Caldora, che fu una delle sette grandi casate del Regno di Napoli. Nei secoli successivi seguirono numerose dominazioni, fino al 1686, quando il borgo passò sotto il controllo dei D’Alessandro. Castel del Giudice seguì poi le sorti del Mezzogiorno d’Italia. Nonostante le difficoltà affrontate nel corso dei secoli, la sua comunità ha sempre dimostrato una grande capacità di resilienza e rinnovamento, che ha permesso al borgo e alle sue tradizioni di rinnovarsi di continuo pur rimanendo fedele alle proprie radici. Oggi Castel del Giudice rappresenta un luogo magico e ricco di meraviglie da esplorare e conoscere, dove è possibile imparare tante cose belle.

Cosa Vedere a Castel del Giudice

Castel del Giudice è un borgo autentico immerso in splendidi paesaggi naturali e urbanistici. Tra i principali monumenti da visitare troviamo la Chiesa di San Nicola, la Chiesa dell’Immacolata, il Santuario della Madonna in Saletta e la Cappella di Sant’Antonio. Da non perdere anche il Museo giardino dei meli, che ospita più di sessanta diverse varietà di mele. Ma il vero punto forte del borgo è l’esplorazione dei suoi deliziosi vicoli, contornati da meravigliose casette in pietra e piccole chiesette, come abbiamo avuto modo di accennare nelle righe precedenti.

Passeggiare a Castel del Giudice è davvero un’esperienza fantastica; la mente e i pensieri sembrano fermarsi e si ha la sensazione che qui il tempo non sia mai veramente passato. Il borgo è famoso anche per la sua produzione agricola biologica, in particolare delle mele, che sono una vera e propria delizia. Per gli amanti della natura, come si sarà potuto intendere, questo è un luogo assolutamente da visitare, poiché è immerso nel verde ed è facile da visitare ed esplorare attraverso fantastici percorsi e sentieri da fare in bicicletta o a piedi. Insomma, che altro dire, vi consigliamo caldamente di venire a visitare questo piccolo angolo di paradiso in Molise.

Leggi anche: Turks e Caicos: la tua prossima meta di viaggio

Come Arrivare a Castel del Giudice

Se si viaggia in automobile è possibile prendere l’autostrada A1 fino a Isernia, che dista poco più di 40 km, e poi seguire le indicazioni fino a destinazione. Sempre partendo da Isernia è possibile raggiungere Castel del Giudice in autobus.

Oratino: Un Borgo d'Autore alle Porte di Campobasso

Il Molise ha finalmente ottenuto la sua visibilità nel panorama italiano: assente per tanto tempo a causa della sua piccola dimensione e schiacciato dalla notorietà delle regioni limitrofe, il Molise ha sofferto l’indifferenza per molto tempo. Negli ultimi anni una straordinaria operazione di marketing gli ha regalato il posto che merita, anche grazie alle indiscutibili qualità che lo caratterizzano, non solo a livello geografico e culturale, ma anche per il patrimonio enogastronomico. Proprio per questo Borgo DiVino in Tour ha deciso di fare tappa in questa terra, esattamente a Oratino. Andiamo a scoprire cosa ci aspetta in questo il borgo d’autore alle porte di Campobasso.

Preziosa Terra di Mezzo

Oratino si trova in provincia di Campobasso, incastonato nei paesaggi panoramici di questa regione che vanta un notevole patrimonio artistico e naturalistico: il Molise è un concentrato di borghi antichi, castelli, paesaggi incontaminati, una dimensione che viaggia indietro nel tempo tra tradizioni e sapori. Grazie alla sua architettura medievale ben conservata, la visita ad Oratino si trasforma in un tuffo nel passato: questo piccolo centro è caratterizzato da un labirinto di strette strade acciottolate, con le antiche case realizzate in pietra.

Uno dei monumenti più importanti della città, risalente al XIV secolo, è la Chiesa di Santa Maria Assunta, abbellita da affreschi e opere d’arte religiose. Oratino è rinomata per la sua tradizione di intaglio della pietra: qui gli artigiani sono maestri per la produzione di intricate decorazioni in pietra per edifici e monumenti religiosi. Grazie alla sua posizione elevata, Oratino offre viste mozzafiato sulla campagna circostante, un paesaggio punteggiato da dolci colline, foreste e campi coltivati.

Tintilia, il Vino Molisano

Abbiamo accennato al gran carattere che sta venendo fuori da questa piccola regione a lungo dimenticata e il Tintilia è sicuramente l’alfiere di questa importante affermazione. Borgo DiVino in Tour, in programma ad Oratino dal 6 all’8 settembre, sarà l’occasione ideale per degustare quest’ottimo vino, ma non solo. Scopriamo insieme quali sono le eccellenze enogastronomiche del Molise.

Leggi anche: Roma: un weekend indimenticabile

La storia di Tintilia comincia nella seconda metà del ‘700, periodo a cui risale l’introduzione di questo vitigno per iniziativa dei soldati borbonici. Negli anni ‘60 si è rischiato di abbandonare questa coltura a favore di vitigni internazionali più redditizi in termini di resa, ma fortunatamente la spinta alla valorizzazione dei prodotti locali ha permesso il recupero di questa varietà. La lungimiranza nell’individuare la difesa dei vitigni autoctoni, ha fatto la differenza e ha guidato quel processo indispensabile alla costruzione dell’identità, facendo del territorio una grande risorsa. Tintilia è un vitigno rustico a bacca nera, con una grande resistenza al freddo e una produttività piuttosto bassa, cosa che ne aveva compromesso la diffusione.

Biferno e Pentro DOC

L’area del Sannio - Molise ha conosciuto la viticoltura già in epoca preromana, quando i Sanniti padroneggiavano non solo la coltura delle viti, ma gestivano anche le fermentazioni, garantendo una produzione di vino che, con molta probabilità, avevano appreso dai Greci e dagli Etruschi. Ovviamente con la conquista romana, queste pratiche si intensificarono e furono effettuate operazioni di disboscamento per incrementare la viticoltura. Oggi le due grandi aree di Isernia e Campobasso si ritrovano nelle DOC, rispettivamente Pentro e Biferno: entrambe le denominazioni offrono vini rossi, rosati e bianchi.

Biferno è una DOC dal 1983, i vini bianchi sono da uve Trebbiano toscano e Bombino Bianco, per i rossi abbiamo il Montepulciano, in percentuale maggiore, e l’Aglianico, un’uva che aggiunge complessità ai vini. Di base gli stessi uvaggi per la DOC Pentro, ma cambiano ovviamente i terroir: il Sangiovese è spesso utilizzato insieme al Montepulciano per una nota in più di frutti rossi e di acidità. Il Pentro Rosso si presenta di corpo medio, con un buon potenziale di invecchiamento.

Il Molise a Tavola

Vediamo qualche specialità di questa regione e cerchiamo di capire come sfruttare al meglio gli abbinamenti con i vini locali. Partiamo dal Tintilia del Molise DOC rosato, dal color cerasuolo che si presenta al naso con tutta la sua delicatezza: arrivano subito sentori fruttati che sentiamo anche all’assaggio; questo vino dal gusto secco e fresco, risulta armonico ed è perfetto in abbinamento con il brodetto di pesce alla termolese.

La cucina molisana è prettamente di terra, ma ‘’U bredett’’ è una ricetta da non perdere: è fatto di solo pescato fresco, piccoli pesci dell’Adriatico quali lo scorfano, la razza, la gallinella, la sogliola, la seppia, la triglia, a seconda della stagionalità e della disponibilità di giornata. Troviamo l’immancabile commistione mare - campagna che inserisce nella ricetta i peperoni e il pomodoro, ma solo e rigorosamente pelati. Un piatto semplice che nasce come ricetta povera e racconta la tradizione marinara, oggi patrimonio gastronomico che diventa eccellenza del territorio da offrire ai tanti visitatori che apprezzano i sapori tipici.

Miranda: La Terrazza sul Molise

Incastonata nel cuore del Molise c’è una piccola parte di questa zona del centro Italia che offre paesaggi che semplicemente spaziano dalle colline ondulate ai picchi montuosi. Un mosaico naturale, una bellezza rara: non è raro però che i borghi, abbarbicati sugli speroni rocciosi, regalino panorami da togliere il fiato. Oggi parliamo di uno fra questi dalla posizione particolarmente pregiata, tant’è che lo si conosce anche come terrazza sul Molise. Vedute mozzafiato e un po’ di gossip storico, lontano dal turismo più battuto dall’overtourism che tanto si discute in questi giorni: antiche rovine di castelli, santuari di fede e leggende, e una posizione dominante: Miranda, quel puntino che sta vicino a Isernia, la città che va ammirata. Il suo nome deriva forse dalla bellezza del tutto, col termine mirandus che vuol dire meraviglioso in latino. E come dargli torto?

La Storia di Miranda (Isernia)

Il borghetto di Miranda, in provincia di Isernia, si vanta di una storia antica che risale all’epoca medievale. Precisamente all’XI secolo, fra le dominazioni longobarde e normanne: le prime notizie certe sul feudo di Miranda stanno nel Catalogo dei Baroni normanni che la documenta come amministrata da Roberto di Miranda sotto il conto di Raul di Molise. Nel tredicesimo secolo il feudo passa nelle mani della famiglia d’Isernia (coinvolta in un sacco di dispute in varie parti del Molise), per poi passare a un’altra famiglia, la Di Somma, non senza qualche peripezia (e per 9.000 ducati).

Tra i Di Somma ci sono stati vari conflitti interni: si dice che una faida fra due rami della famiglia avesse portato a uno stallo, con alcuni membri che complottavano contro altri parenti per il controllo diretto del castello; alcuni vennero accusati di tradimento e cattiva gestione delle risorse, provando a vendere parte del feudo. Tra le varie cose ci fu un matrimonio combinato che non fu consumato se non dopo settimane cedendo solo causa forti pressioni da entrambe le famiglie.

Tra le varie cose nel XIX secolo ci fu un piccolo intervento di restauro legato a una fontana quattrocentesca che faceva parte del cuore del borgo. Venne demolita anche a causa di una maledizione che aleggiava sull’acqua che sgorgava dalla sua fonte, portando sfortuna (pesante) a chiunque la usasse per scopi diversi dal bere. Una perdita a livello di memoria storica, purtroppo, ma non è la sola: sempre nel XIX secolo (a metà, nel 1851) venne trovato il bassorilievo funerario di Ramia Italia, una donna del I secolo a.C. raffigurata in un’antica stele scoperta in quel periodo.

Avvolta in un mantello e con un’espressione enigmatica, un po’ come la Gioconda, osserva chiunque la guardi, mettendo in soggezione cercando di raccontare una storia dimenticata. Prima di stare nel comune era murato in una casetta di campagna, trovato lì vicino sotto una quercia. Si crede che sia stata una nobildonna caduta in disgrazia, forse causa scandalo; ora come ora il bassorilievo di Ramia è conservato nel municipio di Miranda.

Col XX secolo, come molti borghi, venne coinvolta nelle due guerre mondiali ma riuscì a conservarsi gran parte dell’identità storica: nella Grande Guerra, poi, Miranda passò indenne ai bombardamenti, perché fu solo meta di risorse e viveri. Tutt’oggi è un borgo dal fascino antico, tutto da vedere.

Cosa Vedere a Miranda e Dintorni

Considerate che buona parte delle cose da vedere a Miranda sono collegate a Isernia.

  • Chiesa di Santa Maria Assunta
  • Cappella di Santa Lucia
  • Castello di Miranda
  • Fontana Fraterna (Isernia)
  • Museo Nazionale del Paleolitico (Isernia)
  • Cattedrale di San Pietro Apostolo e Arco di San Pietro (Isernia)

Chiesa di Santa Maria Assunta

La Chiesa di Santa Maria Assunta di Miranda è la principale chiesa del borgo e sta a Via Duomo. La sua costruzione iniziò nel 1493, ma fu interrotta perché usata come cimitero. I lavori ripresero solo con l’avvento di Napoleone e finirono nel 1891. La chiesa è divisa in tre navate e ha un altare maggiore adornato con ottone dorato e un prezioso organo del 1700. La campana originale, fatta coi metalli raccolti dalla comunità, fu rubata nella Seconda Guerra Mondiale. Non solo ha l’organo del ‘700 con le canne dorate, ma anche l’altare di S.Antonio, fatto in pietra antica di Sicilia (che oggi è introvabile). La chiesa è completata dalla Cappella di S. Lucia, legata a una leggenda popolare.

Cappella di Santa Lucia

La Cappella di Santa Lucia a Miranda è una piccola cappella sulle alture delle Coste Grandi che dà una vista panoramica mozzafiato su tutta la vallata di Isernia e sulle montagne circostanti (come il Matese). È costruita vicino a una grotta che, secondo la leggenda, fu il rifugio di Santa Lucia mentre fuggiva dai persecutori. All’interno della cappella c’è un’effigie della santa, ritrovata nella grotta stessa.

Castello di Miranda

Il Castello di Miranda ha le origini probabilmente del XI secolo, nel periodo normanno, quando la posizione strategica sul promontorio ne fece il fulcro del primo insediamento. Castello che è stato successivamente ampliato in più modi e ha visto il passaggio di tante famiglie nobiliari, inclusi i Di Somma (il loro stemma è ancora nel comune). La facciata è di architettura normanna e le solide mura con le torri dominano il paesaggio circostante, ma è comunque in rovina. Ha un fascino tutto suo, e una vista tutta sua.

Fontana Fraterna (Isernia)

Nella vicina Isernia c’è da vedere la Fontana Fraterna, tra i simboli più riconosciuti di Isernia. Opera d’arte pubblica che racchiude secoli di storia, nata nel XIII secolo e fatta da blocchi di pietra calcarea, molti dei quali provenienti da monumenti romani e medievali della zona. La fontana presenta sei getti d’acqua e una struttura a loggia, che la rende molto elegante. La Fontana Fraterna era in Piazza Fraterna, davanti alla Chiesa della Concezione, ma venne spostata in Piazza Celestino V dopo i bombardamenti alleati del ’43, facendola sopravvivere.

Museo Nazionale del Paleolitico (Isernia)

Il Museo Nazionale del Paleolitico di Isernia è un’importante istituzione tutta dedicata alla preistoria, vicino al sito archeologico di Isernia La Pineta, uno dei più significativi d’Europa. Il museo mostra reperti del Paleolitico inferiore, con strumenti litici e resti di animali preistorici. Un’attrazione da vedere è il famoso dentino di Isernia, un dente umano di 586.000 anni fa. Il museo è a dir poco immersivo perché ha ricostruzioni a grandezza naturale di animali e ambientazioni preistoriche.

Cattedrale di San Pietro Apostolo e Arco di San Pietro (Isernia)

La Cattedrale di San Pietro Apostolo è costruita sulle basi di un tempio pagano italico del terzo secolo a.C. ed ha subito numerosi rimaneggiamenti e ricostruzioni nel corso dei secoli, principalmente a causa dei terremoti che hanno colpito la regione, come quello devastante del 1805. Ora come ora l’aspetto è la risultante di interventi del XIX secolo quando venne costruito il pronao neoclassico (c’è tutt’oggi). Divisa in 3 navate e con decorazioni in marmi policromi, ha una cupola affrescata nel 1927-1928 da Amedeo Trivisonno, che rappresenta il Dogma dell’Assunzione.

Particolare interesse viene dal campanile, che è più famoso come l’Arco di San Pietro, attraverso cui passa una delle strade principali di Isernia.

Il Molise: Una Regione da Scoprire

Il Molise è una regione sconosciuta ai più ma che come una piccola perla rara racchiude al suo interno una varietà unica di paesaggi, storia, tradizioni e cultura. In pochi km si passa dalle belle spiagge dorate alle verdi montagne. Moderne città si alternano a borghi antichi, piccole chiesette di campagna fanno posto a imponenti chiese, aree archeologiche a castelli di antico retaggio. Terra dei fieri Sanniti che osarono sfidare la grande Roma costringendo l’esercito romano ad una sonora sconfitta alle Forche Caudine nel 321 a.C. Il Molise ha saputo mantenere intatte le sue tradizioni. I molisani poi, con la loro accoglienza, gentilezza e cordialità vi conquisteranno. E poi non dimenticate la gastronomia che in Molise è sinonimo di legame con la terra e gli antichi sapori. Qui grigliate di agnello, insaccati di maiale ma anche caciocavallo, pecorino, ricotta, mozzarelle e primi fatti in casa come cavatelli al sugo di cinghiale, tagliolini con i fagioli, fettuccine ai funghi e tartufi, zuppe di farro e legumi la fanno da padroni. Senza dimenticare le specialità di mare come le deliziose zuppe di mare e i brodetti di pesce. Infine, ultimi, ma non ultimi, gli ottimi vini autoctoni e l’olio D.O.P.

TAG: #Turisti

Più utile per te: