Il Giardino dei Tarocchi: Storia, Curiosità e Visione dall'Alto
Eccoci con un nuovo appuntamento della rubrica #amiciallavventura. Siete mai stati al Giardino dei Tarocchi? L'occasione mi si è presentata durante un viaggio di qualche giorno in Tuscia, al confine tra Toscana e Lazio, con base sul lago di Bolsena.
Allungando un po’ la strada abbiamo raggiunto questo splendido giardino, immerso nella fantasia e dalle varie influenze, da Gaudì al Sacro Bosco di Bomarzo.Il Giardino dei Tarocchi è un piccolo parco tematico pensato e voluto dall’artista franco-statunitense Niki de Saint Phalle.
Dopo aver visitato Parc Güell ed aver incontrato Gaudí, Niki de Saint Phalle pronunciò queste parole. Profetiche a dir poco, visto che circa 25 anni dopo iniziò la costruzione di uno dei luoghi da non perdere durante un viaggio in Maremma, il Giardino dei Tarocchi. Una grandiosa opera d’arte composta da ben 22 sculture raffiguranti i principali arcani dei tarocchi divinatori.
Sull’intera area si trovano altissime figure che si rifanno all’iconografia dei tarocchi in uno stile che rappresenta un chiaro riferimento alle opere dell’architetto spagnolo Antoni Gaudì. L’ispirazione di Niki de Saint Phalle nasce proprio dopo aver visitato il Parque Guell di Barcellona e, dopo aver visitato anche il parco dei mostri di Bomarzo, si convince di volere costruire un suo parco.
Siamo nel 1979 quando cominciano i lavori delle opere che stupiscono ancora oggi i visitatori del giardino dei Tarocchi. I lavori sono durati parecchi anni e si sono conclusi solo nel 1996 con una spesa totale di circa 10 miliardi di lire, finanziati dall’artista stessa. Niki si è avvalsa di diversi collaboratori durante gli anni di costruzione dell’intero parco, impiegando manodopera specializzata e altri artisti.
Leggi anche: Come ottenere il visto per l'Inghilterra
Il giardino dei tarocchi è stato aperto al pubblico nel 1998, a due anni dal termine dei lavori e a un anno dalla creazione della Fondazione del Giardino dei Tarocchi, un ente che si occupa della gestione e della manutenzione del parco. Il Giardino dei Tarocchi si trova a Capalbio, in provincia di Grosseto e più precisamente in località Garavicchio.
Dalla strada principale si prende una stretta via che porta fino al parcheggio (spesso pieno nelle giornate più turistiche) in cui è possibile lasciare l’automobile. Un complesso tanto appariscente e spettacolare quanto delicato, con tutte le sue ceramiche, i vetri e gli specchi a creare un percorso che si potrebbe definire metafisico.
Passeggiare all’interno del Giardino dei Tarocchi è un viaggio sia artistico che meditativo: chi come me non ha alcuna conoscenza dei tarocchi, potrà scoprire le origini di ogni statua e il suo significato grazie alla mappa interattiva. Quello che più mi ha colpito è che le statue che credevo di conoscere nascondevano sempre un significato intrinseco molto più profondo.
È, per certi versi, un percorso quasi spirituale che porta a scoprire (o riscoprire) le debolezze dell’essere umano, la sua forza, le difficoltà che deve affrontare nella società moderna. È possibile visitare il Giardino dei Tarocchi in completa autonomia, senza obbligo di visita guidata.
Sebbene normalmente io preferisca scoprire un luogo con il supporto di una guida, in questo caso credo che non sia fondamentale. Al contrario, sono convinta che godersi le statue con tutta calma, scoprirne i significati e, soprattutto, esplorare il parco senza seguire un itinerario predefinito, sia il modo migliore per carpirne la sua essenza. Infatti, proprio per volere di Niki, il visitatore può ammirare le statue senza dover per forza rispettare un percorso predeterminato.
Leggi anche: Come Scrivere una Lettera di Invito
Guida ai Tarocchi Dentro al Giardino
All’interno del Giardino dei Tarocchi si trovano ben 24 statue principali, realizzate attraverso un’anima di metallo nelle quali si innestano alcuni meccanismi per gestire il movimento di alcune di queste. L’anima metallica è sempre stata progettata dal marito di Niki de Saint Phalle, Jean Tinguely, scomparso nel 1991.
Sopra la struttura metallica si trova il cemento che rende le opere massicce e resistenti, abbellite poi da rivestimenti in pietra, specchi, ceramiche colorate e mosaici. Non a caso, tra i vari artisti che hanno contribuito alla creazione del Giardino dei Tarocchi, si trova anche la ceramista romana Venera Finocchiaro.
