Albergo Atene Riccione

 

Cosa vedere ad Albano Laziale: Turismo e Attrazioni

Le origini di Albano Laziale, graziosa cittadina dei Castelli Romani a pochi km da Roma, sono misteriose e si perdono nella notte dei tempi. Albano vanta una storia lunghissima, sarebbe infatti erede della latina Alba Longa, fondata da Ascanio, figlio di Enea, nel XII secolo a.C. Secondo la tradizione, il nome di Albano deriverebbe da quello di Albalonga, la mitica città fondata da Ascanio, figlio di Enea, e narrata nell’Eneide di Virgilio.

Tale convinzione è supportata dallo stesso stemma comunale che reca l’immagine della scrofa bianca con i trenta porcellini. Questa, infatti, sarebbe la metafora del ruolo di “madre” che Albalonga ebbe nei confronti dei Latini. Tuttavia, sulla corrispondenza tra l’attuale sito di Albano Laziale e quello originario di Albalonga i pareri degli studiosi sono discordanti. Sarebbe, infatti, la vicina Castel Gandolfo, più probabilmente, a ricalcare l’antico luogo ove sorgeva la città latina.

I monumenti della sua storia millenaria si distri­buiscono intorno all’asse di corso Matteotti, corrispondente al tratto urbano della Via Appia. Troneggia al centro la terrazza-belvedere di piazza Mazzini da cui si apre una superba vista sulla campagna romana e sul lago. La città di Albano offre un assaggio delle idilliache atmosfere dei Castelli Romani, la grazia del suo paesaggio boscoso, l’eccellente qualità della vita e i sapori tipici locali, dai celebri vini alla gustosa porchetta. A cinque minuti di treno c’è Albano Laziale, da visitare per quell’odore di arcaico leggendario di cui è avvolto. Forse il nome deriva proprio da quello di Albalonga, la città fondata da Ascanio, figlio di Enea e narrata da Virgilio. Ancora custodisce porte romane ben conservate, un tratto di Appia Antica in roccia vulcanica, terme in mattoncini rossi incastonate tra finestre e terrazze di oggi e reperti sparsi. Sono così numerosi che chi abita Albano si è abituato a convivere con un passato tanto ingombrante, dimenticandosi talvolta di salvaguardarlo.

Attrazioni Principali di Albano Laziale

Nell’itinerario alla scoperta delle cose da vedere in città camminerai qualche chilometro. Le cose da vedere sono infatti tante e variano da parchi a piazze, fino a musei e resti archeologici.

Chiese e luoghi di culto

Meta del Cammino di S. Tommaso sono le due chiese più antiche della città: la cattedrale di S. Pancrazio martire, fondata nel IV secolo a dispetto dell’alta facciata settecentesca, e la chiesa di S. Pietro, anch’essa di fondazione paleocristiana ed eretta utilizzando un’aula delle vicine terme di Caracalla. Altre attrazioni turistiche rivestono grande importanza storica e archeologica sono la cattedrale di san Pancrazio, il principale luogo di culto della cittadina e risalente al 1719; le terme di Caracalla la Porta Pretoria costruita al tempo dei castra Albana e consigliabile, specie in primavera, una visita ai giardini di Villa Doria situati davanti a Piazza Mazzini nel cuore della cittadina.

Leggi anche: IA e il futuro del turismo

La chiesa di Santa Maria della Stella si trova in via della Stella nel cuore di Albano Laziale, proprio di fronte la famosa Tomba degli Orazi e dei Curiazi, sul sito di antiche catacombe cristiane. Le sue origini vanno ricondotte a quando, nel 1561, i Savelli fecero dono ai Carmelitani della piccola cappella (la chiesetta di San Salvatore) che allora sorgeva al di sopra delle catacombe. Furono così costruiti un convento e una nuova chiesa, che fu poi ristrutturata tra 1663 e il 1687. Il suo interno si presenta in forme barocche. Sul ricco altare maggiore, ornato da splendidi marmi policromi del ‘700, si osserva un dipinto raffigurante una Vergine con bambino.

