Chernobyl: Da Incubo Nucleare a Meta Turistica
Il turismo a Chernobyl è un fenomeno unico e complesso, che nel corso degli anni si è trasformato da semplice curiosità in una forma di turismo estremamente ricercata, capace di attirare persone da tutto il mondo. Il sito del disastro nucleare del 1986, considerato uno dei più gravi incidenti della storia, è oggi uno dei luoghi più iconici per il cosiddetto turismo “dark” (o “dark tourism”) e “estremo”.
L'Incidente di Chernobyl
Il 26 aprile 1986, alle ore 1, 23 minuti e 58 secondi, dal reattore numero 4 della centrale nucleare di Chernobyl si sprigionò la nube di materiale radioattivo che nel giro di poche ore contaminò la Bielorussia. Nei giorni successivi tracce di radioattività furono rilevate in molti territori europei, asiatici e americani. Dopo quell’esplosione il mondo non fu più lo stesso.
L'esplosione del reattore numero 4 della centrale atomica di Chernobyl avvenne a seguito di un test per verificare il funzionamento della turbina in caso di mancamento improvviso di corrente elettrica, durante il quale erano stati staccati i sistemi di sicurezza. Errori umani e tecnici crearono le condizioni per il disastro e il gran calore localizzato produsse una risalita in atmosfera di fumi e di polveri contenenti i prodotti di fissione (effetto camino). Un esplosione che negli anni a venire è stato causa di migliaia di tumori, decine di migliaia di sfollati e una nube radioattiva che toccò vaste porzioni d’Europa, toccando persino porzioni della costa orientale del Nord America.
I Liquidatori e il Sarcofago
Per bonificare il sito vennero utilizzate macchine automatiche e teleguidate tedesche, giapponesi e sovietiche, ma senza successo: la radioattività era tale da alterare il loro funzionamento, azzerando la possibilità di poterle comandare a distanza. Da qui la necessità di ricorrere anche al “fattore umano“. La bonifica dell’area coinvolse negli anni circa 600.000 persone, i c.d. “liquidatori”, compreso il personale che si occupò di raffreddare il basamento dell’impianto per evitare che il combustibile fuso assieme ad altri materiali penetrasse nel sottosuolo con il rischio di contaminare le falde acquifere.
Furono proprio i “liquidatori” ad essere esposti irresponsabilmente alla più elevata quantità di radiazioni (Sindrome Acuta da Radiazioni” - ARS), con conseguenze il più delle volte mortali (trombosi croniche, tumori alla tiroide e altre malattie sviluppatesi a seguito dell’eccessiva esposizione alle radiazioni). Sotto la spinta della necessaria e quanto più repentina messa in sicurezza del sito, nell’ ottobre 1986 l’ingegnere Lev Botcharovè progettò un contenimento che isolasse l’impianto dall’ ambiente esterno, contenimento simbolicamente chiamato Sarcofago.
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Tuttavia, la realizzazione frettolosa del sarcofago, sotto l’immaginabile spinta emotiva e l’impellente necessità di arginare la carica radioattiva del sito, ha dato vita ad un “coperchio” poco resistente nel tempo e per il quale si è reso necessario un nuovo intervento. Quello in foto è il nuovo sarcofago. È stato installato nel 2017, ma gli esperti dicono che non durerà a lungo. Si è giunti così, grazie allo sforzo finanziario di 45 Paesi, alla costruzione del New Safe Confinement, ossia un arco d’acciaio che ricopre il reattore, alto 108 metri e lungo 275.
Il Turismo a Chernobyl: Evoluzione e Numeri
I funzionari ucraini hanno aperto l’area di alienazione ai turisti quasi un decennio fa, dichiarando che le visite erano sicure, anche se i tour sarebbero stati rigorosamente regolamentati. Il turismo a Chernobyl ha subito una trasformazione radicale negli ultimi due decenni, passando da fenomeno di nicchia a destinazione globale. La “zona di esclusione” è stata aperta ufficialmente ai visitatori nel 2011, permettendo accessi controllati e autorizzati per chi volesse visitare i resti di Pripyat e il sito del disastro.
All’inizio, i visitatori erano pochi e spesso si trattava di curiosi, ricercatori o giornalisti. Tuttavia, l’incremento progressivo delle visite ha avuto un’impennata significativa nel 2019, quando oltre 124.000 persone hanno visitato la zona di esclusione di Chernobyl, quasi il doppio rispetto ai 70.000 visitatori del 2018. Questo boom è stato catalizzato dall’uscita della miniserie “Chernobyl” di HBO, che ha riacceso l’attenzione globale sulla tragedia e ha amplificato la fascinazione per la zona di esclusione.