In realtà il giardino è tuttora incompiuto: Niki de Saint Phalle andò avanti anche oltre al 1996 nella progettazione di statue e attrazioni da inserire in quella che è stata la sua opera più grande, ma dopo la sua morte nel 2002 si sono seguite le indicazioni dell’artista, che richiese che non venissero aggiunte altre strutture senza la sua approvazione e, quindi, senza il suo controllo.
Si dice che questo giardino abbia una natura esoterica e ciò è dovuto ai soggetti scelti per le sculture: gli arcani maggiori dei tarocchi. Entriamo nel parco del Giardino dei Tarocchi attraverso il cancelletto, un lungo muro con un’apertura ad oblò al centro che ci porta fin davanti una targa in ceramica sulla quale si trova scritto un pensiero di Niki de Saint Phalle nel quale descrive il suo progetto. Ecco le statue che si incontrano nella visita del Giardino dei Tarocchi.
Il Mago e La Papessa
Attraverso una breve strada in salita arriviamo fino alla piazza centrale, sulla quale l’intero parco si rivolge con le sue statue bizzarre e colorate. La cosa particolare che noto è che la vegetazione del parco nasconde in parte le strutture che, anche per una questione prospettica, non sono visibili finché non si arriva nelle immediate vicinanze della piazza.
Leggi anche: CNDCEC e Visto di Conformità: Approfondimento Redditi
Sulla piazza sono diverse le figure che incontriamo, ma probabilmente, quella più scenica è quella composta dalla Papessa e dal Mago. Queste sono praticamente fuse l’una nell’altra in un unico blocco e, il mago sovrasta la statua della Papessa.
Interamente ricoperto di piastrelle a specchio, il tarocco del mago ha un viso sorridente e una mano che compare in secondo piano, simbolo delle abilità di questa figura. Niki descrive così il tarocco del mago: “Il grande giocoliere. Per me il mago è la carta di Dio che ha creato la meravigliosa farsa di questo mondo nel quale viviamo. É la carta dell’intelligenza attiva, della luce, dell’energia pura, della creazione e del gioco.”.
La Papessa, invece, si trova subito sotto il mago e dà vita alla grande fontana dalla vasca circolare che si trova al centro della piazza. L’acqua arriva qui scendendo dalla bocca di questo tarocco attraverso una scalinata blu. La forma della Papessa si rifà a quella dell’orco di Bomarzo, che ha influenzato l’artista nella creazione di questo parco.
La Papessa viene vista da Niki come: “la grande sacerdotessa del potere femminile dell’intuizione. Questa intuizione femminile è una delle chiavi che portano alla saggezza. Rappresenta il potenziale dell’irrazionale inconscio. Colore che vogliono spiegare gli avvenimenti soltanto con la logica e i ragionamenti rimangono inevitabilmente in superficie e non riescono a penetrare la realtà con l’immaginario e la visione intuitiva.”.
L’Imperatrice-Sfinge
A sinistra di queste due figura, sempre rialzata sulla piazza, si trova l’Imperatrice-Sfinge. Le sue forme estremamente sinuose sembrano quasi essere un omaggio alle precedenti creazioni dell’artista: le Nanas. Da qui domina l’intero parco e, solo in un secondo momento durante la visita, ci accorgiamo che si tratta in realtà di un’abitazione estremamente particolare.
Niki de Saint Phalle ha infatti vissuto qui lunghi periodi durante i lavori di creazione del parco. Visitandone gli interni ci si accorge che come le curve esterne lasciano spazio a delle stanze: si entra nel cuore dell’Imperatrice, dove si trova la grande sala e l’ingresso al bagno. Attraverso una scala si arriva ai due seni che ospitano la camera da letto e la cucina.
Dal 1996, all’interno della sala si trovano anche altre piccole figure dei tarocchi: il giudizio, le stelle e il carro. Gli interni sono quasi interamente ricoperti di specchi, in un continuo gioco di luce che sorprende il visitatore e lo illumina di luce naturale.
Secondo Niki: “l’imperatrice è la grande dea. É la regina del cielo. Al tempo stesso madre, puttana, emozione, magia sacra e civiltà. All’imperatrice ho dato la forma di una sfinge. Ho vissuto per anni all’interno di questa madre protettiva. Mi serviva anche come luogo d’incontro con coloro che lavoravano a questo progetto. É qui dentro che ci riunivamo a prendere il caffè. E su tutti voi la sfinge ha esercitato il suo fascino fatale.”.
L’Imperatore
L’imperatore si trova a poca distanza dall’imperatrice, sempre nella parte rialzata del giardino. Non è ben visibile dalla piazza centrale, se non per la torre, che si trova innestata nella stessa struttura. Questa è probabilmente la figura architettonica più complessa dell’intero Giardino dei Tarocchi e ricrea al suo interno una piazzetta riccamente decorata.