Un particolare davvero insolito caratterizza però l’esterno della chiesa. Nella bianca e scarna facciata principale sono visibili una Madonna del Carmine ritenuta miracolosa e, incastonata sulla sinistra, una pietra. Si racconta che una sera un carrettiere ubriaco, e forse miscredente, passando di lì lanciò, per disprezzo e bestemmiando, un sasso contro la sacra immagine della Vergine. Ma il convento di carmelitani cela anche il ricordo di eventi tragici. Affacciandosi da un cancello posto di fianco alla facciata, il visitatore può infatti scorgere, dall’esterno, una sorta di piccola e desolata spianata. Questa è caratterizzata da numerose lapidi che si stagliano su nude e cadenti pareti biancastre. Si tratta del misterioso “Cimitero della Peste”, che raccoglie le spoglie di quanti morirono nella terribile epidemia di peste del 1867.

Tra le chiese più antiche di tutta Albano Laziale c’è quella di Santa Maria della Rotonda. Quasi nascosta tra gli edifici, chiude un lato di una piazzetta a base quadrata. Le sue origini si fondano nel I secolo, epoca a cui risale la sala della chiesa. Originariamente questa era un settore periferico della villa imperiale di Domiziano. Mentre gli esterni della chiesa di Santa Maria della Rotonda appaiono a base quadrata, internamente gli spazi hanno una forma circolare di 16 metri di diametro. Su di questa vedrai quattro nicchie e altrettante aperture, tre delle quali oggi sono murate. Il tetto è a cupola ed ha un foro centrale.

Siti archeologici e monumenti

La cosiddetta Tomba degli Orazi e Curiazi, bizzarra costruzione sormontata da due torrette a forma di coni tronchi, è legata da sempre alle leggende sulle origini di Albano. La tradizione vuole che essa sia la sepoltura dei protagonisti della celebre lotta avvenuta sotto il Re Tullio Ostilio. Sempre nelle vicinanze del complesso di Santa Maria della Stella, al XV miglio della Via Appia Antica, si trovano infine le catacombe di San Senatore, che espletarono la propria funzione tra il III e il IV sec. d. C.

Altre parti dell’antico impianto termale, che a suo tempo si innalzava per ben tre piani, sono inglobate nelle case del quartiere di Cellomaio.

Leggi anche: Analisi del rapporto turismo-PIL in Italia

E’ una monumentale opera idraulica realizzata al tempo dei Romani, quando nel II sec. d.C. la legione Partica si stanziò li per ordine dell’Imperatore Settimio Severo. Il suo scopo era quello di rifornire di acqua la legione. Costruita dagli architetti del tempo, è una grande vasca con due lati lunghi di 47,50 m e 45,50 m e due corti di 26,92 m e 31,90 m. Fu costruito sotto un banco roccioso dove furono innalzate le mura con 36 pilastri atti a sorreggere 5 navate. Poteva contenere oltre 10 mila litri d’acqua.

Sempre legata a Pompeo Magno è la prossima destinazione tra le cose da vedere ad Albano Laziale: un grande sepolcro. Per raggiungere il sepolcro di Pompeo Magno dovrai praticamente rischiare la vita, camminando sul lato di una via molto trafficata. Purtroppo non ci sono marciapiedi o aree pedonali che vi ci conducano. Il grande sepolcro di Pompeo Magno è un mausoleo dalla forma di torre che incombe sulla strada sottostante e praticamente integrato nel giardino di una casa. Purtroppo la struttura originaria nella sua interezza è andata in parte persa durante i secoli. Doveva infatti essere composto da ben quattro cubi sovrapposti tra loro ed essere visibile già a distanza a chi si avvicinava alla città di Albano Laziale. A dargli un duro colpo fu la seconda guerra mondiale, quando le bombe ne buttarono giù una parte. Prima di allora la sua altezza era pressoché la stessa del vicino palazzo a cinque piani.

