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Uccelli Migratori: Un Elenco e Approfondimenti sul Fenomeno della Migrazione

La migrazione degli uccelli è uno degli spettacoli più affascinanti ed emozionanti per chi ama davvero la natura. In teoria, le stagioni del fenomeno sono due, primavera e autunno; in realtà il movimento migratorio degli uccelli è perenne e dura 365 giorni l’anno.

Con l’arrivo dell’autunno e dei primi freddi sul vecchio continente si avvia la cosiddetta migrazione autunnale. In questo periodo dell’anno tantissimi uccelli cominciano a radunarsi per iniziare ad affrontare il periodo invernale. Mentre alcuni cambiano il proprio regime alimentare e trascorrono l’inverno nei loro siti di nidificazione, altri immagazzinano grandi riserve di energia e migrano verso sud, verso luoghi più caldi dove svernare.

Molti di questi scelgono l’Africa come luogo di svernamento, altri invece prediligono le aree costiere del Mediterraneo e dell’Europa meridionale, dove trascorreranno gran parte del periodo invernale. Lo spazio aereo di questi Paesi costituisce un vero e proprio ponte naturale tra Europa e Africa.

Il Calendario Migratorio

Le diverse specie seguono un calendario preciso. Ad esempio il rondone comune è il primo a partire. Già alla fine di luglio e agosto, vola verso i suoi quartieri di svernamento africani, attraversando il Sahara e le foreste dell’Africa equatoriale. Tra le specie che migrano in ottobre, una parte degli individui sverna anche nelle nostre regioni.

Gli uccelli migratori che migrano presto durante la stagione generalmente vanno in Africa e volano nelle ore notturne da soli. Le specie di uccelli che migrano verso sud tardi nella stagione, scelgono la parte meridionale della Francia, il Sud Italia, la Spagna, l’Algeria o il Marocco. Migrano sovente di giorno e in gruppo.

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Gli uccelli migratori si mettono in viaggio di preferenza con buone condizioni meteorologiche, vento in coda e senza pioggia. Il viaggio verso sud si svolge in più tappe ed è inframmezzato da soste di più giorni, passando dai cosiddetti “canali preferenziali” scelti dai migratori. In Europa sono tre: lo Stretto di Gibilterra, lo Stretto di Messina e il Bosforo.

Il Pettirosso: Simbolo della Migrazione Autunnale

Senza ombra di dubbio il pettirosso (Erithacus rubecula) è l’uccello simbolo della migrazione autunnale. Questo passeriforme in molte zone d'Italia annuncia l'arrivo delle stagioni fredde, e con esse la neve e l’imminente arrivo delle festività natalizie. Parte di questi esemplari arrivano dal Nord Europa o dall’area carpatica-danubiana e raggiungono le nostre città per affrontare al meglio l’inverno. Altri sono stanziali e in estate tendono a migrare verso le aree boscose di montagna più vicine, per poi ritornare nuovamente verso valle all’arrivo dei primi freddi.

Lo Stretto di Messina: Un Luogo Chiave per la Migrazione

Rispetto al Bosforo o Gibilterra, lo Stretto di Messina è uno dei posti dove è più facile imparare a riconoscere i rapaci. Non solo dovuto all’elevato numero di specie che si possono vedere, ma soprattutto perché è tra i pochi luoghi di transito dove si vedono i rapaci, così come tutti gli altri uccelli migratori, a distanza ravvicinata.

Proprio lungo lo Stretto di Messina questi uccelli, sfruttando le correnti ascensionali che quotidianamente si formano fra l’Aspromonte e i Peloritani, trovano le condizioni meteorologiche favorevoli che li accompagnano durante la migrazione verso i luoghi di svernamento dell’Africa sub-sahariana. Grazie a queste correnti ascendenti, loro possono attraversare molto rapidamente l’area dello Stretto di Messina, passando dalle coste calabresi a quelle siciliane nel più breve tempo possibile.