Inoltre è possibile camminarci intorno in maniera rialzata grazie ad una breve scalinata che conduce fino a un terrazzo circolare che si muove lungo tutto il perimetro della piazzetta. L’imperatore è la struttura nella quale si nota maggiormente l’influenza di Gaudì su Niki de Saint Phalle.
Questo tarocco rappresenta la figura maschile e, conseguentemente la sua potenza e esuberanza. Il razzo rosso che si innalza verso il cielo dal terrazzo dell’imperatore è un chiaro riferimento alla virilità maschile. La piazza centrale è circondata da un loggiato, nei cui orpelli sono stati utilizzati i più svariati materiali: da vetri di Murano a specchi francesi, con una variabilità di decorazioni senza uguali, da teschi a simboli della punteggiatura, da mosaici a spirali e così via.
Al centro della piazza dell’imperatore si trova una vasca all’interno della quale sono posizionate quattro nanas che, felici, spruzzano l’acqua dai seni. Niki sostiene che: “l’imperatore è la carta del potere maschile in senso sia positivo che negativo. É il simbolo dell’organizzazione e dell’aggressività. Egli ci ha portato la scienza, la medicina, ma anche le armi e la guerra. L’imperatore rappresenta il patriarca o il protettore maschile e anche colui che desidera controllare e conquistare.”.
La Torre di Babele
La torre di Babele, altro simbolo fondamentale dei tarocchi, è installata dietro all’Imperatore. Completamente ricoperta da specchi, è scoperchiata nella sommità e da qui fuoriesce una struttura metallica dotata di ruote, conosciuta come “fulmine-macchina-ferraglia” e concepita da Jean Tinguely.
Lungo la parete della torre si trovano numerose finestre, ognuna di una forma differente dall’altra e dalle quali si gode di un bellissimo spettacolo sull’intero Giardino dei Tarocchi. Purtroppo non è possibile visitarne gli interni, originariamente adibite ad uffici.
“Alcuni chiamano questa carta la Torre di Babele. Essa rappresenta le costruzioni sia fisiche che mentali che non sono fondate su basi solide. La torre non è unicamente negativa poiché impartisce una lezione importante: le complesse fabbricazioni mentali devono crollare. Bisogna rompere le mura della mente in modo da poter guardare oltre. Jean Tinguely ha creato una scultura che simboleggia il fulmine che spacca la torre” è la descrizione di Niki su questo tarocco.
Il Papa
Tornando sulla piazza, invece, si può ammirare il tarocco del Papa. Questo è raggiungibile anche con una breve passeggiata che, attraverso una scala, ci collega alla parte rialzata del parco. Questa struttura è stata interamente saldata da Tinguely attraverso la tecnica filiforme “skinny” e, anche per questo motivo, era la sua statua preferita.
Il profilo sottile del viso, dai lineamenti decisi, è sormontato da due statue che si allungano verso il cielo. Niki sostiene che: “attraverso questa carta si conquista la saggezza spirituale. Per alcuni questa carta rappresenta un maestro, un guru, un profeta o un Papa. Egli rende decifrabili i misteri. Può essere un libro, uno sciamano, un rabbino oppure un santo o una santa.”.
Il Sole
Per arrivare nelle vicinanze del Papa è necessario passare al di sotto del tarocco del Sole. Il Sole si trova proprio posizionato come arco che sormonta la scalinata che permette di accedere al livello superiore del giardino dei tarocchi.
Questa figura viene rappresentata attraverso l’uccello del fuoco: una grossa scultura installata sull’arco dal ‘piumaggio’ bianco, giallo, verde e rosso. Qui c’è un chiaro rimando all’iconografia degli indiani d’america. Niki sul sole dice che: “il sole è una forza vitale. Fa sì che tutto cresca. É una divinità che può sollevare i nostri spiriti. Ho concepito il sole come uno di quegli uccelli che si trovano nelle leggende messicane e degli indiani americani. L’uccello è la figura che si avvicina di più al sole.”
L’Impiccato
A pochissima distanza dal Papa, si trova poi la figura dell’Impiccato o dell’Appeso. Si tratta di una struttura totalmente particolare, con un’anima al suo interno. Questo tarocco è conosciuto anche con il nome di “Albero della Vita”, perché esternamente si presenta come un grosso tronco dal quale partono, come rami, le teste di diversi serpenti, ognuna decorata diversamente.
Un’apertura sul tronco permette di guardare negli interni dell’albero della vita e scoprire che nasconde la figura dell’Impiccato. Una sottile struttura a forma di uomo a testa in giù suggerisce di poter guardare i fatti da un’altra prospettiva.
“L’impiccato ha affascinato poeti e artisti fin dai tempi antichi. T.S. Eliot si riferiva a questa figura nel poema ‘The Waste Land’. Misterioso ed ambiguo, l’impiccato è appeso per un piede. Che cosa significa questo? É in una posizione che gli permette di guardare il mondo sottosopra ovvero in modo nuovo. Questa carta rappresenta anche la compassione”.