Nonostante questo monumento sia databile all’età imperiale, si è diffusa la leggenda che il sepolcro contenesse le ceneri del condottiero Pompeo Magno, “seppellito nel mausoleo di famiglia presso la sua villa sui colli Albani” dopo essere stato ucciso in Egitto, come citato da un passo di Plutarco. All’interno il sepolcro di Pompeo Magno si presenta scavato direttamente nella roccia, con un lungo corridoio di oltre 17 metri con volte a botte. Questo porta in una cella monumentale di 5 metri di altezza divisa in due ambienti rettangolari che, uniti al corridoio, segna la forma di una croce latina.

Posizionato a nort est di Castra Albana, risale al III secolo. Nella sua costruzione fu sfruttata la pendenza naturale del terreno che dal Colle dei Cappuccini arriva fino alla città. Per questo motivo una parte dell’anfiteatro romano è scavato nella roccia, mentre un’altra parte è realizzata in muratura su di una terrazza artificiale. Al suo interno l’anfiteatro romano di Albano Laziale poteva ospitare fino a 14.800 spettatori e le sue dimensioni sono molto importanti: l’asse maggiore è di ben 113 metri. Gli spalti erano dotati di un doppio ordine di arcate, ma solo il primo è arrivato ai giorni nostri. Si poteva accedere alla struttura attraverso cinque ingressi: due trionfali e tre secondari. Era presente anche il pulvinar, ovvero il posto d’onore riservato all’imperatore, sulla fornice XIII.

La sua struttura, a pochi passi dal centro storico, è protetta da una grande cancellata. La vegetazione se ne è reimpossessata durante i secoli, ma è stato riportato alla luce dalla fine dell’ottocento e lo puoi chiaramente vedere anche dall’esterno. Purtroppo durante la seconda guerra mondiale subì un bombardamento, perché in questa zona si erano insediate le truppe tedesche. Poco rimane della cavea e della suddivisione in settori, anche a causa del fatto che l’anfiteatro venne spesso considerato una cava in cui recuperare materiali da costruzione per le strutture cittadine. Durante i secoli l’anfiteatro romano di Albano Laziale svolse diverse altre funzioni. Ad esempio durante il medioevo fu impiegato come luogo di sepoltura e una fornice impiegata come cappella cristiana.

Leggi anche: Regolamentazione delle Ferie nel Turismo

Interessante nella visita di Albano Laziale sono anche i suoi aspetti sotterranei. Famosi sono i cisternoni, ovvero delle grandi strutture impiegato per conservare l’acqua. I principali erano all’interno dell’accampamento della Seconda Legione Partica. La struttura dei cisternoni era a pianta trapezoidale con i lati più lunghi di 48 e 45,5 metri e quelli più corti di 29 e 32 metri. 36 pilastri si occupavano di sorreggere le 5 navate. Come per l’anfiteatro anche i cisternoni sono in parte scavati nella roccia tufacea di peperino e in parte costruiti in muratura. Inizialmente servivano a rifornire d’acqua la villa imperiale, ma nel III secolo furono integrati all’accampamento della Seconda Legione Partica. I cisternoni potevano contenere al loro interno fino a 10000 metri cubi d’acqua, necessari per rifornire le 5000 famiglie di legionari che furono alloggiati qui e che diedero vita all’antica Castra Albana.

Praticamente in pieno centro cittadino troverai la porta Pretoria. Puoi vederla da due livelli, infatti una parte del centro è rialzato rispetto alla porta, mentre l’altra, dall'esterno, è alla stessa altezza. Porta Pretoria è l’unico ingresso rimasto intatto dei Castra Albana. Ai due lati della porta ci sono due torri a base quadrata che superano i 14 metri di altezza. Queste erano probabilmente alte anche il doppio, ma durante i secoli subirono danni, in particolare per via dei terremoti. Le due torri sono in opus quadratum, ovvero composte da blocchi squadrati di pietra locale, il peperino.

Parchi e natura

Appena arrivato ad Albano Laziale puoi iniziare la visita della città dal parco comunale di Villa Doria - Pamphili. Questo parco pubblico sorge praticamente in pieno centro storico e deriva da un’antica villa nobiliare costruita dal cardinale Fabrizio Paolucci nel settecento. Successivamente passò nelle mani della famiglia Doria che fece costruire una villa direttamente sulla via Appia. Fu in questo periodo che il parco subì una trasformazione, diventando così estremamente curato. Purtroppo di villa Doria non rimane nulla, a causa dei danni causati da un bombardamento della seconda guerra mondiale. Ciò che resta è però la grande e curatissima area di verde divenuta un parco pubblico dagli anni cinquanta. In mezzo al parco comunale di Villa Doria - Pamphili ci sono alcuni resti di strutture romane, tra cui quelli attribuiti ad una casa di Pompeo Magno. Se vuoi rilassarti un po’ ricavati il tempo per passeggiare tra i suoi alberi e cespugli. Questo parco urbano è uno dei più vasti di tutti i Colli Albani!

Il Lago Albano

Il bellissimo Lago Albano è di origine vulcanica e sorge in provincia di Roma nell’area dei Castelli Romani, sui Colli Albani. Originatosi dall’unione di due crateri, è alimentato esclusivamente da piogge, falde acquifere e sorgenti sotterranee e caratterizzato da ripide coste in cui soggiornano diversi uccelli acquatici e fauna ittica. Le sue affascinanti coste, tra le altre cose, sono popolate sin dall’età del bronzo, e per questo sono ricche di interessanti resti archeologici, sia preistorici che romani. I laghi, specialmente quelli vulcanici, sono sempre avvolti da un particolare alone di mistero. Anche il Lago Albano lo è, tanto che sulla sua nascita ed evoluzione aleggiano ben due leggende diverse. Un’altra leggenda narra invece che un’anziana signora, accusata di stregoneria, si sia suicidata gettandosi da un precipizio che si affaccia ancora oggi sul Lago Albano.

Al Lago Albano non ci si annoia mai, perché qui le cose da fare sono davvero tantissime. Innanzitutto, è una delle mete preferite dei pescatori locali (e non solo) perché le sue acque sono popolate da una variegata fauna ittica. Il Lago Albano è anche perfetto per fare sport: vi si può praticare la vela, grazie anche alla presenza di circoli velici sul lungolago, e la canoa. In più, è qui che sorge il circolo federale della FICK (Federazione Italiana Canoa e Kayak), dove si allena la nazionale italiana. Sul lungolago di Castel Gandolfo e la strada sterrata con cui esso prosegue poco dopo l’emissario romano, capita molto spesso di incontrare gruppi di podisti e ciclisti. Se si decide di fare una gita fuori porta verso il Lago Albano, il consiglio è anche quello di visitare gli antichi borghi che si affacciano sulle sue placide sponde.

Comodo e riposante è anche l’itinerario che si snoda lungo le rive del Lago Albano e che permette di ammirare lo specchio d’acqua in tutte e sue angolazioni. Infine non possiamo che menzionare i due laghi vulcanici: quello Albano e di Nemi. Il primo (4,5 km), più grande, è meta gettonata durante la primavera e l’estate. Su una parte del lago si affacciano bar ristoranti, alberghi, pizzerie e altri locali. Inoltre una parte delle rive è occupata da spiagge attrezzate. Il Lago di Nemi (8 km) invece è più piccolo e selvaggio. Non ha spiagge ma solo un ristorante e due agriturismi. Nonostante non abbia le strutture turistiche del primo, risulta più affascinante e suggestivo. Dal lago, un percorso escursionistico ripido ma breve, raggiunge il borgo di Nemi con affacci meravigliosi su tutta la caldera vulcanica. Volendo si può proseguire verso Fontan Tempesta e sostare tra il fresco dei castagni.

Altre Attrazioni nei Dintorni

  • Castel Gandolfo (2,7 km): Residenza estiva dei Papi, offre storia, cultura e viste mozzafiato.
  • Ariccia (1,5 km): Borgo medievale famoso per la porchetta.
  • Nemi (8,2 km): Famoso per le fragole e il Museo delle Navi Romane.
  • Frascati (12 km): Conosciuta come la “città dei vini”, ricca di ville rinascimentali.
  • Parco Naturale Regionale dei Castelli Romani: Ideale per escursioni e attività all’aria aperta.

TAG: #Turismo

Più utile per te: