Turismo a Chernobyl: Informazioni e Consigli per una Visita Responsabile
Chi avrebbe mai detto che il teatro di quel disastro nucleare sarebbe diventato la più popolare meta turistica dell’Ucraina? Oggi i pullman arrivano a Pripyat carichi di turisti.
Complice il clamoroso successo di Chernobyl, la miniserie televisiva di Hbo in onda su Sky Atlantic, le prenotazioni hanno fatto registrare un boom del 40%.
La bellissima miniserie di HBO ha riacceso l'interesse sulla vicenda, e i luoghi in cui è ambientata oggi riuniscono almeno due ragioni di attrazione per il turismo estremo: il cosiddetto "turismo del disastro" e il fascino delle città fantasma (anche al di là del motivo per cui è stata abbandonata, Prypiat rimane probabilmente la città fantasma più affascinante e interessante del mondo).
Dal 2011 è possibile acquistare un’escursione in giornata nella Zona per circa 100 euro. Nel 2017 si sono contati 60mila visitatori, più delle persone che vivevano a Pripyat.
Cosa Aspettarsi Durante la Visita
Si aggirano guardinghi tra le rovine di Pripyat, facendo attenzione a non toccare niente. Osservano gli alberi farsi largo sui tetti della città fantasma, il muschio che divora le pareti scrostate di una scuola materna.
Leggi anche: IA e il futuro del turismo
In fondo Chernobyl è una sorta di Pompei post-atomica, seppure più kitsch, dove si offrono ai turisti gelati radioattivi e preservati fluorescenti. Ma dove al tempo stesso si può gettare uno sguardo su quel che più somiglia a un’apocalisse atomica.
Due ore di strada separano Kiev dalla cosiddetta zona di esclusione, il perimetro di sicurezza di 30 chilometri di raggio tracciato intorno al reattore di Chernobyl (il doppio della superficie di Roma), dove nessuno può entrare senza un permesso e nessuno può uscire senza una misura delle radiazioni.
La mattina del 28 aprile una colonna di 1.200 pullman evacuò gli abitanti di Pripyat, distante appena tre chilometri dalla centrale. Non sapevano che sarebbe stato un viaggio di sola andata.
Nonostante la radioattività, le agenzie specializzate assicurano che, rispettando le regole e non restando a lungo, non c’è alcun rischio. Durante la visita si assorbono circa 2 microsievert all’ora, più o meno la stessa dose di radiazioni a cui si è esposti durante un viaggio aereo.
Le guide sono più preoccupate dalle strutture pericolanti e raccomandano di non avventurarsi fuori dai percorsi stabiliti, che sono stati aggiornati per includere alcuni dei luoghi simbolo apparsi nella serie tv.
Leggi anche: Analisi del rapporto turismo-PIL in Italia
Salendo sui tetti di Prypiat, i turisti possono vedere l’enorme cupola metallica che dal 2016 ricopre il vecchio sarcofago di calcestruzzo, ormai ridotto a un colabrodo, per schermare la radioattività che si sprigiona dal cuore pulsante del reattore.
Norme di Sicurezza e Comportamento Responsabile
Il decalogo del turista post-atomico responsabile è però piuttosto stringente: basta scorrere le regole fornite dall’agenzia governativa ucraina che gestisce la zona per convincersi che, seppure si possa soggiornare qualche ora in relativa sicurezza, qui di certo non si può vivere.
- Non toccate niente.
- Non sedetevi per terra.
- Non appoggiate zaini e nemmeno il cavalletto della macchina fotografica.
- Non bevete, non mangiate e non fumate all’aperto per evitare di ingerire polveri radioattive.
La radioattività, infatti, non è distribuita in modo uniforme: l’esplosione, il vento e la pioggia hanno disperso le particelle radioattive in modo irregolare, sia nella zona sia fuori, al punto che nel 1986 fu necessario evacuare aree lontane persino 400 chilometri dalla centrale. Quel raggio di 30 chilometri fu disegnato sulla mappa con il compasso soltanto per comodità.
Ancora oggi nessuno sa esattamente per quanto tempo la zona resterà inabitabile: almeno un secolo, forse tre. Lo iodio-131 risale lungo la catena alimentare, il cesio-137 resta pericoloso per 300 anni e calpestare lo stronzio-90 non porta fortuna.
Anche i tecnici che sorvegliano quel che resta degli impianti possono lavorare nella zona di esclusione cinque ore al giorno, e dopo ogni mese devono prendersi 15 giorni di pausa.
Leggi anche: Regolamentazione delle Ferie nel Turismo
Tra le macerie del reattore numero quattro resta un nocciolo fuso, inavvicinabile, che continuerà a liberare radiazioni mortali per altri 20mila anni.
È importante ricordare che c’è persino chi ha pensato di spogliarsi tra le rovine di Pripyat per un selfie da postare su Instagram. Craig Mazin, creatore della serie tv, è stato costretto a prendere le distanze con un tweet: "È meraviglioso che #ChernobylHbo abbia ispirato un’ondata di turismo nella Zona di esclusione. Ma sì, ho visto le foto che circolano. Se la visitate, per favore ricordate che c’è stata una terribile tragedia. Comportatevi con rispetto per tutti coloro che hanno sofferto e che si sono sacrificati".
Consigli Pratici per Organizzare la Visita
Con la crescita della popolarità dei tour di Chernobyl, le offerte e le agenzie di viaggio sono cresciute esponenzialmente. Su Google se ne trovano un'infinità. Non bisogna dimenticarsi che non si tratta di una vacanza qualsiasi, e che anche se la situazione si è per certi versi "normalizzata" Chernobyl è ancora uno dei posti più pericolosi della terra.
