Vaccinazioni Obbligatorie per gli Operatori Turistici: Una Panoramica Dettagliata
I viaggi internazionali rappresentano la prima via attraverso la quale molte infezioni fanno il giro del mondo. Se si ha in programma una vacanza o un viaggio di lavoro in Paesi “esotici” meglio dunque non trascurare le possibili insidie e partire correttamente “equipaggiati”. Accanto alla “vendetta di Montenzuma”, tra i problemi più spesso riportati dai viaggiatori rientrano anche lievi infezioni dell’apparato respiratorio e alterazioni della cute.
Molto spesso i viaggiatori si rivolgono ad agenzie e tour operator oppure si documentano rapidamente su internet anche per informazioni di tipo sanitario. Una “ricognizione” sul web può senz’altro essere utile, a patto però che ci si orienti tramite risorse ufficiali e istituzionali, come la sezione “Salute in viaggio” del sito viaggiaresicuri.it, legato al Ministero degli Esteri.
Il Ruolo dei Centri di Medicina dei Viaggi
Il compito dei centri di medicina dei viaggi è quello di fornire alcune informazioni di base circa la situazione sanitaria dei Paesi di destinazione: se occorre la profilassi antimalarica, come evitare le punture di insetti, la necessità di sottoporsi a vaccinazioni obbligatorie (o raccomandate), le precauzioni da adottare con cibi e bevande. Una visita non specialistica è in genere sufficiente per adulti sani diretti verso destinazioni comuni, mentre un consulto fornito da uno specialista di un centro di medicina dei viaggi è necessario per chiunque intraprenda viaggi “avventurosi” e/o in destinazioni particolari, a maggior ragione in presenza di bambini, anziani, donne in gravidanza e persone affette da importanti malattie croniche.
Vaccinazioni Raccomandate e Obbligatorie
Le vaccinazioni possono rappresentare un’efficace strategia di prevenzione per molte delle malattie che si possono contrarre durante i viaggi. Fa eccezione la febbre gialla per la quale la vaccinazione è obbligatoria per chi si reca in alcune aree dell’Africa. La possibilità di sottoporsi a vaccinazioni preventive va sempre valutata caso per caso a seconda della destinazione, del tipo di viaggio, del periodo di permanenza nonché delle condizioni di salute personali. Per quanto riguarda in particolare la malaria, è indicato invece il ricorso a una specifica profilassi farmacologica.
- La vaccinazione anti-febbre gialla è raccomandata a tutti coloro che si recano in Paesi dell’Africa centrale, occidentale e orientale e del Sud America in cui la malattia è endemica.
- La vaccinazione anti-meningococco (A, C, W135 e Y) viene suggerita soprattutto a coloro che hanno in programma di soggiornare per lunghi periodi in Paesi della cintura subsahariana, a stretto contatto con la popolazione locale, o in aree con epidemie in atto.
- La vaccinazione anti-poliomielite è raccomandata ai viaggiatori che si recano per almeno 4 settimane in Paesi interessati da circolazione di poliovirus (Afghanistan, DR Congo, Indonesia, Mozambico, Niger, Pakistan, Papua Nuova Guinea, Nigeria, Somalia).
Misure di Prevenzione Aggiuntive
Se le vaccinazioni e le profilassi rappresentano un importante alleato per la gestione del rischio di sviluppare malattie legate ai viaggi, lo stesso vale per alcune norme igieniche e comportamentali, in particolar modo per le infezioni a trasmissione oro-fecale. E' bene inoltre essere in regola con la vaccinazione contro il tetano, che in Italia è obbligatoria e viene somministrata con il vaccino esavalente a 3 e 5 mesi e tra gli 11 e i 13 mesi. Sono previsti due richiami, il primo a 5-6 anni e il secondo durante l’adolescenza (12-18 anni).
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Prevenzione della Malaria
Ogni anno la malaria colpisce più di 200 milioni di persone nel mondo, con oltre 400 mila vittime. La maggior parte dei casi di verifica nell’Africa subsahariana. Per la sua prevenzione si raccomanda a tutti i viaggiatori che si rechino in aree a rischio il ricorso a una chemioprofilassi specifica da valutare in relazione a destinazione, durata e tipo di viaggio, unitamente al rispetto di misure comportamentali per ridurre le possibilità di essere punti da zanzare infette. Per la chemioprofilassi esistono vari farmaci, il più indicato deve essere consigliato dal Centro di medicina dei viaggi a seconda dell’itinerario (località, altitudine, periodo di permanenza, passaggio in aree rurali ecc.).
