Turisti per caso in Sudafrica: itinerari e consigli
La terra rossa che si getta nell'oceano, il deserto che lascia spazio a foreste verdissime. E poi ancora colline rigogliose, lagune, cascate, distese di terra arida che si alternano a campi fioriti. Il Sudafrica è davvero tutto il mondo in un solo Paese, un panorama che cambia in continuazione nel giro di pochissimi chilometri, cartoline esotiche che si alternano a paesaggi che sanno di casa.
In questo articolo troverete consigli per organizzare un primo viaggio in questo Paese immenso e generoso.
Indice dei contenuti
- A - Agulhas
- B - Big five
- C - Cape Town e la Penisola del Capo
- D - De Hoop Nature Reserve
- E - English breakfast
- F - Fuso orario
- G - Garden Route: sì o no?
- H - Hulhluwe-Imfolozi Park
- I - iSimangaliso Wetland Park
- J - Jacaranda
- K - Kruger National Park
- L - Libri da leggere prima di partire
- M - Mandela
- N - Noleggio Auto
- O - Outfit ovvero che cosa mettere in valigia per un viaggio in Sudafrica
- P - Panorama route
- Q - Quando andare
- R- Rand
- S - Swaziland
- T - The Rainbow Nation
- U - Un viaggio perfetto per la luna di miele e non solo
- V - Visto e Vaccinazioni
- W - Wild Card
- X - Xhosa
- Y - … passo
- Z - Zulu
A - Agulhas
La punta più estrema del Sudafrica che più a Sud di così proprio non si può andare. Molti credono che the most southern point sia il Capo di Buona Speranza, ma in realtà quello è il punto più a sud-ovest. Lasciate quindi che i pullman carichi di turisti si fermino lì, voi invece andate oltre anche se per arrivare fino a qui dovete mettere in conto di fare una bella deviazione.
Ad attendervi ci sarà sicuramente un vento fortissimo: non lasciatevi scoraggiare e salite in cima al Cape Agulhas Lightouse prima di raggiungere The meeting of the oceans, il punto dove Oceano Indiano ed Oceano Atlantico si incontrano. Chiudete gli occhi e respirate a pieni polmoni, vi sembrerà davvero di essere arrivati ai confini del mondo.
Se potete cercate di pernottare in uno degli chalet del Cape Agulhas Rest Camp: il cielo stellato che si vede da qui è da brividi. Indimenticabile.
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B - Big Five
Ovvero i fantastici 5: bufalo, elefante, leone, leopardo e rinoceronte. I big five sono uno dei vanti del Sudafrica tanto da essere riprodotti su tutte le banconote (vedi lettera R - Rand). Ma mentre è piuttosto facile avvistare bufali ed elefanti, per gli altri tre bisogna avere pazienza ma soprattutto taaaaanta fortuna. Cercate di svegliarvi all’alba (noi i leoni li abbiamo visti proprio durante il morning drive delle 4), guidate molto piano e portatevi un binocolo per scandagliare bene la vegetazione.
Ricordatevi inoltre di consultare le bacheche degli avvistamenti presenti nei rest camp (di solito sono posizionate davanti alla reception o allo shop): vengono aggiornate ogni giorno ed è possibile farsi un’idea della direzione in cui si muovono gli animali. Noterete che l’unico animale a non essere segnalato è il rinoceronte. Il motivo? Il bracconaggio che imperversa nei parchi africani. Questa piaga è dovuta al fatto che ancora oggi, soprattutto in alcuni paesi asiatici, il corno di rinoceronte è considerato uno status symbol e gli si attribuiscono proprietà afrodisiache.
C - Cape Town e la Penisola del Capo
The Mother City. Cape Town è una città incredibile, incastonata tra la Table Mountain e la catena dei Twelve Apostoles da una parte e l’Oceano dall’altra: un anfiteatro naturale che le regala un clima praticamente perfetto tutto l’anno.
Ecco cosa non potete assolutamente perdervi:
- salire sulla Table Mountain
- raggiungere il leggendario Capo di Buona Speranza
- fare una passeggiare tra Greenmarket Square e il coloratissimo quartiere di Bo Kaap
- passare una serata al Victoria & Albert Waterfront
- visitare, meteo permettendo, Robben Island
A Cape Town lascerete sicuramente un pezzettino del vostro cuore.