Prima di prenotare, controlla che l'agenzia abbia certificazioni di buon livello, e usa TripAdvisor o simili per verificare le recensioni dei clienti precedenti. Cerca o fatti spedire un programma dettagliato della visita. Contattali e chiedi il numero di persone che saranno coinvolte nella visita. Meno siete, più sarete seguiti e assistiti.
Dopo aver scelto l'operatore, dovrai scegliere il tour. Le durate proposte variano molto: minimo un giorno, massimo sette. Il tour di 1 giorno ti porterà solo nei luoghi che sicuramente hai già visto su Instagram: Reattore 4, ruota panoramica di Prypiat, radar Duga etc. Molti di coloro che hanno scelto questo tipo di esperienza sono rimasti con un po' di amaro in bocca, e con la sensazione di non aver approfondito abbastanza.
Il tour di 2 giorni consente non solo di visitare con calma i luoghi significativi ma anche di conoscere i coloni locali - cioè coloro che dopo il disastro sono tornati a vivere a Chernobyl, e di dormire una notte nel villaggio per un'esperienza davvero completa.
A seconda della durata e del trattamento - per esempio: da soli o in gruppo? - il prezzo dei tour varia indicativamente tra i 100 e i 600 euro a persona.
Il prezzo del tour di un di 1 giorno deve includere indicativamente tutti i permessi burocratici, una guida professionale di lingua inglese (o una guida con interprete), comodo trasporto in auto Kyeiv-Chernobyl-Kyeiv (aria condizionata, visione di una selezione di documentari durante il percorso), il massimo tempo consentito di permanenza nella Zona (partenza da Kiev alle 8:00, rientro tra le 20:00 e le 21:00), training di sicurezza, un programma esteso della visita, mappa del percorso, assicurazione obbligatoria e personale certificato. Per circa 10 euro puoi anche noleggiare un affidabile dosimetro personale Terra-P.
Misure di Sicurezza Essenziali
Il territorio della città di Pripyat e della centrale nucleare di Chernobyl è ancora un'area chiusa. I visitatori non possono soggiornarvi senza una guida turistica esperta.
Secondo gli scienziati, questa zona non sarà adatta a viverci per più di 20.000 anni. Ma siccome il problema sta nell'esposizione prolungata alle radiazioni, è sicuro visitare la Zona per un periodo breve, di pochi giorni. Le guide conoscono i luoghi sicuri e allo stesso tempo spettacolari della ziona.
C'è un codice di abbigliamento rigoroso: niente pantaloni corti o maniche corte, ad esempio. E per via del terreno radioattivo, si consigliano scarpe del tutto chiuse anche quando fa molto caldo.
Una misura di sicurezza importante è non toccare (né saccheggiare, ovviamente) alcun oggetto nella zona, assicurarsi di fare un controllo del livello di radiazioni alla fine del tour, quando si fa anche una doccia e si lavano tutti i vestiti. Queste precauzioni sono implementate per impedire che qualsiasi elemento radioattivo esca dal territorio di Chernobyl.
L'Impatto del Disastro e la Natura che Rinasce
Sono passati quasi 40 anni dal peggior incidente nucleare della storia, insieme a quello di Fukushima in Giappone, avvenuto in una centrale nucleare nel nord dell’Ucraina. Non era mai accaduto nulla di simile prima, quindi né gli scienziati né i lavoratori sapevano con cosa avevano a che fare.
L’Unione Sovietica cercò di nascondere al resto del mondo ciò che stava accadendo, mentre la realtà era che le radiazioni viaggiavano su gran parte dell’Europa in nubi. Più di mezzo milione di uomini furono inviati a ripulire l’area, protetti da una semplice maschera come quelle che usiamo oggi per evitare fastidi da allergia, e le conseguenze furono terrificanti.
In questo momento, la zona di esclusione copre territori dell’Ucraina e della Bielorussia. Le città e i villaggi dove un tempo vivevano le famiglie, giocavano i bambini e sorgevano gli edifici sono oggi dominati dalla natura, nonostante l’alto livello di radioattività. È un luogo che attira l’attenzione di molti scienziati, ricercatori e avventurieri.
Nel suo reportage Benvenuti a Chernobyl (Laterza 2013), il giornalista Andrew Blackwell racconta come a Pripyat l’aria profumi di fiori selvatici. Nella città fantasma la vita è ovunque: l’erba si fa largo tra le crepe dell’asfalto, i rampicanti assediano le pareti dei palazzi e gli arbusti spuntano fra le lettere dell’insegna al neon dell’Hotel Polissia.
Da anni gli scienziati si accapigliano sulle conseguenze delle radiazioni per la biodiversità. Sembra che i vantaggi per l’assenza di esseri umani - con il loro carico di pesticidi, automobili e fucili - compensi gli effetti nocivi della radioattività, al punto che si parla di volpi, lupi, alci, caprioli, cinghiali, cavalli e bisonti che scorazzano tra boschetti di pini rachitici e senza un ago uguale all’altro, così radioattivi che ogni incendio rischia di trasformarsi in un piccolo incidente nucleare.
Anno | Numero di Visitatori |
---|---|
2017 | 60.000 |
2018 (Stima) | 75.000 |
2019 (Proiezione) | 150.000 |
Ma per i turisti è più facile incontrare qualche randagio. Sono i discendenti dei cani addomesticati che gli abitanti di Pripyat furono costretti ad abbandonare durante l’evacuazione. Accarezzarli è pericoloso, per il rischio di contrarre la rabbia e per le particelle radioattive che possono annidarsi nel loro pelo. L’associazione Clean Futures Fund stima che intorno alla centrale vivano più di 250 randagi e cerca di prendersi cura di loro.
TAG: #Turismo