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Viaggiatori a Pedali: Esperienze e Consigli per Esplorare il Mondo in Bicicletta

Il cicloturismo, sia esso "puro" o integrato in una vacanza più ampia, sta attirando sempre più viaggiatori. Nel 2022, si sono stimate oltre 33 milioni di presenze in Italia, generando un impatto economico di oltre 4 miliardi di euro.

Motivazioni e Ispirazioni

L’idea di un viaggio, di un itinerario può nascere dal racconto di un viaggiatore, da una lettura, da un filmato. Molteplici sono le ragioni che stimolano un’anima che ama muoversi. Un libro illuminante, "PedalAnde" dell'autrice Beatrice Filippini, esplora le motivazioni dei ciclo-viaggiatori, evidenziando non solo la fatica fisica ma anche la solidarietà e il sostegno reciproco.

Quando “la solidarietà si alza sui pedali” a spargerla è un cuore ricco di speranza, che invita a superare chiusure e indifferenza. E si mette sulla strada, alla ricerca di valori condivisibili e di buone strade. Ogni strada è facilmente percorribile se ha per meta l’amicizia e l’incontro.

Obes Grandini, uno dei più grandi cicloviaggiatori moderni, ha iniziato ad esplorare il mondo a pedali nel 1980. Il desiderio di vagabondare con calma verso mete sognate; starmene all’aria aperta. Mi ero stancato dei mezzi pubblici, spesso affollati, o dei mezzi a motore, costosi e bisognosi di troppe cure.

Organizzazione e Preparazione

Passaporto, tenda, bicicletta in ordine; una controllata alle difficoltà o meno di ottenere i visti è tutto ciò che riguarda l’organizzazione. Preferisco improvvisare, affrontare al momento le difficoltà del non sapere.

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Consiglio una buona tenda (è la propria casa e il clima oggigiorno è pazzo, sovente fuori di testa). Poi una bicicletta assemblata secondo i propri gusti, ovviamente con le caratteristiche per il viaggio (non è necessario svenarsi). Inoltre consiglio di portare con se la curiosità di capire le diversità di altri popoli e di non sporcare.

Esperienze Indimenticabili

Le esperienze possono variare notevolmente. Il tratto in Tibet è stato particolarmente complicato: l’altitudine che toglieva il respiro e le forze, il freddo che stritolava le ossa e l’ostilità dei cinesi che aumentava la mia tensione di clandestino. A confondermi c’era però la bellezza di vette impareggiabili, un cielo mai visto prima che ho battezzato, senza studiarmi tanto, “Azzurro Tibet” e la silenziosa e dolce ospitalità dei tibetani. Emozioni fortissime.

E’ stato molto spiacevole essere derubato a Istanbul; spiacevole per il denaro perso, per il ricovero in ospedale, e la settimana di dormiveglia causata dal potente narcotico infilato nella mia bottiglia di birra (metodo conosciuto ma ci sono cascato ugualmente). E’ stato soprattutto spiacevole perché per un mesetto non mi fidavo più di nessuno e non godevo della proverbiale ospitalità dei popoli asiatici dove ero diretto.

Piacevole è stato l’incontro con una ragazza canadese in bicicletta durante il viaggio Canada Alaska. Ci siamo incrociati: poche chiacchiere, un campeggio notturno. Dopo una settimana ci siamo ritrovati e abbiamo pedalato insieme per un po’, tanto per vincere meglio la paura dell’orso. Alla fine del viaggio, dopo mesi di tenda mi sono concesso un letto nell’ostello di Anchorage e lì una mattina ho sentito il mio nome risuonare forte: una signora mi chiamava per dirmi di andare subito al telefono. Allarmato e confuso ho risposto e ho sentito la voce della canadese che mi invitava a casa sua a Vancouver. Era sicura che prima o poi sarei passato per l’ostello. Ho conosciuto così una grande donna, insegnante e grande viaggiatrice su due ruote.

“La luce fioca della candela, il silenzio assoluto di una terra in cima al mondo, il ragazzo seduto nel letto di fronte, silente, dai lineamenti gentili, un’espressione da buono e, quel figlio tra le gambe che si struscia come un gattino voglioso di scambiare contatti di pelle con il suo papà. In ogni viaggio, forse dovuto alle continue esagerazioni fisiche, stimolato da ambienti naturali forti, oppure per l’incontro con donne e uomini così diversi da me, arrivo a provare emozioni intense. Anche questa sera il mio cuore si rilassa e, devo chinare il capo alla grandezza di sentire la vita”. Indimenticabile incontro con giovane famiglia tibetana.

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Cicloturismo in Italia: Numeri e Tendenze

Fra cicloturisti “puri” e turisti in bicicletta, si stima infatti che nel 2022 siano state oltre 33 milioni le presenze in Italia, con un impatto economico superiore ai 4 miliardi di euro. Nel dettaglio, si stima che lo scorso anno i soli cicloturisti cosiddetti “puri”, ossia i turisti italiani e stranieri che hanno scelto l’Italia appositamente per una vacanza in bicicletta, abbiano rappresentato oltre 9 milioni di presenze turistiche, più del doppio del 2019 (quando le presenze erano state 4,4 milioni): un numero capace di generare un impatto economico stimato in oltre 1 miliardo di euro.

Ma quelli “puri” non sono gli unici turisti in bici: nel 2022 sono state infatti 24 milioni le presenze turistiche associabili al segmento di chi ha trascorso anche solamente una parte della vacanza utilizzando la bicicletta, generando una spesa sul territorio pari a quasi 3 miliardi di euro.

Il Rapporto ha poi tracciato l’identikit del cicloturista, che ha un’età media compresa tra i 28 e i 57 anni (nel 71% dei casi), cui si aggiunge un’interessante quota di persone, pari al 17,3%, tra i 58 e i 72 anni: target interessante perché caratterizzato da una maggiore capacità di spesa rispetto ai più giovani.

Per l’alloggio - dato rilevante - chi viaggia in bici predilige gli hotel (nel 28% dei casi), seguiti da agriturismi (11%) e camping (7%) attrezzati per le vacanze in bicicletta. La destinazione, invece, viene scelta per lo più in base alla presenza di una cornice naturalistica di eccellenza, seguita dall’offerta artistica e culturale e da quella enogastronomica di qualità.

Infine, la spesa media pro capite giornaliera: quella del turista con la bicicletta è mediamente più alta di quella del cicloturista “puro” (74 euro, 4 in più del cicloturista per beni e servizi acquistati sul luogo di vacanza), ma più bassa per viaggio e alloggio (51 euro). In questo caso, gli italiani spendono di più degli stranieri (77 euro al giorno, 7 euro in più).

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Cicloturismo di Nicchia

Invece, racconta il Rapporto Isnart, esiste a livello internazionale una nicchia di cicloturisti “di alta gamma”. Si tratta di un segmento che sta progressivamente creando un’offerta caratterizzata da servizi personalizzati e ad alto valore aggiunto: un target che si muove liberamente su scala globale, spesso proveniente dal mondo anglofono (nord americani, australiani, neozelandesi e inglesi) e in percentuali minori dai mercati russo, arabo e orientale.

Sono turisti che viaggiano in coppia o in gruppi di coppie e amici (anche se inizia a prender piede un target famiglia, in particolare con figli adolescenti). Sono principalmente viaggiatori cinquantenni, con un elevato profilo sociale (professionisti, imprenditori e pensionati appassionati), a caccia di una vacanza attiva che coniughi il benessere con esperienze e contesti caratterizzati dall’esclusività.

Prediligono servizi di alta gamma se non di esclusività (dall’ospitalità, ai trasporti, dallo shopping alle visite culturali), ma i confort e i momenti di relax rimangono sullo sfondo di una vacanza attiva, tipici di un turista appassionato, se non addirittura di un vero e proprio turista sportivo. Scelgono di visitare una precisa Regione, chiedendo di conoscerne in profondità l’enogastronomia, la cultura, il territorio e i saperi locali, attraverso un set di esperienze esclusive.

Destinazioni Popolari in Italia

Veneto, Trentino-Alto Adige e Toscana da sole hanno attratto il 47% dei flussi cicloturistici del 2022, ma il cicloturismo progressivamente si va diffondendo in tutto il Paese. Tra il 2019 e il 2022, infatti, i cicloturisti che hanno scelto le Regioni del Sud sono passati dal 7% al 17,4% del totale ed è cresciuto anche il Centro Italia, dal 10,9% al 15,8%.