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D - De Hoop Nature Reserve
Questa è una chicca per veri intenditori anche perché - diciamocela tutta - non è così facile arrivarci. Le dune del deserto bianco di De Hoop sono uno dei ricordi più belli che ho di tutto il viaggio e sono state uno dei punti fissi del nostro itinerario fin da subito.
Le cittadine più vicine sono Swellendam e Bredasdorp, che possono essere usate come basi d’appoggio, ma io vi consiglio fortemente di fermarvi a dormire in uno dei meravigliosi cottage di De Hoop Collection: anche se costano mediamente di più rispetto agli standard sudafricani vi assicuro che ne vale la pena!
In ogni caso dovete mettere in conto di fare circa 40 km di strada sterrata per entrare e uscire dalla Riserva (fattibile anche senza un 4×4), per cui se decidete di andare e tornare in giornata tenetelo bene a mente visto che sullo sterrato difficilmente supererete i 40km/h.
I cancelli d’ingresso sono aperti dalle 7 alle 18 (il venerdì fino alle 19), mentre la conservation fee è di 40R a persona (ingresso gratuito per i possessori della Wild Card, vedi lettera W - Wild Card). Noi siamo arrivati a De Hoop nel primissimo pomeriggio, dopo aver trascorso la notte ad Agulhas, e ci siamo subito diretti alla famosissima duna Koppie Alleen. Ci siamo tolti le scarpe e abbiamo iniziato a camminare controvento, affondando i piedi nella sabbia inaspettatamente dura e fredda. Il deserto bianco ed in mezzo solo noi due. Semplicemente meraviglioso.
E - English Breakfast
Uova (fried or scrambled, fate voi), bacon, salsiccia, funghi, toast e marmellata, il tutto accompagnato da una bella tazza di caffè nero bollente. Con una colazione così noi abbiamo molto spesso saltato il pranzo, accontentandoci di sgranocchiare qualche biscotto o barretta e guadagnando tempo prezioso sulla tabella di marcia. In questo caso retaggio dell’imperialismo britannico assai gradito.
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F - Fuso Orario
Nonostante le ore di volo, il fuso orario del Sudafrica rispetto all’Italia è solamente di 1ora in avanti e - anzi - quando in Italia è in vigore l’ora legale non bisogna preoccuparsi nemmeno di quello. Effetti del jet lag addio.
G - Garden Route: Sì o No?
Se avessimo visitato il Sudafrica in agosto, il loro inverno australe, avremmo saltato la Garden Route a cuor leggero, ma essendoci stati in primavera abbiamo deciso di percorrere il tratto della N2 fino a Port Elizabeth. Con il senno di poi non mi sento di dire che abbiamo toppato in pieno, ma sicuramente aggiusterei il tiro.
La sosta a Mossel Bay per esempio non ci ha detto granché e sicuramente salterei Knysna (carina la laguna, ma niente di imperdibile) per aggiungere una notte allo Tsitsikamma National Park e avere così più tempo per fare i vari trail all’interno del Parco. Mi è dispiaciuto molto non riuscire a vedere invece la Robberg Nature Reserve per cui se avete tempo fateci un pensierino.
H - Hulhluwe-Imfolozi Park
Tappa obbligata per chiunque transiti da St. Lucia, si pronuncia qualcosa come “Shloe-shloe-we-M’folozi” ed è la prima riserva ad essere stata istituita in Sudafrica. Qui è possibile avvistare tutti i Big Five, ma in particolare l’Hulhluwe-Imfolozi è famoso per l’alta concentrazione di rinoceronti - sia bianchi che neri - e in effetti noi abbiamo visto più rinoceronti qui che al Kruger (vedi lettera K - Kruger National Park).
Nonostante si possa pernottare all’interno del Parco, noi abbiamo preferito rimanere di base a St. Lucia e visitarlo in giornata: fate conto che siamo entrati intorno alle 10 dal Nyalazi Gate - praticamente sul confine che divide in due il Parco - e abbiamo percorso il tratto di strada asfaltata della Imfolozi Game Reserve (fino al Mpila Camp per intenderci) per poi ritornare indietro e addentrarci nell’Hulhluwe Game Reserve dove, oltre a percorrere la strada asfaltata per uscire dal Memorial Gate giusti giusti per le 18, siamo riusciti a fare anche alcuni loop su strada sterrata.
C’è addirittura chi preferisce questo Parco al Kruger, per via della vegetazione più lussureggiante e dei continui saliscendi che rendono l’esperienza del safari ancora più emozionante.
