Il Consolato Italiano ad Aleppo: Una Storia di Commercio e Cultura
Parlare oggi di Aleppo porta subito alla mente la tragedia, le atrocità subìte dai cittadini, la distruzione di una grande città e soprattutto la sua popolazione, che è diventata una vittima di una guerra feroce. Una popolazione che durante i secoli scorsi aveva con il mondo un’immagine e rapporti ben diversi da quelli attuali. Un percorso di patti e legami, fatto anche di relazioni commerciali, che durò circa quattro secoli: nel 1548 Venezia aprì il suo primo Consolato, lanciando così una nuova fase di reti consolari destinate ai commerci tra Occidente e Oriente.
Aleppo (ar. Halab; nome più antico Khallab; città chiamata Βέροια, Βερόη da Seleuco Nicatore, Χάλεπ dai Bizantini) è una città della Siria settentrionale, capoluogo di vilāyet e di livā', situata a 37°2′ di long. E. e 36°11′ di lat. N., a 38 metri s. m., sul fiume al-Quwaiq (turco Gök Ṣū; greco Χάλυς; lat. Chalus). Questo attraversa da N. a S.
L'Importanza Strategica e Commerciale di Aleppo
L'importanza economica di Aleppo è dovuta alla sua posizione sulla via che unisce la Mesopotamia al Mediterraneo. Vi si accentrava il commercio di gran parte della Siria settentrionale, della Mesopotamia, della Persia e dell'India.
Alla fine del sec. XVI i Veneziani vi avevano un consolato di prima classe, e vi facevano affari per 2-3 milioni di ducati l'anno. Vi si trovavano allora commercianti di tutti i paesi orientali: Persiani, Indiani, Georgiani, Armeni; le nazioni europee vi erano rappresentate nel seguente ordine: Veneziani, Marsigliesi, Catalani, Genovesi, Inglesi, Tedeschi, Olandesi. Essi vi avevano i loro consoli e trattavano gli affari per mezzo di sensali ebrei.
Venezia era ben consapevole del fatto che la maggior parte della propria ricchezza e la sua stessa esistenza dipendessero principalmente dallo scambio delle merci con i centri del Vicino Oriente, e cercava quindi in tutti i modi di non scontentare i sultanati delle città arabe.
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Nella famosa Battaglia di Hattin, che si svolse il 4 Luglio del 1187, i Crociati furono sconfitti dalle truppe del Sultano Saladino: in quello stesso periodo Venezia aveva però raggiunto una fase importantissima nei propri affari commerciali sia con gli arabi sia con i crociati di Gerusalemme, stipulati in nome della Repubblica Marinara di Venezia e delle altre Repubbliche Marinare in Italia.
Forse è per questo che poco dopo, nel 1207, fu stretto il Pactum Soldani Alapi nella città di Aleppo tra il sultano in persona, Al Malik Al Zahir Ghazi - figlio di Saladino - e Pietro Marignani, plenipotenziario del Doge Pietro Ziani. Il patto era senza precedenti sia per i disegni delle tasse doganali sia per i commercianti veneziani, che godevano di speciali privilegi: diedero il via alla costruzione di una chiesa, di un albergo (khan) e di un bagno turco.
I successivi sultani di Aleppo hanno proseguito in questa politica commerciale di apertura con l’Europa, soprattutto con il Portogallo, la Sicilia, la Corsica, Barcellona e altri ancora.
L'Apertura del Consolato Veneziano e l'Influenza Italiana
Come accennato in precedenza, fu la stessa Venezia a dare il via alla formazione di una rete consolare legata ai commerci, aprendo il proprio Consolato ad Aleppo nel 1548 all’interno di un khan (albergo) posto proprio nel cuore pulsante della città vecchia, Khan al Banadiqa, “il khan dei veneziani”, come è ancora oggi chiamato.
Un edificio intorno al quale ruotavano le attività commerciali, fatte di profumi tutti mescolati tra loro, di colori vivaci e luci che superavano gli unici spazi aperti nel soffitto per dare maggior ritmo al chiasso della quotidianità.