Per le destinazioni del Sud, in particolare, evidenzia il Rapporto Isnart, il cicloturismo rappresenta “un’importante occasione per l’allungamento della stagionalità, per contrastare il fenomeno dell’overtourism e un importante volano di potenziale sviluppo in chiave turistica delle aree interne”.

Warm Showers: Ospitalità Gratuita per Cicloturisti

Nei miei viaggi in bici, specie in solitaria, ho piacere di condividere un pasto insieme ad altri viaggiatori, scambiare delle chiacchiere con gente del posto e per farlo utilizzo una piattaforma che addirittura mi permette anche di trovare alloggio gratis. Warm Showers è un network internazionale di ospitalità gratuita.

La parola “warmshowers” significa “docce calde” ed è praticamente la prima cosa a cui spesso e volentieri si aspira a fine di una lunga giornata sui pedali. Nasce nel 1993 da un’organizzazione senza scopo di lucro con sede in Colorado, negli Stati Uniti. Prima era solo un archivio di persone disponibili poi si è trasformato in un vero e proprio portale, al momento gestito da volontari. Il sito per mantenersi fa affidamento sulle generose donazioni dei nostri utenti e su una quota di iscrizione una tantum per mantenere aggiornata la tecnologia.

Funziona come couchsurfing, ma le persone che si iscrivono, sia come viaggiatori sia come ospitanti, hanno in comune i viaggi in bici o sono simpatizzanti tali. Infatti, non tutti sono veri cicloviaggiatori, alcuni vorrebbero o si sono approcciati da poco! Il sistema si basa sulla fiducia e sul buon senso, caratteristiche fondamentali in viaggio e ovviamente, su un mutuo accordo.

Quando ti iscrivi, la regola vuole che, per essere ospitato e per far funzionare la filosofia della community, devi anche tu ospitare. Se sei in viaggio puoi dirlo e in quel caso prometti di ospitare qualcuno al tuo ritorno. Questo non è tassativamente valido, io per esempio al momento non riesco ad ospitare, non ho una stanza per gli ospiti o uno spazio in giardino per ospitare delle tende. Nonostante ciò sono stata ospitata comunque. E’ chiaro che con le persone con cui ho stretto un legame più forte saranno i benvenuti a casa mia e mi organizzo con gli spazi di conseguenza qualora si presentasse l’occasione.

Come utilizzare Warm Showers:

  • Registra il tuo account
  • Paga la fee una tantum
  • Guarda nella mappa l’host più vicino a te
  • Contatta l’host mandando un messaggio diretto
  • Dopo un soggiorno lascia un feedback

Che dire, io sono molto devota a questa piattaforma. Ho sempre avuto esperienze molto positive! Ho conosciuto persone fantastiche con cui tuttora sono in contatto. Quando viaggio da sola, alla sera sento la necessità di scambiare due chiacchiere o di sapere che c’è qualcuno ad aspettarmi. La doccia calda è solo un pretesto! E conoscere persone vuol dire conoscere indirettamente i luoghi che visitiamo.

L'Alpe Adria: Un Percorso Ciclabile Emozionante

Quando avverti il profumo del mare la strada sta per dissolversi sulla spiaggia di Grado, accogliente finis terrae che dilata l’orizzonte e inonda di luce sguardi colmi di bellezza. Quella dell’Alpe Adria è una storia di silenziose, cicliche emozioni che inizia nel cuore delle Alpi e racconta in poco più di 400 km l’essenza di un viaggio nell’anima dell’Europa.

La partenza da Salisburgo ha il sapore romantico di un Adagio mozartiano. La Ciclovia dell’Alpe Adria è una buona maestra di viaggio che insegna a pedalare nella sinfonia della natura, talvolta dirompente come urla di pietra, più spesso silenziosa come i pascoli della valle del Salzach.

A differenza delle strade fatte per correre si srotola fra fienili e fattorie, fortezze e distillerie, piazze e osterie. E non si perde un villaggio entrando nella quotidianità dell’Austria “minore” dove c’è sempre un oste o un mastro birraio pronto a offrire un dissetante Radler, la birra dei ciclisti.