Gran parte degli avvistamenti di falchi e aquile avvengono proprio nelle ore pomeridiane in prossimità delle principali vallate, nel momento in cui si formano le famose “termiche”, le correnti ascensionali che si formano durante le ore più calde del giorno.

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Fattori che Influenzano la Migrazione

Cercano cibo, temperature più idonee alle loro caratteristiche, e hanno bisogno di nidificare. Sono questi i motivi fondamentali per i quali gli uccelli ci regalano la magia della migrazione, da non sprecare con il nostro sguardo.

La migrazione degli uccelli, come abbiamo detto, in realtà dura tutto l’anno. Non ha pause. E dipende da una serie di fattori, che vanno dalla velocità dell’uccello al percorso da fare, fino ai mutamenti climatici. I periodi nei quali però la migrazione degli uccelli è più intensa, frequente e facile da osservare sono la primavera e l’autunno.

Al momento di spostarsi gli uccelli sono parecchio ingrassati e potreste anche fare fatica a riconoscerli. Il motivo è ovvio: la natura li fornisce di una scorta, accumulata nel corpo, per reggere lo sforzo del lungo spostamento. Dipende. Si va da una settimana a periodi molto più lunghi, anche quattro mesi. E non tutti gli uccelli migrano alle stesse ore, una diversità che rende lo spettacolo visibile 24 ore su 24.

Orientamento Durante la Migrazione

Per orientarsi durante la migrazione, gli uccelli hanno tre tipi di orientamento: magnetico, geografico, astronomico. Nel primo caso contano dei sensori chimici che gli uccelli hanno sul corpo e anche sul becco, e funzionano come un GPS naturale. Grazie a questi sensori, gli uccelli durante il viaggio non perdono mai la rotta.

L’orientamento geografico è figlio invece dell’abitudine. A forza di percorrere sempre la stessa rotta, gli uccelli migratori sono in grado di procedere in modo automatico, orientandosi con lo sguardo sulle coste, sui fiumi e sulle montagne. Quanto all’orientamento astronomico, in questo caso la bussola è fornita dalla costellazione delle stelle e dalla posizione del sole.

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Voli di Gruppo e Risparmio Energetico

Il più significativo risparmio energetico per gli uccelli, durante le migrazioni, avviene con i voli di gruppo. Se gli uccelli volano in stormi, grazie alla sincronizzazione dei battiti delle ali, beneficiano di un risparmio energetico pari al 20 per cento rispetto a un uccello che vola da solo.

Uccelli Migratori Comuni in Italia

Ecco un elenco di uccelli che tornano a marzo, alcuni di questi puoi vederli direttamente dalla finestra di casa o dal tuo balcone. Il calendario degli arrivi e delle partenze è indicativo, può essere infatti suscettibile in base a diversi fattori ambientali e stagionali.

  • Cardellino (Carduelis carduelis): Il Cardellino è un uccello facilmente riconoscibile per via della sua caratteristica mascherina rossa. Gli spostamenti verso l’Italia si concentrano entro i 500 km di distanza, da Sardegna e Liguria verso la costa del Nordafrica.
  • Cicogna bianca (Ciconia ciconia): I primi arrivi dopo lo svernamento sono in marzo, mentre la partenza avviene tra agosto e settembre, con esemplari più tardivi che lasciano l’Italia a fine a ottobre. Alcuni individui svernano in Italia, sia al nord che nel meridione.
  • Nibbio bruno (Milvus migrans): In Italia il Nibbio bruno nidifica lungo tutta la fascia prealpina, meno presente nell’area degli Appennini, torna a essere più comune nelle regioni tirreniche, spingendosi a Sud fino in Puglia, Calabria e nella Sicilia nord-occidentale.
  • Usignolo (Luscinia megarhynchos): Abituato a svernare nelle regioni tropicali dell’Africa, a sud del Sahara, tra Senegal, Etiopia occidentale e Uganda, l’Usignolo fa ritorno in Italia per la stagione dell’accoppiamento dalla fine di marzo.