La Giustizia
Già dalla statua dell’Impiccato sentiamo un cigolio costante che attira la nostra attenzione. Si tratta del tarocco della Giustizia: una grande statua in bianco e nero rappresentata da una donna piazzata che sorregge una bilancia sui suoi seni.
Tra le gambe è possibile vedere un cancello sbarrato, dietro al quale si trova l’ennesimo meccanismo ideato e costruito da Jean Tinguely, che rappresenta l’ingiustizia. Una struttura macabra, alla quale sono appese ossa, scheletri e croci che fa muovere i suoi pezzi di ferro, producendo quel suono acuto che aveva attirato la nostra attenzione.
Niki sostiene che: “la giustizia implica la conoscenza di noi stessi. Dobbiamo acquistare la capacità di giudicare noi stessi, di confrontarci con i nostri lati più oscuri. Con questa visione profonda si potranno giudicare le situazioni e le persone con un occhio compassionevole. La vera giustizia non è cieca ma porta con se il senso dell’universalità delle cose”.
L’Eremita
Tra l’impiccato e la giustizia, un po’ in disparte, si trova l’Eremita. Come vuole il suo nome si trova su di una via secondaria, tra la boscaglia. Sicuramente questo tarocco è meno appariscente dagli altri: è formato infatti solamente dalla struttura filamentosa che ne disegna le forme rivestite di un color blu.
Sorretta da un bastone sul quale si arrampica una serpe, dell’eremita viene messo in mostra il cuore, di un colore rosso che si differenzia dal resto della struttura. Questo tarocco fa parte delle statue secondarie create a Parigi con l’aiuto di Marco Zitelli e prodotte successivamente in poliestere.
“L’eremita è un girovaco con molta esperienza in cerca di un tesoro spirituale. La carta implica che le lezioni più importanti si imparano con il cuore. L’oracolo è la versione femminile dell’Eremita. Entrate dentro ed ascoltate il suo messaggio”.
La Stella
Procedendo su questa via secondaria arriviamo fino alla Stella. Ancora una volta ritorna la figura delle nanas: un’allegra donna rivestita di specchi il cui corpo è riccamente decorato da stelle colorate. La statua, a bagno in una fontana, sorregge due brocche dalle quali l’acqua scende nella vasca.
Niki de Saint Phalle descrive così questa statua: “la stella porta con se due brocche dalle quali sgorgano zampilli di acqua i quali, cadendo, si trasformano in un ruscello. Sono le acque del rinnovamento. Ciò che amo particolarmente nella stella è il senso di completezza che emana. Si tratta di un essere pieno e non frammentato come lo siamo molti di noi che viviamo nella civiltà moderna. La stella è in contatto con la natura e la riflette in tutta la sua abbondanza. Essa conosce le leggi segrete dei cieli e della terra.”.
La Scelta
Tornando in direzione del tarocco dell’Imperatore ci imbattiamo in un’altra piccola statua, quella della Scelta (o degli Innamorati), la cui progettazione e costruzione fu del tutto simile a quella dell’eremita. Un uomo e una donna coloratissimi si guardano vicendevolmente, mentre stanno consumando un pic nic sull’erba.
Informazioni Utili
Chiunque visiti il Giardino dei Tarocchi, tuttavia, si imbatterà in primis con la Papessa e il Mago. Impossibile non notarli vista la loro imponenza e altrettanto improbabile non apprezzarli, visti i loro significati.
La Papessa, infatti, rappresenta l’irrazionale inconscio, l’intuizione femminile, mentre il Mago, secondo Niki, è Dio, il creatore della “meravigliosa farsa di questo mondo nel quale viviamo”. Intuizione abbinata al gioco e all’energia.
Le altre statue che, a mio parere, meritano una menzione particolare sono la Stella, l’Imperatrice e la Giustizia. Dopo aver letto la storia della Stella mi sono resa conto che avevo proprio preso una cantonata, a testimonianza di quanto i tarocchi siano un argomento a me poco affine.
Vi eviterò la mia versione in favore di quella ufficiale, ossia quella di un essere completo, non frammentato, metafora di come dovrebbe vivere l’essere umano, spesso “spezzato” dalla vita moderna. Un bisogno di rinnovarsi e di ritrovarsi, magari con l’aiuto della natura.
Quando ho visto la Giustizia, la prima cosa che ho pensato è stata che si riferisse al giudizio delle persone e dei loro atti (sì, guardo praticamente ogni serie poliziesca e/o con avvocati prodotta 😂). In parte è anche così ma, al fine di giudicare e valutare situazioni e persone, questa carta ci impone prima di conoscere e giudicare noi stessi, sfidando i nostri lati più oscuri.
TAG: #Visto