Successivamente, operatori turistici locali e internazionali hanno moltiplicato le offerte di tour per rispondere alla crescente domanda, includendo pacchetti personalizzati che coprono sia esperienze brevi di una giornata, sia soggiorni più lunghi con escursioni approfondite. Nonostante le iniziali perplessità riguardanti le radiazioni, sono stati implementati protocolli di sicurezza per garantire che l’esposizione ai visitatori rimanesse entro i limiti non pericolosi e i turisti devono seguire percorsi prestabiliti e sicuri. Grazie a queste precauzioni, Chernobyl è diventata una meta turistica riconosciuta, non solo per il suo valore storico e la sua unicità, ma anche per la percezione di “sicurezza controllata”.
Tuttavia, a partire dal 2020, il turismo a Chernobyl ha subito un drastico calo a causa della pandemia di COVID-19. Le restrizioni ai viaggi internazionali, i lockdown e la chiusura temporanea di molte attività turistiche in Ucraina hanno ridotto significativamente l’afflusso di visitatori. Le cifre sono crollate rispetto al record del 2019, con una diminuzione di oltre il 70% nel numero di turisti registrati durante il primo anno della pandemia.
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L'Impatto del Conflitto in Ucraina
Dal 2022, l’invasione russa in Ucraina ha cambiato completamente la situazione: la zona di Chernobyl, situata nel nord del Paese e non distante dal confine con la Bielorussia, è stata occupata dalle forze russe nelle prime fasi del conflitto. Ciò ha portato a una nuova crisi, con danni riportati in alcune aree e un temporaneo innalzamento dei livelli di radiazione causato dal movimento di veicoli pesanti che ha smosso la polvere radioattiva. Oggi la zona è sotto strettissimo controllo e chiusa ai turisti ed è stata interrotta ogni attività legata al turismo. Il ritorno dei visitatori dipenderà dalla stabilizzazione del conflitto e dalla capacità di ripristinare le misure di sicurezza necessarie per garantire l’accesso a un’area tanto fragile quanto simbolica.
Chi Visita Chernobyl e Perché?
I visitatori di Chernobyl sono molto variegati e comprendono appassionati di storia, urbex (esplorazione urbana), documentaristi, e amanti della fotografia. Molti visitano la zona anche per una curiosità particolare verso il periodo sovietico, attratti dalla storia complessa dell’URSS. Tuttavia, si registra anche la presenza di persone interessate puramente a un’esperienza “estrema” e diversa dalle mete turistiche convenzionali. In questo senso, Chernobyl ha assunto un fascino quasi mitico, dove l’abbandono e la desolazione si mescolano alla bellezza sorprendente della natura che si è riappropriata del territorio, trasformando la zona in una sorta di “santuario” involontario per flora e fauna.
Aspetti Culturali del Turismo a Chernobyl
Sicuramente il turismo a Chernobyl ha creato nuove opportunità economiche per il paese, le visite organizzate generavano entrate dirette attraverso biglietti e tour guidati, ma anche indirette, attraverso hotel, ristoranti e trasporti nelle città limitrofe come Kiev. Tuttavia, questa “industria” ha suscitato non poche critiche, legate alla “commercializzazione” di una tragedia. Alcuni vedono in questo turismo una forma di “voyeurismo”, un modo di spettacolarizzare una storia dolorosa e sofferta. D’altro canto, molti visitatori e operatori giustificano queste visite come un modo per non dimenticare e rendere omaggio alle vittime, facendo sì che la memoria di Chernobyl rimanga viva.
Un aspetto spesso sottolineato durante i tour è il tributo ai liquidatori, coloro che hanno sacrificato la propria salute, e in molti casi la vita, per mitigare le conseguenze del disastro. Circa 600.000 persone furono coinvolte nelle operazioni di emergenza e pulizia dopo l’incidente del 1986, spesso senza una piena comprensione dei rischi a cui erano esposte. Questi uomini e donne, molti dei quali provenienti da tutta l’ex Unione Sovietica, sono ricordati per il loro incredibile coraggio e il loro ruolo cruciale nel contenere il disastro. Molte guide turistiche enfatizzano l’importanza di rendere omaggio ai liquidatori durante la visita, mostrando memoriali e raccontando storie personali che offrono una prospettiva umana a una tragedia globale.
Nonostante le controversie, il turismo a Chernobyl rappresenta anche un’opportunità educativa, sensibilizzando i visitatori sull’impatto devastante dell’incidente e sull’importanza della sicurezza nucleare.
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Radioattività: Cosa Sapere
Quando il reattore di Chernobyl è esploso, ha rilasciato livelli mortali di radiazioni, ma il fallout radioattivo non è stato distribuito uniformemente nell’area circostante, a causa delle condizioni meteorologiche e del cambiamento dei venti. Le persone sulla Terra sono bombardate ogni giorno dalle radiazioni che sono una parte naturale dell’ambiente. In Italia la dose media assorbita per esposizione alla sola radioattività naturale è di circa 3 millisievert (mSv) all’anno, che è considerata ben all’interno dei livelli di esposizione sicuri.