Misure comportamentali consigliate:
- usare zanzariere sopra il letto, rimboccando i margini sotto il materasso.
Vaccinazioni Obbligatorie per gli Operatori Sanitari
Ci siamo soffermati in precedenti articoli sull’esposizione degli addetti alla sanità ai rischi derivanti dall’uso di strumenti taglienti o appuntiti e, più in generale, sui rischi biologici occupazionali nel comparto sanità, di natura infettiva, allergica, tossica e cancerogena. Tuttavia se a causa della loro attività, gli operatori sanitari, “venendo a contatto con pazienti e con materiale potenzialmente infetti, sono esposti al rischio di contrarre patologie infettive anche gravi”, alcune di queste patologie sono “facilmente prevenibili con trattamento vaccinale”.
Il raggiungimento dell’obiettivo di un adeguato intervento di profilassi immunitaria per il personale sanitario è “di fondamentale importanza per la prevenzione primaria e il controllo delle infezioni occupazionali non solo, come già detto, a tutela della salute degli stessi operatori sanitari, ma anche per la prevenzione della trasmissione degli agenti infettivi ai pazienti, ad altri operatori, familiari e in generale alla collettività”.
E il raggiungimento di questo obiettivo di profilassi per il personale sanitario è auspicato anche dal Ministero della Salute che, nel redigere il Piano Nazionale della Prevenzione Vaccinale (PNPV) per il triennio 2012-2014, “tra le altre voci ha riportato una specifica sezione dedicata alle vaccinazioni per tutti gli operatori sanitari e gli studenti dei corsi di laurea e di diploma dell’area sanitaria, unitamente alle indicazioni per la predisposizione di documenti informativi a contenuto tecnico, utili ad orientare il lavoro dei servizi di prevenzione e a comunicare in modo appropriato con i destinatari degli interventi vaccinali”.
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Disposizioni Legislative
Tra l’altro si ricordano anche ledisposizioni legislative che regolano la pratica degli interventi di immunizzazione in ambito lavorativo e che sono riportate nel D.Lgs. 81/2008 (T.U.) dove all’art. 279 (Prevenzione e controllo) si afferma che ‘qualora l’esito della valutazione del rischio ne rilevi la necessità i lavoratori esposti ad agenti biologici sono sottoposti alla sorveglianza sanitaria di cui all’art. 41’. E si indica che ‘il datore di lavoro, su conforme parere del medico competente, adotta misure protettive particolari per quei lavoratori per i quali, anche per motivi sanitari individuali, si richiedono misure speciali di protezione, fra le quali: a) la messa a disposizione di vaccini efficaci per quei lavoratori che non sono già immuni all’agente biologico presente nella lavorazione, da somministrare a cura del medico competente’.
Insomma, con riferimento anche all’art. 2087 c.c, il trattamento vaccinale obbligatorio e non, “rappresenta una delle misure fondamentali per la tutela della salute in particolari ambiti lavorativi, unitamente e in ‘posizione sussidiaria’, all’eliminazione del rischio alla fonte”.
Esempi di Vaccinazioni Obbligatorie per Categorie di Lavoratori
Si ricordano poi le misure profilattiche vaccinali rese obbligatorie per alcune determinate categorie di lavoratori, in base alle varie tipologia del rischio biologico, ad esempio:
- la vaccinazione antitetanica: “in base alla legge 5 marzo 1963, n. 292 è obbligatoria per i lavoratori agricoli, pastori, allevatori di bestiame, stallieri, fantini, conciatori, spazzini, cantonieri, operai addetti alla manipolazione delle immondizie, operai addetti alla fabbricazione della carta e dei cartoni, lavoratori del legno, metallurgici e metalmeccanici, sportivi affiliati al CONI, ecc. Il d.P.R. n. 464 del 7 novembre 2001 ha successivamente modificato la cadenza con la quale effettuare i richiami periodici della vaccinazione: ad intervalli decennali anziché quinquennali. In questo elenco non figurano gli operatori sanitari in quanto ritenuti non (particolarmente) soggetti a rischio d’infezione tetanica in ambito lavorativo, mancando il contagio interumano”.
