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Viaggio di Nozze e Matrimonio a Prima Vista: Un'Analisi delle Esperienze

Matrimonio a prima vista Italia è un reality show che segue il percorso di concorrenti sconosciuti che si sposano dopo un’accurata selezione. Le coppie vengono filmate per cinque settimane e al termine di questo periodo decidono se proseguire insieme o divorziare. Il senso del programma è in queste due domande.

Le Radici del Matrimonio e il Contesto Moderno

La prima testimonianza di nozze in Occidente risale al 2350 a.C., nella Mezzaluna Fertile. Nei successivi quattromila anni la monogamia si istituzionalizza nel rito del matrimonio, che assume una dimensione civile e religiosa. Quelli sono tuttora i motivi per cui ci si sposa: motivi civili e motivi religiosi.

Il matrimonio è una di quelle strutture, uno di quei riti che si portano avanti meccanicamente, per inerzia, come un apparato di macchine a cui è stata staccata la spina, ma che continuano a muovere funi e pulegge. Lo stesso termine “matrimonio” è un guscio svuotato del senso originario: dal latino mater-munus, il “dovere materno”, ovvero quello di generare e curare la prole, nelle società avanzate non è più attribuito alle donne come un dovere. Insomma, il matrimonio realizza un ideale di un altro tempo in un mondo che lo ha già lasciato.

La difficoltà di mantenersi coerente con la visione tradizionale del matrimonio, un’unione benedetta, eterna e indissolubile, si riflette in un buon numero di dati (riferiti all’Italia). Nel 1940 il 98,7% dei matrimoni avveniva in chiesa, nel 2010 solo il 63,5%. Nel 1963 si celebravano 420,000 matrimoni, nel 2020 appena 97 mila.

I Concorrenti di Matrimonio a Prima Vista: Alla Ricerca dell'Amore Autentico

Alla luce di questi elementi si potrebbe supporre che i concorrenti di Matrimonio a prima vista siano, come molti concorrenti di altri reality, avventurieri in cerca di visibilità. Persone che sfruttano il fine simbolico del matrimonio come mezzo per lanciare mediaticamente la propria presenza. Dopo anni di assidua e inveterata fedeltà come spettatore di questo programma, mi sento di affermare che non è così - il che rende tutto ancora più interessante.

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In genere i concorrenti non sono particolarmente religiosi né particolarmente narcisisti. Sono alla ricerca dell’amore. Qualcuno ci crede di più, qualcuno di meno. Si affidano a una trinità di esperti che li coinvolge in un esperimento sociale nella speranza di incontrare quell’amore, vero, eterno, unico e definitivo che si scrive con la A maiuscola. I concorrenti di Matrimonio a prima vista vanno in cerca di un Amore che ha le stesse caratteristiche del divino, una coincidenza che in fondo è asserita fin dai Vangeli: «Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui» (1Gv. 4:16).

Il modulo televisivo si sovrappone al religioso anche nella rigida struttura rituale che governa il programma: la cerimonia, il viaggio di nozze, la convivenza, il confronto con altri concorrenti, il confronto con gli esperti, la scelta finale. A legittimare tale struttura rituale e la sua gravità concorre la trinità di esperti - la sessuologa Nada Loffredi, il sociologo Mario Apis, il life coach Andrea Favaretto. Emerge quello che si constata ogni giorno negli aspetti più disparati della nostra vita: la scienza ha rimpiazzato la religione nella mentalità comune. Perché hanno fede. E nella trinità scientifica che presiede la struttura reality-rituale di Matrimonio a prima vista.

Nel 1971 l’Alberto Sordi di Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata (Luigi Zampa) si rivolgeva a un prete per trovare l’amore dall’altra parte del mondo. Perché le persone si sposano al buio?

La Sorpresa e l'Attrazione dell'Inatteso

La sorpresa è un’emozione tuttora poco studiata, considerando che è una delle emozioni primarie e influenza molte delle decisioni che prendiamo, anche a lungo termine. Un regalo vale di più quando non viene richiesto, e un incontro amoroso avvenuto per caso evoca quell’aura magica di serendipity che Tinder non riuscirà mai a replicare. La sorpresa (positiva) accresce emozioni secondarie quali credibilità, fascino, attrazione e convinzione.

Tuttavia, se essere positivamente sorpresi significa che il nostro desiderio incontra una soddisfazione inattesa, la sorpresa è un’emozione destinata a rarefarsi nella contemporaneità. Viviamo un’epoca in cui ogni desiderio tende a incontrare la sua soddisfazione. La soddisfazione dei desideri è sempre più facile e programmata. Questo è uno dei motivi per cui affidarsi alla trinità di esperti di Matrimonio a prima vista da un lato richiede una dose di coraggio, ma dall’altro è un passo obbligato. In un mondo dove si può avere tutto ciò che si vuole, si può trovare soddisfazione soltanto in ciò che non si vuole, dato che ancora non si immagina di volerlo.

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Pur essendo un’esperienza costruita, la partecipazione al reality ricrea artificialmente le condizioni di possibilità dell’esperienza matrimoniale che i concorrenti non hanno voluto o saputo realizzare nella loro vita reale. Non sempre gradita: il “non c’è attrazione” rimane il primo indiziato per quasi tutte le rotture. Eppure l’aura di eccezionalità dell’incontro non solo persiste, ma viene acuita dalle dinamiche del reality, che comporta non solo una rigida sottomissione alle logiche dello spettacolo ma anche una massiccia esposizione mediatica.