Subito dopo la fusione nucleare di Chernobyl, decine di operai addetti alla pulizia dello stabilimento sono stati esposti a livelli di radiazioni che vanno da 8.000 a 16.000 mSv, l’equivalente di 80.000 a 160.000 raggi X al torace. Se fino a qualche anno fa, visitare Chernobyl e la Zona di Alienazione non era nemmeno un’idea segretamente concepibile, dal 2011 l’accesso è consentito anche ai comuni visitatori. Le guide conoscono la Zona come le loro tasche. Vi condurranno lungo percorsi sicuri e non pericolosi per la salute.
Misure di Sicurezza
È essenziale seguire alcune disposizioni per minimizzare i rischi durante la visita:
- Le disposizioni impongono di vestirsi con abiti che lascino pochi centimetri quadrati di pelle all’aria. Sì a scarpe chiuse, anche d’estate.
- Non è possibile toccare nulla, sedersi a terra, poggiare oggetti a contatto col suolo.
- È fatto divieto di mangiare o bere all’aperto per evitare possibili contaminazioni dovute alle polveri radioattive.
- È fatto assoluto divieto di prelevare un qualsivoglia oggetto dal sito radioattivo. Per l’asporto di qualsiasi oggetto della zona è prevista una condanna da 3 a 6 anni di reclusione.
- Non devi mangiare niente sia stato a contatto con il suolo.
Secondo quanto riportato dalle guide turistiche durante la visita si assorbirebbero circa 2 microsievert all’ora, paragonabili alle radiazioni a cui si è esposti durante un viaggio aereo. Come accennato in precedenza, l’unico rischio reale di esposizione alle radiazioni è l’esposizione attraverso la terra contaminata. Collocare oggetti (soprattutto cose come le telecamere) a terra potrebbe in teoria causare loro di essere contaminati.
Pripyat: La Città Fantasma
Non ci credo, siamo a Pripyat, la bella Pripyat, ma faccio realmente fatica a distinguere le connotazioni di una città. Ironia della sorte, Pripyat era conosciuta come la città dei fiori, perché piena di aiuole e giardini curati. Ora tutto è stato inghiottito dalla giungla. Facciamo un tour insolito, Pasha si ferma davanti ad ogni edificio e ci mostra le foto d’epoca nell’esatto punto in cui sono state scattate. Le raccomandazioni di Pasha suonano sinistre: non camminate sul muschio, evitate il fango e non toccate nulla.
Attenzione, attenzione! Attenzione, attenzione! Il Partito Comunista e le forze armate informano che si rende necessario evacuare temporaneamente i cittadini. A tale scopo, oggi a partire dalle ore 14, saranno inviati autobus sotto la supervisione della polizia e dei funzionari della città. Si raccomanda di portare con sé i documenti, gli effetti personali strettamente necessari e prodotti alimentari di prima necessità. Compagni, lasciando temporaneamente le vostre case, non dimenticate per favore di spegnere tutte le apparecchiature elettriche e a gas, e di chiudere l’acqua.
Chernobyl-2 e l'Antenna Duga-3
Ignoravo completamente l’esistenza di una Chernobyl-2. Un busto di Lenin sembra darmi un caloroso benvenuto ma i militari no, loro mi guardano con aria truce. Dopo le autorizzazioni di rito varchiamo il cancello e ci addentriamo nei resti fatiscenti della base militare. Superiamo edifici dismessi, mezzi abbandonati e centri del comando ormai in rovina. Ecco gli array di una colossale antenna radar che svettano al di sopra delle cime degli alberi. Si chiama Duga-3.
Più mi avvicino, più fatico ad avere una visione d’insieme: è veramente gigantesca, imponente! La storia dice che negli anni ’70, un segnale potentissimo invase le frequenze di mezzo mondo, disturbandone le comunicazioni… un po’ come Radio Maria. I complottisti più fantasiosi sostennero la tesi che il Duga servisse per assumere il controllo mentale sugli umani. Altri che servisse per influenzare il clima. Oggi è un enorme ammasso di acciaio che giace in una zona impervia e ancora contaminata.
Prospettive Future e Riflessioni
In un contesto incerto, il futuro del turismo a Chernobyl rimane sospeso. Tuttavia, la sua storia continua a esercitare un’attrazione potente e quando le condizioni di sicurezza lo permetteranno, è probabile che l’interesse verso Chernobyl non si affievolirà, ma anzi possa crescere ulteriormente, sia per il fascino del sito, sia per la nuova storia legata al conflitto.