Hallein, insieme ad Hallstatt, è il punto di riferimento austriaco per la cultura preistorica. Qui si sprofonda per circa 4.500 anni, tra i misteri dei Celti che si insediarono qui per estrarre la salgemma. Hallein è una città che racconta di un passato ricco e intenso dove l’economia si basava sul trasporto del sale sull’autostrada d’acqua del Salzach.

La galleria che penetra nel cuore roccioso degli Alti Tauri corre verso Mallnitz dove le montagne austriache diventano solari e aperte. Si torna in sella seguendo la spettacolare traiettoria di una magnifica strada che si srotola in costante discesa verso Obervellach raggiungendo così il fondovalle dove il paesaggio carinziano sfiora la perfezione.

Terra di pascoli e fattorie, osterie e birrerie, la Carinzia è una delle mete più ambite dai viaggiatori che amano viaggiare a ritmo di ciclopasseggiate. Si pedala tra piccoli villaggi, pascoli e foreste fino a Villach, punto di riferimento per cicloturisti e viaggiatori amanti della Carinzia. Unica città al mondo dove il “maggiordomo delle biciclette” si prende cura delle nostre macchine a pedali.

A Tarvisio il percorso della Ciclovia Alpe Adria entra in Italia attraversando una terra ricca di contaminazioni mitteleuropee. La vecchia ferrovia Pontebbana dismessa oggi è una spettacolare pista ciclabile che disegna una poesia a pedali attraverso ponti e gallerie. I villaggi di Ugovizza e Malborghetto accompagnano la gradevolissima discesa verso Pontebba, antico confine italo-austriaco.

Grandi vedute sulle acque cristalline del fiume Fella dove è possibile rinfrescarsi prima di raggiungere la vecchia stazione di Chiusaforte, trasformata in bicigrill. Luogo ideale per una sosta enogastronomica in compagnia di altri cicloviaggiatori prima di ripartire verso la parte finale del viaggio.

Le ruote delle bici, di tante bici, sfilano leggere sulla ciclabile che attraversa una terra segnata da eventi violenti e drammatici come il terremoto del 1976. “Frammenti di storia” è la mostra permanente che racconta il drammatico sisma che distrusse Gemona.

Prima di raggiungere Udine, quando le grandi montagne rimangono alle spalle, nei pressi di Osoppo il percorso regala una full immersion nel verde di foreste a due passi dalle acque cristalline delle risorgive di Bars che disegnano limpidi laghetti e ruscelli dipinti con i riflessi verdi di poderosi salici.

A Udine gambe, ruote e pedali trovano una dimensione ideale per vivere a ritmi lenti. Ancora meglio, per fermarsi. La Loggia del Lionello, la via Mercatovecchio e piazza San Giacomo ispirano un ozio prolungato: è il momento giusto per rivedere nei riflessi di un buon tajut, le immagini liquide di questa bellissima pedalata.

Da questo momento si pedala in costante orizzontalità e la storia ci regala piazze e pietre dalle geometrie perfette. La stella a nove punte è la pianta di Palmanova, essenza d’architettura militare veneziana; la piazza di ghiaia accoglie la luce di un cielo immenso.

Strassoldo e i suoi castelli, di Sopra e di Sotto, è una piacevole tappa prima di raggiungere Cervignano del Friuli e la solenne Aquileia. Ventidue secoli di storia, anima romana e Patrimonio dell’Umanità Unesco.

Le ultime pedalate sfiorano le acque lagunari inseguendo un orizzonte di acqua e cielo. I pedali si fermano a Grado dove i colori di case e pescherecci danzano nell’acqua del porto canale.

Niccolò Bulanti: Alla Scoperta delle Salite Valtellinesi

Niccolò Bulanti ha deciso di rimpicciolire gli orizzonti, tornare a socializzare con il locale, per darsi l’opportunità di rileggere ciò che ci circonda e riconnettersi, così, alla vita. Per questo ha percorso in bicicletta, in solitaria, le più impegnative e simboliche salite valtellinesi. In piedi sui pedali ha scoperto la bellezza di luoghi unici, di scorci dimenticati, le emozioni e le sensazioni, le idee e i punti di vista. Perché la strada non finisce, con la salita, ma inizia.