Le Dinamiche Televisive e la Ricerca della Verità

Le prime sono quelle sequenze completamente staged (inscenate) secondo una logica di rappresentazione televisiva classica, ovvero provviste di un format che agevola la comunicazione di un messaggio specifico. Gli incontri con gli esperti ripresi durante e dopo il programma rispondono a questa tipologia. In queste immagini il punto di vista risponde all’esigenza esterna di inquadrare i protagonisti del racconto entro una cornice narrativa che aiuta sia loro, sia gli spettatori, a sviluppare giudizi critici sull’esperienza che viene ripresa.

La valutazione avviene secondo un modello scientifico ingenuo, in cui il punto di vista dell’osservatore viene presentato come esterno rispetto all’oggetto di studio. Il secondo tipo di immagine coincide con i video selfie che i concorrenti inviano prima e dopo i voli aerei, prima e dopo essersi alzati la mattina, ma anche in altri momenti della giornata. In questa categoria ricadono anche i video “al confessionale”, vere e proprie interviste che avvengono in modalità analoghe al famoso progenitore di tutti i reality moderni, il Grande Fratello.

La peculiarità di Matrimonio a prima vista sta nell’offrire al pubblico la possibilità di un incontro ravvicinato con immagini del terzo tipo. Sequenze intime degli sposini in riva al mare, in camera da letto, in cucina per la prima colazione, a casa dei suoceri, a passeggio. Immagini che fondono documentario e fiction. Da un lato la telecamera riprende il corso spontaneo degli eventi, dall’altro la presenza dichiarata della telecamera cancella ogni illusione di spontaneità.

Che sia handycam o camera fissa poco importa, gli sposini sanno dove e quando vengono ripresi. L’occhio indiscreto della telecamera, come l’osservatore nella fisica quantistica, forma un campo unico con il suo oggetto di studio. Questo tipo di immagini non sono auto-rappresentazioni né inscenamenti, non riflettono il punto di vista soggettivo, autobiografico dei concorrenti né quello oggettivante, valutativo degli esperti. La telecamera li segue nei luoghi più intimi della quotidianità per documentare la verità del loro rapporto, ma la telecamera stessa è una funzione di verità che interviene attivamente a determinare quel rapporto che si propone di documentare, rendendolo di fatto indeterminabile.

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Sono immagini porose, assemblate dalla struttura finzionale del programma e animate da dinamiche emotive, relazionali che hanno il carattere dell’autenticità.

Il Voyeurismo e l'Identificazione con le Coppie

Nel caso di Matrimonio a prima vista, il piacere voyeurista consiste nel distinguere ciò che emerge come autentico e privato nel contesto pubblico e inautentico della messinscena televisiva. Da un lato la cerimonia nuziale, gli incontri con gli esperti, i vari feed che gli sposini sono tenuti a gettare al pubblico tramite video come mangime alle galline, risultano spesso meccanici e forzati. Dall’altro le discussioni, le liti, le crisi nervose e i momenti di intimità affettiva appaiono come il risultato spontaneo di una libera interazione.

La tendenza generale del pubblico istruito, colto, è di deprecare, sminuire i reality show e chi li guarda. Eppure, a livello funzionale il meccanismo è lo stesso che governa ogni storia, romanzi e film compresi, da sempre: l’identificazione. La dimensione empatica, che porta cioè a investire emotivamente sui personaggi, è tra gli aspetti fondamentali che motivano la visione assidua dei reality show. In Matrimonio a prima vista, non si investe emotivamente solo sui personaggi, ma anche sul loro matrimonio. Il coinvolgimento è analogo a quello che si prova guardando una soap opera, un’identificazione vicaria con la relazione sentimentale che unisce una coppia.

I problemi dei concorrenti di Matrimonio a prima vista sono i nostri stessi problemi. Incomunicabilità, aspettative, egoismo, gelosia, calo dell’attrazione fisica, insicurezza, confronti con altri partner - passati o potenziali. Il reality opera da specchio in cui riflettere le nostre debolezze, le nostre mancanze, capire meglio chi siamo quando siamo soli e chi siamo quando siamo in coppia.

Come ogni medicina, Matrimonio a prima vista ha qualche effetto collaterale. Il più serio è il rischio di riconoscersi nel riflesso fantasmatico di un personaggio mediatico, scambiando la realtà inscenata dei reality per la realtà immediata della realtà non mediata dai media: la nostra. Anche questa possibilità si manifesta come effetto collaterale di un’identificazione eccessiva con i reality show, la loro «dimensione assorbente», ovvero il momento in cui la realtà degli spettatori viene assorbita dalla realtà-reality creando una forte identificazione con essa.

Fino ad adottare alcuni tratti o modi di dire dei personaggi e usare lo stesso programma non più come uno specchio offuscato, ma come un manuale per giudicare e correggere la propria condotta. Al punto che l’andamento del programma, inclusi i suoi postumi, diventa un ansiometro per misurare le proprie insicurezze.

Emblematica in questo senso la pagina Wikipedia della versione statunitense del reality, Married at first sight. Qui appare per ogni stagione una tabella con i nomi dei concorrenti, l’età, la professione, il risultato della decisione finale, lo stato attuale della coppia, il numero di figli avuti insieme, il numero di figli avuti da altre relazioni, lo stato coniugale dei singoli concorrenti ovvero se sono risposati o ancora single.

Tabella Riepilogativa delle Coppie di "Married at First Sight" (USA)

La tabella seguente è un esempio di come vengono presentati i dati sulle coppie nella pagina Wikipedia di Married at First Sight (USA). Si noti che questa è solo una rappresentazione e non include dati reali.

Nome Concorrente Età Professione Decisione Finale Stato Attuale Figli Insieme Figli da Altre Relazioni Stato Coniugale
John Doe 32 Ingegnere Divorzio Single 0 1 Single
Jane Smith 29 Insegnante Insieme Insieme 2 0 Sposata
Robert Brown 35 Avvocato Divorzio Risposato 0 0 Sposato

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