Specie Particolarmente Interessanti

Sono tra gli uccelli più diffusi in Italia e si possono vedere quasi ovunque. La rotta di migrazione è quella classica, la tirrenica, che da regioni del Nord attraversa la Toscana, il Lazio e la Campania. E poi scende verso le nazioni del Sud, dalla Nigeria alla Repubblica Centroafricana, fino alle savane del Sahel. La loro è una rotta costiera.

Ne abbiamo molti anche in Italia, ma si concentrano nell’Europa centrale. Da qui, in autunno, migrano verso le coste più calde della Spagna e della Francia, attraversando anche la nostra pianura Padana.

Sono una specie protetta e migratrice di uccelli rapaci, presente in Europa solamente in estate. Sono presenti in Italia di passaggio e occasionalmente nidificano nelle regioni settentrionali. L’habitat è costituito dai boschi sia di latifoglie sia di conifere con abbondante sottobosco, oltre che da parchi e giardini. In Europa si contano 220 mila coppie, mentre in Italia, dove negli anni Ottanta sono tornate a nidificare dopo una lunga assenza, la specie ha ormai superato le 200 coppie.

Appartiene a una specie di foresta che nidifica nei nostri boschi in Piemonte e in Sardegna. Con l’arrivo del freddo il pettirosso esce dal fitto della foresta, dove ha allevato i suoi piccoli, per spingersi nelle campagne, negli orti, nei frutteti, negli uliveti e nei parchi.

Appartiene alla stessa famiglia della rondine, il piumaggio è bianco e nero e si differenzia per la coda corta. Si riproduce in tutta Europa, in buona parte dell’Asia e del Maghreb. In questi territori questi uccelli migratori vi restano da aprile fino a settembre.

È una specie gregaria e “cosmopolita” che abita praticamente tutti i continenti (Europa, Asia, Africa, Oceania). Molti individui passano l’inverno in Italia per poi migrare verso l’emisfero sud in primavera e riprodursi o verso i paesi scandinavi e del centro Europa. Altri cormorani sono stanziali e si riproducono in zone favorevoli, come il Delta del Po e la Sardegna.

Arriva dal nord in autunno e si prepara a partire dopo aver svernato nelle zone umide più accoglienti e miti del nostro Paese, ovvero nelle valli più tranquille del Delta del Po, ma anche negli stagni attorno a Cagliari.

È una specie parzialmente sedentaria e nidificante. In Italia è possibile vedere esemplari di airone soprattutto al nord, lungo i fiumi della Pianura Padana, dove sono concentrate molte delle sue colonie, ma anche tra le risaie del Piemonte e della Lombardia. Molti individui si possono avvistare in Toscana, lungo le sponde dell’Arno e del Serchio.

Minacce alla Migrazione

La migrazione è un'impresa che ciclicamente viene compiuta sia dai grandi sorvolatori che dalle specie di pochi grammi di peso e che riserva molte difficoltà non solo naturali. Ci sono infatti anche i pericoli legati alle attività dell'uomo come la caccia e il bracconaggio, oltre all'inquinamento da pesticidi e da piombo ma anche quello luminoso e acustico. Altri ostacoli sono rappresentati dalle infrastrutture e dal cambiamento climatico che sta portando ad un anticipo di 10-20 giorni nelle date di partenza di molti uccelli migratori.

Importanza della Giornata Mondiale degli Uccelli Migratori

Il secondo sabato di maggio ricorre la Giornata Mondiale degli Uccelli Migratori. Si tratta di una campagna di sensibilizzazione a livello globale che, a partire dal 2006, promuove annualmente la salvaguardia di questi animali e dei loro habitat naturali. Il tema dell'edizione del 2023, "Water: Sustaining Bird Life", riguarda l'importanza dell’acqua come risorsa essenziale per la sopravvivenza degli uccelli migratori lungo i tragitti di migliaia di chilometri che centinaia di specie percorrono dai siti di riproduzione a quelli di svernamento e viceversa.

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