È stato invece con il Covid e con la serrata sanitaria che ho avuto modo di riconsiderarla: in un frangente nel quale tutto concorreva a condurci a una sorta di immobilismo, fisico e non, io mi sono detto che qualcosa, affinché non mi cristallizzassi innanzi al televisore che non ho, avrei dovuto fare. Ebbene, ci veniva concesso di spostarci nel Comune, poi nella Provincia. Io vivo in provincia di Sondrio, terra di salite, e allora ho pensato di cogliere l’occasione per (ri)tornare alla mia terra, salendola - è il caso di dire, in bicicletta.

Quando hai scelto la salita al posto della pianura? Appunto in questo frangente epocale. Anzi, da ragazzino, quando uscivo per qualche giro in bicicletta con mio padre, detestavo la salita e non passavano cento metri che non domandassi il fatidico “quanto manca?”. Perché la salita? Perché la nostra provincia è salita. In senso lato, non soltanto per quanto riguarda la sua morfologia e quindi le sue strade.

Accettare la salita è vivere, è procedere alla giusta velocità, è sapere con assoluta certezza che si giungerà alla fine della salita stessa. Perché, se mai ho imparato qualcosa dalle storie e dagli esempi dei vecchi, è che qui la salita è l’unico modo di intendere la vita. Un modo di intendere che si scontra con quello più in voga, direi godereccio, artificiale e finanche artificioso, in cui tutto appare in discesa, o al massimo come una bella strada litoranea di quelle a fare da sfondo all’ennesima pubblicità di automobili.

Andare in salita, quindi, rappresenta per me il rifuggire la banalità imperante della pianura colonizzata, resa tanto agevole da mortificare, da svilire. Ora, quando inizio i primi metri di una salita con un sospiro di sollievo, mi dico: è finita, relativamente alla pianura. E non chiedo più, come un tempo a mio padre, quanto manca.

Bisogna avere rispetto del viaggio. Va avvicinato con coscienza e soprattutto con pudore. Forse un pellegrino. Se ognuna di queste salite europee (e non) ha rappresentato una stazione nell’accezione che essa ha all’interno di un pellegrinaggio. Quante volte il mio intimo si è scosso tra tutte queste vette. Magari di notte. Magari passando sopra le slavine con la bici in spalla e sotto la luna, in un blu acqueo della notte del Passo Susten ancora chiuso.

Non vado a spasso. Non mi diverto. Vado per incontrarmi.

La Bicicletta di Niccolò Bulanti: Gagarin

La mia bici da corsa è stata messa insieme da due bici da corsa. Come se non esistesse, o meglio, come se non dovesse esistere. Un po’ come me mentre la pedalo. Non dovrei essere per le strade per come sono per le strade. Sono l’aberrazione, no? Ecco, la mia bicicletta è come me.

L’ho ribattezzata Gagarin. E vi ho apposto questo nome sulla canna. In rosso. In cirillico. Di questi tempi potrebbe bastare perché desti sospetti di simpatie impraticabili - una signora russa infatti mi ha chiesto una volta come mai ci fosse scritto Gagarin sulla mia bicicletta: la sua gioia quando ho saputo argomentare il motivo parlando di Jurij. A me non importa, del resto di cosa si possa pensare. Forse non penso nemmeno io. A me importa invece di Gagarin, di ciò che ha rappresentato. Un povero, un figlio del popolo che un mondo estinto ha saputo mettere in un avanzato congegno per raggiungere luoghi mai raggiunti prima dall’uomo.

E la mia bicicletta è così, una povera bicicletta che forse non varrà 300 euro che mi conduce dove mai mi sarei atteso. Sì, ci si crea un legame anche con le cose. Specialmente quando, per largo uso, quando per lungo tempo, ci accompagnano tanto da diventare profondamente nostre. Poiché ci pare che nelle condizioni nelle quali siamo abitualmente visti con esse risulta impensabile vederci con un corrispettivo.

Tra le 13 + 1? Mah, direi probabilmente lo Stelvio affrontato di notte. Il perché, se siete curiosi, lo troverete nelle pagine del mio libro, Uomo in salita. Quale invece mi ha insegnato di più: non credo di averne una in particolare. Io sto andando a scuola, sto imparando. E ogni salita è una maestra diversa, una lezione differente. Non si smette di imparare perché la salita non smette di insegnare proprio perché non smettendo la salita di insegnare permette di seguitare a imparare. Quindi devo affermare che è la salita - in senso lato, ad avermi insegnato di più.

TAG: #Viaggi #Viaggiatori

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