- la vaccinazione antitubercolare (d.P.R. n. 465 del 7 novembre 2001, emanato ai sensi della legge 23 dicembre 2000, art. 93) “è obbligatoria per il personale sanitario, studenti in medicina, allievi infermieri e chiunque, a qualunque titolo, con test tubercolinico negativo, operi in ambienti sanitari ad alto rischio di esposizione a ceppi multifarmacoresistenti oppure operi in ambienti ad alto rischio e non possa, in caso di cuticonversione, essere sottoposto a terapia preventiva, perché presenta controindicazioni cliniche all’uso di farmaci specifici”.
Vaccinazioni Raccomandate e Offerte Gratuitamente
In ogni caso altre vaccinazioni sono “invece raccomandate e offerte gratuitamente, come ad esempio l’anti HBV e l’antinfluenzale”. E per i soggetti le cui esigenze lavorative richiedono un soggiorno all’estero in zone endemiche, “sono particolarmente raccomandate le seguenti vaccinazioni: antitifica, antiepatite virale A e B, antipolio, antitetanica, antimeningococcica, antirabbica, nonché quelle contro la febbre gialla e l’encefalite giapponese, quest’ultima richiesta obbligatoriamente per l’ingresso in alcuni Paesi”.
Obblighi del Datore di Lavoro
In base alle disposizioni legislative segnalate, si sottolinea che il datore di lavoro - nel caso in cui, in sede di valutazione del rischio, abbia accertato la presenza di un rischio biologico per la salute - ha “l’obbligo non soltanto di mettere a disposizione vaccini efficaci per quei lavoratori che non sono già immuni all’agente biologico presente nella lavorazione, ma anche di imporre (in alcune ipotesi) la profilassi vaccinale la quale si potrebbe configurare come un vero e proprio trattamento sanitario coercitivo”.
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Dopo aver riportato i risultati di un recente sondaggio tra gli esperti di ventinove Paesi europei “sull’applicazione delle linee guida e sulle politiche delle vaccinazioni obbligatorie per gli operatori sanitari”, il saggio segnala che, a livello nazionale, è stata “avanzata la proposta di estendere a determinate categorie di operatori sanitari l’obbligatorietà (o comunque la forte raccomandazione) delle vaccinazioni anche per influenza, morbillo, rosolia, epatite B, varicella ecc”.
Problematiche e Obiezioni
E il fatto di voler rendere “obbligatorie talune vaccinazioni presso alcuni gruppi di operatori sanitari, al fine di aumentarne i tassi d’immunizzazione con il fondamentale obiettivo di prevenire e controllare le infezioni occupazionali, ha inevitabilmente sollevato considerevoli polemiche. Le obiezioni addotte riguardano l’efficacia e la necessità di questa misura, il falso senso di sicurezza, i problemi organizzativi e i costi, l’obbligatorietà e le ‘libertà civili’, senza escludere il potenziale derivante dalla comparsa di effetti collaterali”.
Rimandando ad una lettura delle varie opinioni in merito all’obbligatorietà, come riportate nel saggio, si sottolinea comunque come “l’obiettivo di un adeguato intervento di profilassi immunitaria attiva, obbligatoria o fortemente raccomandata, sul personale sanitario esposto a particolari rischi, sia di fondamentale importanza per la prevenzione e il controllo delle infezioni occupazionali”. Ma lo è anche “per la prevenzione della trasmissione degli agenti infettivi ai pazienti, ad altri operatori, ai familiari e, più in generale, alla collettività”.
Ed è altrettanto vero che, in caso di rifiuto non motivato del lavoratore, “questo potrebbe comportare la formulazione negativa del giudizio di idoneità (art. 41, comma 6, T.U.) da parte del medico competente, con la conseguenza che il datore di lavoro dovrà prendere i provvedimenti indicati all’art. 42 e adibire il lavoratore, ove possibile, a mansioni equivalenti o, in mancanza, a mansioni inferiori, garantendo il trattamento corrispondente rispetto a quelle di provenienza. Non è tuttavia ancora stato ben chiarito se fra questi provvedimenti, così come dettati all’art. 30, comma 3, del T.U. (modelli di organizzazione e di gestione) con carattere esimente della responsabilità, si possano configurare anche la mancata assunzione, il licenziamento o la sola sanzione amministrativa”.
Riflessioni Conclusive
In questa complessa problematica, di fronte alle tante prese di posizione “non sempre adeguatamente motivate”, sarebbe opportuno chiamare in causa la Commissione per gli interpelli (art. 12, T.U.) al fine di “ottenere un parere definitivo dirimente la complessa questione”.
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