I - iSimangaliso Wetland Park
Meraviglia. Ma proprio letteralmente perchè questo è il significato della parola “iSimangaliso“. L’iSimangaliso Wetland Park è una gemma incastonata tra l’Oceano Indiano e il Lake St. Lucia, il più grande estuario di tutta l’Africa. Come per l’Hulhluwe-Imfolozi anche in questo caso abbiamo visitato il Parco in giornata da St. Lucia: ci siamo spinti fino alla meravigliosa spiaggia di Cape Vidal facendo tappa ai lookout di Catalina Bay e Mission Rocks.
Se siete appassionati di diving potete pensare di andare anche a Sodwana Bay, paradiso delle immersioni. Ricordatevi solamente che all’interno dell’iSimangaliso ci sono pochissimi punti di ristoro e quelli presenti, oltre ad avere una scelta limitata, sono anche carissimi per cui premuratevi di portare una buona scorta di acqua e qualcosa da mangiare.
Nei mesi tra giugno e novembre è inoltre possibile avvistare le balene che si spostano dalle fredde acque antartiche per venire a riprodursi al caldo vicino alle coste sudafricane e mozambicane: se non soffrite il mal di mare questa zona è ottima per fare whale watching.
J - Jacaranda
La jacaranda sta al Sudafrica come l’albero di ciliegio sta al Giappone. Non so voi ma io prima di andare in Sudafrica non avevo mai visto dal vivo un albero di jacaranda: avevo sbirciato le fotografie delle famosissime jacarande di Pretoria, ma poterle ammirare in piena fioritura è uno spettacolo che lascia a bocca aperta, specialmente quando il vento le scuote dolcemente provocando una vera e propria pioggia di petali viola. Magico.
K - Kruger National Park
Grande qualcosa come 20.000 km quadrati (quanto la Lombardia per intenderci) è il parco sudafricano per definizione. Il suo nome è legato a quello di Paul Kruger - presidente della regione autonoma del Transvaal e leader della resistenza boera - che nel 1898 istituì la Sabie Game Reserve, la versione embrionale del Kruger.
L’equazione è molto semplice: più giorni si passano qui dentro meglio è. 4 giorni pieni sono comunque il minimo sindacale, suddividendo le notti tra parte sud, parte centrale e centro-nord: se avete più tempo potete pensare di spingervi fino all’estremo nord, intorno a Parfuri e Punda Maria.
Fondamentale a mio parere è dormire all’interno del Parco, nei camp pubblici o - budget permettendo - nelle concessioni o riserve private, evitando così di perdere tempo tutti i giorni all’entrata dei gate dove ci possono essere code lunghissime. Tenete conto che le sistemazioni nei rest camp si possono prenotare con diversi mesi di anticipo dal sito www.sanparks.com e la cancellazione è gratuita fino a 30 giorni prima.
Pernottando all’interno del Kruger si ha inoltre la possibilità di partecipare ad uno dei tanti game drive guidati che vengono organizzati dai ranger: noi per esempio abbiamo partecipato ad un morning drive e l’alzataccia alle 4 è stata ripagata con l’avvistamento di un branco di leoni!
L - Libri da Leggere Prima di Partire
Vi lascio tre titoli su tutti che mi hanno aiutato a capire meglio la complicata storia di questo Paese:
- Un arcobaleno nella notte di Dominique Lapierre - Per ripercorrere la storia del Sudafrica: dallo sbarco dei primi coloni mandati dall’Olanda per rifornire di insalata (pensate un po’!) gli equipaggi decimati dallo scorbuto della Compagnia Olandese delle Indie Orientali ai primi scontri con le tribù nere. E poi ancora la scoperta dell’oro e dei diamanti, la guerra con gli inglesi fino ad arrivare all’istituzione del regime dell’apartheid.
- Lungo cammino verso la libertà di Nelson Mandela - L’autobiografia di un uomo straordinario: con lo stile che lo contraddistingue, Mandela ci conduce lungo il cammino della sua vita che l’ha portato dalle campagne del Transkei alle township di Johannesburg, dalla prima militanza nell’ANC, passando attraverso ventisette anni di carcere, fino al Premio Nobel per la pace e alla presidenza del paese.
- Good morning Mr. Mandela di Zelda La Grange - Un punto di vista particolarissimo sulla figura di Mandela, un ritratto intimo e toccante. Zelda La Grange è stata al suo fianco per quasi vent’anni, lavorando per lui prima come segretaria di presidenza e poi come assistente personale dal 1994 alla sua morte.
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