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Gli accordi tra Venezia e Aleppo rimasero in vigore fino al 1866, quando cioè, in seguito all’Unità d’Italia, Venezia entrò a far parte del nuovo regno.
Ma Venezia non fu l’unico stato a scegliere Aleppo come sede consolare. Dopo di lei, infatti, Francia e Inghilterra seguirono lo stesso esempio, aprendo i propri Consolati la prima nel 1562 e la seconda nel 1586.
Gl'Inglesi vi possedevano una grande fattoria fin dai tempi di Giacomo I (1606-1625); nel 1775 vi erano rappresentate 80 ditte europee.
Declino e Trasformazioni di Aleppo
Il primo colpo al commercio di Aleppo fu dato dalla scoperta della via del Capo di Buona Speranza per l'India, quindi dall'apertura delle comunicazioni fra il Mar Rosso e il Mediterraneo attraverso l'Egitto, finalmente dal taglio dell'istmo di Suez. Concorsero alla sua decadenza nel sec. XIX anche la poca sicurezza del Mediterraneo durante le guerre napoleoniche, la cattiva amministrazione turca ed egiziana, gravi terremoti (1822, 1830) ed epidemie di colera (1823, 1827, 1832).
La centralità di Aleppo cambiò in seguito all’inaugurazione del Canale di Suez, avvenuta nel 1869: con la modifica delle precedenti condizioni e vie del commercio, Aleppo fu colpita gravemente, perdendo così il proprio ruolo importante nell’oasi del Levante.
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Con la divisione dell’Impero Ottomano e la nascita della Repubblica Siriana, in seguito alla Prima Guerra Mondiale, Aleppo inoltre vide diminuire la propria importanza perché perse il suo porto: Alessandretta si venne infatti a trovare al di fuori della Siria, in territorio turco.
Soltanto dopo il 1880 il commercio e la popolazione hanno ricominciato ad aumentare grazie alla costruzione d'importanti ferrovie: la Aleppo-Rayāq, collegata alla Damasco-Beirūt (1902), quella di Ḥomş, che collega Aleppo a Tripoli (1911), la Aleppo-Alessandretta, la ferrovia di Baghdād. Con Alessandretta suo porto principale, Aleppo comunica anche per mezzo di una buona rotabile e di una linea aerea, che, dall'aerodromo di el-Muslimiyyeh (15 km. a N. di Aleppo), percorre in un'ora i 120 km.
Aleppo nel XX e XXI Secolo
Nel 1920, dopo la caduta dell'emiro Faisal la Francia, mandataria, dividendo la Siria in più governi autonomi, costituì lo Stato di Aleppo, composto dei tre sangiaccati di Aleppo, Alessandretta e Deir az-Zōr, e retto da un governatore indigeno. È ancora forte, nella città e nel vilāyet di Aleppo, la tendenza all'autonomia, per motivi economici ed etnici.
Storicamente, durante i secoli, Aleppo ha subìto due pesanti sconfitte che l’hanno, di fatto, entrambe le volte, rasa al suolo: la prima sotto i colpi dei sovrani Akkadi e la seconda con i Mongoli.
La comunità italiana presente in città fino allo scoppio della guerra civile nel 2011 era costituita da circa 280 persone, a conferma dello stretto legame tra Oriente e Occidente.
Di seguito sono riportati alcuni dati sui consolati sardi ad Aleppo:
- R. Proconsolato di S. M. Sarda in Aleppo.
- Viceconsolato di S. M. il re di Sardegna in Bayrouth (1836 - 1844). Con corrispondenza da Gerusalemme (1843 - 1844). Corrispondenza con Stefano Berzolese, Antonio Repetto, Giovanni Battista Carpenetti, Luigi Pinna, Luigi Lenchantin, Luigi Gobbi.
- Consolati sardi nel Levante (1852-1853).
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